Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: daemonlord89    21/02/2013    1 recensioni
Due anni dopo gli avvenimenti di Landam, Kemoria è sconvolta dalla guerra civile. I Petali Neri si sono sciolti e i ribelli hanno quasi preso il controllo della capitale. Il governo, però, non può accettare questa situazione; ha un piano che non può fallire. Ma deve sbrigarsi ad attuarlo, perché la Maschera sta per essere distrutta...
[Secondo capitolo della trilogia, il primo è Eredità di sangue]
Genere: Avventura, Guerra, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'La trilogia dell'Angelo Nero '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO PRIMO
-Un piano d'attacco-

 

---Caserma del quartiere est di Makrath-

Dalla finestra della sua stanza Hayst poteva vedere il cortile della caserma: un tempo quel luogo era una delle sedi della guardia cittadina della capitale di Kemoria, ma da tempo era diventata la base dei ribelli, che l'avevano espugnata nelle prime fasi della guerra civile e l'avevano reclamata. La caserma era in realtà un complesso di quattro edifici, disposti come i lati di un quadrato attorno al cortile dove si tenevano le sessioni di addestramento. Alla sera, inoltre, si mangiava lì, tutti assieme. Ormai era tardi e gli addetti stavano finendo di sparecchiare, mentre gli ultimi fuochi si spegnevano. Il ragazzo, ormai vicino ai trent'anni, si stirò la schiena e sbadigliò sonoramente.

Due anni prima, assieme al suo grande amico Ferren e ad alcuni uomini conosciuti quasi per caso, aveva partecipato a quella che sarebbe stata ricordata come una delle operazioni più importanti ai fini della salvezza del continente. Kemoria aveva rinvenuto un antico arco di pietra, in realtà un portale dimensionale creato dagli antichi, e voleva utilizzarlo per assorbire il potere di un altro piano d'esistenza, in modo da rendere invincibile il suo esercito. Ciò, però, avrebbe portato a qualcosa di ben peggiore della semplice dittatura. Il portale, infatti, si apriva su una prigione extra-dimensionale, costruita da chissà quali creature per contenere un'entità oscura, un conquistatore di dimensioni. Già in passato questo era stato liberato e aveva generato, come sua progenie, un esercito di demoni che stavano conquistando l'intero continente di Arasta. I demoni erano stati fermati grazie ad un incantesimo che li aveva imprigionati nel ghiaccio, ma che dipendeva a sua volta da un arco dimensionale. Per aprire la prigione, Kemoria aveva sfruttato una setta più o meno segreta, i Petali Neri, che aveva il compito di recuperare una pietra di attivazione, trafugandola dall'arco del ghiaccio, al nord, e disattivando in questo modo l'incantesimo, per portarla a Landam. In un solo colpo, rischiavano di liberare i demoni e il loro signore. Fortunatamente erano riusciti a fermare il processo appena in tempo, grazie anche all'aiuto di uno dei capi dei Petali, il professor Fass, che, rendendosi conto dell'errore che aveva commesso, decise di lanciare un incantesimo per far collassare la prigione dimensionale, distruggendo il conquistatore. I demoni, al nord, privati dell'essenza del loro comandante, avevano semplicemente
smesso di funzionare.

Hayst e Ferren facevano parte dell'ordine dei Guardiani, fondato per vigilare sull'arco del ghiaccio e impedire il ritorno dei demoni. L'ordine, in seguito agli avvenimenti di Landam, era stato sciolto ed ogni Guardiano era stato finalmente libero di vivere la vita secondo la propria volontà. I due amici erano rimasti in contatto per un periodo di tre mesi, al termine del quale Hayst aveva preso una decisione avventata ma che covava da anni; si era recato in una città portuale e aveva preso la prima nave disponibile per il continente di Shai, ad est. Lì aveva esplorato un mondo sconosciuto, aveva preso contatto con molta gente e si era anche fidanzato con un'indigena, Amina. Era riuscito a dimenticarsi del dolore e delle pene sofferte. Alla fine, però, anche in quel continente erano giunte le notizie della guerra che si stava combattendo a Kemoria. Hayst si trovò ad un bivio: accettare di vivere la nuova vita senza pensare al passato o tuffarsi in esso per mettere a posto ciò che ancora poteva essere messo a posto. La fidanzata voleva che restasse con lei, che si sposassero, ma alla fine lui aveva deciso di tornare su Arasta. Aveva preso contatti con i ribelli ed ora era lì, a capo dell'esercito. Comprendeva bene le motivazioni che avevano spinto i rivoluzionari kemoriani a nominarlo generale; si aspettavano molto da uno che, come lui, aveva fama di eroe.
L'ex-Guardiano strinse i pugni.
Non devo deluderli.

Poco dopo, uscì in un corridoio illuminato da alcune torce, poste sulle pareti ad intervalli regolari. Doveva recarsi nella sala delle strategie, allestita al piano inferiore, per decidere un piano d'azione da seguire nei giorni successivi. La struttura della caserma era semplice ma funzionale, in modo da agevolare i soldati durante le emergenze. Le scale erano enormi, potevano sopportare il passaggio di cinque uomini posti uno di fianco all'altro, e si trovavano davvero ovunque. Non c'era mai una sola scala per accedere ad una sezione. Prima che potesse imboccarne una, comunque, fu costretto a girarsi, udendo delle voci concitate provenire da uno dei dormitori accanto.
“Eh, merda?” riuscì a cogliere. Un altra voce rispose, ma non capì ciò che disse.
Spalancando la porta, notò due uomini, uno in piedi a l'altro a terra, seduto e puntellato con i polsi. Quello in piedi era piuttosto robusto, con la testa rasata a zero e tatuata di bianco, verde ed arancione, i colori di Kemoria. L'altro, più magro, aveva una rada barba, che denotava la sua giovane età, rossa come i capelli.
“Che succede qui?” esordì Hayst, fermando la lite. L'omaccione si voltò e lo squadrò in cagnesco.
“Oh, è arrivato il cazzo di paladino.”
“Ehi, ragazzo, non ti permetto di parlarmi in questo modo!”
L'altro ringhiò. Probabilmente per dire che aveva capito.
“Allora, cos'è questa storia?”
“Questo sbarbatello stava rubando le medicine dal magazzino per le risorse!”
“Ti prego!” piagnucolò l'altro, strisciando verso Hayst “L'ho fatto per mia sorella! Sta molto male!”
“Non importa!” tuonò il pelato “Le medicine sono razionate, capito? Razionate!”
“Ma...”
“Zitti tutti!” sbraitò Hayst, seccato “Spiegatemi bene e con calma la situazione.”
A quanto pareva, la sorella del ragazzino aveva contratto una grave forma di febbre, che la stava portando alla morte. Secondo lui, con le medicine che stava rubando avrebbero potuto salvarla. L'altro, però, che si rivelò essere uno degli addetti al razionamento, era di opinione contraria. Secondo lui non c'erano speranze. Hayst riflettè a lungo e poi parlò.
“Dai le medicine al ragazzo.”
“Ma come...?”
“Stiamo combattendo per i nostri diritti, giusto? Quale diritto è più importante di quello alla vita? Dai le medicine al ragazzo.”
“Grazie, grazie, generale!” si inchinò l'altro. L'addetto se ne andò borbottando.
“Stupido paladino del cazzo.”
Hayst stava per rispondergli, ma il ragazzo lo fermò
“Lasci perdere, signore. E' una testa calda. Non otterrebbe nulla discutendo con lui.”
“Mmm. Come si chiama?”
“Geral. Geral Saint'Ame.”
“Grazie. Ora va.” concluse il generale, dando una pacca sulla spalla all'altro.

Qualche minuto dopo, si trovava nella sala strategica. La stanza era ampia e vuota, poiché non doveva contenere nulla di più di qualche mappa e un grande tavolo dove consultarle. Rhiz Gordon, un altro comandante dei ribelli, srotolò una grande pergamena, che mostrava la pianta della città. Molte zone erano segnate con un pennello, alcune in blu ed altre in rosso. Le prime rappresentavano i territori dei ribelli, le altre quelli ancora in mano al governo. La situazione era rosea, ma a sentire i soldati, le zone della città non ancora conquistate erano quelle meglio protette.
“Grazie alla nostra azione di stanotte,” disse Rhiz, puntando il dito verso una strada molto grande che portava fino ad un edificio che sembrava immenso “abbiamo aperto una strada verso il più grande ospedale di Makrath. Lì dentro ci sono provviste e medicinali.”
“Capisco.” annuì Hayst, intravedendo un piano “Se riuscissimo a requisirli, non solo daremmo un vantaggio al nostro esercito, ma infliggeremmo un duro colpo al nemico.”
“Esatto. Dobbiamo decidere come agire.”
“Un assalto frontale non ci porterà da nessuna parte, dovremo agire su due fronti. Un gruppo attaccherà da qui.” indicò la strada principale “Un gruppo consistente, in modo da tenere occupati i soldati. L'altro” si prese un attimo per pensare, al termine del quale individuò un vicolo che, passando dietro ad un complesso abitativo, portava a ridosso della parete est dell'ospedale “si introdurrà da qui. Comanderò io il secondo gruppo. Elimineremo eventuali resistenze interne, prenderemo ciò che dobbiamo prendere e vi daremo un segnale quando sarà il momento di ritirarvi.”
“Ritirarci?” Gordon sembrò sorpreso.
“Non ha senso combattere fino alla morte, se può essere evitato. Infliggeremo il colpo e poi torneremo qui, per riorganizzarci.”
I comandanti ribelli approvarono il piano con entusiasmo; avrebbero attaccato due giorni dopo. Infine si salutarono, pronti per andare a dormire.

Mentre Hayst camminava in direzione del suo appartamento, cominciò a pensare a chi chiamare a formare il suo gruppo d'assalto. Doveva controllare un po' in giro, ma di un nome era sicuro. Doveva dargli una lezione e voleva tenere fede ad un vecchio detto: tieniti stretti gli amici, ma ancor di più i nemici.

, pensò, sorridendo, Geral Saint'Ame verrà con me.





 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: daemonlord89