Capitolo 2

''I'm here.''

”DAMMI I SOLDI CAZZO!” Geneva aprì gli occhi di botto. I colpi provenienti dalla cucina la spaventarono terribilmente. Scese di corsa le scale e si ritrovò due uomini vestiti di nero che puntavano le pistole ovunque.

”Quindi questa è Geneva?” sbarrò gli occhi, la conoscevano? Uno dei due sbattè i pugni sul tavolo.

”Allora Jennifer, i soldi.” la madre guardava le sue quattro figlie. ”Geneva porta di la le bambine.” sussurrò poi.

”No. Questa resta con noi.” disse prendendo la più piccola, Mary.

”No, prendete me ma non lei.” disse Geneva poi.

”Sta zitta!” un ceffone la fece cadere a terra, le lacrime rigavano il suo volto e i capelli rossi le scendevano disordinatamente sulle guance.

”Facciamo così, se entro domenica non ci sono i soldi, veniamo qua e ci portiamo via la più grande. Ok.” la madre annui e i due se ne andarono. Geneva uscì dalla stanza silenziosa.

”Ehy Gen, come va?” sorrise vedendo Liam che le veniva incontro.

”Bene.” mormorò poi ”E tu?”

”Anche... Ma Gen, cos'è quello?”le prese il polso dove un grosso livido viola troneggiava.

”Sono entrati in casa mia, volevano i soldi, mia madre non li aveva così hanno preso Mary ma mi sono offerta io. Ci hanno lasciato fino a domenica per portarli altrimenti porteranno via me. Liam ti prego non so cosa fare.” scoppiò a piangere e lui l'abbracciò.

”Shhh, mio padre è un poliziotto potrà aiutarvi lui.” disse incominciando ad accarezzarle la testa. Una macchina si fermò proprio difronte a loro,

”Liam, qualche problema?”

”Papa?! Che ci fai qui?” chiese Liam preoccupato.

”Tua sorella va nella scuola difronte alla tua.” fece una pausa.”E la signorina è?” Geneva trasalì. ”S-sono Geneva Stones.” Gli raccontarono per filo e per segno quello che avevano fatto i due a casa sua e il padre sembrava veramente preoccupato.

”Voi due venite con me. Subito.” salirono in macchina e guidarono fino alla casa di Geneva, la madre all' inzio sembrava preoccupata ma quando capì che era veramente disposto a dargli un aiuto accettò.

”Siete in 5 in famiglia, giusto?” chiese l'uomo e Geneva annuì.

”Bene, fin che non scopriremo qualcosa di più due possono venire a stare da noi, mentre le altre tre si trasferiranno in una delle case vicino la centrale.” La madre sorrise, finalmente qualcuno che si preoccupava per loro.

”Geneva e Beth, siete le più grandi quindi mi sembra che Mary e Lily abbiano più bisogno della mamma.” le due annuirono mentre la loro madre correva a preparare le valige, era felice e si vedeva aveva quella luce negli occhi che da un po' di anni non le si vedeva più. ”Beth, vieni a darmi una mano!” urlò poi dal piano di sopra.

”Liam, accompagna Geneva a casa nostra. Ci penso io poi a Beth.” i due ragazzi arrossirono. Uscirono dal vialetto della casa sorridendo.

”Liam?”

”Dimmi.” adorava come quel ragazzo rispondeva sempre con un sorriso anche dopo averle prese.

”Grazie.”

”Geneva, centra la vostra salute. Se tu stai bene anche io sto bene.” sussultò, era la cosa più carina che le avessero mai detto.

”Siamo arrivati.” annunciò Liam poco dopo. La casa era grande e spaziosa con una piscina in giardino. Aprì il cancelletto e gli accolse un grosso terranova.

”Hai paura?” chiese Liam,

”Brutti ricordi.” il ragazzo prese per il collare il cane e lo legò distante da loro. La casa era arredata molto bene, il salotto aveva due divani di cui uno a penisola e al centro troneggiava una televisione da 80 pollici. Salirono le scale ed entrarono in una stanza gigantesca con due letti da una piazza e mezzo.

”Questa è la mia camera.” disse Liam dopo poco.

”È incredibile come la tua camera rispecchi la tua personalità!” Liam sorrise e si buttò su uno dei due letti.

”Quello la è il tuo.” disse indicando l'altro poco distante. Geneva arrossì, avrebbero dormito insieme?

”E tua sorella?” chiese poi.

”Ruth ha la sua stanza di là, prima dormiva qui e nell'altra ci stava Nicola. Adesso lei va al college.” Geneva notò la chitarra appoggiata ad una delle parete.

”Suoni!?” chiese lei,

”Si, vuoi che ti canti qualcosa?” Geneva sorrise, Liam prese la chitarra e iniziò a cantare.

”I know you've never loved
the crinkles by your eyes
when you smile, you've never loved
your stomach or your thighs
the dimples in your back
at the bottom of your spine
But I'll love them end lessly” La bellissima voce di Liam si propagava nella stanza e Geneva ne era rapita.

”Liam canti benissimo!” esclamò poi.

”Aww ma smettila!” disse poi.

” Ma è così!” sentenziò lei.

”Guarda che poi ci credo.”

”Miro proprio a quello!” scoppiarono tutti e due in una risata, proprio in momenti come quelli un amico era la cosa migliore per entrambi. Si sdraiò anche Geneva e Liam la catturò iniziandole a fare il solletico.

”AHAHAH Liam smettil AHHHAH!” si lamentò lei.

”Ti va una cioccolata?” chiese Liam, Geneva non sapendo che cosa rispondere annuì e basta. Scesero in cucina e il ragazzo prese due tazze riempiendole di cioccolata.

”Poi dovremmo andare a scuola, rischieremmo di perdere un giorno.” disse Liam prima di bere dalla tazzina color oceano.

”Hai ragione.” finita la cioccolata si diressero verso la scuola. Era la seconda ora ma avevano lezioni diverse ed era tutto più o meno normale. Geneva aveva matematica e Liam fisica nessuno avrebbe potuto intuire quello che avevano fatto.

Quando la campanella suonò tutti si diressero verso la mensa, un posto fin troppo abominevole dove vigeva la legge del più forte, ad esempio i giocatori di football sempre seduti e i secchioni possono ritenersi fortunati a mangiare vicino al muretto se non peggio. Per fortuna Zayn riusciva sempre a tenere i posti per tutti, se non altro i ''Popolari'' erano di sicuro Louis e Zayn, gli altri erano le ruote di scorta per tutti tranne che per i diretti interessati.

”BASTA, PER FAVORE!” Geneva si avvicinò al cerchio di persone che si era formato.

”Sta zitta Myria.” Josh, il numero 34 della squadra di football insieme a Drake -che non può mai mancare- a Shane e a Luke stava o meglio, Shane teneva fermo Niall, mentre gli altri tre lo riempivano di botte.

”Basta Josh, ti prego.” mormorò poi sull'orlo delle lacrime.

”Ricorda Myria che chi è abituata ad avere intorno leoni, non può passare di colpo ai cerbiatti.” disse poi, freddo come il ghiaccio.

”Non capisco...” mormorò poi.

”Giocatori di football, feste, fumo, tu e Alexis che fate le puttane e di colpo, puff! Arriva questo coso” tirò un calcio a Niall facendolo gemere ”E ti trasformi in una suora, ricorda che non potrai mai più essere protetta.” concluse con un ghigno.

”OH, CHE CAZZO FATE VOI!?” tuonò Louis entrando nel cerchio.

”Stai calmo Brò. Davo una leziona al cerbiatto finocchio.”

“Brò niente, TU stai facendo male ad un mio amico. Adesso smettila.” a questo ordine fecero come disse, lasciandolo lì sanguinante con Myria vicino.

”A proposito di finocchi, dove l'hai lasciato Liam?” chiese Drake a Geneva che lo guardava con disprezzo.

”Non t'importa, come non ti deve importare di me.” sibilò lei. Lui la guardò con quei suoi occhi scuri che emanavano solo tristezza.

”Vorrà dire che lo troverò da solo.”

Liam camminava per i corridoi, voleva vedere Geneva, ormai era il suo punto fisso.

Dei passi lo distolsero dai suoi pensieri: cominciò a sudare freddo.

”Ciao Liam.” Drake e i suoi amici lo guardavano minacciosamente.

”D-drake.” ormai era pronto a prendere botte, non ci faceva quasi più caso. Un pugno, proprio in mezzo alla schiena lo fece cadere.

”È solo colpa tua.” sibilò colpendolo di nuovo.

”Perché?” mugolò Liam che perdeva sangue da un labbro.

”Perché è tua, perché vi amate, perché si vede.” Drake disse tutto questo accompagnato da una buona dose di pugni. Adorava sentire il suono del suo pugno contro qualsiasi parte del corpo di Liam, adorava sentire la pelle lacerarsi, adorava quando gemeva di dolore.

”Non capisco di che cosa stia parlando.” mormorò Liam.

”LO SAI! LO SAI ECCOME!” urlò Drake scaricando la sua furia su di lui.

”LIAM!!” un urlò fece smettere Drake. Geneva si fece strada tra gli scimmioni che stavano lì senza fare niente e si inginocchiò vicino al ragazzo.

”Gen, io...” la ragazza scattò.

”Non mi chiamare Gen, solo Liam può farlo.” rispose lei, le labbra di Liam si curvarono in un sorriso.

”Geneva ascoltami.”

”Va via Drake.” disse con le lacrime agli occhi.

”Ma...” provò a dire il ragazzo,

”SPARISCI HO DETTO!” il ragazzo fece come ordinato dalla rossa e sussurrò a Liam ”Vedi, lo sai.” i passi pesanti e veloci di Drake scomparveo e Geneva scoppiò a piangere.

”Perchè quell'idiota ti riduce così.” mormorò lei, Liam le prese le mani.

”Non importa Gen.” sussurrò poi.

”Si, si che importa! Perchè le persone con cui sto bene devono soffrire per causa mia!” Liam la strinse mentre lei singhiozzava.

”Shh, sono qui.”

PIMPE PELLE!

Vi ringrazio di essere arrivate fin qui e ringrazio *si schiarisce la gola*

jawaddshair, chocolate_pudding e staystrongdemetria per le recensioni.

E jawaddshair e reBy4EVER_1Dsmile per aver messo la storia nelle seguite.

Detto questo torno a studiare T.T

Ciaoooooo