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Autore: VeraNora    23/02/2013    4 recensioni
Sono un'appassionata di The Vampire Diaries, una devota fan di Damon ed ultimamente una sostenitrice del Delena. A me piace leggere più che scrivere però non mi nego il diletto. In questa storia voglio mostrare quello che penso sia avvenuto off screen, tutti quei momenti che non ci sono mai stati mostrati ma che abbiamo immaginato tutti, in un modo o nell'altro. Questo è quello che ho immaginato io, questo è quello che ho 'visto' nella mia testa.
Genere: Fluff, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dedicato a Chiara, buon compleanno  <3


Damon aprì con rabbia i cassetti, tirando fuori indumenti a caso lanciandoli sul borsone aperto.
Non appena il tatuaggio di Jeremy si era rivelato la distrazione aveva preso il sopravvento sulla rabbia, ma ora, lontano da tutto, era ricominciata a montare, come aveva osato Stefan dire una cosa del genere? Come si era permesso di insinuare una tale meschinità?
Amico, non prenderti in giro… lo sai come ha fatto, in fondo si tratta di te
Disse quell’odiosissima voce. Rimase immobile, perso in un vortice di pensieri a cui non riusciva a dare chiarezza, quando la porta di camera sua si aprì.
Fece capolino l’ultima persona che si sarebbe aspettato o che avrebbe sperato di vedere: Elena
«Si può?»
Chiese lei, Damon scrollò le spalle e lei entrò
«Ciao…»
Disse lei avvicinandosi
«Che ci fai qui?»
Disse lui indietreggiando un po’, impercettibilmente, lei se ne accorse e si fermò, non voleva metterlo sulla difensiva
«Volevo solo vederti… sapere come stai…»
Disse dolcemente, Damon indurì il viso ed ingoiò un po’ di rabbia
«Sto bene, non ti preoccupare…»
«Non avresti dovuto colpirlo…»
Iniziò lei, il vampiro però sentì il tappo di quella rabbia che stava cercando di soffocare, saltare via, le diede le spalle e cercò di misurare il tono in cui le disse
«E perché no? Avresti voluto farlo anche tu… ammettilo!»
Elena fu colpita da quelle parole
«No, Damon! Non capisci? Io non avrei voluto colpirlo… proprio per niente!»
Damon si voltò a guardarla e nei suoi occhi di ghiaccio divampava un incendio di rabbia, Elena lo scrutò cercando di capire se fosse sicuro avvicinarsi, cercare un contatto, ma era troppo rigido, decise di usare solo le parole per il momento
«Damon… io non ero arrabbiata, o ferita… non lo avrei colpito, ha detto quel che ha detto perché è ferito»
Damon sembrò sciogliersi un po’, ma solo un po’, dentro si sentiva ancora arrabbiato
«Elena, non capisci vero?»
«Evidentemente no, spiegami!»
Disse lei tranquillamente
«Lui ha insinuato che…»
«Lo so cosa ha insinuato, Damon…»
Lo interruppe lei, poi proseguì
«Ma non è così. Lo sai tu, lo sa lui e lo so io. Perché sei arrabbiato?»
Damon non rispose, abbassò lo sguardo e cercò con tutte le sue forze di non dire quello che stava pensando. Elena più in sintonia con lui di quanto non fosse mai stata, carpì quei pensieri e disse
«Perché tu lo sai che non è così, vero? »
Damon rimase a fissare il pavimento, lei decise di sfidare il linguaggio corporeo di lui e si avvicinò. Come previsto sotto il tocco delle sue mani, il vampiro si divincolò, ma con poca convinzione. Elena riprovò a riprendergli il viso tra le mani e  quando ebbe quegli occhi di cielo fissi nei propri disse
«Devi smetterla con questa storia. Il sire bond non c’entra niente con la notte più bella della mia vita. Il sire bond non ha guidato i miei passi, i miei baci… il mio corpo. Ero io, Damon! Ti volevo io! Io! Tu non mi hai chiesto niente, sono stata io a prendere!»
Damon iniziò a sentire un po’ di quella rabbia sfumare
«È  andato a letto con Rebekah, nemmeno questo ti ha toccata?»
Disse lui senza polemica
«Lo hai fatto anche tu»
Rispose lei
«Questo non migliora la situazione»
Disse lui sottraendosi alle sue mani
«Che vuoi dire?»
Chiese confusa Elena
«Non devo ricordartela io la tua reazione»
Rispose dirigendosi verso il letto
«A maggior ragione, Damon…»
«Non capisci, Elena? È il sire bond! Senza quello avresti dato di matto! Il tuo ex che va a letto con il diavolo! Andiamo!»
Disse lui esasperato, Elena pensò a quelle parole e pensò a quando si trovò davanti Damon e Rebekah ancora sconvolti dalla notte di sesso. Sentì la rabbia vorticarle nello stomaco e ricordò quanto avesse desiderato di poter prendere a schiaffi Damon che si comportava come se non avesse fatto niente di male. Ed era così. Non stavano insieme, lei lo aveva allontanato, lo aveva ferito e lui era andato a letto con un’altra. Eppure Elena si era sentita in diritto, per qualche istante, di doverlo prendere a schiaffi. Pensando a questo trovò la serenità necessaria per rispondergli
«Damon… non dirò che non mi ha fatto male sapere di Stefan e Rebekah… perché non è così»
Il vampiro assunse un’espressione di consapevolezza ma la ragazza continuò
«Rebekah mi ha uccisa, è a causa sua se siamo finiti tutti in questo casino… e voglio bene a Stefan, gliene vorrò sempre. Io gli ho spezzato il cuore, io ho fatto l’amore con te, io non gli ho detto di noi due… non ho alcun diritto di giudicarlo, non ho alcuna voglia di giudicarlo… anche se resto preoccupata, anche se non sopporto Rebekah. Non è il sire bond, sono io, sempre io. Io amo te, Damon… lo vuoi capire?»
Quell’ultima frase fece in Damon il solito effetto: una scarica elettrica iniziale, per poi lasciare posto ad un dolore strano, latente. Elena si avvicinò di nuovo a Damon e gli prese una mano, lui non si ritrasse questa volta, era stanco, spossato. Combattere gli altri, combattere sé stesso ed ora combattere Elena? Non ce la faceva più
«Siamo ad un passo dalla cura, Bonnie e Caroline si occuperanno di Shane domani all’alba, Stefan è con  Rebekah e Jeremy sta dormendo in una stanza qui a fianco»
«Jeremy è qui?»
Chiese Damon
«Sì, abbiamo preparato le cose e siamo tornati qui, non lo avrei lasciato da solo a casa…»
«Significa che passerai la notte qui?»
«Significa che passerò la notte con te»
Fece lei decisa, il vampiro nemmeno provò a ribattere, si limitò a guardarla cercando di resistere all’impulso di baciarla e farla sua, poi sul suo viso comparve un sorriso
«Cosa?»
Chiese lei
«Pensavo che sei stata forte»
Disse lui
«Quando?»
«Oggi, ieri… in tutto questo tempo»
Elena poggiò le mani sui fianchi di Damon
«Lo dici solo perché non mi hai vista, ho pianto per quasi tutto il tempo»
«Ah! Idiozie… ti conosco da tanto e l’Elena di un tempo non sarebbe riuscita a far fuori un potentissimo originale e intrappolare il più cattivo dei cattivi»
Elena arrossì un po’ e poggiò la testa sul petto di Damon
«Non sono molto orgogliosa di aver ucciso Kol…»
«Ma era necessario»
Disse lui, poi le sollevò il viso e guardandola negli occhi aggiunse
«Era il solo modo»
Elena annuì
«Lo so…»
Mentre nella sua testa si faceva spazio una nuova consapevolezza: aveva agito come avrebbe agito Damon.
Pensò a quelle lontane, ma sempre valide, parole che Damon le rivolse tempo prima e che tanto l’avevano spaventata «Io sceglierò per sempre te».
A quel tempo non era in grado di capire come fosse possibile anche solo pensare di sacrificare qualcuno per la salvezza di un altro, ma quel giorno Elena si era ritrovata a decidere chi sacrificare per salvare l’unica sua ragione di vita: Jeremy.
Damon era ancora a due centimetri dal suo viso e lei moriva dalla voglia di baciarlo, ma quei pensieri l’avevano scossa, non si era mai messa nelle condizioni di capire le ragioni di Damon fino in fondo, ed ora si sentiva così vicina a lui che il pensiero di venire, nuovamente, respinta da lui era insopportabile. Chiuse gli occhi e disse
«Ti prego, Damon, non respingermi»
E poi si allungò a baciarlo. Damon esaudì la sua preghiera e si avvinghiò a lei e a quel bacio cancellando quella lunga settimana di problemi. La voce di Stefan arrivò come una freccia a piantarsi nella testa del vampiro «Fino ad ora lo hai usato piuttosto bene il sire bond, vero?»
Provò a non dargli retta, voleva solo esaudire le richieste di Elena, ma non ci riuscì a lungo, la staccò da se e la guardò dispiaciuto, Elena gli sorrise
«Solo stanotte, ancora una volta…»
Damon cercò la forza dentro di sé per non buttarla nel letto e farla sua
«Ti prego»
Disse ancora lei abbassando la voce e facendo scorrere le mani sul petto di lui, il vampiro socchiuse gli occhi completamente disperso nelle vibrazioni che quel tocco gli causava, strinse le mani sulle braccia di lei sperando di fermarla o di incitarla, non lo sapeva, non capiva più niente poi Elena si fermò, si sentì all’improvviso di forzarlo a fare qualcosa che non voleva, di nuovo si sentì in sintonia con il suo modo di pensare e rabbrividì al pensiero che mentre lei sarebbe stata esaudita, lui avrebbe amato con il tarlo del dubbio, logorato da un senso di colpa nel caso in cui fosse stato tutto causa del sire bond. Lei era sicura non fosse così, era certa di amarlo e di volerlo amare perché era quello che sentiva, ma non aveva modo di convincerlo. Solo dopo aver preso la cura sarebbe potuta tornare da lui dandogli la certezza che non stavano facendo nulla di sbagliato
«Prenderò quella cura»
Disse improvvisamente lei
«Spezzerò questo dannato legame e ti dimostrerò che quello che provo è reale!»
Parlava con voce sicura ma gli occhi le si inumidirono lo stesso, poi continuò
«Mi spiace averti messo nella condizione di dovermi resistere… ma una cosa la puoi fare… stringimi forte per tutta la notte, fammi dormire con te, stammi vicino…»
Damon la strinse forte e disse
«Non potrei lasciarti andare nemmeno se lo volessi… non ci sono riuscito prima… non ci riuscirò mai!»
   
 
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