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Autore: xtwobananasforapound    22/02/2013    1 recensioni
Alex non pensava che la scelta di suo padre di farle scarrozzare in giro per Los Angeles una band di quelli che lei considerava solo fastidiosi ragazzini, avrebbe portato ad uno stravolgimento di quel calibro nella sua vita.
Doveva studiare - per un esame che non voleva passare - e doveva rendere fiero suo padre - presentandosi in un modo che non era la vera lei. Non aveva tempo per certe cose. Quando poi entrano in gioco i sentimenti, è un gran casino.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Mh, ho voglia di..»fece Alex, entrando in cucina.
«MAIS!»sbottarono contemporaneamente lei ed Harry. Si guardano spiazzati e sbottarono in una risata.
«Ti piace il mais?»chiese lui, buttandosi indietro dei riccioli ribelli che gli corpivano la visuale.
«Ovvio, piace a tutti»rispose la castana, avvicinandosi al mobile delle posate.
Il riccio si sedette al tavolo, aspettando la sua scatolina di mais e battendo le mani sul tavolo come un bambino di cinque anni.
«No, tranquillo non ti scomodare, faccio io» commentò lei, sarcastica. Prese due cucchiai e due scatoline di mais dal frigo ma, una volta chiusa la porta, non riuscì a reprimere il ricordo di loro due, spiaccicati contro quell'aggeggio.
«Hey, quanto dovrò aspettare ancora? - chiese lui, divertito - ah, quel frigo ti ricorda qualcosa, per caso?». Il ragazzo si alzò e le si avvicinò da dietro.
«Sei insopportabile»sussurrò lei, senza girarsi. Le sue gambe glielo impedivano. Era come se fosse diventata improvvisamente una disabile bisognosa di una carrozzina.«Sei nato per provocare le persone?»
«Probabile, ma con te mi diverto di più»le sussurrò Harry nell'orecchio. Circondò con le braccia il bacino della ragazza, avvicinandola di più di sé, le lasciò un bacio sulla spalla e le rubò dalle mani il barattolo di mais. Una volta preso il suo bottino si sedette al tavolo, felice come un bambino appena salito sulle ginocchia di quei babbi natali finti dei centri commerciali. Alex sbuffò e lo raggiunse.
«Cosa guardi?»le chiese dopo svariati minuti, quando la vide incantarsi su un punto oltre le sue spalle.
«Niente»rispose lei, secca. Lui cercò di scovare il punto in cui la castana aveva riposto la sua attenzione. C'era una foto su uno scaffale dove erano riposte alcune cianfrusaglie: c'era lei da piccola, Charlie, Dani e sua madre. Era come se non parlarne la stesse lentamente facendo impazzire. Quando Harry ripose lo sguardo sulla ragazza, lei aveva lo sguardo basso sulla scatolina e ne rigirava il contenuto col cucchiaio, senza però mangiarlo. Lui si schiarì la voce. Non sapeva cosa dirle, ma quello che non voleva era vederla così.
«Ti manca molto, vero?»le domandò. Lei alzò la testa di scatto, finalmente incorciando il suo sguardo, e annuì fievolmente.
«Ogni giorno di più»sussurrò, col groppo in gola, rispostando lo sguardo verso la foto.
«Ci hai portati qui per cercare di distrarti?».
«Wow, sei perspicace»lo prese in giro lei, fingendo una risata.
«Quando voglio sì »gongolò lui, non perdendo mai un'occasione per vantarsi. La castana sorrise e scosse la testa.
«Senti Alex, ammetto di essere infantile a volte però, sono un buon ascoltatore»riprese Harry, questa volta serio, mettendo la mano su quella di Alex per darle conforto.
Lei gli sorrise riconoscente. «E' che da quando è morta ha lasciato un grande vuoto in tutti quelli che la conoscevano. Era una donna meravigliosa. Era piena di vita e di sogni, era gentile con tutti, intelligente e amava tantissimo la sua famiglia. Era una veterinaia, ha aperto tante fondazioni per aiutare gli animali in difficoltà, ha pubblicizzato varie campagne contro la caccia e lo sfruttamento degli animali»spiegò lei.
«Adesso ho capito da chi hai preso»la interruppe Harry sorridendo.
«Sin da piccolissima mi ha inculcato l'amore per la natura e gli animali - riprese lei sorridendo - mi ha regalato Ginger: è per questo che tengo così tanto a lei».
Harry si accorse di quanto lei aveva bisogno di parlarne e voleva essere quello che l'avrebbe ascoltata e supportata, sempre.
«Mi diceva quanto mi voleva bene un sacco di volte al giorno e mi ripeteva in continuazione che bisognava dimostrare affetto alle persone che ci amano, ogni giorno come se fosse l'ultimo». S'interruppe qualche secondo per cercare di calmarsi e trattenere le lacrime. Dirlo a voce alta la stava aiutando. Era come se un grande peso si stesse pian piano alleviando. «Il giorno in cui Rosie è nata, ci ha fatto promettere di amarla e aver cura di lei. Mio padre all'inizio sembrava un morto vivente, per lui esisteva soltanto il lavoro. Ed è lì che Eve ha cominciato a prendersi cura di noi come una madre».
«E' per questo che hai cominciato a fare quello che voleva tuo padre?»le chiese lui.
«Io volevo renderlo felice, lui è sempre stato un uomo solare e divertente, ma quando la mamma è morta...»la ragazza scoppiò in lacrime e si coprì la faccia con le mani. Harry non fece altro che alzarsi di scatto e prenderla tra le sue braccia.
Alex pianse ininterrottamente, singhiozzando.
«Ho appena capito di odiare quando piangi»le confessò il ragazzo, scostandole le ciocche di capelli davanti agli occhi e asciugandole le lacrime.
«Scusami, ti ho bagnato la maglietta»disse lei staccandosi leggermente e toccandogli la spalla bagnata a causa delle sue lacrime. Lui la guardò contariato e fece una smorfia alla quale la castana non potè fare altro che ridere.
«A chi importa»l'assicurò lui, curvando le labbra rosse in un sorriso rassicurante.
«Grazie, adesso mi sento molto meglio». Alex lo baciò teneramente sulle labbra, intrecciando le mani nei capelli. Quando si staccò, gli sorrise e questo spiazzò Harry, sorpreso dal quel suo gesto così spontaneo.
«D-di niente, insomma, se vuoi parlare ancora io ci sono». Lei gli sussurrò un 'grazie' e sorrise. Si staccò ancora di più e si asciugò il viso.
«Andiamo a dormire?»
«Certo, andiamo».
Insieme si avviarono su per le scale e percorsero il lungo corridoio in silenzio, fino ad arrivare ognuno davanti alla porta della propria camera. La castana aprì la sua e notò che il letto non era disfatto e che Charlie non c'era. Lei riguardò il ragazzo, che se ne stava lì dondolante con le mani in tasca, aspettando che lei entrasse.
«Vuoi entrare?»Alex non voleva star da sola, tantomeno dopo aver detto cose così importanti per lei.
«Non c'è Charlie?»lei aprì ancora di più la porta, per non rispondergli con le parole. Entrò e prese il pigiama dall'armadio, si chiuse in bagno e si cambiò. Il ragazzo ancora davanti alla sua porta si avvicinò a passi lenti, chiuse piano la porta, si tolse le scarpe e la maglietta e si infilò nel letto. Poco dopo la castana lo raggiunse e si sdraiò accanto a lui, coprendosi con le leggere lenzuola.
«Posso?»chiese lei indicando il suo petto.
«Oh, certo»rispose un pochino imbarazzato.
La ragazza non ci fece caso e una volta appoggiata la sua testa, cominciò a disegnare cerchi immaginari sul suo petto, che emanava un profumo inebriante e tanto calore.
Harry era affascinato dalla ragazza, e quando questa si addormentò, si rese conto di quanto gli piacesse osservarla.
I lunghi capelli castani le ricadevano sulla schiena, le labbra carnose erano schiuse, e la respirazione era lenta. Quel viso gli sembrava perfetto e lei sembrava così tranquilla. Styles voleva credere di avere un pochino di merito se adesso sembrava calma e tranquilla.
Lo voleva davvero. Sorrise involontariamente e gli venne l'irrefrenabile voglia di abbracciarla e proteggerla senza mai lasciarla. Quella ragazza gli aveva insegnato ad apprezzare e amare tutto ciò che lo circondava.
E lei era una di quelle cose. Non sapeva il perché, ma lo aveva stregato e moriva dalla voglia di averla soltanto per sé.
 
***
 
«Accidenti»sbottò Louis rigirandosi più volte nel prato su cui era disteso.
«Sto cercando di dormire, non urlare, per favore»disse Dani, che gli dava le spalle. Lui si alzò e rimase seduto appoggiato a un tronco, con le gambe al petto.
La ragazza non sentendolo lamentare o lagnare, si girò e decise di affiancarlo. In realtà nemmeno lei riusciva a dormire.
«Perché litighiamo? - sbottò lui - insomma, non ci conosciamo per niente e litighiamo». Lei stette a guardarlo per vari secondi. Il suo profilo le sembrava interessante. I suoi occhi color mare spiccavano ancora di più col chiarore della luna e le sue labbra erano chiuse. Sembrava anche serio.
«Scusami».
«No, l'unico che si deve scusare sono io - intervenne lui, sorpreso anche per l'iniziativa di scusarsi della ragazza - non avrei dovuto baciarti».
Lei aprì di più gli occhi e fece cenno di sì con la testa, per fargli vedere che era d'accordo con lui. Lui rise e gli diede una leggera spallata, facendole perdere l'equilibrio.
«Hey!»urlò lei, fintamente contrariata.
«Oh-oh-oh, sei deboluccia, eh?»la provocò lui.
«Ricominciamo?»chiese lei con tono sarcastico.
«No, no!»rispose lui, portandosi le mani al petto in segno di scuse. I due risero quasi contemporaneamente fino a calare nel silenzio più assoluto.
«Hai chiarito con Adam?»chiese lui, interrompendo il silenzio.
«Sei sempre così impiccione?»sbottò lei ridendo.
«La verità?»lei annuì energicamente col capo. «Sì, sempre»ammise infine.
«Non avevo dubbi! - ridacchiò - comunque sì, abbiamo chiarito». Si morse il labbro inferiore e si spostò il lungo ciuffo castano dalla parte opposta.
«E' uno stupido»sbottò lui, catturando l'attenzione di Dani, la quale sembrava persa nei suoi pensieri. «Insomma, sei una ragazza perfetta. Sei molto carina, sei intelligente, simpatica e hai carattere...non capisco come mai stia uscendo con un'altra».
«Ci stai provando con me?»chiese lei divertita.
«Cosa? No, ma chi dici?»sbottò lui nervoso.
«Okay, okay»Dani si mise a ridere.
«E' che siete così carini insieme..»ammise lui con un tono amareggiato.
«Lo dicevano tutti, sì».
«E perché allora vi siete lasciati?»
«Avevamo interessi diversi, sogni diversi..»rispose lei vagamente.
«Provi ancora qualcosa per lui?»indagò lui. Voleva arrivare sempre più a fondo e saperne ancora di più. Non che gli interessasse quella ragazza bellissima che aveva davanti, no no.
«No, gli voglio un gran bene ma ormai non provo nient'altro per lui»ammise lei sorridendogli. Non era un tipo che sperperava cose sul suo passato o di sé in genere, ma Louis le trasmetteva fiducia, nonostante fosse stupido e impiccione.
Il ragazzo sorrise spontaneamente, e non sapeva il perché, ma era come se il suo stomaco stesse andando sulla montagne russe.
«Perché hai quella espressione da ebete?»gli chiese lei, scoccandogli le dita davanti agli occhi. Il ragazzo non si era reso conto che la stesse fissando con occhi trasognanti.
«Emh, no niente»rispose Louis, scuotendo imbarazzato la testa. Diventò rosso come un pomodoro, e il fatto che nel frattempo si stesse grattando la testa imbarazzato fece sorridere la ragazza. Era adorabile. Beh, una cosa da aggiungere alla lista.
«Parlami di te, insomma, della band e di come vi siete conosciuti»
«Ti interessa?»chiese lui sorpreso.
«Racconta, dai »gli ordinò lei.
E fu così che i due cominciarono una lunga chiacchierata, e tra una risata e l'altra non si resero conto di quanto fosse tardi. L'alba arrivò e insieme ammirarono quello spettacolo in silenzio.
«Oh cavoli!»urlò Dani, facendo sobbalzare Louis dalla paura.
«Che c'è?»le chiese lui, alzandosi da terra.
«Adam partirà tra poco, devo salutarlo»rispose lei, montando a cavallo e dando la mano al ragazzo per aiutarlo a salire.
«E il cavallo che è scappato?»le chiese lui una volta sul cavallo.
«Ritornerà»rispose lei, dando uno strattone a River per farlo partire. Voleva salutarlo prima che lui se ne andasse per sempre. Voleva una volta per tutte lasciarlo andare.
 
***
 
Zayn si svegliò lentamente, sbattendo più volte le palpebre e formulando parole insensate. Quando cercò di stiracchiarsi si accorse che la rossa stava dormendo beatamente sul suo petto, e le loro gambe erano avvinghiate. Le diede vari baci sulla testa, giusto per svegliarla dato che era tardi. La ragazza cominciò a lamentarsi, sfregandosi gli occhi con le mani e spostando la sua testa dal petto del ragazzo al cuscino.
Si stiracchiò e sospirò. Poi sorrise, aprendo piano gli occhi, ricordando la notte passata. Si sentiva terribilente bene. Il ragazzo le sorrise. .
«Buongiorno anche a te»mormorò Charlie girandosi e rimanendo faccia a faccia con lui.
«Dobbiamo scendere»esclamò Zayn senza voglia.
«No, no e no! Stiamo qui, ti prego»controbatté lei abbracciandolo e rimpiendogli la faccia di baci.
«Sei stanca?»
«Sì, voglio stare a letto tutto il giorno> disse lei toccandogli con un dito il labbro inferiore.
«Ahhh, ti ho praticamente stesa»gongolò il ragazzo, divertito. Charlie lo guardò accigliata, poi sorrise.
«Semmai sono stata io a stenderti per bene> protestò lei tutta soddisfatta consapevole di avergli fatto perdere il controllo più volte.
«Sì è vero, mi hai steso! Soprattutto scoprire i tuoi uccellini sopra..»
«Sì, abbiamo capito, Zayn»lo interruppe lei, scoccandogli un'occhiataccia, sostituita da un'occhiata trasognante, ricordando di quando il moro aveva posato le labbra bollenti sui due uccellini tatuati ai lati del suo basso ventre, proprio sopra la linea degli slip.
«Che c'è? Ti vergogni? Ormai so già come sei fatta»disse lui, felice della piccola rivincita. Ma sapeva che la rossa avrebbe avuto l'ultima parola.
Infatti, lei, che di perdere anche in quel modo non lo sopportava si mise sopra il ragazzo a cavalcioni, intenta a farlo impazzire. Giusto un altro po'.
Lui cominciò ad accarezzarle la schiena con le sue grandi ma delicate mani, portandole alla testa per scombinarle i capelli lisci.
Brutto momento per lasciarlo con la voglia, anche perché la rossa avrebbe voluto molto volentieri continuare, ma doveva sempre avere lei l'ultima parola. Quindi la vittoria.
Si alzò, dopo avergli morso il labbro e prese una maglietta del ragazzo che le arrivava alle ginocchia, si infilò l'intimo e aprì la porta. Si girò verso il Zayn, ancora disteso e insoddisfatto dall'atteggiamento della sua ragazza. La sua ragazza. Faceva ancora fatica a crederlo, ma era tutto vero.
«Beh, che fai ancora a letto? Non era tardi?».
 
***
 
La ragazza fissava il viso del ricciolo addormentato. Quel viso le piaceva sempre di più.
Lui la teneva stretta col braccio sul fianco e la bloccava con le gambe, avvinghiandole alle sue.
Il suo profumo la faceva impazzire. Ogni volta che le si avvicinava le tremavano le gambe, le sentiva improvvisamente deboli. Sì, le faceva questo effetto. Ma la faceva anche arrabbiare, la maggior parte delle volte.
Possibile che una persona possa avere un faccia da schiaffi e una faccia pacioccosa da baciare, allo stesso tempo? Beh, Harry sì.
Adesso che gli aveva raccontato tutto però, aveva paura che il loro rapporto potesse cambiare. Non voleva che lui provasse pena o compassione per lei. E' una cosa che non ha mai tollerato. Ragione per cui difficilmente racconta di sé e delle sue cose.
Il ricciolo cominciò a muoversi lentamente, facendo dei mugugni strani. Lei si girò di scatto, non voleva certo che la sorprendesse proprio mentre lo osservava.
«Hey, da quanto sei sveglia?»borbottò lui, stiracchiandosi e prendendo metà letto matrimoniale tutto per sé.
«Da pochissimo»balbettò lei, diventando rossa in faccia. Che gran palla.
Lui si girò verso di lei e rimase a guardarla, fino a che lei si voltò nella sua direzione.
«Perché mi stai fissando?»chiese lei.
«Ti hanno mai detto che hai un visetto bellissimo quando dormi? Ti bacerei tutta»ammise lui, noncurante, come sempre, di quello che dice.
«Beh, grazie»rispose lei divertita.
«Harry, per ieri..»
«No, non lo dirò a nessuno»giurò lui. Era serio, se non serissimo. Lei sorrise, perché poteva fidarsi di lui, e ne era contenta. Ma, l'avrebbe vista come sempre? Non voleva che il loro rapporto cambiasse.
«Grazie Harry»
«Di niente...andiamo a far colazione?»
«Sì, certo!»
I due si avviarono in cucina dove trovarono un allegro Zayn e una sorridente Charlie. Liam e Niall invece erano abbastanza estrefatti e sorpresi da quella scena.
Il ricciolo e la castana si guardarono sopraffatti. Sì, insomma, Zayn alla mattina non è allegro e Charlie tanto meno sorride.
«Avete fatto sesso voi due?»interruppe Harry. Il solito.
La rossa e il moro smisero di imboccarsi a vicenda per guardare i nuovi arrivati in cucina.
«Dai, si vede! E' ovvio!»rispose Alex per i due "nuovi piccioncini".
«Ma che dite? Non si può essere contenti?»commentò acida la rossa.
«Ah sì? Allora dove sei finita ieri sera? In camera non c'era nessuno»intervenne la castana, sendendosi al tavolo, accanto ad Harry.
Lei si guardò intorno e ripose il suo cucchiaino nella tazza del caffè, era imbarazzata, doveva ammetterlo. La castana non fece altro che rimanere zitta e affondare la sua risata nella sua tazza.
«Vogliamo parlare di te e Harry? Vi ho visti accocolati nel NOSTRO lettone»disse lei, marcando sul "nostro".
«Uhhh, come ci è finito Harry nel tuo letto, Alex?»chiese divertito Niall.
«Non è come pensate...»balbettò lei, senza degnarli di uno sguardo.
«Abbiamo parlato di Rose»intervenne Harry. Il suo tono era un tantino sarcastico. Ad Alex non piaceva affatto, sarebbe finita male, lo sapeva.
La rossa guardò contrariata la sua amica.
«Ne hai parlato con lui?»chiese lei.
«Sì, problemi?»alzò il tono lui.
«Non vorrei che tu andassi a dirlo a qualcuno..»commentò lei sarcastica.
«Non mi permetterei mai, e poi perché dovrei farlo?»
«Smettetela»sussurrò lei. Nessuno la sentì, infatti.
«Insomma, non sei affidabile> urlò la rossa, alzando il tono di voce.
«E tu che ne sai?»
Non ce la faceva più. Non voleva.
«I riccioli danno alla testa, sapevi? Alex, non dovevi parlarne con lui»le rimproverò lei.
«Quanto scommetti che io so più di te?»cinguettò lui, col suo solito sorrisino. La situazione stava degenerando. Niall, Liam e Zayn guardavano imperterriti, erano contrariati da quella discussione. Due bambini, pensò Alex.
«Non credo, e io starei zitto se fossi in te..»
«Sapevi che Rose faceva torte ad Alex quando era triste?»
La rossa lo guardò scioccata. Lei sapeva tutto di Alex e del rapporto con Rose.
«Smettetela»urlò lei, sbattendo la mano sul tavolo, che per secondi vibrò. La sua mano divenne rossissima, e una lacrima le scese per il viso.
«Ne state parlando come se mia madre fosse niente, vi pare il tono con cui parlarne?». I due si zittirono immediatamente.
«Scusa Alex»balbettò Charlie. Lei e il suo solito difetto di parlare e di non pensare prima di farlo. Era un difetto di sé che avrebbe voluto cambiare.
«Alex, perdonaci»s'intromise il ragazzo.
«Potevate risparmiarvela»commentò Liam intromettendosi. Harry rimase con lo sguardo sulla porta. E dire che le aveva promesso di starsene zitto. Era uno sciocco.
«Scusami Alex, davvero»la rossa si riscusò. Era seriamente pentita.
«Tranquilla, so che non l'hai fatto apposta». Charlie pose il suo sguardo su Alex. Dlla sua voce tremolante capì che poteva scoppiare da un momento all'altro.
«E' che sapere che l'hai raccontato a lui così facilmente mi fa ingelosire..»
«Così facilmente? Che vuoi dire?»la castana cominciò ad alterarsi.
«Sì insomma, io per parlarti devo tirartele praticamente fuori dalla bocca le cose, invece con lui...»
«Non è vero Charlie.. Avevo bisogno di sfogarmi, e lui mi ha aiutato.. Molto..» ribatté lei, guardandola negli occhi.
«Non ce la faccio più, okay? Sto male, è come se non potessi mai liberarmi diquesto dolore. Dovresti capirmi accidenti!»Si sentiva male, di nuovo i ricordi affioravano in lei. Pungenti come non mai. Sarebbe scoppiata da un momento all’altro. Ed uscì, lasciando gli altri in cucina, a bocca aperta. D’altronde, non le era mai piaciuto piangere davanti agli altri.
Sentirono la porta d’ingresso sbattere, i due fuggiaschi entrarono e videro tutti in silenzio. Non capivano.
«Che succede qui?»Chiese Dani.
Charlie e Harry si guardarono per due secondi. Ma non aprivano bocca. Niall data la situazione decise di intervenire.
«I due furbi qui presenti hanno deciso di litigare liberamente su Rose»disse guardando Dani. Lei era sconvolta.
«MA SIETE FUORI DI TESTA? VI RENDETE ALMENO CONTO DI QUELLO CHE AVETE FATTO?»Cominciò ad urlare.
«Lo sappiamo Dani.. » sussurrò Harry.
«No, tu non sai proprio niente Harry.. E tu Charlie? Tu? Non ci posso credere.. Davvero!»Charlie aveva gli occhi lucidi, Zayn lo notò subito, ed era stupito. Forse Alex è una delle poche persone che la condizionano talmente tanto da starci male.
Dani se ne andò per cercare Alex, voleva in un qualche modo aiutarla. Sapeva quanto lei ci stava male. Ancora dopo tanti anni.
La trovò seduta, vicino alla sua cavalla, la stava accarezzando. Non era prevedibile come cosa per lei.. Semplicemente la conosceva molto bene.
Le si sedette accanto e Alex si girò verso di lei. Aveva gli occhi rossi, segno che aveva appena finito di piangere. Silenzio tombale.
«Sto bene Dani»sussurrò la castana.
Sua cugina la guardò.
«Vieni con ame alla cerimonia»
«Cosa?!»
«Vieni con me!»
«No Dani dai.. Sai che non ci sono mai voluta andare»
«Lo so.. Ma io credo che tu debba farlo.. Almeno una volta»
«Mi fa troppo male Dani»nella sua voce era tremolante. Si rigirò, per accarezzare il muso della cavalla.
«Lo so Alex. Lo so benissimo. Ma non puoi continuare così, devi cominciare a saper conviverci col tuo dolore. Devi essere abbastanza forte da dire: basta, sì, è doloroso, ma io la ricordo per com’era. Una donna meravigliosa, che mi ha sempre amato e sempre dato affetto. Era, ed è mia madre. Per sempre. Cerca di partecipare all’evento, e ti dare supporto a tuo padre. Perché ne ha bisogno anche lui. Ne ha un disperato bisogno, perché anche lui ci soffre molto, ma cerca di essere quello di sempre per farti vedere che andrà tutto bene.»
Alex sospirò a quelle parole.. Lo sapeva, Dani aveva perfettamente ragione.
«Verrò..»
Dani sorrise vincente. La prese e l’abbracciò.
«Ce la farai perché sei forte, e io starò tutto il tempo con te.
«Me lo prometti?»
«Te lo prometto cugina mia»
 
 
HERE I AAAAAAM!
Hi, how are you? Bene, ho aggiornato tardi, lo so, di nuovo.
Comunque volevo ringrazie specialmente Madame X_7, perché so che segue la mia FF, e le piace molto! Ma non solo questo.. Recensisce sempre, ed è molto carina, perché facendo così capisco che mi sostiene J
Cooomunque, che devo dire? Buona serata e spero vi piaccia :D
  
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