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Autore: jas_    22/02/2013    19 recensioni
Aprii gli occhi di scatto e spostai il cuscino, mettendoci un attimo a far riabituare i miei occhi assopiti alla forte luce che entrava dalla finestra vicina a me. Mi guardai intorno e sussultai: quella non era la camera di Molly, né tantomeno la mia.
Un altro movimento mi fece voltare di scatto alla mia sinistra, un ragazzo seminudo dormiva sereno nel mio stesso letto. Prima di rendermene veramente conto urlai, guardando poi il mio di corpo: indossavo solo la biancheria intima. Cominciai improvvisamente a sentire caldo, mi passai una mano tra i capelli in preda al panico e cercai di ricordare gli avvenimenti della serata precedente.
Ricordavo la festa, i diversi cocktail che Molly mi aveva portato, quelli che invece mi ero arrangiata io a prendere, la pista affollata, quasi soffocante, io che non trovavo più Molly e cercavo di uscire da quella trappola umana e... Due mani che mi cingevano i fianchi, poi il vuoto.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Right side, wrong bed'
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Capitolo 4

 
 
Mi osservai di fronte alla vetrina di un negozio per essere sicura di essere a posto, rassettai leggermente il vestito che indossavo, inspirai profondamente e a passo deciso entrai nel locale di fianco ad esso. Mi guardai in giro, osservai ogni singolo tavolo della caffetteria senza tuttavia riconoscere la testa riccia di Harry. Guardai l'ora, ero in ritardo di quindici minuti e probabilmente aveva intuito che non sarei mai arrivata. Se fosse stato per me, in quel momento sarei stata a casa a rilassarmi a bordo piscina oppure a farmi la manicure o qualcosa di simile, invece Molly aveva insistito perché io andassi all'incontro con Harry, per "scoprire la verità" come aveva detto lei, anche se in realtà io sospettavo che il vero motivo fosse che lei idolatrava Harry e sapere che la sua migliore amica in qualche modo lo conosceva la faceva andare su di giri.
Stavo per andarmene da Starbucks quando la porta del bagno si aprì e ne uscì un Harry indaffarato con la zip dei pantaloni.
Sorrisi alla scena, in quel momento lui alzò lo sguardo e i suoi occhi incrociarono i miei. Mi sorrise, questa volta però il suo sorriso era sincero, sembrava davvero lieto di trovarmi lì, a differenza della solita smorfia strafottente e maliziosa che mi aveva sempre rivolto fino ad allora.
Alzò il braccio sinistro in segno di saluto mentre si avvicinava a me,  «ciao Cioppicioppi» mi disse, non appena mi fu davanti.
Lo guardai seccata, «hai finito di chiamarmi così?» sbottai spazientita.
Lui si strinse nelle spalle, «non ti sei ancora degnata di dirmi il tuo nome così te ne ho affibbiato uno io» si giustificò, mentre si metteva in fila per ordinare.
«Allora, cosa prendi?» mi chiese poi.
Guardai il tabellone esposto sopra le nostre teste, «un frappuccino alla fragola» dissi.
Harry annuì, dicendo alla commessa cosa volessimo prima di tornare a rivolgersi a me.
Mi porse la mano sorridente, «io sono Harry, piacere. Tu sei?»
Guardai la sua mano con una smorfia schifata, «prima vai a fare pipì, esci dal bagno che stai ancora trafficando coi pantaloni e hai pure il coraggio di porgermi la tua mano sudicia?» lo accusai, stizzita.
Harry mi guardò sorpreso, «non dirmi che sei una di quelle maniache della pulizia che non aprono nemmeno una porta prima di aver disinfettato la maniglia!» esclamò, «e comunque me le sono pulite le mani, è solo che ho la cerniera dei pantaloni difettosa infatti l'ho lasciata ancora aperta» spiegò sorridente.
Istintivamente abbassai lo sguardo sotto la sua cintura dove si intravedevano per bene i boxer bianchi che risaltavano sul nero dei jeans.
«Se vuoi puoi aiutarmi tu a chiuderla» mi sussurrò poi in un orecchio, proprio mentre la commessa ci porgeva le nostre ordinazioni.
Arrossii, spaventata che la ragazza potesse aver sentito qualcosa, mentre Harry continuava a sorridere felice e mi faceva cenno con la testa di seguirlo.
Ci sedemmo ad un tavolo piuttosto isolato dagli altri, meglio così, pensai, dato ciò di cui dovevamo parlare. Bevvi un lungo sorso del mio frappuccino, che come al solito mi andò alla testa facendomela dolere.
«Parla» ordinai poi a Harry, non appena mi fui ripresa.
Lui alzò gli occhi dal suo bicchiere guardandomi divertito come suo solito. Quando stavo con lui avevo la perenne sensazione che mi stesse prendendo in giro, ero così spassosa?
«Che c'è?» borbottai, irritata.
Harry rise, «non posso guardarti? Sei più bella quando ti incazzi» mi stuzzicò.
Assottigliai lo sguardo truce, nonostante non potetti ignorare la strana sensazione che sentii all'altezza dello stomaco a quelle parole.
«Senti Harry, sono venuta qua solo per sapere cosa sai davvero, smettila di provarci ma piuttosto renditi utile.»
«Davvero sei venuta qua solo ed esclusivamente per sapere la verità?» mi domandò, sorridendo malizioso e sottolineando le parole "solo ed esclusivamente".
Alzai gli occhi al cielo, «la smetti di essere così...» mi mancavano le parole.
«Così... ?» mi spronò.
«Viscido» esalai in fine, «non ti conosco, non ti ho mai visto in vita mia anche se a quanto pare tutti ti conoscono a scuola, ma sappi che non è che tutte le ragazze che ti rivolgono la parola vogliono saltarti addosso quindi ora dimmi quello che devi così che io possa tornarmene a casa» spiegai, sfinita.
«Perché ti interessa così tanto sapere se abbiamo fatto sesso o no?» chiese, tranquillo.
«Zitto!» lo intimai, tappandogli la bocca con una mano, «non gridare!» sussurrai poi.
Dai suoi occhi verdi trapelava curiosità ma anche confusione, «che c'è di così scandaloso?» borbottò, quasi non lo capii dato che la mia mano era ancora sulle sue labbra.
La ritirai all'istante portandomela in grembo, «meno persone lo sanno meglio è, tu non conosci mia madre.»
«Se è come la figlia sappi che lo vorrei davvero» rise.
Gli tirai un calcio negli stinchi, facendogli cambiare repentinamente espressione. «Dillo di nuovo che questa volta ti colpisco tra le gambe» lo minacciai.
Harry si sporse sul tavolo per avvicinarsi al mio viso, «sei così aggressiva anche tra le lenzuola? Con me non l'hai dimostrato» mi sussurrò ammiccante.
Trasalii a quelle parole, non era possibile, non potevo essere andata a letto con... Quello.
«Allora abbiamo... ?»
Non volevo piangere, non davanti a Harry soprattutto, ma in quel momento non riuscivo a trattenere le lacrime che sentii salirmi. Era passata appena una settimana dall'accaduto ma mi sembrava di aver superato la faccenda, più o meno, più che altro avevo cercato di auto convincermi che non avevo combinato nulla, ed ero quasi riuscita nel mio intento.
Nel vedere i miei occhi coperti da un velo di lacrime Harry si irrigidì e per la prima volta il suo sguardo sembrava a davvero serio.
«Ehi... Stai bene?» domandò preoccupato.
Mi sforzai di annuire, «Harry rispondi, abbiamo fatto qualcosa?»
Lui sembrò in difficoltà di fronte alla mia domanda, «devi solo dire sì o no, non è difficile» lo esortai.
«Perché ti interessa così tanto?» chiese, di nuovo.
Sospirai esausta, «si da il caso che a certe persone interessi sapere con chi si è andati a letto o meno, non so come sia abituato tu Harry, probabilmente avrai perso il conto delle tue avventure.»
Lui ignorò la mia frecciatina, «ma se saperlo ti fa stare... Così» mi indicò, «perché insistere?»
«Perché sono vergine, okay?» sbottai estenuata da tutte quelle domande, forse un po' troppo ad alta voce dato che notai alcune persone voltarsi a guardarmi. Abbassai lo sguardo in imbarazzo, osservando le mani che mi stavo torturando da cinque minuti buoni, come facevo sempre quando non mi sentivo a mio agio.
«O forse lo ero» continuai, tirando su col naso e lasciando che una lacrima mi rigasse la guancia sinistra, «non so, ormai non so più nulla. Potrei aver perso la verginità con un ragazzo di cui so a malapena il nome, e per giunta non mi ricordo niente. Potrebbe andare peggio di così?» mi scappò un sorriso amaro.
«Mi dispiace» sussurrò Harry, visibilmente sincero.
Annuii, senza osare ancora alzare lo sguardo, «sto ancora aspettando una risposta.»
Lo sentii sospirare, «non ricordo nulla, non ti ho mentito quella mattina» mormorò.
Sentivo il suo sguardo trapassarmi quasi, per quanto era intenso, e quando mi decisi ad alzare la testa infatti era lì, che mi osservava con aria quasi compassionevole, mi ritrovai a preferire l'Harry arrogante e superficiale.
«Smettila di guardarmi così» lo ripresi.
«Scusa» disse, distogliendo immediatamente lo sguardo da me.
Mi appoggiai allo schienale della sedia e mi misi a braccia conserte sospirando.
Dopo alcuni secondi di silenzio, Harry parlò.
«Potrei chiedere a Louis se ne sa qualcosa» propose, «infondo era sua la festa, può darsi che abbia dato un'occhiata in giro mentre faceva sloggiare tutti da casa. È normale che noi non ci abbia sbattuti fuori, sono il suo migliore amico.»
Lo guardai quasi incredula, «lo faresti davvero?»
Lui annuì, lasciandosi scappare un sorriso, «visto che ti preme così tanto sapere cos'è successo, potrei fare uno sforzo» concesse.
Aprii la bocca per dire qualcosa ma in quel momento non mi uscì niente, ero semplicemente spiazzata dal comportamento di Harry, era passato da un estremo all'altro.
«Grazie» fu l'unica cosa che mormorai.
Lui si limitò a sorridermi gentile, in quel momento gli suonò il telefono che aveva appoggiato sul tavolino. Guardò chi fosse il mittente della chiamata e poi gli riattaccò in faccia, alzandosi dalla sedia.
«Devo andare» disse, «appena so qualcosa...»
«Ti do il mio numero!» m'illuminai improvvisamente, lui annuì porgendomi il suo telefono, glielo scrissi e glielo ridetti.
«Ti salvo come Cioppicioppi» rise lui, digitando sull'iPhone.
Alzai gli occhi al cielo senza tuttavia riuscire a trattenere un sorriso, «oppure potresti scrivere Victoria» gli suggerii.
I suoi occhi si illuminarono, «allora è così che ti chiami!» esclamò contento, «però non puoi dire che Victoria sia più bello di Cioppicioppi, dai!»
«Puoi anche chiamarmi Vì» proposi, speranzosa.
Harry ci pensò su un attimo, «Cioppicioppi li batte tutti, mi dispiace» ammise, «ora scusa ma devo proprio andare, ci sentiamo!» e prima che potessi dire qualunque cosa, era già scappato.
Cioppicioppi, ripensai, che nome ridicolo. Scossi la testa e mi alzai anch'io dal tavolo, buttando via il mio frappuccino quasi intatto. Presi la borsa ed uscii dal locale, una leggera brezza mi fece rabbrividire. Se proprio dovevo essere andata a letto con qualcuno, mi ritrovai a pensare, Harry non era poi così male alla fine. Scossi la testa scacciando immediatamente quei pensieri insensati, «Victoria, piantala!» mi ripresi da sola, ad alta voce. 



 

-


 

Eccomi qua!
Era praticamente ovvio che Victoria sarebbe andata all'appuntamento dai, e pian piano la storia sta entrando nel vivo, ve lo garantisco, anche se questa sarà piena di colpi di scena (almeno credo HAHAHAHA)
A breve posterò anche lo Spin-Off su Zayn, portate pazienza!
Sono un po' di fretta, non ho riletto il capitolo ma credo di averlo fatto un po' di mesi fa, quando l'ho scritto hahaha
Nel caso ci siano errori perdonatemi e se avete voglia ditemelo così provvederò subito a correggere :)
Fatemi sapere che ne pensate, grazie per i meravigliosi complimenti che mi fate sempre, siete meravigliose ♥
Jas




 

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