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Autore: whitedeer    23/02/2013    2 recensioni
Take me è una mini storia di due personaggi di Falling in love, Trevor e Laurel.
Lei una modella, bella, spiritosa e felicemente single.
Lui un giocatore di basket, bello da mozzare il fiato, felicemente single.
Come faranno i due a contrastare i propri sentimenti e a seguire le scelte del proprio cuore?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Take me cap 2

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Questo capitolo parla di Trevor e Laurel :) premetto che non aggiunge nulla alla storia e non seguirà i periodi di Falling in love ma avrà propri periodi, propri cicli :)   

Capitolo 2

Laurel stava sistemando gli ultimi vestiti nella valigia prima di raggiungere l’aeroporto per andare a Las Vegas per il servizio fotografico che la stava aspettando.
Avrebbe indossato una magnifica collezione primavera-estate dei migliori stilisti.
Non si stancava mai di viaggiare per lavoro, forse a volte aveva pensato di rinunciare a tutto e stabilirsi in un posto dove mettere radici e trovare un altro lavoro.
Si era presa una piccola pausa, un anno sabatico per fare questa prova ma arrivò a conclusione che mettere radici in un posto non era per lei. E forse non era per lei neanche conoscere il vero amore, com’era capitato a Scarlett, a Kate e forse anche a Paige.
Viaggiare le liberava la mente, faceva il suo lavoro da modella gran parte del tempo, ma il resto del viaggio era dedicato a lei e alla scoperta di nuove città.
Sarebbe stata via due settimane, la prima settimana dedicata al lavoro e la seconda era un regalo per se stessa. Amava profondamente Las Vegas e le migliaia di luci che la illuminavano di notte, così avrebbe avuto tempo per divertirsi e rilassarsi.
Ma un pensiero la ossessionava da quella mattina.
Trevor.
Trevor era a Las Vegas e lui era venuto a sapere del viaggio tramite Kate, il che era inevitabile che avrebbero passato qualche giorno insieme.
Non le infastidiva affatto il pensiero di passare qualche altro giorno con Trevor soprattutto dopo quei tre giorni passati a casa sua.
Erano volati, il lavoro le faceva passare poco tempo a casa e l’ultimo giorno Trevor lo aveva passato con la famiglia e quindi lontano da casa sua.. lontano da lei.
Nei giorni successivi, dopo la partenza di Trevor, quando Laurel, tornava a casa e sentiva la mancanza di qualcosa. Sentiva il vuoto pervaderla. Trevor le preparava squisiti piatti italiani e avere a casa sua un bel-pezzo-da-novanta e un’ottima cucina era un’accoppiata perfetta.
E adesso l’avrebbe rivisto.
Una visita tranquilla, una cena a casa con Trevor e poi cosa il destino aveva in serbo per lei lo avrebbe visto con i suoi occhi.

Quando uscì dall’aeroporto di Las Vegas, inspirò profondamente con un sorriso stampato in viso.
Il telefono le vibrò, lo prese e accettò la chiamata.
<< Pronto? >>
<< Laurel, sono Jaxon il fotografo ma dove diamine sei finita? >> sbottò lui con tono alto e nervoso.
Sbarrò gli occhi e voltò lo sguardo sul suo orologio che segnava le undici passate.
<< Oh merda! Sono in ritardo!! >> parlò in fretta dicendo al tassista di accelerare perché era in netto ritardo per le prime foto della campagna pubblicitaria.
Il tempo era un vero tiranno.
<< Tranquilla Laurel cara. Qui non ci sono stilisti, fotografi, truccatrici e moltissima altra gente ad aspettare solo te! >> convenne il ragazzo con sarcasmo.
Al diavolo Jaxon, pensò Laurel. Non era il momento delle sue battutine e pensò bene di chiuderli il telefono in faccia mentre la sua voce squittiva nervosa.
Non poetava subirsi due tirate di orecchie, quella del fotografo e quella del direttore del giornale. Non aveva altro tempo da perdere, sarebbe andata dopo in hotel a lasciare le valige. Quando il taxi la portò al posto indicato, scese di corsa, pagò e a passi svelti si diresse allo studio.
Quando entrò decine di persone camminavano su e giù nervosamente svolgendo i loro incarichi.
<< Meno male! Tranquilla cara, non abbiamo mezz’ora di ritardo che ci verrà aggiunta domani, fa con comodo! >> convenne Jaxon girandole in torno senza esserle d’aiuto.
Sparisci, avrebbe voluto urlare ma esitò. Le serviva un’aspirina, pensò massaggiandosi la testa.
<< Ragazze truccatela e mettetele il primo vestito che vi capita sotto le mani. Su, su forza! >> urlò Jaxon con voce sicura e forte affinché tutti i presenti intorno e non, sentissero.
Avrebbe passato una tremenda giornata, ne era sicura.

 

Quando la porta della stanza dell’albergo dove alloggiava si chiuse con un tonfo, si accigliò.
<< Dannazione! >>
Aveva un tremendo mal di testa e in quel momento desiderava solo il silenzio tombale.
Posò le ultime valige nella stanza, lasciandole aperte e con i vestiti ancora dentro. Le avrebbe sistemate il mattino seguente pensò, gettandosi sul letto a peso morto.
Non era mai tornata da un servizio fotografico distrutta come lo era in quel momento. Si alzò dal letto, prese una bottiglietta d’acqua dentro il minifrigo, versò il liquido dentro un bicchiere e gettò un’aspirina. Bevve tutto un sorso. La medicina avrebbe fatto il suo dovere, a lei non restava che infilarsi il pigiama dopo il suo solito rituale e infilarsi a letto e riposare fin quando la sveglia non fosse suonata.
Tutto in regola fin quando il telefono non le squillò, si precipitò su di esso per farlo tacere, quel rumore assordante le dava alla testa e accettò la chiamata senza vedere chi fosse.
<< Ciao Belle gambe, sei arrivata a Las Vegas?? >> esultò Scarlett.
Chiuse gli occhi e sperò che quello fosse solo un sogno, perché se era la realtà,  sapeva perfettamente che non avrebbe retto molto.
<< Sì sono arrivata questa mattina, in ritardo per giunta! >> rispose semplicemente massaggiandosi la testa.
<< Dovresti mandare una lettera alla compagnia aerea.. belle gambe! >> parlò Paige con voce distante, sottolineando l’appellativo “belle gambe” con tono divertito.
Scarlett non era la sola nella conversazione, c’era anche Paige.
<< Belle gambe!? Ragazze vi prego ho mal.. >>
<< Abbiamo parlato con Trevor fino a qualche minuto fa. Ci ha detto che non ti sei fatta ancora vedere in giro, si può sapere cosa sei andata a fare a Las Vegas? >>
Come previsto le ragazze non avrebbero ascoltato una singola parola di Laurel, l’avrebbero solo tartassata di domande.
<< Sono qui per lavoro Scarlett! Ho una settimana piena d’impegni con riviste e servizi fotografici, parlerò con Trevor e gli spiegherò perché ancora non mi sono fatta vedere in giro! >>
Non capiva neanche il perché di quella frase, non trovava motivo per cui Trevor avrebbe dovuto sapere i suoi impegni, ma pur di zittire le ragazze in quel momento Laurel era disposta a tutto.
<< Come va con il figaccione Laurel? Hai intenzione di passare qualche giorno con lui? >> domandò curiosa Scarlett.
<< O magari qualche notte.. >> canzonò Paige.
Sembrò rifletterci qualche minuto poi parlò.
<< So che la prossima settima dovrà giocare a basket contro la più temuta delle squadre o una cosa del genere.. so anche dove giocherà e credo che andrò a farli visita >> aggiunse Laurel con un ghigno.
La partita di basket calzava a pennello con la sua settimana di riposo. Si sarebbe riposata la mattina, magari andando a fare shopping e la sera sarebbe andata a vedere Trevor giocare,  per la prima volta. L’idea la attraeva decisamente.
<< Hai già in mente cosa fare dopo la partita? >> chiese curiosa Paige mentre sentiva qualche risata leggera provenire dalle ragazze.
Una delle due aveva fatto qualche battuta su una possibile notte di sesso tra lei e Trevor. Scosse la testa divertita per i pensieri perversi delle ragazze e aggiunse: << Nulla di ciò che state pensando, teste calde! >>
<< Peccato, i nostri pensieri includevano maratona di sesso davanti al camino e un bel bagno caldo insieme.. allora, sei ancora sicura di non far accadere tutto ciò?? >>
Ciò che avevano detto le ragazze le fece pensare subito al corpo muscolo di Trevor, solo in boxer e lei con uno di quei completi d’intimo che tanto le piace indossare, uno di fronte all’altro e al loro fianco un camino acceso li riscaldava.
Era tutto così eccitante  e Trevor era così magnifico che al solo pensiero si accaldava. Ah! Se le piaceva l’idea.
<< Magari ci penserò su. >> le avvisò sorridente.
<< E ci farai sapere ogni dettaglio! >> aggiunse Paige avvisandola.
<< Contaci. Adesso però sono stanca e non penso di restare sveglia ancora per molto perciò buonanotte ragazze, a domani. >>
Chiuse la chiamata con le ragazze e posò il telefono sul comodino al suo fianco. Rimase immobile, girata su un fianco a pensare. Era molto, moltissimo tempo che non provava cose del genere pensando a un ragazzo. L’ultima volta fu con Duncan, il ragazzo del liceo. Non si era mai innamorato, al contrario di lei che era perdutamente innamorata di Duncan. Era una ragazzina con gli ormoni in subbuglio che non riusciva a controllare e aveva bisogno di un accompagnatore per il ballo di fine anno. Quella sera ci uscì e finirono entrambi sul sedile posteriore dell’auto di Duncan a baciarsi. Non era mai stata con un ragazzo, era un momento così intimo e particolare per lei che quando si tirò indietro perché non voleva che la sua verginità si consumasse in quel modo, lui sparì definitivamente dalla sua vita.
E ora Trevor risvegliava in lei le stesse e identiche emozioni. E aveva paura di finire nuovamente in quel modo. Era uscita con moltissimi ragazzi, anche se la maggior parte da una notte e via ma nessuno di loro, al solo guardarla la faceva sentire così viva.
Anche le ultime energie per pensare svanirono in quel preciso istante e Laurel cadde in un sonno profondo.

La settimana passò in fretta per fortuna. Non desiderava altro che rilassarsi e godersi quel viaggio a Las Vegas. Si era sentita qualche giorno con Trevor, ma solo conversazioni al telefono e qualche messaggio. Le aveva detto dove si sarebbe tenuta la partita e si era preparata fisicamente, andando a fare shopping e psicologicamente. Come si sarebbe comportata rivedendo Trevor?
Avrebbero parlato normalmente, le serviva un argomento per rompere il ghiaccio che si era formato in quei mesi distanti, l’uno dall’altra? Sospirò increspando le labbra. Tutto si sarebbe svolto come sempre.    
Quella sera si preparò, indossando un jeans scuro stretto, delle scarpe da ginnastica, una maglietta a maniche corte  e un giubbino leggero che attenuava il leggero fresco di quella splendida serata.
Il taxi la stava aspettando da qualche minuto, scese e diede le informazioni al tassista che l’avrebbe portata alla partita.
Una grande palestra, ecco dove si sarebbe tenuta la partita di basket. In una grande palestra gremita di persone di tutte le età con i loro striscioni per tifare ognuno la loro squadra. Laurel entrò osservandosi attorno stupita, era la prima volta che assisteva a una partita del genere e riuscì solo a riconoscere qualche arbitro, il resto della gente che circolava sul terreno da gioco era estraneo a lei. C’erano grossi pupazzi parlanti che intrattenevano la gente nella palestra e Laurel pensò che fosse davvero bizzarra come cosa.
Quando la folla acclamò, da una porta uscirono i giocatori delle due squadre con le loro divise e da un’altra porta delle ragazze in divisa con pompon alle mani.
Sembravano delle vere e proprie cheerleader e corrugò la fronte. Questa poi.. cheerleader a una partita di basket.
Era troppo in alto per essere notata da Trevor che osservava minuziosamente l’unica biondina che era tra le sette cheerleader. Laurel si accigliò di colpo e prima che potesse fare o solamente pensare qualcosa la partita iniziò.
A ogni punteggio di una delle due squadra le ragazze pompon in minigonna facevano la loro danza. Passi piccoli e normali, forse avrebbero fatto il lavoro grosso durante la pausa, pensò Laurel.
Osservava attentamente i passi delle ragazze e sembrò afferrare i vari passaggi. Non era di certo una ballerina professionista come Scarlett ma si ricordò che una delle tante scommesse fatte con Paige includeva anche iscriversi a una scuola di ballo per qualche settimana.
Sorrise divertita pensando che Trevor non l’avrebbe mai notata dal posto dov’era seduta ma forse, l’avrebbe notata da un altro posto..
Era una folle idea lo sapeva perfettamente anche quando raggiunse il camerino delle ragazze e indossò una delle loro divise. Le calzava a pennello. Guardò fuori dalla porta e osservò l’orologio sul megaschermo. Mancavano pochi minuti all’intervallo e così, sogghignando uscì dalla stanza e raggiunse le ragazze prendendo a seguire i loro passi.
Una cazzata vera e propria ma non le interessava, la divertiva da morire e fremeva dalla voglia che Trevor la vedesse.
Fortuna che l’intervallo non tardò e quando tutti tolsero gli occhi dal campo di gioco Laurel si fermò e prese aria bevendo un sorso dalla bottiglietta d’acqua che le porsero. Le altre ragazze pompon le rivolsero uno sguardo torvo ma non li fecero nessuna domanda, per sua fortuna.
<< Ciao principessa! >>
Quella voce era inconfondibile. Alle sue spalle se si sarebbe girata lo avrebbe visto finalmente dopo settimane intere.
Sorrise e posò l’acqua su una panchina e quando si voltò vide Trevor, leggermente sudato, in divisa bianca e celeste. I suoi occhi risaltarono ancora di più.
Laurel era rimasta paralizzata da tanta bellezza. Si era chiesta come rompere il ghiaccio e non c’era modo migliore per farlo stuzzicandosi, proprio come piaceva a lei.
Era una visione quel ragazzo e anche da sudato la eccitava! Si meravigliò lei stessa di quella sua reazione.
Sorrise osservandolo diritto negli occhi.
<< Ciao a te, e tu dovresti essere il principe azzurro.. dov’è l’asino sgangherato? >> domandò con un ghigno.
Oh sì se le era mancato!
Portò una mano al fianco e spostò il peso da un piede all’altro. Trevor le rivolse uno sguardo divertito e sincero.
<< E’ nel parcheggio. >> fece spallucce lui con un ghigno. Poi lo sguardo di Trevor cadde sui vestiti che aveva in dosso Laurel. La scrutò attentamente e anche se era una visione con quel completo, non li stava per niente a genio che tutti i ragazzi della sua squadra e di quella avversaria la vedessero in quel modo. Era troppo scoperta e lui non lo faceva per gelosia, no, era solo per il suo bene, altrimenti si sarebbe ritrovata dozzine di cetrioli a seguirla per farla solo soffrire.
<< Che cosa ci fai vestita in questo modo? >> chiese Trevor a braccia conserte senza staccare gli occhi dalla ragazza che al contrario sembrava presa dai ragazzi che la salutavano, sorridenti.
<< Sono venuta a vedere la partita, a proposito ottimo tiro da tre punti, quello di prima. >> aggiunse sorridente rivolgendoli finalmente l’attenzione.
<< Non cambiare argomento! >>
<< Era solo un complimento.. >> rispose in sua difesa Laurel.
<< Come mai hai la divisa da cheerleader? >>
<< Ma voi Hart siete dalla nascita così o lo diventate con il tempo? >> sbuffò Laurel roteando gli occhi.
<< I miei vestiti sono nel camerino delle ragazze pompon, sta tranquillo mamma chioccia, so badare a me stessa! >> schioccò la lingua Laurel.
E non appena Trevor aprì bocca per ribattere alla sua battuta, la campanella suonò e la partita riprese.
Avrebbe finito il discorso a partita conclusa, pensò Trevor.
Nel frattempo Laurel non aveva alcuna intenzione di togliersi la divisa da cheerleader, anzi aveva tutte le intenzioni di continuare il balletto con le ragazze. Infondo a lui non dispiaceva  vederla conciata in quel modo, anzi.
Sapeva perfettamente com’era il suo fisico ormai, l’aveva vista il primo giorno di permanenza a casa sua con un completo sexy blu cobalto. Era un completino dal “vedo non vedo” e lasciava tutto all’immaginazione.
Il sorriso di Laurel lo contagiava e per tutto il resto della partita non riuscì a concludere granché. I suoi occhi caddero più e più volte su Laurel che sorrideva e seguiva i passi delle altre ragazze.  Se continuava di questo passo, sarebbe entrata nella squadra delle cheerleader, pensò Trevor divertito.
Era davvero bella.
E prima che la sua mente potesse pensare anche solo un’altra piccola cosa su Laurel i suoi pensieri furono interrotti da una palla, lanciata da chissà chi che finì proprio sul suo volto.
Laurel avrebbe voluto urlare per avvisare Trevor della palla che lo avrebbe colpito di lì a poco, ma il chiasso copriva la sua voce che se pur si sforzasse non riuscì a farsi sentire.
Non appena la palla colpì il volto del ragazzo, la partita finì e Laurel tirò un sospiro al suono della campanella.
<< Oh mio dio Trevor, stai bene? >> chiese Laurel avvicinandosi a grandi falcate a Trevor che si era appena seduto su una sedia libera.
<< Sì sto bene. >> grugnì quasi massaggiandosi lo zigomo sinistro.
<< Ci vediamo all’entrata del parcheggio tra quindici minuti, d’accordo? >> propose Trevor prima che la sua attenzione fu richiamata dall’allenatore.
<< Sì, ok. >> Laurel annuì e si avviò verso lo spogliatoio delle ragazze dov’erano i suoi vestiti e si cambiò in fretta.
Non l’avrebbe mica sgridata per la pallonata che gli era arrivata in faccia?, pensò Laurel con un cipiglio. Infondo era colpa sua se non aveva tolto lo sguardo dal suo corpo.
Non faceva freddo, anzi l’aria a Las Vegas era davvero piacevole, guardò l’orologio al polso e controllò l’ora. Doveva aspettare ancora qualche altro minuto, mentre molti ragazzi delle due squadre uscivano dalla palestra e si avviavano verso le loro macchine.
Dopo qualche minuto, per ultimo, arrivò Trevor, in maglietta grigio chiaro a maniche corte, un pantalone di jeans leggermente consumato sulle cosce, scarpe da ginnastica e borsone in spalla.
<< Di solito è la donna quella che fa ritardo, non te l’ha mai detto nessuno? >> lo stuzzicò lei camminando al suo fianco.
Aveva assunto un atteggiamento più rilassato e la osservava con sguardo divertito.
Trevor avrebbe voluto dirle che si era comportata da incosciente e per giunta si era beccato anche una pallonata in volto per colpa sua, e faceva ancora male il dolore, ma quando la vide e quando vide il suo sorriso, non riuscì a spiccicare neanche una parola. Quella ragazza era un vero e proprio caos. Era riuscita, con la sua sola presenza a combinare di tutto. Si era messa in mostra con il completo da ragazza pompon, aveva distratto Trevor che aveva portato la sua attenzione sul corpo della ragazza e gli aveva fatto beccare una pallonata in faccia.
Come faceva a rimanere così calmo senza sbraitare per il suo comportamento da incosciente si meravigliò anche lui.
<< Dove stiamo andando? >> chiese Laurel osservandolo con la coda dell’occhio.
<< Alla mia macchina. >> rispose semplicemente Trevor, fermandosi dinanzi alla sua Audi r8 grigia metallizzata.
Trevor cliccò un semplice pulsante sul telecomando e la macchina si aprì. Voltò lo sguardo verso Laurel che osservava la macchina incantata, a bocca aperta.
<< Ti presento il mio asino sgangherato.. >> rise Trevor posando il borsone sul sedile posteriore dell’auto.
Molto piacere pensò Laurel incantata.
Doveva ammetterlo. Trevor era da mozzare il fiato e forse non si aspettava un’auto del genere al suo fianco, ma adesso doveva ricredersi.
Trevor fece il giro e aprì la portiera alla ragazza come un vero gentiluomo.
<< Entra e non fare complimenti. >> aggiunse Trevor quando Laurel si accomodò sul sedile, affianco a quello del guidatore.
Quando Trevor la raggiunse e mise in moto la macchina, riuscì a sentire la potenza di quell’auto. Doveva avere molti cavalli.
Prima di partire Trevor si guardò ancora una volta il leggero livido che si era formato sullo zigomo e lo tastò delicatamente.
<< Uuh.. deve fare davvero male. >> proruppe Laurel con una smorfia osservandolo. Posò una mano sul suo mento e voltò lo sguardo di Trevor nella sua direzione. Laurel scrutò attentamente non solo la ferita ma l’intero viso del ragazzo.
<< Non tanto, ma se continui a premere con le dita allora sì che fa male. >>
<< Oh scusa. >> sogghignò Laurel togliendo la mano dal viso di Trevor.
La macchina era ancora in moto ma Trevor non voleva partire.
<< Lo sai che sei stata una vera incosciente prima a comportarti in quel modo? >> parlò lui e finalmente partì uscendo dal parcheggio.
Laurel alzò le sopracciglia aprendo un po’ la bocca colpita da quelle parole.
<< Che cosa? >>
<< Hai capito bene. Non capisco perché ti sia voluta mettere in mostra insieme alle cheerleader! >>
<< A me non sembrava ti dispiacesse il fatto, visto che non mi toglievi gli occhi di dosso! >> borbottò Laurel a braccia conserte rivolgendo lo sguardo al traffico dinanzi a sé. La voce di Laurel era come un sussurro e pensò che forse Trevor non l’avesse sentita.
Invece. Trevor l’aveva sentita eccome ma continuò cercando di evitare di darle una risposta. << Come ti fa in testa di venire a vedere una partita di basket, metterti un completino da ragazza pon-pon e creare subbuglio? >> continuò Trevor lasciando perdere le sue parole.
<< Subbuglio? Stavo soltanto facendo qualche passo, non penso di essermi messa a saltare per tutta la palestra interrompendo la partita. >> disse in sua difesa.
Non credeva davvero che potesse rinfacciala in quel modo.
<< Mi hai distratto! >> disse Trevor osservandosi attorto, tutto purché evitare lo sguardo truce di Laurel.
<< Distratto? Ma se non toglievi gli occhi dalle cheerleader neanche per vedere chi dei ragazzi avesse fatto canestro! Eri abbindolato dalla bionda che era al mio fianco e si vedeva lontano un miglio! >>
<< La bionda? >> Non si era neanche accorto che tra le ragazze c’era anche una bionda, forse l’aveva intravista, ma l’unica ragazza che aveva continuato a osservare per tutta la partita era solo Laurel. Solo lei.
<< Sei tu che mi hai distratto, per metterti in mostra e farti vedere dai ragazzi, con quella minigonna che non ti copriva abbastanza! >> Trevor non si accorse di non riflettere su ciò che stava dicendo. Forse stava parlando troppo.
<< Un momento. >> Laurel s’incupì e voltò lo sguardo nella direzione del ragazzo. << Ti ha dato fastidio com’ero vestita? Sei.. >>
<< No, no, no. Non è quello che pensi! >>
<< Sei geloso! >> Laurel gli puntò il dito contro come se fosse un assassino.
<< Non sono.. non sono geloso. Penso soltanto al tuo bene, mi hai detto che molti ragazzi ti hanno solo usato. E dopo quello che hai fatto questa sera, non credo che passerai inosservata dai ragazzi della squadra.. e fidati loro non sanno nulla dell’amore! >> Concluse Trevor fermando la macchina davanti casa sua e uscendo prese anche il borsone.
<< Tu sei geloso! >> continuò a ripetere Laurel mentre lo raggiungeva all’interno della casa ripetendo le stesse parole.
<< Io. Non. Sono. Geloso! >> sottolineò Trevor bloccandola tra la porta e il suo corpo, chiudendo la porta con un tonfo.
Erano vicini. Vicinissimi. Tanto che ognuno sentiva il respiro forte e intenso dell’altro. I due si guardarono a fondo e un silenzio calò nella stanza vuota. Si sentivano solo i loro respiri che non avevano alcuna intenzione di tornare alla normalità, mentre il cuore batteva all’impazzata nel petto di Laurel.
Le mani di Trevor erano posate sulla porta all’altezza del volto di Laurel e il suo corpo così vicino le impediva qualsiasi movimento. Il borsone era caduto ai loro piedi, mentre i loro nasi si avvicinavano.
Gli occhi di Trevor caddero prima su quelli celesti e pieni di desiderio di Laurel e poi sulle sue labbra umide e carnose.
La voleva baciare, ma se lo faceva dimostrava che in realtà lui era geloso, anzi gelosissimo di ciò che era accaduto un’ora prima durante la partita. Ma il desiderio di assaggiare le sue labbra era devastante. L’aveva già baciata un bacio veloce, quasi di sfuggita, qualcosa che a lui non stava affatto bene. Desiderava baciarla ardentemente e passionalmente come mai aveva fatto e se qualcuno non avesse sfondato quella porta, forse avrebbe anche fatto la sua mossa.
<< E tu Trevor che ne sai dell’amore? >> Laurel riportò l’attenzione di Trevor sui suoi occhi con quella domanda.
Il cuore le batteva ancora e non riusciva a farlo smettere o a controllarlo in qualche modo, anche solo pronunciare quelle parole risultò difficile per la ragazza, che cercava di capire perché quella reazione spontanea di Trevor.
Trevor si allontanò da lei molto lentamente tenendo lo sguardo nei suoi occhi.
<< Molte più cose di quanto pensi. >> parlò con voce roca e profonda, talmente profonda da far accaldare Laurel che arrossiva.
Trevor non avrebbe aspettato un altro singolo momento prima di gettarsi su di lei e divorarla con i baci, portandolo al culmine del piacere e dovette far appello a ogni muscolo del corpo per non agire e si domandava perché ancora non faceva la sua mossa.
Laurel decise di  smozzare quell’atmosfera leggermente imbarazzate tra i due e decise di perlustrare la casa. << Questa è casa tua? >>
<< Sì. Resterai qui questa notte, è passata la mezzanotte ormai e ti riporterò in albergo domani, ok? >>
Laurel non voleva controbattere perciò si limitò ad annuire semplicemente.
Dopo averle mostrato l’intera casa e la stanza in cui avrebbe riposato, Trevor scese in cucina a farsi una birra e accese la tv, senza però guardarla.
Quella ragazza era un vero caos ma le piaceva davvero la sua compagnia. Era la prima ragazza che lo stuzzicava continuamente e lo eccitava, la desiderava.
Sentì dei passi arrivare dietro di lui e si voltò osservando la figura non molto minuta dinanzi a lui.
<< Ho indossato questa tua maglia, credo che la userò come pigiama  per questa notte, spero non ti dispiaccia. >> parlò Laurel afferrando una mela rossa che era nel cestino della frutta, addentandola.
Indossava una maglia nera a maniche corte, lunga quasi metà coscia. La sua maglia preferita, autografata personalmente da David Guetta, mai indossata da Trevor prima di allora e adesso l’aveva indossata Laurel.
Sbarrò gli occhi ma di provare rabbia per quel suo gesto, gli piaceva da morire come le stava la maglia.
<< No.. tranquilla. >> Tranquillo un corno. Quella ragazza ne stava combinando una dietro l’altra e Trevor non sarebbe rimasto al suo posto ancora per molto tempo. Ogni cosa che faceva la rendeva sexy ai suoi occhi.
Quella maglia le stava d’incanto e Trevor desiderava ardentemente sfilargliela con le proprie mani.
<< Oh bene. Allora.. buonanotte. >> parlò quasi sussurrando le ultime parole Laurel avvicinandosi a Trevor e alzandosi sulle punte gli lasciò un leggero bacio sulla guancia, quasi vicino all’angolo delle labbra.
Quando il volto della ragazza si allontanò da quello dell’uomo di qualche centimetro, si accorse che la mano di Trevor si era posata sulla sua schiena bloccandola.
Rimasero qualche secondo così, entrambi a fissarsi negli occhi a scrutarsi l’un l’altro.
<< Ti piace proprio provocarmi, eh? >> sussurrò Trevor a qualche centimetro di distanza dal suo volto.
<< Mi sei mancato.. >> le parole di Laurel uscirono così senza rendersene conto. In petto il cuore sembrò esploderle e quando si accorse di averle dette ci rifletté su. Stavano parlando da ore ormai e si accorse di non avergliele ancora dette. Perché la verità era quella. Trevor le era mancato davvero e voleva che lui lo sapesse.
Trevor indietreggiò il volto di qualche centimetro, mentre il braccio che le cingeva la vita non la lasciava.
Mi sei mancato.. Forse stava sognando, ma in realtà quelle parole li arrivarono chiaro e tondo. Nel sentire quelle parole si meravigliò di come fosse stata spontanea nel pronunciarsi. La verità era che anche Laurel le era mancata e tanto.
<< Anche tu mi sei mancata, tanto.. >> parlò con un sussurro Trevor avvicinando il suo volto a quello della ragazza. Non gliene fregava un emerito cazzo se era incazzato con lei per quello che aveva combinato in palestra. Non gliene fregava nulla. Adesso l’unica cosa che importava a Trevor era baciarla. Perché era l’unica cosa che desiderava ardentemente da quando l’aveva rivista e quella volta non voleva il solito bacio della buonanotte e tanti saluti. No, quella notte l’avrebbe baciata come desiderava.
Laurel non poté credere di sentire quelle parole pronunciate da Trevor e rimase scioccata fin quando le sue labbra non si posarono sulle sue, premendole. Giocò un po’ con la lingua affinché le dischiudesse e quando Laurel si lasciò trasportare da quella passione travolgente, lasciò sfuggire un gemito che Trevor raccolse nella sua bocca. Le loro lingue s’incontrarono, giocarono, in una danza di passione e Laurel si lasciò trasportare dentro quella passione. Nessuno dei ragazzi con cui era stava, nessuno di loro l’aveva baciata in quel modo e le piacque che il primo fu proprio Trevor.
I loro corpi erano attaccati e le mani di Trevor percorrevano ogni singolo centimetro di pelle di Laurel fin quando non tastarono il sedere semi scoperto della ragazza poiché la maglia che aveva addosso si era alzata. Le prese interamente le natiche con le sue mani con una presa forte e Laurel si trovò ad avvolgere con le gambe i suoi fianchi per non cadere, mentre le sue mani erano ben salde sulle sue spalle.
La passione e l’attesa di quel momento li stava distruggendo, si stavano mangiando l’un l’altro. Troppo tempo ad aspettare, troppo.
Trevor riuscì a raggiungere la sua camera e in un attimo Laurel si trovò distesa su un letto con la maglia che copriva solo i seni, lasciando scoperta l’intera pancia.
La sovrastò con il corpo, ma senza farla male e la mano di Trevor s’inserì sotto quel pezzo di maglia arrotolato e afferrò uno dei due seni scoperti, stringendolo nella sua mano per poi stuzzicarlo e Laurel lasciò sfuggire un altro gemito di piacere per quella delizia che Trevor le stava facendo.
Era quello che entrambi desideravano da mesi e mesi, era quello che Laurel sperava di ricevere da Trevor e anche per il ragazzo era lo stesso. Ma in quel momento sentiva che per quando desiderasse Laurel in quel momento.. non poteva svolgersi così e in quel modo. Non si conoscevano ancora abbastanza, sapevano poco l’uno dell’altro e Trevor non voleva commettere lo stesso errore degli altri ragazzi, ferendola, sapendo che tra qualche giorno tutto sarebbe ritornato come prima. Lei a Londra e lui a Las Vegas, ognuno distanti dell’altro. Per quanto fosse difficile, Trevor allontanò il suo volto da quello della ragazza che quando aprì gli occhi, intravide le sue pupille dilatata dal desiderio e un colore che sfumava sul blu intenso.
<< Che c’è? Non andava bene? >> chiese Laurel inclinando la testa da un lato.
<< No, sei perfetta. >> e agli occhi di Trevor era così. << Ma non sei ancora pronta per andare oltre. Ed entrambi siamo parecchio stanchi.. >> gli risultò difficile lasciarla così interdetta quando tutto andava a meraviglia tra loro, ma doveva farlo. Laurel si allontanò un po’ dal volto del ragazzo e si mosse per uscire da quella presa. Non capiva il perché di quella reazione improvvisa di Trevor. Prima la baciava, la saziava e poi le diceva che non era pronta? Davvero non lo capiva quando faceva così.
Trevor si accorse che Laurel stava per andare via e la bloccò ancora sotto di lui, senza farla male, impedendo ogni movimento. << Dormi con me questa notte Laurel, non farò nulla tranquilla, voglio solo averti qui vicino a me per stanotte.. >>
Era la prima volta che Trevor pronunciava il suo nome con un tono roco e sexy come aveva fatto in quel momento. Non farò nulla tranquilla.. beh a Laurel non sarebbe dispiaciuto se tra loro fosse successo qualcosa quella notte. Il tono di voce di Trevor era così dolce e persuasivo che la convisse. Annuì e Trevor spostò il suo peso di lato per non persale troppo, tirandosela dietro e stringendola al suo corpo, in un abbraccio.
<< Non sono come gli altri ragazzi, Laurel. >> sussurrò Trevor lasciandole un bacio sul capo. Quando si accorse di non ricevere alcuna risposta dalla ragazza, spostò lo sguardo su quello di lei e si accorse che si era assopita.
Laurel era un caos.. ma gli piaceva.

 

NOTE FINALI
Ciao a tutte ragazze :D ecco postato il secondo capitolo della mini storia di Laurel e Trevor. Che ve ne pare?? :3 E’ di vostro gradimento??
Come avrete notato Laurel è a Las Vegas per un set fotografico ma decide di prendere una settimana in più per riposarsi.. e che riposo direi ahaha.
Laurel ne combina una dietro l’altra al povero Trevor, che comunque non è infastidito dalla sua presenza.. anzi ;D
Che ne pensate di Laurel cheerleader?? aahaha  carina non è vero?? xD
Riguardo al finale avevo deciso di concludere in maniera diversa, ma poi ho pensato che un bacio non guastava :)
Spero che nel complesso vi sia piaciuto l’intero capitolo e vorrei aggiungere per chiunque leggesse la storia che non sono un’esperta nel basket, anzi non ci capisco quasi nulla, perciò se a qualcuno di voi piace questo sport e notate qualche piccolo errore vi chiedo immensamente scusa U.U
Vorrei infine ringraziare le ragazze che hanno recensito la storia e le ragazze che la seguono :3 GRAZIE!
Per chi vorrà lasciare una recensione e dirmi cosa ne pensa del capitolo e di ciò che ne sta uscendo, sono qui pronta ad ascoltarvi :D
Vi mando un bacio!
Betta <3

   
 
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