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Autore: I_love_books    21/02/2013    4 recensioni
Questa ff su moonacre, film che adoro, si svolge all'incirca sei anni dopo il salvataggio della valle da parte di Maria.
La ragazza è stata costretta ad andarsene da casa sua, ad abbandonare tutto e tutti.
Come saranno i suoi rapporti con Robin? Il tempo li avrà cambiati?
Scopritelo leggendo. BUONA LETTURA!
N.B. All'inizio della storia Robin non avrà tredici anni, come è scritto nella trama ufficiale, ma diciassette
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Robin De Noir, Maria Merryweather, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ritorno a Moonacre


Si svegliò di soprassalto, la fronte imperlata di sudore.

Che incubo terrificante.
Si trovava in un campo, a cavallo, quando ad un certo punto si era avvicinato un uomo, facendola cadere, poi, il buio.

Le sue compagne di stanza, Lizanne e Isabel, dormivano ancora profondamente.
Si mise il viso tra le mani, respirando rapidamente. No, era solo un incubo, non doveva preoccuparsi.
Bussarono alla porta -Ragazze, sbrigatevi. Vi aspettiamo giù- ecco, quella era la loro sveglia quotidiana.

Guardò le altre stiracchiarsi e sbadigliare.
Isabel prese la parola -Ehi…sapete che giorno è oggi?-
-No, quale?- le chiese Lizanne, assonnata.
-È il giorno in cui ce ne andiamo, sciocchina che non sei altro, è finita la scuola!- esclamò, tutta contenta.
Maria dal principio non aveva capito molto bene -Perdonami, ma…che cosa hai detto?- poi si rese conto… -Davvero? Non posso crederci! Rivedrò la mia famiglia, finalmente!- stava scoppiando di felicità.

Erano passati ben sei anni da quando se ne era andata così bruscamente da Moonacre.
Certo, manteneva stretti i contatti con i suoi zii, si scrivevano una-due volte al mese, ma non era mai riuscita ad avere notizie di Robin.
Le sembrava molto strano che Benjamin e Loveday, o almeno Benjamin, si rifiutassero di parlarne nelle loro lettere. Per questo il ragazzo le mancava tanto.

Quel giorno, comunque, era il primo compleanno del suo cuginetto Maurice ed era stata invitata al Merryweather Manor per il pomeriggio.

Si alzò di scatto e iniziò a preparare le sue cose. Non erano molte, ma non doveva dimenticarsi nulla. Prima che partisse, la signorina Heliotrope le aveva preparato una lista, molto utile a dire il vero. La consultò e in meno di dieci minuti la sua valigia era pronta.
-Beh, ragazze…è stato davvero fantastico conoscervi- e strinse la mano ad entrambe le due -ora…ora devo andare…salutatemi tutte le altre. Spero potremo scriverci qualche giorno…-
E chiuse la porta, sbattendola. Corse giù per le scale, scontrandosi almeno con una decina di persone e salutando chiunque incontrava. Arrivò alla porta d'ingresso, dove ad aspettarla c'era…

-Marmaduke! Che bello rivederti! Come…come…Ohh!…-
Accanto al cuoco c'era un magnifico cavallo nero, sellato, un purosangue di razza.
-È bellissimo, non è vero?- domandò l'omino.
Lei era senza parole -A…Io…Sì, è davvero stupendo…Come si chiama?-
-Vede, signorina Maria, il suo nome è Enigma. Lo ha mandato suo zio per la strada di ritorno…Sempre che lei voglia venire, è chiaro…- disse, con falsa aria scettica -Ma certo, certo che voglio venire!- esclamò Maria.
-Allora è perfetto. Io…Beh…- balbettò, guardando l'immenso animale
-Marmaduke! Non mi dirai che hai paura di un piccolo e carino cavallino innocente, vero?-
Lui tentò invano di dire -Ma no…Ma no, cosa…cosa ve lo fa pensare…È…è assurdo, no…-
La ragazza lo squadrò con aria indagatrice.
-…Sì, d'accordo…Io…io ho il terrore dei cavalli per…per quanto possano essere belli…Quindi…I-io v-vi attenderò direttamente a Moonacre…A-arrivederci, eh…- e sparì.

Ridacchiando tra sé e sé, Maria montò.
Da quanto tempo non cavalcava, le era mancata tantissimo quella attività, il sentire il vento tra i capelli, la sensazione di libertà, la strada libera davanti a sé…
Per l'occasione aveva indossato dei pantaloni da fantino, per stare più comoda, infatti non aveva la gonna.
Chissà cosa le avrebbe detto la signorina Heliotrope al riguardo…


Percorrere le stradine londinesi a cavallo si era rivelato più difficile di quanto credesse.
Innanzitutto c'era un traffico di carrozze inimmaginabile.
E poi…Quell'essere guardata da tutti…neanche fosse una ricercata.
Comunque ora stava uscendo dalla città.

Sentì all'improvviso un sommesso galoppare e poi degli urli -Prendetelo! Ladro! Acciuffatelo!-
Non fece neanche in tempo a girarsi che venne travolta da un altro cavallo e da un altro cavaliere, che si stavano via via allontanando.
Sulla sella aveva appoggiato una borsa che scoppiava di monete d'oro.

La ragazza sussurrò -Ladro- e passò all'inseguimento.
Il bandito, intanto, sembrava essersi accorto di essere pedinato, così spronò il cavallo ad andare più veloce, ma lei non lo perse d'occhio.
Presero una strada che portava proprio a Moonacre.
Dopo un po' riuscirono ad intravedere la casa di Sir Benjamin.

In quel momento, l'uomo le gridò -Vattene, ragazzina, non mi seccare!-
L'altra, in tutta risposta -E tu restituisci quello che non è tuo!-
Il cavallo del ladro si fermò e Maria poté vederlo in faccia.
Non era molto più grande di lei, forse di qualche anno. Aveva il viso segnato da alcune cicatrici, la più grande sullo zigomo sinistro.
Era soltanto un ragazzo -Beh? Che cosa vuoi, si può sapere? Perché mi stavi seguendo?- e scese dalla sella -Eh? Avanti, dimmelo…- e si avvicinò ad Enigma – E di chi è questo animaletto? Non mi dirai mica che è tuo, vero? Quanta bellezza sprecata, non trovi? E…-
-Vattene. Torna a Londra e restituisci quel denaro, altrimenti…- provò ad ammonirlo.
-Altrimenti cosa? Cosa farai? Lo andrai a dire a mamma e papà? Eh?-
Le si riempirono gli occhi di lacrime -Smettila! Sei solamente un ladro, tu…Tu non meriti…-
Lui si era accorto di averla ferita -A-aspetta, io…-
-Sai cosa ti dico? Portateli a casa, tutti quei soldi, sai a chi può importare di te…-
-Basta! Ora basta!- e le mollò un ceffone talmente forte da farla cadere a terra.

Enigma nitrì, spaventato. Si era imbizzarrito ora, era difficile farlo calmare.
Maria urlò, ancora sdraiata sul sentiero. Aveva paura, poteva rimanere schiacciata sotto il peso e gli zoccoli dell'animale -Aiutami, ti prego, aiutami!-
Il ragazzo esitò, indeciso sul da farsi. Poi le allungò un braccio e la tirò su, di peso.

Un attimo dopo il cavallo era già legato ad un albero.
-E-ehi…Mi…mi dispiace, non…non volevo, io…- provò a dire lui, ma l'altra gli voltò le spalle -Devo andare ora, non ho tempo per le tue scuse- disse con disprezzo.
Lui le si parò davanti, bloccandole la strada, le braccia conserte -Ah, no, non ora…dimmi almeno dove sei diretta…no?-
-A Moonacre…sono stata chiamata da lì…-
-Moonacre? Interessante…Era la mia casa, una volta…- sembrava rivolgersi più a se stesso che a lei.

-Beh…Ci si vede…- disse lei, approfittando della sua distrazione e corse, montando su Enigma -Vai, bello, vai- aggiunse sottovoce.
Al galoppo passò accanto al destriero del ragazzo, afferrando in un sol colpo la borsa d'oro e mettendosela a tracolla. Lo salutò con la mano -Grazie mille, credo…credo che li riporterò io…-
-Ehi!…Torna qui immediatamente, strega…sono i miei soldi…Ridammeli!…- e sellò il più velocemente possibile e le andò dietro. Maria lo seminò in meno di un minuto, lasciandolo nella parte più fitta della foresta. Tutti i Merryweather sapevano cavalcare egregiamente, non lo avrebbe mai dimenticato.

Ridendo come una matta, arrivò ai cancelli di Moonacre.
-Aspetta qui- disse al cavallo. E scese.
Non fece neanche in tempo a bussare che le aprì Digweed, un sorriso stampato in faccia -S-signorina Merryweather…Che…che piacere v-vederla…C-come è andato il viaggio?…E…- continuò per un po' a riempirla di domande.
D'un tratto Benjamin arrivò alle spalle del domestico, seguito da Loveday.
Quest'ultima teneva in braccio un fantolino addormentato.
-Maurice! Che…che carino, è…- non sapeva cosa dire. Quel minuscolo bimbo con il pollice in bocca era suo cugino?
-Vieni, Maria, entra- la invitò lo zio.

La villa aveva un aspetto totalmente diverso. I muri non erano più cadenti, non si riusciva a vedere neanche una crepa. In più erano stati rinnovati tutti i mobili. Non c'erano più stanze vuote o tristi. Tutte avevano almeno (la ragazza sapeva che era opera di Loveday) cinque vasi di fiori bianchi, rosa, rossi, di ogni colore…La casa era immersa nei profumi più dolci che si potessero immaginare.

-Maria!- era la signorina Heliotrope, che si era affacciata dall'uscio della porta.
-Signorina! Che bello rivederla!- si abbracciarono strette, felici.


Si era fatta sera e Maria aveva riavuto la sua camera. Era rimasta nello stesso modo in cui l'aveva lasciata. Si guardò intorno, sorridendo.
Lo sguardo le cadde sul vetro della finestra.
Una figura scura camminava lentamente sul prato.
Volle scendere a controllare.


Nel giardino c'era in effetti un ragazzo.
Si sentiva stanco, aveva camminato fino ad allora. Si sedette, il nastro blu in mano.
Non era da lui, ma scoppiò a piangere.
Era davvero questa la vita che voleva? Da ricercato? Se l'era scelta o gli era toccata?
Sentì dei fruscii e si girò. Una persona stava venendo verso di lui. Era una donna, una ragazza.
-Ehilà?…C'è…c'è qualcuno lì?…- sì, era una ragazza.
Con un balzo si alzò e provò ad indietreggiare, ma inciampò nella radice di un albero.
Non si rese nemmeno conto di sbattere la nuca, né di sentire il sangue colargli sul collo, né, tantomeno, di udire un urlo. La vista gli si annebbiò.
L'ultima cosa che sentì furono due piccole mani afferrarlo per le spalle e scuoterlo lievemente…

-Robin?-


  
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