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Autore: _brilliam    21/02/2013    1 recensioni
Elisabeth è una studentessa alle prese con l'ultimo anno di liceo. Non è una ragazza qualunque. E' una diciottenne cheerlader che rompe gli schemi delle classiche cheerlader alla moda e desiderate da tutti. Lei forse è l'unica ragazza che non viene quasi calcolata... Tranne dai suoi 2 migliori amici, Niall e Louis, e il suo vicino di casa rompiscatole, Harry. Elisabeth ha una malattia. E' malata di qualcosa di incurabile che si porterà per sempre. Ma Beth ha anche un altro tipo di malattia: l'amore nei confronti del puttaniere dal cuore di pietra: Liam James Payne. Quello che non sa, è che quando passa, da qualcuno viene notata.. Qualcuno che prova per lei un amore malato, quasi sadico.
Beth si ritroverà ad essere combattuta da 2 cuori, uno dei quali, è anche uno dei suoi carnefici che le rendono la vita, un'inferno, ogni giorno sempre di più.
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Spero di avervi incuriosito almeno un pò, se volete dateci un'occhiata :)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Fay scendi è venuta Zia Meredith a trovarci !-urlò dal piano di sotto Stefan.
Sospirai. Finalmente dopo anni a ripeterlo, mio fratello mi aveva chiamata con il mio secondo nome e non "Elisabeth" o "Beth". -Scendo subito- urlai a mia volta. Mi alzai dal letto in cui mi ero seduta poco prima per studiare e mi levai i libri che mi ero poggiata precedentemente sulle gambe. Sembrava quasi impossibile studiare in quella giornata. Era la terza volta che per un motivo o un altro, mi chiamavano. Scesi le scale e quasi piansi alla vista dell'unica persona che in quella famiglia, riusciva a comprendermi.
-Meredith- sussurrai un secondo prima di abbracciarla. Odiavo chiamarla Zia. Era troppo giovane e la sentivo più come una mia sorella maggiore che altro. Zia Meredith era una delle donne più belle che avessi mai visto nella mia vita. Non che ne avessi viste tante, avevo solo 18 anni ma lei avrebbe fatto ammutolire chiunque. 
Aveva dei capelli lunghi lisci e biondi tendenti allo stesso colore dei fiori d'arancio. Gli occhi sembravano essere stati fatti su misura del suo colore dei capelli, erano infatti del loro stesso colore ma con screziature verde stagno che non facevano altro che impreziorgli il meraviglioso incarnato latteo.
Il nasino era alla francese e le labbra sottili, davano l'impressione di essere morbide e rosee.
Aveva 28 anni.

Stefan ci raggiunse poco dopo e sorrise impercettebilmente. Un sorriso stanco. Lo notai immediatamente insieme alle profonde occhiaie sotto agli occhi  ma almeno quel giorno, non volevo pensare a cosa gli avesse causato quel deturpamento fisico. 
Non capivo come ci si poteva ridurre in quel modo a 16 anni. I capelli castani dai riflessi rossi, come i miei, erano incollati alla fronte sudata mentre gli occhi verdi, come quelli di Zia Meredith, erano arrossati. Sospirai staccandomi da Merdith.

Fu il turno di Stefan che la abbracciò, sebbene stanco, felice. Lo osservai in ogni sua mossa, con aria arrabbiata. Stefan mi lanciò un'occhiataccia. Sapeva che sapevo. E sapeva anche che dopo, nessuno l'avrebbe salvato dalla mia cazziata. 
Stefan era un bellissimo ragazzo. E non lo dicevo perchè era mio fratello. Sembrava più grande di quello che era, sembrava più grande pure di me. Poteva sembrare un ventenne. Alto più di me, muscoloso e ben piazzato. Se solo si trattasse meglio, poteva avere tutto ciò che voleva.
-Allora- esordì Meredith aprendosi in uno dei suoi sorrisi che avrebbero potuto far spuntare il sole -dov'è mia sorella ?- chiese. Il sorriso che mi era comparso spontaneo alla vista del suo, fu sostituito da un espressione di disgusto e ancora con quell' espressione, le indicai con la mano la stanza in cui mia madre stava riposando. Meredith mi guardò per un pò, immaginando ciò che stavo pensando. Mi passò vicina mentre si dirigeva nella stanza che le avevo indicato, e quando passò mi accarezzò i lunghi capelli lisci.

Appena sentii la porta chiudersi dietro di lei, seguii mio fratello che già si dirigeva nel salone per scappare dalla mia ramanzina. Mi affettai piazzandom davanti a lui e guardandolo arrabbata. -Mi avevi promesso che non lo facevi più- lo rimproverai con tono severo. 
-E tu che cazzo ne sai di come mi sento io- sussurrò a un palmo dal mio naso, arrabbiato. -Si forse su questo hai ragione, ma so per certo che drofarti non ti aiuta-. -Allora non sai niente- sbottò lui spostandomi e andandosi a sedere sul divano cominciando a fare zapping tra i canali con aria apatica. 
Cercai di mantenere le lacrime. Mio fratello si stava riducendo troppo male. -Papà non sarebbe felice- mormorai a bassa voce abbassando il viso. Irriggidii la mascella per trattenere le lacrime. Sentii lo sguardo perforante di Stefan acuirsi su di me. 
-Se papà fosse qui le cose non sarebbero comunque diverse- mi rispose lui serio. -Io direi il contrario invece. Ti fai da quando papà è morto- sbottai io arrabbiata.
-Se anche fosse non sono affari tuoi- disse lui di gettò guardandomi in cagnesco. -Stefan voglio solo proteggerti dal male che ti stai facendo- la mia voce suonava quasi come una supplica. Stefan si alzò dal divano spegnendo la televisione e mi venne incontro. -E io non lo voglio il tuo aiuto. Sei sempre stata la ragazza perfetta. La figlia che tutti vorrebbero. Hai una vita perfetta. Tutti ti ammirano e ti vogliono. Che ne puoi capire tu di come si possono sentire le persone come me- disse prima di lasciarmi lì nel salone mente il sole che entrava dalle finestre, m'illuminava il viso. Sospirai stanca.

Ogni nostro discorso finiva così.
Non sapeva che nemmeno la mia era una vita perfetta, nè ero la ragazza che tutti volevano o che ammiravano. Ero tutt'altro che quello.
Mi avvicinai alle finestre e aprii le tende per far entrare la luce tiepida di quel sole di Primavera. 
Mi sedetti vicino alla poltrona più vicina alla finestra e chiusi gli occhi per bearmi del tepore del sole. Ero stanca di dover controllare Stefan. Di diver lottare continuamente contro mia madre e il suo terribile vizio del bere. Ero stanca di dover prendere farmaci per continuare a vivere. Sospirai ancora riaprendo gli occhi.
E Meredith era lì, appoggiata al cornicione della sala da pranzo, a braccia incrociate. 
-Ehi- dissi in un sussurro. -Ehi- mi imitò lei avvicinandosi silenziosamente. Mi si sedette vicino, sul bracciolo della poltrona alla mia destra. -Che succede ?- mi chiese gentile. E io non sapevo che dire. Avrei voluto soltanto mettermi a urlare. Ma io ero Elisabeth Fay Miller, e non potevo nè piangere nè urlare.
Dovevo essere io la forza di quella famiglia e di molti delle persone che conoscevo. Sulle mie spalle c'era il peso di dover dare forza a chiunque non ne avesse per se. 
Inclusa me stessa. 

-Ho solo voglia di piangere. Tutto qui- le dissi sincera, come se non fosse nulla di importante quello che avevo detto.
-Tutto qui eh ?- la voce di Meredith assunse un tono ironico. Sorrisi amaramente. -Tutto qui Meredith. Chissene frega di ciò che penso io. Credono che sia la persona perfetta di cui indosso la maschera. Si limitano a vedere quello. Nessuno va oltre- dissi tutto molto velocemente, magari con la speranza di poter concludere quel discorso il prima possibile.
Meredith si accoccolò con la testa sulla mia e si limitò ad accarezzarmi i capelli. -Bambina mia- mi diede un bacio sui capelli -non è sempre semplice la vita. A volte bisogna semplicemente accettarla per quello che è. E come dico io, se Dio ti ha dato questa croce, significa che sei abbastanza forte per poterla sopportare. E tu sei tanto forte, te lo si legge nei tuoi occhi dolci- mi diede un alto bacio in testa e si alzò dalla poltrona. La vidi allontanarsi e uscire fuori dal salone ma non prima di girarsi e dirmi un'ultima cosa.
-Abbi pazienza con Stefan. Lo sai meglio di me che testardo... quasi quanto te- mi fece l'occhiolino e salì le scale, probabilmente proprio a parlare con Stefan.
Sorrisi. Ecco perchè amavo Zia Meredith. Era capace di farmi spuntare un sorriso in qualunque occasione. E nessuno riusciva a darmi la forza che mi dava lei con le sue parole.

Il resto della giornata lo passammo io, Meredith, Lizzie ovvero mia madre e Stefan. Questa era una delle rarissime volte in cui, dopo la morte di mio padre, la famiglia era unita.. O almeno quel poco che ne rimaneva. I rapporti con la famiglia di mio padre ormai erano morti proprio come lui. Niente più cugini, zii o nonni da quando era morto papà. E Patrick, il nuovo fidanzato di mia madre, nonostante fosse gentile e premuroso, non avrebbe mai preso il posto di mio padre. MAI.
A cena, sembravamo quasi una famiglia normale. Mia madre non era ubriaca come di solito era già alle 6 del mattino, mio fratello non era fatto e mia zia poteva passare benissimo come la nostra sorella maggiore. L'unica nota stonata era che mancava l'uomo di casa. Quello che rimproverava, che sorrideva o che faceva battute. E senza di lui sembrava tutto irrimediabilmente morto..


***


-Beth ! Fay ! Beth ! Fay !- la voce inconfondibile di Louis mi stava chiamando nei corridoi, mentre tutti i presenti in quella scuola si giravano a guardarlo con aria divertita. Mi girai anch'io, ma leggermente infastidita e attesi che Louis mi raggiungesse per poterlo rimproverare. -O mi chiami Fay o mi chiami Beth, deciditi-. Louis rise e prese a camminare al mio fianco mentre ci dirigevamo nella stessa classe per l'ora di biologia. 
-Allora- cominciò assumendo un'aria seria -mi dici che è successo l'altro giorno ? E perchè non sei venuta a scuola in questi due mesi ? Dai parla. Non ci vediamo da tanto tempo- Lou mise un braccio sulla mia spalla stringendomi a lui. Sorrisi per quel gesto. Ormai in tutta la scuola era risaputo che Louis era molto espansivo.. Ma Louis era famoso in quella scuola soprattutto per i suoi party, folli, estemi. I migliori di tutti insomma.
-Sempre la solita cosa Louis- dissi in un sussurro. Louis si oscurò, e dire che Louis si rattrista significava che c'era di fondo qualcosa di pesante.
-Stai riprendendo i farmaci- e non suonava come una domanda pittosto come un'affermazione. Annuii facendo cenno con la testa. -Fay..-cominciò ma non gli diedi tempo di proseguire. Gli misi un dito sul labbro e con gli occhi, guardandolo intensamente, cercai di fargli capire quanto facesse male anche a me parlarne e accettare quella realtà.
Ancora col dito premuto sulle sue labbra, cominciai a parlare, a bassa voce per non farmi sentire dagli studenti che passavano frenetici per raggiungere le rispettive classi. 

-Louis, se non prendo quei farmaci potrei morire in questi mesi e man mano le mie ossa si distruggerebbero da sole una per una. Piacerebbe anche a me non prenderli. Non mi fanno piacere ma sai perchè in questi due mesi non sono venuta ? Vuoi sapere davvero la risposta ?- gli domandai fredda. Louis accennò a un si con la testa. -Perchè le mie ossa si erano così indebolite che non riuscivo nemmeno a mettere piede a terra. Ho dovuto riprendere farmaci giorno per giorno e sono tornata qui a scuola come se non fosse successo nulla. Hai la benchè minima idea di come mi senta stesso io ?- mi limitai a dirgli questo e levai il dito dalle sue labbra. 

Louis mi guardò, gli occhi azzurri lucidi quasi sul punto di piangere. 
Mi abbracciò forte. Quando potevo, cercavo di evitare gli abbracci perchè sentivo sempre il bisogno di piangere. Gli abbracci sembravano fatti apposta per sfogarsi e sembravano dirti "Puoi piangere, qui ci sono due braccia forti che ti sosterranno". 
Ma in quel momento, avevo bisogno davvero di un abbraccio. Non piansi. Ma quell'abbraccio mi diede forza.

-Grazie Louis- gli sorrisi anche se a viso basso per non fargli vedere il mio imbarazzo. -Mi ringrazi per un abbraccio ? Le tue amiche non si fanno tanti complimenti a chiedermi se voglio scoparle e tu mi ringrazi per un abbraccio ?- risi insieme a lui. Sapevo che le mie "amiche" erano le cheerlader. Le puttane della scuola. E odiavo essere presa per una di loro solo perchè ne facevo parte. -Dai Lou siamo arrivati- gli diedi un piccolo pugno su una spalla. Louis rise. E io amavo la risata di Louis perchè era spontanea e rideva solo ed escusivamente se qualcosa lo faceva ridere. Non gli piacevano i sorrisi finti. Non aveva vergogna a dimostrare le sue vere emozioni.
Mi ricordai che in quel giorno anche Zayn aveva l'ora di biologia. Sentii dei brividi attraversarmi la schiena e il replay di ogni singolo giorno mi appannò la vista.
-Fay ? Tutto bene ?- la voce di Louis mi appariva lontana.
-Si va tutto bene ehm... io vado un attimo al bagno tu entra, vengo tra poco- mi allontanai senza sentire la risposta. Ormai chi mi stava vicino era abituato a questi miei improvvisi cambi di emozioni. Vidi Zayn da lontano, venire nella mia direzione. Cambiai immediatamente traiettoria, fregandomene che lui avesse capito che cercavo di evitarlo. 
Chi non cercherebbe di evitare il proprio aguzzino ?

Mi guardavo attorno, non capacitandomi di come sembrava che i bagni fossero scomparsi.
Zayn, proprio come me, camminava con tutta calma per non attirare l'attenzione su noi due. Mi girai dietro e Zayn mi sorrise maligno. Non capivo perchè si comportava così, ma andava avanti da tempo in questo modo. Sembrava che avesse qualcosa di ossessivo nei miei confronti. Ogni volta, ogni volta che mi vedeva, ogni volta che m'incastrava nel bagno per evitare che mi picchiasse o non so che altro, diceva sempre "Sei mia". Non c'era stato nemmeno un occasione in cui non l'avesse detto.

Vidi i bagni in lontananza e accellerai il passo per rinchiudermi il prima possibile e finire il prima possibile quella tortura.
Aprii la prima porta e mi ci fiondai dentro chiudendola con il lucchetto. Seguì subito dopo lo sbattimento di una porta. Zayn era entrato nel bagno.
-Sai che questo gioco sta diventando noioso vero Beth ?- soggnignò.
-E io odio quando i giochi si fanno monotoni- aggiunse subito dopo. Inghiottii la bile che mi era salita. Mi stava per venire un infarto. Ogni volta in sua presenza, il mio cuore accellerava i battiti.. ma per la paura. -A distanza di 4 anni devo ancora capire cosa vuoi da me- dissi con non so quale forza. 
-Oh allora sei più ottusa di quanto pensassi- rise -tu sei mia e di nessun altro. Finchè non ti concederai a me, io non la finirò mai- rise ancora.
Immaginai quanto potesse essere bello in quel momento e sicuramente se ci fosse stata qualc'altra ragazzina, avrebbe sbavato alla vista di Zayn che ride.
Perchè ormai l'avevo capito che Zayn era diventato così perchè convinto che la fama che aveva acquistato, potesse procirarli tutto e tutti.
Ma non me.

-Allora penso che questo "gioco"- mimai le virgolette anche se non poteva vedermi - non finirà mai- gli risposi atona.
Scivolai lentamente sulle mattonelle sporche del bagno e mi accucciai ormai come di consueto con le gambe al petto. Le lacrime cominciarono a scendere sulle mie guance. Meno male che non mi truccavo sennò che bella sarei stata con la faccia nera. Era l'ansia...L'ansia mi faceva piangere. Odiavo questo lato di me. Le mie emozioni erano legate a doppio filo con i miei occhi. Nervosa, arrabbiata, triste ? Piangevo.
-Significa che cambierò gioco. E non vuol dire che sarò corretto-  un forte botto sulla porta di legno fece tremare anche me.
Deglutii forte. -Tu non sei mai corretto- gli risposi con quel poco di voce che mi era rimasta.
Un'altra risata da parte di Zayn. -Non mi piace giocare pulito. Giocare sporco rende tutto più eccitante-.
Un improvviso sbattimento di porte mi fece pensare che se ne fosse andato, ma si aggiunse soltanto un'altra voce. 
Se n'era aggiunto un altro.

-Chi hai messo in gabbia questa volta ?- la voce era familiare ma non sapevo dire con certezza chi fosse.
-Una bambolina che ancora non me l'ha data... Che c'è ora non fai più tanto la spavalda ?- Zayn alzò di qualche tono la voce. Io cercai di fare il maggior silenzio possibile. 
-Per essere una cheerlader tieni le gambe troppo chiuse... Sai che non ti si addice alla nomina che ti hanno dato-insistette Zayn.
L'altro era stranamente in silenzio. -Essere cheerlader non significa essere puttana stronzo !- esclamai ormai arrabbiata. Forti pugni colpirono in sequenza la porta. Mi alzai di scatto da terra e mi allontanai il più possibile dalla porta. Se fosse crollata, nessuno avrebbe impedito che mi facesse del male.
-Come mi hai chiamato ?- urlò Zayn con tutta la rabbia in corpo. Deglutii facendo silenzio.
-Zayn smettila stai esagerando- disse con voce pacata lo stesso ragazzo di prima. Allora sapeva ancora parlare.
-Liam mi ha chiamato stronzo ti rendi conto ? Io non la faccio passare liscia a nessuno, nemmeno se è una ragazza- sbraitò Zayn.

Non era in sè e per sè il discorso a spaventarmi. Ormai mi ero fermata alla prima parola che aveva detto. Liam.
Il mio cuore prese a battere velocemente e questa volta non era per l'ansia. Ricominciai a piangere ma questa volta fu la consapevolezza di essere vicina alla persona che amavo da anni e in quegli stessi anni non mi ero nemmeno lontanamente avvicinata a lui e lui non si era nemmeno lontanamente avvicinato a me.
E ora...ora in un certo senso mi stava difendendo. Di solito sono pessima a esprimere i miei sentimenti ma questo non vuol dire che non ne abbia. A volte, come ora, li esprimevo al massimo. E le lacrime per me, erano il massimo di ciò che mi concedevo di fare per qualcuno.
-Credo che sia ora che ti dai una calmata Zayn. Su vattene- disse con tono autoritario Liam. Zayn stranamente non obbiettò, diede un ultimo pungo nella porta del bagno e dopo avermi detto le parole -Ci vediamo domani e vedrai che ti combino- se ne andò.

Io mi sedetti a terra, gambe al petto e testa sulle ginocchia. Non volevo uscire e farmi vedere in quel modo.
Non volevo uscire e vedere la sua faccia disgustata alla mia vista, come ormai facevano tutti. -Esci da là dentro- sussurrò come se mi stesse leggendo nel pensiero e stesse riformulando ogni cosa al contario. -Dammi un segno di vita- continuò. Accennai a un sorriso. Diedi un piccolo tocco sul muro per fargli vedere che ero viva. 
-Okkei sei viva. Ora esci su- e anche se sembrava impossibile, mi sembrò di sentirlo sforzarsi per non ridere.
 Mi alzai piano da terra e aprii la porta del bagno. Cercai di non guardarlo negli occhi e mi diressi al lavandino dove lui era appoggiato ma io presi a sciaquarmi il viso. Senza che dicessi nulla, sentii i capelli alzarsi e capii che Liam me li stava mantenendo con la mano.
Presi della carta e mi asciugai il viso. -Puoi guardarmi negli occhi, non ti faccio nulla- sussurrò lui, quasi dolce. 
Anche se tutti sapevano che Liam James Payne non era dolce.
Nè buono. 
Nè qualsiasi altro aggettivo positivo.

Alzai lo sguardo, per incrociare il suo e capii che non è questione di averli azzurri, verdi o castani. E' che se negli occhi non hai nulla che ti sgorga direttamente dall'anima non potranno mai esser belli. E nei suoi l'anima ce la vedevi fino in fondo. Il suo sguardo sembrava penetrare la mia di anima. In un istante, eravamo come già persi in un mondo di fantasia. È forse questo l'effetto che fa il vero amore ?
-Va tutto bene ?- mi chiese. Forse lui non era stato preso dalla trance che invece ero stata conquistata io.
-Si va.. va tutto bene- accennai a un sorriso falso. Che sembrava più una smorfia di dolore che altro.
-Credo che devo andare- dissi prima di aprire la porta del bagno e andarmene. Sapevo che se fossi stata qualc'altro secondo insieme a lui, avrei finito per dirgli tutto quello che provavo nei suoi confronti. -Che ti fa Zayn ?- mi chiese lui tirandomi per un polso e voltadomi verso di lui.
Mi ritrovai a un palmo dal suo naso. I nostri sospiri si univaniìo tanto che era breve la distanza tra le nostre labbra. E io non riuscivo a smetterle di guardare le sue labbra. Erano perfette, dall'aria morbida e invitante. E Liam sembrava sapere dell'effetto che faceva sulle ragazze. Liam aveva uno sguardo truce e non capivo perchè ci tenesse tanto a saperlo. -Che t'interessa ?- gli domandai seria. -Diciamo che non approvo la sua tattica di conquistare le donne- sorrise beffardo e io rimasi qualche secondo incantata. Abbassai lo sguardo. La situazione diventava imbarazzante. 

-Non mi fa nulla- cedetti alla fine -si limita a minacce di ogni tipo- finsi un sorriso tirato. Liam mi guardò serio. E poi mi lasciò il polso. -Va bene- disse solamente. -Ti terrò sotto controllo- aggiunse subito dopo. Lo guardai perplessa ma non gli domandai nulla e me ne andai.
E benchè la brutta esperienza, ero felice che mi avesse rivolto la parola.
Tornai nei corridoi con un sorriso felice, tutt'altro che normale visto che sorridevo di rado.
Mi avviai nella classe di biologia raggiungendo Louis che quando mi vide mi guardò anch'egli perplesso. Chissà che faccia avevo.

***


Poi si ricomincia, ogni giorno. E come ogni giorno, ogni mattina mi sveglio e mi dico che sono forte, che posso affrontare un'altra giornata col sorriso stampato in faccia, e il momento in cui sto in mezzo alla gente dico a me stessa che è troppo, che la devo smettere di fingere, che la devo far finita.
Ma da oggi ho un motivo in più per farmi forza. Un viso dallo sguardo che legge l'anima, mi compare davanti al viso e io ho la forza per continuare a sorridere.










I'M BAAAAAAAAAAAAACK !

Probabilmente credevate fossi morta.. Per come sono stata in questi giorni c'ero vicina.
Questo capitolo è una merda ma sono l' 1:20 e io sto scrivendo dalle 21:00 immaginate un pò come sto .-.
Spero almeno che vi piaccia sennò sai che bella soddisfazione non vedere nemmeno una recensione o un apprezzamento dopo tutto il lavoro e la fatica che ci ho messo..
Vabbè.. Premetto. La malattia che ha Fay (o Beth o Elisabeth o come la volete chiamare lol) esiste davvero. E ce l'ho io. Quindi so bene come funziona...
Il Liam di questa FF lo amo dsjfhdujfhsbd ** sta di fatto che se vi state chiedendo Harry se esiste in questa FF, la risposta è si lol e dal prossimo capitolo ci sarà anche lui c:

Okkei vi lascio perchè mi sto addormentando sulla tastiera lol
Ci sentiamo presto, sarò più veloce ad aggiornare, promesso v.v parola di scout v.v
Però solo se vedo che questa FF se la caca qualcuno con recensioni e/o preferite, seguite e ricordate sennò a chi la sto scrivendo ? Ai muri ?
Quiiiiindi, speriamo che questo capitolo non faccia tanto schifo da non recensirlo .-.

Su twitter sono: @I_Am_Haribo

Un bacio enorme e un caloroso abbraccio,
Sara <3

P.S Sto tutta gasata perchè quei 5 coglioni/senso della mia vita hanno vinto il Global Succes ai Brit Awards ! Cioè.. Vi rendete conto del significato di quel premio ? E loro sono lì grazie a noi, e loro lo sanno. E ci amano per questo e io se parlo un altro poco piango Dio Santo sto tutta "Oh my God, Oh my God, Oh my God" Ooooookkei ! Smetto di rompervi le palle.
Alla prossima..
Se ci sarà una prossima.. dipende tutto da voi <3


Lei è Elisabeth Fay Miller interpretata da Crystal Reed  <3 djfgsdufydgyf è adorabile **



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