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Autore: VeraNora    20/02/2013    3 recensioni
Sono un'appassionata di The Vampire Diaries, una devota fan di Damon ed ultimamente una sostenitrice del Delena. A me piace leggere più che scrivere però non mi nego il diletto. In questa storia voglio mostrare quello che penso sia avvenuto off screen, tutti quei momenti che non ci sono mai stati mostrati ma che abbiamo immaginato tutti, in un modo o nell'altro. Questo è quello che ho immaginato io, questo è quello che ho 'visto' nella mia testa.
Genere: Fluff, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Elena?»
Disse Damon in un misto tra paura e speranza.
Avevano fatto l’amore quella notte e poco prima di cedere al desiderio una voce nella sua testa lo aveva avvertito del pericolo, gli aveva pronosticato quel risveglio, ma lui non voleva crederci, non poteva.
Si erano addormentati quasi subito, non avevano avuto il tempo di parlare, di chiedersi… ed ora lui aveva aperto i suoi grandi occhi celesti su un letto vuoto, gettò una rapida occhiata all’orologio sperando l’assenza fosse giustificata dall’ora, ma era presto, non ancora le 8,15.
Con un dolce sollievo per lui, lei sbucò dal bagno
 
Si era svegliata prima di lui, forse mezz’ora. Lo aveva guardato dormire, nudo, sereno. Lo osservò silenziosa senza poter smettere di pensare alla notte passata insieme, si portò due dita sulla bocca ripensando a quanti baci si erano dati, in quanti punti. Sentì un’emozione esploderle nel petto, non riusciva a smettere di sorridere, temendo di svegliarlo si alzò pianissimo, recuperò il suo intimo e lo indossò, accanto al vestito che indossava la sera prima c’era la camicia di Damon, quella che gli aveva strappato in preda alla passione, la raccolse e se la portò in viso, respirò quell’odore così familiare ed in quel momento, tanto nuovo. Se la mise addosso e sorrise accorgendosi di poterla abbottonare solo in punto, poi andò in bagno, esitò un attimo prima di piazzarsi di fronte allo specchio, non era pronta a vedersi, era un po’ spaventata, come se la notte d’amore con Damon l’avesse cambiata. Prese coraggio ed avanzò di fronte al lavabo ma tenendo gli occhi bassi. Si aggrappò ai bordi del lavello e tirò un gran respiro poi sollevò lo sguardo. Effettivamente la notte con Damon l’aveva cambiata, ma non come temeva lei. Era sempre lei ma c’era qualcosa di nuovo, qualcosa che non vedeva da tempo. L’ultima volta che aveva visto quella luce nei suoi occhi, l’ultima volta che trovò il suo sorriso così naturale era stato in un’altra vita, tanto tempo fa. I suoi genitori erano vivi, i vampiri erano solo favole ed il suo amico d’infanzia le aveva appena dato il primo vero bacio.
Sì, Elena si sentiva come quella ragazzina che assapora una prima esperienza.
«Damon…»
Disse pianissimo, e poi continuò a ripeterselo in testa. Lei era stata con Damon!
Pensò a quante volte era scappata da quell’attrazione, pensò a tutte le battute che aveva fatto lui a riguardo e a tutte le volte che ne aveva sentito decantare le doti da altre donne. Le odiò tutte in un lampo di una strana gelosia. Damon era suo, solo suo!
Una ruga profonda le solcò la fronte, il pensiero di Damon con altre donne le stava rovinando l’estasi, quando un pensiero giunse in suo soccorso “non ne ha amata nessuna!”
Sì, perché Elena non aveva fatto sesso con lui quella notte, no… si erano amati, dolcemente, lentamente, fino all’apice del piacere. Lui era stato delicato e forte, ed in quel modo d’amare Elena lo aveva riconosciuto. Il sorriso tornò a scoppiarle in faccia quando il suo udito da vampiro si attivò e sentì Damon muoversi nel letto, tornò verso la stanza e lo trovò a guardarsi intorno un po’ smarrito prima di chiamarla per nome
 
«Hey»
Disse lei sostenendosi allo stipite della porta
«Hey…»
Rispose lui con la voce ancora un po’ impastata dal sonno ma con una lieve nota di sollievo rispetto al tono usato nel chiamarla poco prima. Mossa da quella sensazione di ingenua contentezza si diresse verso il letto e usando gli enormi cuscini alla base dello stesso, saltò nel materasso planando morbida accanto a Damon.
Lui la osservò sistemarsi accanto a lui dopo quel balzo che la fece apparire ai suoi occhi in tutta la sua giovane vitalità e se ne innamorò ancora di più, ormai aveva smesso di ritenerlo impossibile. La ammirò in tutto il suo splendore e la sua mente riusciva solo a pensare a quanto bella fosse con solo la sua camicia addosso, iniziò a giocare con la stoffa passando le dita nei punti in cui erano saltati i bottoni
«Pensavo te ne fossi andata»
Le disse senza guardala in viso, sentiva una specie di imbarazzo crescergli dentro e si rifiutava di dargli una spiegazione
«No, non devo andare a scuola ancora per ...»
Disse lei in tono scherzoso guardandosi il polso dove immaginava un orologio
«… 20 minuti fa »
Concluse abbassando la voce e girandosi a dargli un bacio. Lui ancora con gli occhi chiusi si prese quel bacio assaporandolo come fosse il primo sorso di caffè.
Damon mugugnò continuando a tenere gli occhi bassi e a giocare con le asole della camicia, Elena lo guardava curiosa, c’era qualcosa di nuovo nel suo viso, qualcosa che non aveva mai visto prima
«Cos’è quella faccia?»
Gli chiese
«Quale faccia?»
Rispose lui mentre tratteneva un sorriso, finalmente trovò il coraggio di guardarla e ringraziò di non aver bisogno d’aria perché la bellezza di quel viso lo avrebbe letteralmente lasciato senza fiato
«Questa faccia!»
Insisté lei sorridendo.  Damon sapeva esattamente a cosa si riferiva, sentiva la spiegazione bruciargli in gola. Quel senso di imbarazzo era dovuto al fatto che era nudo, non dei vestiti, ma di tutte quelle corazze che nei secoli aveva imparato ad indossare per preservare quel che restava di lui. Sì, era nudo come mai lo era stato… forse una sola volta con Katherine, ma aveva ormai capito che non c’era niente che accomunasse quel che provava per Elena alla sua antenata. Niente. Anche la notte appena trasmessa, pensò intensamente alla sua ‘prima volta’ con Katherine, ma non c’era paragone, no. Quella volta non si trovò a voler soffocare l’emozione, quella volta non si sentì stupido per la voglia di dire quello che stava per dire ad Elena… quella volta non era…
«Sono felice!»
Disse roteando gli occhi e sorridendo timido, indifeso. Si vergognò nell’istante stesso in cui lo disse ma al contempo si sentì libero come mai in tutta la sua esistenza. Elena lo guardò meravigliata, quel viso che si era ritrovata a scrutare più volte di quante non potesse ammetterne gli sembrava così nuovo sciolto in quella felicità che lei condivideva. Sentì l’onda delle emozioni spingerla verso quel viso, il suo nuovo polo magnetico, lo baciò mentre lui la tirava a sé. Facendo perno su un gomito Elena si spinse sopra Damon e la poca stoffa che separava i loro corpi non fu sufficiente a mascherare il desiderio di lui.
Come la sera precedente, baci, mani e occhi precedettero l’unione carnale che sopraggiunse con naturalezza. Come se non avessero fatto altro per tutta la vita, i loro corpi si riconobbero, si incastrarono ed iniziarono a seguire un ritmo tutto loro. Elena e Damon dondolavano senza fiato l’uno nell’altra fino a raggiungere insieme la cima di quel monte di piacere, lei fu trascinata da un oceano di emozioni e si arpionò alla schiena di lui. Sentì la carne squarciarsi sotto la pressione delle unghie, il piacere ed il dolce dolore delle ferite sulla schiena esplosero insieme in Damon che aprì gli occhi sul viso di lei in perfetta sintonia con lui, si unirono fino all’ultimo sospiro arrivando all’estasi nel medesimo istante.
Lui si abbandonò su di lei mentre i graffi sulla schiena si rimarginavano, Elena si inebriò del piacere del dolce peso di lui addosso. Dopo qualche istante il vampiro rotolò sulla schiena e rimase a fissare il soffitto, lei aspettò qualche istante prima di azzardare una mossa, si sentiva percorsa da una serie di scosse elettriche e non voleva tremare davanti a lui
«Credo tu sia definitivamente in ritardo per la scuola…»
Disse lui tornando a guardare lei che sbottò a ridere girandosi verso di lui a sua volta
«Tanto avevo matematica la prima ora…»
Rispose ridendo
«Beh, non prenderla a male… ma non ti farebbe male una lezione in più!»
La canzonò lui aprendo il suo viso in un sorriso che lo trasfigurò ancora, Elena sorrise, prese un cuscino e glielo tirò in faccia, non per la battuta ma per interrompere quella visione che l’avrebbe incollata al letto per sempre. Damon non ebbe il tempo di togliersi il cuscino dal viso che lei era sgusciata via dal letto con la velocità da vampiro. Si alzò a sedere su letto sentendo di aver in faccia un sorriso idiota, scosse la testa ed andò in bagno a sciacquarsi, evitò accuratamente lo specchio, non avrebbe sopportato la sua faccia così sfacciatamente felice. Si sarebbe preso in giro per sempre ma non riusciva a fare a meno di pensare a lei, a quello che era successo… due volte!
Si girò di spalle e diede un’occhiata alla schiena, i graffi erano completamente guariti ma c’erano segni di sangue ancora e senza accorgersene cascò nel tranello di guardarsi allo specchio. Guardò il suo viso e stentò a riconoscersi, c’era una luce nei suoi occhi che lo spaventò e non riusciva ad impedirsi di sorridere
«Già… un idiota… me ne farò una ragione»
Si disse
«Hai detto qualcosa?»
Elena era tornata, si era cambiata ed aveva legato i capelli
«Hai davvero intenzione di andare a scuola eh?»
Gli disse lui ridendo
«E tu non hai intenzione di uscire di casa»
Rispose lei abbassando lo sguardo sul suo corpo ancora nudo e si morse il labbro inferiore. Damon sorrise malizioso e si avvicinò piano a lei
«Vuoi farmi compagnia?»
Le chiese con voce suadente, lei gli mise una mano sul petto
«A-ah… non tentarmi… devo andare a scuola»
Disse lei nello stesso tono
«Fammi vestire e ti accompagno…»
«Non sono una bambina»
Lo interruppe lei
«… ti accompagno alla porta…»
Finì lui, poi aggiunse
«Tu non sarai una bambina, ma io sono un gentiluomo…»
Lei sorrise
«Lo sto scoprendo…»
Disse lei ridendo ed andò via. Damon corse a vestirsi e la raggiunse sulle scale
«Hai fatto in fretta»
Disse lei
«Sono bello di mio, non devo anche perdere tempo a mettermi in ghingheri»
Rispose lui mentre scendevano l’ultimo gradino, risero insieme mentre imboccavano il corridoio, Damon vide la borsa di Elena e la indicò
«Borsa!»
«Presa!»
   
 
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