Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: phoenix_esmeralda    21/02/2013    1 recensioni
"Mille volte si era sentito morire, facendo l’amore con una donna che non faceva mai l’amore con lui, una donna che lo amava ad occhi chiusi per non accorgersi di chi aveva nel letto. Ogni notte si era fatto violenza per non baciarla e si era costretto a non parlare per non infrangere, con la sua voce, l’illusione in cui Asbell amava cadere. Non c’era peggior dolore che toccare il corpo di una donna senza averne l’anima. "
Quarta classificata al contest "A volte l'amore è crudele" di Cloe901s Prima classificata al contest "Baci un po' ovunque" di AchiSama. Prima classificata a "Il contest dei cliché" di Exoticue/Fanny_Rimes
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 - 4 -
Tanto vicino, quanto lontano



 

 
Quando tornano in camera da letto, Asbell si sfila l’abito restando con la sola sottoveste; poi gli si avvicina e gli toglie la camicia. Anche quando non fanno l’amore, le piace dormire scaldata dalla sua pelle nuda; Kristan immagina che la faccia sentire meno sola: dopo la morte del re, la regina vedova si è trasferita presso sua sorella e in seguito all’incidente di Ascaton, Asbell si è ritrovata completamente isolata.
Si coricano con un sospiro di stanchezza ed è allora che lei finalmente parla.
- Kristan, sei infelice qui?
Lui è stupito, non si aspettava una domanda del genere.
- Ti sto osservando da diverse settimane – prosegue lei, senza dargli tempo di ribattere – E non posso fare a meno di notare la tua malinconia. So che ti sforzi di essere gradevole in ogni momento, ma i tuoi occhi rimangono tristi anche quando cerchi di farmi credere il contrario. Se questa vita ti rende infelice non intendo costringerti a restare, probabilmente avevi altre aspirazioni che non rinchiuderti per anni nella mia camera da letto e se in qualche modo il nostro rapporto ti svilisce...
- Non mi sento svilito, signora, affatto – interviene lui, prima che il discorso si faccia troppo complicato – Non sono infelice.
Lei scuote la testa, affatto convinta – Se il problema sono i soldi, continuerò comunque ad aiutare la tua famiglia, non devi preoccuparti: posso lasciarti un compenso vitalizio in virtù del compito che hai svolto a palazzo. Kristan, posso sostituirti senza problemi, per me avere un nuovo amante non farebbe alcuna differenza, quindi sentiti libero di andartene se questa vita non ti soddisfa.
Le sue parole gli affondano nella carne come uncini affilati.
Chiude gli occhi, stringe i denti, sprofonda le dita nel materasso e aspetta silenziosamente che l’ondata di dolore si faccia meno intensa.
Se c’è qualcosa che ha compreso, in questi mesi, è la sofferenza tagliente e spietata che sa procurare un improvviso fiotto di indifferenza.
Non ha mai preteso che la signora lo amasse, ma in qualche modo ha comunque sperato di suscitarle una qualche forma di affetto, di complicità... di legame.
Posso sostituirti senza problemi, per me avere un nuovo amante non farebbe alcuna differenza.
Una frase detta per rassicurarlo, che trasforma il materasso su cui è disteso in una coperta di chiodi acuminati.
- Non è necessario sostituirmi, io non voglio andarmene – dice, con tutto il coraggio che gli resta.
Asbell si gira su di un fianco e sorride scompigliandogli i capelli.
- Ti prego, dimmelo quando sarai stanco di me.
Alla fioca luce del caminetto riesce a distinguere gli occhi di lei: azzurri e trasparenti come l’innocenza e al contempo così ingenuamente feroci. Ci sono istanti in cui la odia per il dolore che gli procura, istanti, come questo, in cui gli sembra impossibile che lei non capisca.
D’impulso le appoggia una mano dietro la nuca e l’attira a sé, cercando le sue labbra; ma Asbell con uno scatto piega la testa. Kristan rimane impietrito, rendendosi conto di ciò che ha tentato di fare.
- Scusami – bisbiglia – Ero distratto. Ma l’angoscia gli stringe la gola e per un lungo istante crede che non riuscirà a restare in quel letto.

 
Quando si era svegliato, il mattino dopo quella prima notte, si era sorpreso di trovare Asbell seduta sul letto, perfettamente desta. Nelle mani stringeva un ritratto che lui aveva confusamente notato sul comodino la sera prima; solo in quel momento si era concentrato sull’immagine e aveva riconosciuto l’uomo che per mesi era stato amante della signora, suscitando scandali e malignità.
Arras, aveva pensato Kristan e, con un brivido d’orrore, aveva riconosciuto in quel nome le parole mormorate da Asbell quella notte, mentre faceva l’amore con lui.
Lei si era girata di scatto e aveva notato il suo sguardo confuso sul ritratto del giovane conte.
- Sono stata costretta a lasciarlo – gli aveva spiegato a mezza voce – Ma non riesco a fare a meno di lui. Per questo quando viene la notte e il buio cancella i contorni dell’uomo nel mio letto, io posso fingere che lui sia ancora con me. Per questo non posso baciarti, Kristan... Un bacio è talmente esclusivo... non potrei fingere che sia il suo.
Kristan, che non aveva mai conosciuto la gelosia prima di quel momento, si era sentito serrare la gola da un sentimento sconosciuto. Sapere che la signora amava Arras non era mai stato un problema, finché lui era rimasto un povero abitante del villaggio. Ma ora che si trovava nel letto con la sovrana, la presenza del conte era una peso doloroso sul suo petto: la gola gli si era chiusa all’improvviso, schiacciata da una nausea opprimente.
- Perdonami – aveva sussurrato lei – Ciò che voglio davvero è fingere di essere ancora con lui la notte. Allontanarmi per qualche istante dai doveri del mio ruolo, per tornare fra le sue braccia. Faresti questo per me, Kristan?
Avrebbe mai potuto rifiutarsi?
Volontariamente aveva indossato il cilicio, offrendosi a un martirio senza tregua. Mentre Asbell aveva tratto conforto e sollievo, giorno dopo giorno, da quella finzione, Kristan si era lentamente ripiegato su di sé, schiacciato dal dolore di una gelosia ogni istante più asfissiante.
Mille volte si era sentito morire, facendo l’amore con una donna che non faceva mai l’amore con lui, una donna che lo amava ad occhi chiusi per non accorgersi di chi aveva nel letto. Ogni notte si era fatto violenza per non baciarla e si era costretto a non parlare per non infrangere, con la sua voce, l’illusione in cui Asbell amava cadere.
Non c’era peggior dolore, per un cuore innamorato, che toccare il corpo di una donna senza averne l’anima. Questo era il tormento che portava nell’animo, il tormento che Asbell pensava di poter sopire offrendosi, senza alcun rammarico, di prendere un nuovo amante.

 
Kristan le bacia il collo che lei gli ha porto nel rifiutargli il bacio, ma in questo momento non ha sufficiente cuore da sopportare il peso della finzione, così poco dopo si lascia scivolare stancamente al suo fianco.
- C’è qualcos’altro di cui mi vuoi parlare, vero? – le chiede in un sussurro.
Lei annuisce con lentezza.
- Ho quasi la certezza che Thenna stia cospirando per prendere il mio posto... e ho bisogno di qualcuno di veramente affidabile che faccia qualche indagine per mio conto. Se aumentassi la tua paga, saresti disposto a svolgere questo lavoro per me?
Se aumentassi la tua paga...
Kristan deve fare uno sforzo per non scoppiare a ridere. Aumentare la paga a lui, che è arrivato a palazzo solo ed esclusivamente per proteggerla, che da mesi sta tessendo, nel nascondimento, una rete di salvezza predisposta, in caso d’emergenza, ad attivarsi
- Lo farei volentieri, Asbell.
- Non intendo forzarti... sei una persona gentile, ma non voglio che tu ti senta costretto.
Una persona gentile... È questo l’unico motivo per cui crede che l’aiuterebbe? Per la docilità che lo caratterizza? Per la sua innata predisposizione ad obbedire?
Kristan sorride amaramente. Se Asbell avesse prestato attenzione, forse si sarebbe resa conto che la persona che aveva avuto l’ardire di entrare a palazzo e supplicarla di abolire una tassa voluta dal re, non poteva essere di indole tanto mansueta.
Ma lei non ha mai dubitato della sua remissività, neppure per un istante ha sospettato che potesse essere il prezzo quotidianamente pagato per poter restarle accanto.
- Troverò le informazioni che ti servono, se c’è una cospirazione in atto lo scoprirò.
Lei annuisce e gli sfiora la guancia con una mano.
- Allora grazie.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: phoenix_esmeralda