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Autore: Miss_Albert    22/02/2013    2 recensioni
Odio e Amore, due facce della stessa medaglia, così diversi tra loro da completarsi a vicenda ed essere perfetti insieme.
Ma quando sono due persone a provare questi sentimenti, cosa succede?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tradimento  



Il giorno dopo Serena arrivò a scuola in leggero ritardo, cosa che lei odiava, ma aveva fatto un brutto sogno quella notte che l’aveva scombussolata e le era venuto anche mal di testa. Dopo aver litigato con la bidella, che non voleva farla entrare a scuola perché la campanella era suonata da ben tre minuti, con la vicepreside, che voleva metterle una nota per il litigio con la bidella, con l’insegnate di storia, che non voleva farla entrare in classe perché aveva interrotto la sua noiosissima spiegazione e con un compagno che le aveva palpato il sedere mentre si sedeva, finalmente poté rilassarsi un attimo, massaggiandosi le tempie. Come giornata era iniziata decisamente male, ma si disse che niente sarebbe potuto andare peggio. Dopo aver sospirato, prese il suo quaderno e iniziò a prendere distrattamente qualche appunto.



 

Zayn quella mattina uscì di casa molto presto. La scuola era stranamente silenziosa, ma ne fu molto grato. Fu anche il primo ad entrare in classe e ne approfittò per rilassarsi. Aveva passato una nottataccia ed era stanco. Per di più ora era assalito dai sensi di colpa. Non era più così sicuro di aver fatto la cosa giusta. Certo, Serena aveva tradito la sua fiducia, ma forse la sua reazione era stata esagerata.
Il giorno prima, dopo essere uscito da scuola era andato al parco, aveva preso foglio e penna e aveva scritto una lettera per i genitori della ragazza. Poi era andato a farsi un giro per calmarsi. Mentre tornava a casa, aveva fatto una deviazione fino a casa della bionda e aveva messo la lettera nella buca, pregustandosi il momento in cui i signori McFinn l’avessero letta e avessero scoperto quanto la loro amata figlia fosse una bugiarda.
I dubbi lo assalivano, ma quando ripensò a cosa aveva detto Harry a pranzo il giorno prima, si tranquillizzò. Sapeva che Serena si sarebbe arrabbiata con lui, ma ci aveva fatto l’abitudine, visto che erano almeno due anni che litigavano quasi ogni giorno. Poco dopo entrò il professore e lui tornò sul mondo dei vivi. Neanche si era accorto che Niall, ancora mezzo addormentato, si era seduto al suo fianco. Quella lezione di matematica fu parecchio noiosa, ma per fortuna dopo avrebbe avuto inglese, la sua materia preferita.
La seconda ora era cominciata da poco più di una ventina di minuti quando il preside fece un annuncio con l’altoparlante, cosa che succedeva raramente.

«Serena McFinn è attesa in presidenza! Ripeto, Serena McFinn è attesa in presidenza!»
Ecco di nuovo il senso di colpa. E se era per via della sua lettera che la bionda era stata convocata? Ebbe subito un brutto presentimento, ma poi sentì due ragazze al banco davanti dire che Serena quella mattina era arrivata in ritardo e che aveva discusso con un’insegnante. Allora era quello il motivo della convocazione. Si tranquillizzò all’istante, tirando un sospiro di sollievo e continuando a seguire interessato la lezione.



 

«Serena McFinn è attesa in presidenza! Ripeto, Serena McFinn è attesa in presidenza!»
Tutti i suoi compagni si girarono a fissarla, come se avesse commesso chissà quale orrendo crimine. Dopo l'approvazione dell'insegnante lentamente si alzò, raccolse le sue cose e uscì dalla classe, cercando di capire il motivo di quella convocazione. Non le veniva in mente niente, a parte il ritardo di quella mattina.
Bussò alla porta della presidenza e quando la aprì vide le ultime persone che si sarebbe aspettata di trovare: i suoi genitori. Subito pensò al peggio, appena notò che sua madre era in lacrime, ma lo sguardo furente di suo padre le fece cambiare idea. Il preside e la vicepreside erano in un angolino con lo sguardo basso. Serena stava per chiedere spiegazioni, ma fu interrotta dalla segretaria che entrò in quel momento annunciando che i fogli per il trasferimento erano pronti. Il padre tirò fuori dal taschino della camicia la sua penna stilografica, mentre la bionda lo fissava confusa.

«Non guardarmi così. Non ci hai lasciato altra scelta, signorina» ma lei non capiva. Forse era per via del mal di testa, ma davvero non capiva. Volevano trasferirla? Per un semplice ritardo a scuola? Il padre notò la sua fronte corrucciata e le consegnò una lettera, prima di iniziare a firmare. Serena cominciò a leggere e quasi non credette a quelle parole. Più andava avanti e più sentiva una rabbia mai provata prima invaderla. Avrebbe voluto urlare e piangere, ma non lo fece. Si limitò ad alzare lo sguardo in quello di suo padre, azzurro come il suo. Sapeva già quello che avrebbe detto.

«Adesso ti portiamo a casa e Marine ti aiuterà a preparare le tue cose. Domani mattina prenderai il primo volo per Ginevra.»
Chiuse gli occhi e annuì, cercando di ricacciare indietro le lacrime. Non aveva neanche la forza per ribattere. E poi sapeva che sarebbe stato inutile. I suoi genitori sicuramente avevano controllato la veridicità della lettera chiamando l'ospedale e se erano arrivati a prendere quel provvedimento, senza prima chiedere spiegazioni a lei stessa, non c’era più niente da fare, se non ubbidire. Si lasciò cadere su una sedia prendendo il viso tra le mani, mentre il padre discuteva con il preside. Sua madre, nonostante fosse ancora piuttosto sconvolta, non perse l’occasione di rimproverarla sulla sua postura. Lei allora si mise diritta, con il volto impassibile, ma dentro di sé c’era un caos totale. Era arrabbiata, triste, delusa, confusa, preoccupata.

Non seppe quanto tempo rimase in quel maledetto ufficio, immobile, senza far trasparire alcuna emozione. Sicuramente tutti avevano sentito che era stata convocata in presidenza. Sperava solo che nessuno l’avrebbe vista uscire. Anche se, pensandoci bene, quello era praticamente il suo ultimo giorno di scuola, perciò non era poi così importante se l’avessero vista. Ormai non le importava più di niente. Le venne quasi da ridere ripensando a quando, solo qualche ora prima, aveva pensato che niente sarebbe potuto andare peggio.
Finalmente il signor McFinn annunciò che potevano andare. Uscì, seguito dalla moglie e poi dalla figlia, mentre gli studenti in corridoio si fermavano a fissarli. Per la prima volta dopo due anni si rese conto di quanti ragazzi ci fossero davvero in quella scuola. E probabilmente era ora di pranzo, ecco perché erano tutti in giro. Maledizione! Avrebbero parlato di quella scena per mesi interi e già sentiva qualche bisbiglio. In silenzio continuò a seguire i suoi genitori fin fuori, ma si bloccò appena lo vide e le venne voglia di prenderlo a pugni. Era tranquillo a ridere con i suoi amici, come se niente fosse.

«Serena?» la richiamò sua madre.

«Scusate solo un momento. Devo salutare una persona prima di partire. E’ l’unica cosa che vi chiedo. Per favore.»

«Fai in fretta» acconsentì la donna. Annuì e non curante del fatto che almeno una trentina di persone la osservassero, si diresse dal moro.

«Zayn? Girati» lo avvisò Niall e lui si voltò, ancora ridendo per la battuta di Liam di poco prima, notando che Serena era fuori di sé. Quando poi riconobbe la lettera che la bionda teneva ancora in mano cambiò espressione e divenne serio. E quando notò i genitori di lei alle sue spalle fece due più due.

«Serena, posso spiegare» tentò, ma lei lo colpì al petto senza farlo parlare.

«Spiegare cosa? Avevi giurato, Zayn. Sapevi quello che sarebbe successo.» Se però la metteva su quel punto di vista allora anche lui aveva da ridire.

«Anche tu avevi giurato e non hai mantenuto la promessa.» La bionda si fece ancora più rossa in viso e alzò la voce.

«Che cosa!? Adesso vuoi dare la colpa a me? E poi che promessa non avrei mantenuto?»

«Lo sai.»

«No, non lo so.»

«Sì, invece.»

«Ti ho detto di no» e lasciò andare le lacrime, che lottavano per uscire. Lacrime amare, lacrime di rabbia e delusione.
«L’unica cosa che so è che dopodomani sarò rinchiusa in un collegio svizzero per colpa tua e della tua fottutissima lettera» gridò lanciandogli addosso il foglio stropicciato.
«Hai raccontato tutto ai miei genitori, anche se sapevi benissimo cosa sarebbe successo. Sapevo che non mi sarei dovuta fidare di te, però sembravi sincero e invece hai fatto tutto solo per sputtanarmi. Hai fatto finta di essere gentile, hai fatto finta di consolarmi, hai fatto finta di essermi amico solo per poter scoprire qualcosa e pugnalarmi alle spalle. Be' congratulazioni, ci sei riuscito alla grande. Hai ottenuto quello che volevi. Ti sei appena liberato di me per sempre» e senza lasciare il tempo a Zayn di ribattere tornò indietro e salì sull'auto, dove i genitori già la stavano aspettando.



 

Zayn sfrecciava tra le strade ancora buie e deserte di Bradford in sella alla sua moto. Aveva passato la nottata a casa di Liam insieme ai suoi amici. Avevano avuto la più brutta litigata di sempre. Se non fosse stato per le loro stupide supposizioni e l’inganno di Harry, lui non avrebbe mai scritto quella lettera e Serena non sarebbe mai stata nei guai. Però erano anche i suoi migliori amici ed era stato lui a mentire su quello che era davvero successo, perciò poi avevano chiarito tutti i malintesi e avevano fatto pace.
Ora che quello era sistemato, doveva sistemare le cose con Serena. Non si aspettava certo che lei lo perdonasse per aver scritto la lettera, ma forse poteva convincere i suoi genitori a non mandarla in Svizzera. Avrebbe fatto qualunque cosa, pur di non rovinarle ulteriormente la vita. Sperava solo che non fosse troppo tardi.
Quando arrivò davanti alla villa, notò la stessa auto del pomeriggio precedente parcheggiata fuori, carica di valige. Scese dalla moto e vide il padre avvicinarsi al veicolo seguito da Serena e iniziò a correre e urlare per fermarla. Era arrivato appena in tempo.

«No, fermi, aspettate!» Tutti si voltarono verso di lui, compreso l'autista, mentre li raggiungeva.

«Chi è questo ragazzo?» domandò con tono severo il signor McFinn alla figlia.

«Nessuno» e la bionda si avvicinò ancora di più alla macchina, ma Zayn si mise davanti per bloccarle il passaggio.

«Sono l’idiota che ha scritto la lettera.» Il padre però a quelle parole rilassò il volto.

«Allora devo ringraziarti. Se non fosse stato per te, non avremmo mai saputo la verità su nostra figlia.» La situazione era peggiore di quanto pensasse. Doveva rimediare.

«No, io… Quello che ho scritto non è vero. Mi sono inventato tutto, deve credermi. Serena è una brava ragazza, non ha mai fatto quelle cose che ho scritto. Ero solo…» ma la bionda lo interruppe.

«Zayn, lascia perdere. Peggioreresti solo le cose» e lo fissò con gli occhi pieni di lacrime. Non aggiunse altro, ma non serviva. Il suo sguardo parlava per lei. Il moro capì che non poteva fare nulla, non più. Neanche se si fosse sdraiato in mezzo alla strada avrebbe impedito la partenza di Serena. Anzi, probabilmente l’avrebbe solo messa ancora di più nei guai. Sospirando si spostò di qualche passo. La bionda e il padre entrarono in macchina, poi l’autista accese il motore e partì. Zayn rimase immobile sul ciglio della strada a fissare l’auto farsi sempre più piccola, fino a scomparire, mentre il sole pallido del mattino sorgeva dalle colline. In cuor suo sapeva che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe visto quella ragazza e si sentì un mostro. Era stata tutta colpa sua e quel pensiero l’avrebbe accompagnato per il resto della sua vita.
 



SPAZIO AUTRICE:
Ciao a tutti! Come state?
Come al solito voglio ringraziarvi per le tante visite e le recensioni. Siete fantastici! jshdjagfhj :D

Non so se penserete per sfortuna o per fortuna, ma voglio avvisarvi che questa non è la fine della storia :)

Ma adesso passiamo al nuovo capitolo. Cosa ne pensate? Spero vi piaccia :)

Zayn l’ha combinata grossa, che dite? Cosa vi aspettate che succeda ora? Se avete voglia, fatemelo sapere con una recensione, anche piccolina ahahah :)
Oppure potete trovarmi anche su Twitter. Vi ricordo che sono @chiara_martin92
Mi fa sempre molto piacere se mi scrivete :)

A presto al prossimo aggiornamento.
Un bacio :)
Kia

   
 
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