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Autore: sunnymargot    22/02/2013    7 recensioni
Harry si volto velocemente e si lasciò sfuggire un “oops” mentre i suoi occhi verdi venivano ingoiati da quelli blu dell’altro ragazzo. Un millesimo di secondo e i cuori dei ragazzi persero un battito.
[Larry]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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L'arrivo del freddo.
 
Louis è un ragazzo impulsivo, agisce senza pensare e per questo molte volte cade in contraddizione. 
Vedi Loulou, c’è chi non si vergogna a farsi vedere con me.
Quella frase gli rimbombava in testa, sentiva ogni vena del suo corpo pulsare e i muscoli contrarsi presi dagli spasmi. Stringeva i denti, la mascella serrata e dolorante.
Vedi Loulou, c’è chi non si vergogna a farsi vedere con me.
Louis non si vergognava, aveva paura, soprattutto in quel momento, quando la mano del riccio era intrecciata a quella di un ragazzo che non era lui.
Afferrò bruscamente il braccio di Harry e lo strattonò verso di se, poi si rivolse all’altro ragazzo troppo ubriaco per capire davvero quello che stava succedendo “Sparisci immediatamente se non vuoi che ti spacchi la faccia”, questo si avvicinò leggermente al riccio e Louis con uno spintone lo allontanò “Ho detto che devi sparire immediatamente!”, allora il ragazzo, arreso, si avviò verso la pista da ballo.
Trascinò Harry fuori dal locale senza dire una parola, era troppo incazzato per parlare, oppure aveva solo paura di scoppiare a piangere da un momento all’altro.
“Louis, che fai? Non hai paura che ci vedano? Anche loro sanno che sono bisex visto che mi sono fatto mezzo pub.”
Louis si girò a guardarlo con gli occhi che gli bruciavano dalla rabbia e dalle lacrime trattenute. “Mi fai schifo Harry.”
Il riccio si staccò di scatto da Louis barcollando e quasi non finì per terra “Beh anche tu mi fai schifo! Prima mi baci, poi torni dalla pazza isterica!”
Louis sentiva un peso nello stomaco espandersi sempre di più “Non so di cosa tu stia parlando, sei ubriaco.”
“Io sarò anche ubriaco, ma domani starò bene, tu invece sei uno stronzo e uno stronzo rimani.” Harry si appoggiò al muro esterno del locale per non cadere.
“E’ inutile parlare con te, che poi non ho nemmeno voglia di parlare con te, fai schifo, cazzo. Tu e quel viscido che ti ha appena fatto una lavanda gastrica.” Louis rabbrividì, dava la colpa al freddo, ma in fondo sapeva che i brividi che ghiacciavano ogni parte del suo corpo erano dovuti a quel ricordo disgustoso.
“Mi fai venire il vomito Tomlinson. Tu e quella sgualdrina da quattro soldi.”
Louis non ci vide più dalla rabbia, lo prese per la maglia e lo appiccicò al muro “Che cazzo c’entra El in tutto questo?”.
“C’entra che mi ha abbandonato per tornare con lei” lacrime calde e salate iniziarono a sgorgare dagli occhi verdi del più piccolo e Louis lasciò andare la presa.
Cercando di trattenere i singhiozzi Harry parlò di nuovo “L’ho trovata a casa tua, ero venuto per chiarire”.
Louis indietreggiò, ora capiva, ricollegò velocemente gli eventi degli ultimi due giorni tra loro, ora tornava tutto. Un’incomprensione dopo l’altra. Sbagli ad allacciare il primo bottone e di conseguenza tutti gli altri sono sbagliati. Sì, perché tutto quello che stava succedendo era sbagliato. Louis aveva allacciato il primo bottone, aveva allontanato Harry e poi una concatenazione di dannate incomprensioni avevano preso il via. 
Il più piccolo si era accasciato sul marciapiede e stringeva le ginocchia tra le braccia contro il petto affondandoci il volto bagnato dalle lacrime, ormai silenziose, che gli rigavano le guance.
Louis è una contraddizione vivente.
Vorrebbe sedersi accanto al riccio, ma lo tira per un braccio e lo fa alzare. 
Vorrebbe abbracciarlo per dirgli che avrebbero risolto tutto, ma lo fa salire in macchina e “Ti porto a casa sei troppo ubriaco”.
Vorrebbe baciargli ogni lacrima che li violenta il viso, ma si limita a non guardarlo.
Vorrebbe allungare la mano e stringere quella di Harry, ma fa forza per non staccarla dal volante.
“Ce la fai a entrare in casa senza farti del male?”
“Come se t’importasse” Harry uscì di macchina e sbatté la portiera dirigendosi verso casa sua.
M’importa più di quanto pensi. 
 
Louis si sdraiò sul letto consapevole che non avrebbe dormito, ogni volta che chiudeva gli occhi gli passava davanti l’immagine di Harry tra le braccia del ragazzo sconosciuto.
Harry era ubriaco, altrimenti non lo avrebbe fatto.
Harry l’ha fatto perché voleva.
Harry non voleva ferirlo.
Ad Harry non importava nulla di lui e dei suoi sentimenti.
Mise la testa sotto il cuscino, pensieri contrastanti avevano intrapreso una guerra nella sua testa, pensieri che si rincorrono, che si scontrano, che si feriscono, che sanguinano.
Harry aveva baciato un altro, davanti a lui. Non è una di quelle cose che uno riesce a digerire bene, soprattutto uno come Louis.
Louis è uno che scappa da ciò che lo spaventa, da ciò che lo ferisce.
Harry lo aveva ferito, sapeva di aver sbagliato in primis, ma questo non bastava a giustificarlo, non bastava a perdonarlo, non bastava punto.
Louis sarebbe voluto tornare indietro, avrebbe voluto abbracciare Harry due giorni prima, che ormai erano tre giorni prima, guardò l’orologio. Le tre di notte, o mattina, dipendeva dai punti di vista. 
Riuscì ad addormentarsi per qualche ora per poi risvegliarsi alle otto e mezza. 
Il programma del giorno era stare a letto, sotto le coperte in pigiama mangiando schifezze di ogni genere.
E così fece, soffocò i suoi pensieri sotto il piumone. Non sarebbe più voluto uscire da lì, si sentiva quasi coccolato da quel torpore, si sentiva protetto, come i bambini che hanno paura dei mostri e si nascondo sotto il lenzuolo pensando così di essere intoccabili.
Driiiiiiiiin.
 
Harry si svegliò con un forte mal di testa e senza ricordi, almeno lì per lì. Scese in cucina dove trovò la madre con uno sguardo teso e preoccupato “Che è successo ieri sera Harry?”
Sì, Harry, che è successo ieri sera?
Prese il caffè che era sul tavolo, sua madre controllava ogni sua mossa, come se questo potesse aiutarla a capire.
Mentre beveva i ricordi venivano a galla, un po’ sfuocati, ma c’erano ed erano uno più doloroso dell’altro.
“Mamma ho fatto un casino” scoppiò a piangere tra le braccia della madre che da troppo tempo non lo stringevano.
“Si può sempre rimediare”
“E' troppo tardi..”
“Hai 16 anni, non può essere troppo tardi”.
Harry guardò sua madre negli occhi, era bellissima e lui l'amava per come si era fatta in quattro per crescere lui e sua sorella da quando suo padre se n'era andato. Quella donna era una forza della natura.
Harry si diresse verso il bagno per fare una doccia, aveva bisogno di pensare.
Non riusciva a capire bene quello che era successo, perché Louis lo aveva portato via dal ragazzo sconosciuto? Forse era ancora interessato a lui, un barlume di speranza si accese, ma aveva paura di illudersi, non ricordava di aver mai visto Louis così freddo come la sera precedente. Lo aveva visto felice, preoccupato, sereno, arrabbiato, ma mai così freddo, come se l’oceano dei suoi occhi si fosse congelato, iceberg indistruttibili.
Uscì dalla doccia, si vestì e uscì dirigendosi verso casa di Louis.
Harry aveva paura, una paura terribile che gli seccava la gola, che gli corrodeva lo stomaco, la paura che Louis lo avrebbe respinto di nuovo.
Arrivò davanti a casa sua, gli ci vollero ben cinque minuti prima di suonare il campanello, ma alla fine ci riuscì. La porta si aprì e davanti a lui gli sembrò di vedere un fantasma, o meglio, il fantasma di Louis.
Capelli spettinati, ciuffo appiccicato alla fronte, occhiaie nere sotto gli occhi spenti e le labbra tese e pallide. 
“Harry, cosa ci fai qui?”
“Dobbiamo parlare”
Louis non avrebbe voluto farlo entrare, ma ormai era lì e che avevano delle cose da chiarire era palese “Entra”.
Harry varcò la soglia di casa e seguì il più grande in sala che si accomodò sulla poltrona, così da costringerlo a sedersi sul divano, evitando qualsiasi contatto fisico.
“Allora Harry, parla”. Louis poteva sembrare la persona più calma del mondo, ma Harry lo aveva imparato a conoscere almeno un po’ e sapeva che era nervoso per il modo in cui tendeva gli angoli della bocca cercando di non mordersi il labbro inferiore.
“Sei tornato con Eleanor?”
“Ti sei bevuto il cervello?”
Harry fece un’espressione più disperata di quella che già aveva “L’ho trovata a casa tua il giorno in cui mi hai allontanato da te e..”
“Sei un idiota” lo interruppe Louis, “Io ed Eleanor ci siamo lasciati per due motivi. In primis non l’amavo. Secondo, beh, tu”.
Harry si sentiva un imbecille, un cretino per il casino che aveva creato, se solo avesse visto Louis, se solo avessero chiarito prima, ma la storia non è fatta di ‘se’. Le cose ormai erano andate così, indietro non si torna.
“Louis..” Harry si alzò dal divano per avvicinarsi al più grande che però si alzò di scatto.
“Ora che hai avuto i tuoi chiarimenti, puoi andartene per favore?”
“Mi dispiace per quello che è successo ieri sera, io non..”
“Tu non cosa, Harry?” sbottò Louis allontanandolo “Tu non volevi infilare la lingua in gola ad un ragazzo che non ero io? Non volevi ubriacarti?”
Harry indietreggiò lentamente a testa bassa, gli occhi iniziavano a riempirsi di lacrime che era stanco di versare “Io non volevo fare tutto quello che ho fatto ieri sera. L’unico che voglio baciare sei tu Louis, sei l’unico con cui io voglia stare, l’unico che io voglia abbracciare, l’unico con cui passerei una giornata intera a letto a guardare la tv, l’unico che riesce a farmi stare bene e a farmi soffrire come un cane.”
 
Louis voleva mandare via Harry, ma voleva affondare le mani nei suoi ricci.
Voleva mandare via Harry, ma avrebbe passato la giornata tra le sue braccia.
Voleva mandare via Harry, ma avrebbe morso le sue labbra fino a farle sanguinare.
Voleva mandare via Harry, ma gli mancava già tantissimo.
E gli mancava già tantissimo perché lo stava abbandonando di nuovo.
“Harry”, prese un grosso respiro, “ogni volta che ti guardo, ogni volta che sbatto le palpebre, io vedo te e quell’essere viscido che vi strusciate in mezzo a tutti. Sento le parole ‘vedi Loulou, c’è chi non si vergogna a farsi vedere con me’ rimbombarmi nella testa e tutto questo fa male, fa un male atroce.”
Harry piangeva in silenzio, la testa china e lo sguardo, appannato dalle lacrime, cercava di concentrarsi sulla punta delle sue scarpe. “Louis, è stato un terribilissimo errore, non succederà mai più, io..”
“Non posso Harry, io non ce la faccio, per favore esci dalla mia casa, esci dalla mia vita.”
Esci dalla mia vita. Se Louis voleva davvero questo, lo avrebbe fatto, solo per lui. Senza nemmeno guardarlo uscì di casa e sotto quella stramaledetta pioggia che cadeva ogni santo giorno su Harlow iniziò a camminare a vuoto e, come ogni volta che lo faceva, si trovò sotto casa di Liam, l’amico sempre pronto a consolarlo.
“Oh, Harry..” appena lo vide lo abbracciò forte “andrà tutto bene” disse, anche se non credeva molto alle sue parole.
“Ehm, ciao Harry..” Harry alzò lo sguardo e vide Zayn sbucare dalla porta della cucina “Forse è meglio che me ne vada, ciao ragazzi”.
Harry non capiva perché Zayn fosse lì, ma non aveva voglia di parlare, perché con Liam non ne aveva bisogno, Liam capiva e lo coccolava e questo gli bastava.
 
Louis, una volta che Harry se ne fu andato, tornò in camera sua, si infilò sotto le coperte e lì resto tutto il giorno e quello successivo. Usciva dalla sua tana solo per andare in bagno, aveva preso due bottiglie d’acqua e qualcosa da mangiare, per ridurre al minimo i suoi spostamenti. Cercava di dormire il più possibile, ma quando lo faceva era tormentato dagli incubi nei quali era sempre presente Harry, anche se nelle forme più varie, a volte era il suo assassino, a volte lo rivedeva col tipo del Twenty One, a volte erano persino felici insieme, allora si svegliava e piangeva lacrime amare.
Zayn lo aveva chiamato, voleva vederlo, ma Louis rifiutava testardamente, voleva stare solo. Zayn sapeva che in questi casi pressare l’amico non sarebbe servito a nulla, lo avrebbe allontanato e basta. Zayn si sentiva un po’ inutile e anche triste, avrebbe voluto davvero aiutare Louis, ma l’unico modo era lasciargli i suoi spazi.
Louis non sapeva cosa fare, ma ormai non doveva più fare nulla se non stare lontano dal riccio, gli aveva chiesto di uscire dalla sua vita e lui se n’era andato, portandosi via, però, anche il calore di Louis, che ora sentiva solo freddo. 
Era quel tipo di freddo che non puoi riscaldare con una coperta, con una bella cioccolata calda. Era quel tipo di freddo che ti gelava il sangue nelle vene, che ti congelava le lacrime che non riuscivano più ad uscire. Era quel tipo di freddo che ti fa cadere a pezzi, ti fa crollare le ginocchia che non reggono più quel blocco di ghiaccio che si trova al posto del cuore.
E ora Louis Tomlinson aveva freddo, quel freddo.
Ma non sapeva che quel freddo ora attanagliava anche Harry Styles.
 
Ciao c:
Innanzi tutto devo dire che scrivere questo capitolo mi ha fatto stare davvero male e non volevo che andasse così, ma purtroppo o  per fortuna mi immedesimo totalmente nei personaggi.
So che tutto questo può sembrare esagerato, ma questa sono io. Io sono Harry e Louis, e, se loro possono sembrarvi strani, pensate a me che sono entrambi. 
Mi sono immedesimata in Harry e capisco il motivo per cui ha baciato un altro, oltre all'effetto dell'alcol, voleva ferire Louis perchè lo aveva fatto stare male.
Mi sono immedesimata in Louis che non riesce a perdonare una cosa del genere, nonostante le parole di Harry, perchè è più forte di lui, è più forte di me, perchè mi dispiace ma ancora io non riesco a perdonare Harry.
Ripeto so che forse tutto questo può sembrare esagerato, ma per me è così e ci sto persino male.

Piccola precisazione, so di aver detto nel primo capitolo che Harry non ha mai avuto un ragazzo maschio ed è così. Qui dice di essersi fatto mezzo locale solo per far arrabbiare Louis, spero si sia capito.
 
Comunque spero che, nonostante tutto il capitolo vi sia piaciuto.
Mi farebbe piacere una recensione, ne ho un bisogno psicologico, vi prego recensite ç___ç
Per qualsiasi cosa sono anche su twitter, @sunnymargot
Un bacio, alla prossima,
Sonia xx
  
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