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Autore: fumiko    08/09/2007    10 recensioni
Ambientata nei tre anni precedenti allo shippuden.
Due ragazze, abbandonate da coloro che amano, lottano per raggiungere i loro obiettivi.
Troveranno una nell’altra la forza per combattere l’insicurezza e la solitudine.
Addirittura a me, che non sono un’amante delle yaoi o delle yuri, piace questa idea.
Spero piaccia anche a voi.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Hinata Hyuuga, Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una notte fresca, illuminata dalla luna piena.
Due ragazzi erano per strada.
Erano fermi.
Silenziosi.

L’equilibrio di colori e forme era perfetto.Come in un quadro.
 
Poi cambiò.
La calma diventò tempesta.
Lei piangeva, lui la ignorava.
Lei cercava di fermarlo, lui continuava a camminare.
Lei parlava, lui non le rispondeva.
Lei soffriva, lui sembrava pietra.

All’improvviso lui si fermò.
Un attimo dopo le fu alle spalle.
L’aveva sorpresa!
Lui avvicinò la bocca al suo orecchio.
Fermò nella memoria quel gesto e quella parola. E quel viso, a lui così caro.
Chissà quando l’avrebbe rivisto.

Un colpo. Deciso. Alla nuca.
Lei svenne.
Lui la prese tra le braccia e la poggiò su una panchina.
Lei era la sua debolezza. Quel luogo era la prigione del suo animo.
Sfiorò la sua candida guancia con le dita.
Poi sparì.


Mi risvegliai.
Che cazzo di sogno!
Mi accorsi di avere un profondo taglio sul petto, che bruciava: sono cose che capitano, se si dorme abbracciati ad una foto incorniciata.
Concentrai il chackra nelle mani e curai il taglio, lasciando, però, una cicatrice. Quello provava quanto fossi un’icapace. Mi sarei dovuta impegnare ancora di più, per raggiungere il loro livello.

Mi affacciai alla finestra, controllando che non ci fosse Hinata.
Ero forse diventata paranoica? Che cosa sarebbe dovuta venire a fare lei a casa mia?
Sarebbe stato difficile, ma dovevo riuscire a non pensare a quello che era successo la sera prima e avrei dovuto evitare Hinata. Dovevo studiare. Dovevo allenarmi. Mi dovevo impegnare. Non avevo tempo per altro.

Uscii di casa presto e arrivai all’ufficio prima dell’Hokage. Conoscendola, non sarebbe arrivata prima di mezz’ora. Non volevo sprecare quel tempo, ma la biblioteca era chiusa, così mi recai sul tetto dell’edificio.
L’aria era fresca, ma sapevo benissimo che sarebbe diventata rovente nel giro di poche ore.
Mi appesi alla ringhiera dell’edificio dalle ginocchia e cominciai una serie da cento addominali.

Mi piacevano quegli esercizi monotoni perché mi davano modo di pensare, fantasticare.
Quando ero triste, mi estraniavo da tutto ciò che mi circondava. Alcuni pensavano che fuggissi dalla realtà, ma non era così. Avevo bisogno di ascoltare me stessa, di fare ordine nel caos, di capire cosa veramente desiderassi.
Hinata era diventata un’amica, mi aveva sostenuto, aiutato, ma la situazione ci era sfuggita di mano. Forse entrambe non avevamo bisogno di un’amicizia. Avevamo bisogno di Naruto e Sasuke. Avevamo bisogno di certezze. Eravamo confuse. Perse. Io la capivo, comprendevo che era stata una stupidata, una sciocchezza, ma lei l’avrebbe capito, o avrebbe forse pensato che lei mi piacesse veramente, che avevo dimenticato Sasuke e avrei cercato di nuovo di toccarla, baciarla?

- Sakura-san-
Era Hinata. Stava in piedi, a pochi metri da me.
Caddi dalla ringhiera per la sorpresa, battendo la schiena.
Lei corse verso di me e mi aiutò ad alzarmi. Poi mi guardò sconvolta, impaurita. Ritirò subito le mani ed indietreggiò di qualche passo.
Quindi era come pensavo: credeva che avrei potuto farle del male, che avessi chissà quali intenzioni nei suoi riguardi. Aveva addirittura paura di toccarmi!

Lei, paonazza in volto, evitava il mio sguardo. Se aveva paura di me, perché era venuta? Che volesse delle spiegazioni?

- Ciao, Hinata- le dissi, sorridendo
No!No!No! Era troppo amichevole il tono con cui l’avevo detto! Avrebbe sicuramente frainteso.
Abbassai lo sguardo, stringendo i pugni e mordendomi le labbra.
Maledizione!
Non sapevo come comportarmi!

Rialzai il volto, ma lei non c’era più. Che fosse stato un sogno, una visione? Davvero improbabile, visto che mi aveva sollevata.

Ero davvero una stupida.
Ero riuscita a perdere l’unica amica che avevo trovato.




Lo so, lo so. È breve, come capitolo, ma il prossimo sarà molto più lungo ed interessante.
È solo per spiegare meglio la situazione.

Fumiko
  
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