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Autore: DominoRage    20/02/2013    1 recensioni
. Il sangue affluiva come un fiume in piena, si impregnava nel materasso come acqua le sue lacrime erano scomparse e il suo cuore aveva smesso d’amare
Genere: Erotico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, The Rev
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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9 Luglio 2008
 
Si accese una sigaretta in attesa che la sua migliore amica tornasse dal Minnesota
“IN ARRIVO IL TRENO MINNESOTA HUNTINGTON BEACH CALIFORNIA DELLA LINEA 23 “ annunciò la voce elettronica dell’auto parlante. Finì velocemente la sigaretta, prese il sottopassaggio e si avviò alla linea 23.
Il treno sarebbe arrivato con cinque minuti di ritardo.
Tutto il tempo per farsi l’ultima sigaretta. La prese, e resto qualche istante a contemplare i rimasugli di tabacco in fondo al pacchetto, il quale prese, accartocciò e butto, in mezzo ai binari.
Accese la sigaretta, ispirando quel tanto di nicotina che gli bastava. Era una giornata calda, era il suo compleanno, e gli occhiali ricoprivano i suoi grandi occhi marroni.
La stazione di Huntington era deserta, c’erano solo alcuni ragazzi che si rilassavano, prendendo il sole sulle panchine di marmo. Prese un’altra boccata di fumo. Dal silenzio che c’era si poteva sentire il rumore della cenere bruciare la carta della sigaretta. Finì la sigaretta, buttando il mozzicone tra i binari.
Declinò leggermente la schiena all’indietro, sorreggendosi  con i palmi delle mani.
Buttò la testa all’indietro accavallando le lunghe gambe bianche e ossute. Il sole splendeva, e da lontano si poteva sentire il rumore del treno avvicinarsi sempre di più
“IL TRENO PORVVENIENTE DAL MINNESOTA STA ARRIVANDO”
Il treno si fece sempre più vicino, il suo cuore iniziò a tremare, ma sul suo viso era disegnato un sorriso ebete. Il cigolio dei freni la fece sussultare, butto la testa in avanti alzandosi di scatto dalla panchina.
Un folata di gente uscì dal treno, restò qualche minuti ad osservare ogni minima persona. Finche degli occhi azzurri dalle sfumature giallastre si bloccarono su i suoi, Charlotte sorrise come un’ebete e corse da lei, più velocemente possibile
-Charlotte!- urlò Martina appena vide la lunga chioma blu
-Quanto cazzo mi sei mancata!-  la strinse a se cingendo la braccia al collo
-Oh anche tu- disse ricambiando l’abbraccio
-La mia polaroid?- chiese staccandosi leggermente
-L’ho rotta-
-Cosa?!-
-No scherzavo, è ancora viva, a parte qualche graffio provocatosi per qualche caduta da parte di mia madre- farfugliò l’ultima frase passandosi un mano tra i capelli
Charlotte si passò un mano sulla faccia ridendo appena
-Allora novità?- disse piegando leggermente la testa
-Mhh, beh che dire. Oggi è il mio compleanno!-
-Giuusto, Auguri- sorrise dandogli un bacio sulla guancia
-Si esce, ricorda!-
-Certo, sta sera, si esce-
-Allora, dai novità?
-L’ho rivisto- disse atonica
-Chi?-
Doveva dirgli la verità, era la sua migliore amica. Doveva, ma aveva paura. Di cosa? Di lei, della sua reazione la paura di non parlarsi più, di litigare. Solo per un errore commesso anni fa
-James- disse mordendosi il labbro
-The Rev?-
-No Martina, James Cassells  il batterista degli Asking Alexandria-
-Sai, ancora non concepisco l’idea di te e lui migliori amici- disse facendo spallucce
-No vabbè, l’ho incontrato al negozio di CD-
-Fermati un momento, ho collegato solo adesso. Tu, hai incontrato Jimmy, quindi gli Avenged sono ad Huntington!- esclamò   abbracciandola
-Perché mi abbracci?-
-Perché?! Perché dopo anni avrò l’opportunità di scoparmi Matt- disse battendo le mani come una bambina
-Sei un caso perso-
-Cosa?! Guardami, sono alta bionda con gli occhi azzurri. La ragazza perfetta-
-Ti ricordo, la ragazza perfetta è abbronzata, oca e stupida. Tu non lo sei. Sei pallida, e la tua faccia per il 30 % è fatta di pezzi metallici, e non sei stupida- sorrise
-E nemmeno oca-
-Già, nemmeno oca-
-Sei una puttana- disse seria
-E comunque, mi ha portato fuori a cena, e indovina chi abbiamo incontrato?-
-Chi?-
-Brian- Martina si fermò, lasciando cadere la valigia. Il suo sguardo era perso nel vuoto, in quel momento passarono le immagine di quel giorno. Lui, lei e un discussione nascosta a Charlotte. Il suo cuore si strinse in una morsa ardente, si portò un mano al cuore e iniziò a respirare debolmente
-Marti, tutto bene?-
La ragazza cerco di parlare, spiccicando un debole si
-Ci vogliamo sedere?- disse massaggiandoli in modo circolatorio la schiena
-No, sto bene- prese un lungo respiro, raccolse la sua valigia e ricominciò a camminare
-E vabbè, poi l’ho invitato a casa mia-
-Chi?- disse girandosi di scatto e sbarrando gli occhi
-Jimmy- Charlotte incarnò un sopracciglio squadrandola per un secondo
-Ah, pensavo Brian-
-Eh, dopo ci arrivo-
-In che senso, dopo ci arrivo?-
-E non niente, sono andata a trovarli, dopo molti convenevoli e dopo aver parlato come ai vecchi tempi, io sono andata in bagno- abbassò la testa, grattandosela leggermente
-E.cosa.è.successo.- disse a denti stretti
-Niente, mi ha preso mi ha portato in un ripostiglio e… alla fine ci siamo baciati-
-Lurido figlio di …-
-MARTINA NON OSARE- riuscì a fermarla, tappandola la bocca
-Come non osare? Quell’uomo ti ha fatto soffrire, e tu… tu… tu lo baci-
-Io… lo amo ancora, e lui ama me-
-Lui non ti ama, lui ama il tuo corpo Charlotte, capiscilo-
-Quale corpo? Del mio aspetto fisico non rimane niente- si guardarono per alcuni istanti. Martina non disse niente, chinò il capo e cominciò a camminare.
Arrivarono alla macchina in silenzio, Martina caricò la valigia nel portabagagli e sedette nel posto davanti. Charlotte mise in moto, accendendo la radio a tutto volume. Almeno il viaggio sarebbe stato colmato da qualcosa.
 
 
Erano le nove,  i suoi ventott’anni erano stati appena compiuti. Indossava un pantaloncino corto in pelle, una maglia dei Nirvana, i capelli legati in un coda e le All  Star nere.
Ventottenne e si mette ancora le All Star. Si ritoccò il trucco, cambiò i labbret e si passò il rossetto nero sulle labbra.
Il campanello suonò, era lei. Non si parlarono per tutto il pomeriggio, ma Charlotte sapeva che non avrebbe rifiutato un serata al Johnny’s, con il pensiero di incontrare gli Avenged, e forse di spaccare la faccia a Brian. Aprì la porta, era bella. Un tubino nero, i capelli sciolti, i tatuaggi sulle braccia risaltavano alla luce lunare, e aveva cambiato quasi tutti i suoi piercing.
-Sei bella- mugugnò Charlotte
-Zitta e ascolta-
-Iniziamo bene- disse alzando gli occhi al cielo
-Se quel figlio di puttana. Si l’ho detto. Ti farà soffrire di nuovo. Giurò che gli spacco la faccia e gli rigo i bel SUV. Okay?- disse tutto d’un fiato
-Okay-
-E un’altra cosa. Ci saranno i ragazzi?-
-Mh, sinceramente non lo so. Oggi Jimmy non mi ha chiamato-
Il telefono squillò
-Parli del diavolo- Charlotte scrollo le spalle, e rispose al secondo squillo
 
-Dolcezza. Auguri-
-Oh, grazie Jimmy- arrossì violentemente, la sua voce al telefono era ancora più bella
-Sta sera sei al Johnny’s?-
-Si, ehm, sta sera siamo al Johnny’s-
-Come siamo?-
-Ci sarà anche Martina, te la ricordi. Te ne ho parlato spesso negli ultimi otto anni. Vi crea disturbo?-
-Nessun disturbo. Almeno mi staccherò Zacky di dosso- disse sbuffando
-Si è lasciato con Gena?-
-Esatto, ma non ci pensiamo. Ci vediamo tra poco. Okay, dolcezza?-
-Smettila di chiamarmi così- mugugnò
-Lo so che in fondo ti piace- rise leggermente
-Si, okay. Ciao Jimmy- chiuse la chiamata, mettendosi il telefono in tasca
-Allora, ci saranno?- chiese con entusiasmo
-Si, ci saranno. E Zacky sta cercando carne fresca-  fece spallucce, prese le chiavi della macchina e si infilarono nella vecchia Merceds bianca di Charlotte.
 
 
 
 
 
Il suo sguardo era perso nella scritta al neon gialla del bar.
Storse leggermente il naso per l’odore pungente del fumo, che in quel momento fluttuava nel l’aria creando uno strato di nebbia.
-Entriamo?- disse Martina, sorridendo a Charlotte
La ragazza annuì. Entrarono, il locale era abbastanza affollato, il lungo balcone nero era  popolato da persone intente ad ubriacarsi il più possibile e dalle casse usciva una vecchia canzone dei Queen.
Gli occhi azzurri di Martina percorrevano ogni singolo centimetro del locale, in cerca di quelli verdi e cristallini di Zacky.
-Gli ho trovati!- disse prendendo per un braccio Charlotte.  I loro corpi sfiorano la gente intenta a ballare su un pezzo smielato dei Queen.
La portò al loro tavolo. Quello in fondo al locale. Isolato da tutti.
Si piazzano davanti. Martina in bella vista con il sorriso smagliante e gli occhi che risplendono in mezzo alla luce soffusa e alla foschia del fumo. Mentre Charlotte rimase nella penombra, a fissare i suoi occhi scuri e, a contemplare le sue adorabili – ma poche- lentiggini distribuite sul naso.
Zacky e Johnny spalancarono subito la bocca a quella vista. Per Zacky era da portare a letto. Per Johnny fu un colpa di fulmine. Ma lui aveva una fidanzata. Lena, la prima ragazza, il suo primo amore, un amore che dura ormai fin dal liceo. Non poteva lasciarla.
-ECCOLA LA FESTEGGIATAA!- sbottò Jimmy, alzando le braccia al cielo
Brian le sorrise, ignorando totalmente Martina, la quale lo stava fulminando. Si avvicinò a Charlotte portando le labbra al suo orecchio
-Auguri, dolcezza- sussurrò. Un brivido percorse la sua spina dorsale, e impulsivamente, prese i lati della sua maglietta, portando il suo petto a scontrarsi leggermente contro il suo naso. Lo abbracciò e Brian ricambiò, confuso, come il resto del gruppo.
Si staccarono, Charlotte rivolsi lo sguardo agli altri rimanendo perplessa dal colore freddo degli occhi di Jimmy, e dalla faccia atonica di Matt. Mentre Martina, Zacky e Johhny, rimasero confusi da quell’abbraccio. Ma poi capì, non doveva succedere. Ma lui le ha sussurrato all’orecchio. Capito, l’orecchio. Lui sapeva benissimo che non poteva farlo. Doveva rimediare in qualche modo.
-Ehm… Lei è Martina. Avenged Martina. Martina..- non la fece finire
-Si, gli Avenged- disse rivolgendo uno sguardo freddo a Charlotte.
-Bene- mormorò
Si sedettero, Martina vicino a Zacky, lei vicino a Brian. Rivolse lo sguardo verso le casse del locale. Riconobbe la canzone. One dei Metallica. La preferita di Brian.
Girò leggermente la testa. Martina aveva preso a filtrare con Zacky, e a parlare con Johnny, Matt e Brian, rivolgendo ogni tanto piccole frecciatine a Brian. Ma perché? Come è possibile? Si conoscono da nemmeno cinque minuti e già si tirano frecciatine? Beh, era il suo carattere. E Brian rimaneva il testone di otto anni fa, quindi di conseguenza rispondeva più pesantemente.
Ridevano, gli faceva piacere. Ma in quel momento sentì lo sguardo pesante di Jimmy addosso. Gli occhi gelidi e spenti.
Cazzo, pensò.
Successe tutto così velocemente, lui, lei, Chapter Four che usciva dalle casse, le persone che pogavano, il retrò del locale, la sua schiena attaccata al muro, il suo respiro addosso, i suoi occhi puntanti su quelli di Charlotte.
-PERCHÉ?!- urlò poggiando la  fronte sulla sua
-Cosa..-
-PERCHÉ?!- urlò di nuovo
-Perché lui mi ama- mugugnò
-Lui non ti ama- sussurrò
-Zitto-
-Lui ama il tuo corpo-
-Non può saperlo- sibilò
-Lo so e basta-
-Non voglio ascoltarti-
-E invece lo fai, perché qui l’unico che ti ama sono io!- la strinse a se facendo scontrare le punte dei loro nasi
-Non dire cazzate, tu hai solo paura che io risoffra- disse scansandolo leggermente
-Stai delirando Charlotte- sbuffò alzando gli occhi al cielo
-Io non sto delirando. Se tu che sei iperprotettivo-
-Sarei iperprotettivo?- Charlotte annuì silenziosamente
-Okay. Quando soffrirai, non disturbarti a cercarmi- se ne andò. Lasciandola li, sola, in mezzo alle sue lacrime aspre e piene di acidità
 
Jimmy rientrò nel locale, le ciglia corrugate e gli occhi pieni di rabbia. Stringeva così forte i pugno che le nocche erano diventante completamente bianche. Questione si secondi? Attimi? No, in un centesimo prese Brian per il colletto della maglia trascinandolo per tutto il locale
-JIMBO CHE CAZZO STAI FACENDO!- sbottò Brian, provò a dimenarsi ma la stretta di Jimmy era salda intorno al colletto
- TU FIGLIO DI PUTTANA!- disse buttandolo letteralmente fuori dal locale
-Jim, che ti è preso?-
-FALLA SOFFRIRE UN’ALTRA VOLTA E TI AMMAZZO CON LE MIE STESSE MANI- ringhiò  sollevando il ragazzo da terra
-COSA CAZZO STAI DICENDO!- Brian riuscì ad uscire da quella presa, allontanandosi di qualche metro da lui. Non sembrava, ma Brian lo temeva sempre quando era incazzato. Non stiamo parlando di un Jimmy qualunque, ma di James Owen Sullivan. Il ragazzone alto un metro e novantasei, che in un giorno fece a botte diciassette volte. Ne vogliamo parlare? Anche se Brian aveva i muscoli, Jimmy aveva l’altezza, la rabbia e l’esperienza delle risse del sabato sera.
Sono nella merda. Pensò vedendo la figura alta e snella di Jimmy avventarsi su di lui. Una capocciata sulla asfalto, una maglia stropicciata e forse, un’amicizia appena distrutta. Jimmy era a cavalcioni su di lui, lo sguardo fisso e l’odio che cresceva. Non sopportava l’idea che Charlotte potesse amare ancora un lurido verme come lui. Non poteva essere. Aveva sofferto, e lui era  rimasto accanto a lei. E Brian? Cosa ha fatto? Se ne andato a puttane per otto fottuti anni.
Lo faceva per sopprimere quel bello e strano sentimento. Quella cosa calda e grande. Così calda che ti faceva sudare. Così grande che manco il tuo corpo riusciva a contenere. Tutto era muto. Le labbra di Jimmy si muovevano velocemente, ma lui non capiva. La sua bocca sputava sentenze, i suoi occhi sputavano la voglia di amare. Ma chi amava? Lo conosceva da una vita, il suo migliore amico. Ricordava ancora il loro primo incontro.
La voglia di picchiarsi, l’adrenalina e, lui sottomesso – come al solito- dalla figura alta e snella di Jimmy. I capelli biondicci sparati in aria, gli occhi coperti da quei stupidi occhiali da vista – che ancora oggi porta- il suo sorriso sghembo dopo che Jimmy gli diede un pugno in faccia. Ancora non capiva, ma dopo quel pugno tutto cambiò. Forse cambiò quando Jimmy si alzò dal suo corpo, gli tese la mano e aiutò ad alzarlo. “Bella maglietta” gli disse Brian. Portava una maglietta dei Pantera. La sua preferita.
 
-STRONZO. SEI UNO STRONZO HANER- urlò di nuovo Jimmy. Ma Brian sembrava entrato in trance, gli occhi fissi sui suoi e restava immobile, impassibile a quelle parole.
-BRIAN CAZZO DI QUALCOSA, PERCHÈ NON REAGISCI.CRISTO!- gli occhi iniziarono a pizzicare, e un lacrima amara solco la sua guancia. Non ci pensò due volte. Gli tirò un pugno, e poi un altro, e poi un altro. Ma lui rimaneva fermo, immobile senza reagire. Stava per tirarne un altro, ma la mano di Matt lo fermò prima che potesse rompere definitivamente il naso a Brian
-JIMMY SEI IMPAZZITO!- Zacky e Johnny andarono ad aiutare Brian. Perdeva molto sangue dal naso, un sopracciglio spaccato e lo stesso valeva per le labbra
-Matt, io porto Brian all’ospedale- disse Johnny alzando a fatica Brian
-Zacky, tu porta a casa Jimmy, e cerca di farlo calmare-
-Amico c’è la fai?-
-Certo, va tranquillo- disse facendoli l’occhiolino e portando a peso morto Brian dentro la macchina
 
 
-Dai Jimmy andiamocene a casa- disse Zacky dandoli una pacca sulla spalla
-Matt, vieni?-
-No, vado a cercare Charlotte. Tu Martina vai pure con loro, Zacky ti riporterà a casa- disse mostrando le fossette alla ragazza
-Oh, io non vorrei essere di …-
-Non pensarci nemmeno, puoi venire- Martina raggiunse i due affiancando Zacky, dato che Jimmy in quel momento gli incuteva timore, vedere la faccia di Brian ridotta in quel modo gli aveva fatto ribrezzo.
Jimmy rimase muto, la faccia atonica e le lacrime che scendeva lungo le sue guance, delimitandone i bordi.
 
Matt entrò dentro il locale in cerca di Charlotte. Cercò di fare mente locale, anche se l’alcool e la musica a  tutto volume non aiutava molto. Dopo aver chiesto ad ogni singola persona, si ricordò di lei e di Jimmy andarsene nel retro del locale. Non ci pensò due volte, iniziò a correre in mezzo alla gente, ricevendo molti più colpi del solito. Aprì violentemente la porta taglia fuoco e urlò il suo nome
-CHARLOTTE- di risposta senti dei singhiozzi, girò velocemente la testa e la vide rannicchiata su se stessa in angolo  della strada. Si avvicinò a lei, si inginocchio e adagiò una mano sulla sua spalla
-Ehi Charlotte- disse con voce dolce
-Vattene Matt-
-Mai, non posso vederti così- sussurrò
-Perché lo dice? Lo amo, qual è il suo problema?- iniziò a gesticolare, piangendo sempre più forte
-Charlotte smettila. Respira- disse asciugandoli le lacrime
-Non voglio perdere anche Jimmy- mugugnò
-Non lo perderai Charlotte, non succederà mai-
-Che bel compleanno di merda- Matt rise leggermente portando il suo fragile corpo in mezzo alle sue braccia.















Oddio è la prima volta che scrivo così tanto. * si commuove* :')
Commmunque. Cazzo Eugenia smettila di iniziare così ç.ç
Tralasciando i miei sbalzi d'umore. - w il ciclo <3 - (?)
IO aggiorno ogni morte di papa. Volevo fare una battuta sulle dimissioni del papa ma non mi viene in mente niente ç.ç
Ho scritto tanto, e credo che sia un po una confusione in certi pezzi. Ditemelo, ammetetelo, non so fare i dilaoghi ç.ç
Lasciamo perdere. Agiornerò quando morirà il papa, così forse riuscirò a fare un battuta c.c
Alla prossima
Domino!<3
P.s
I LUV Y
  
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