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Autore: swaggosauro    23/02/2013    9 recensioni
Ride. – Dai Ronnie, non posso esserti così antipatico!
- Invece si. Sei arrogante, credi che tutto giri intorno a te, sei falso, fai l’infame con me anche se non mi conosci mentre con le hostess sei tutto carino e coccoloso.
- Ca… Carino e coccoloso? – Dice lui in risposta e trattiene una risata. È insopportabile.
- Vedi? Di tutto ciò che ti ho detto non hai ascoltato una parola.
- Perché quello che hai detto non ha fondamenta! Mi conosci si e no da venti minuti.
- Beh, mi sono bastati.
- Non sai niente di me.
- Allora raccontami di te. Vediamo se riesci a farmi cambiare idea.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Ronnie, Ronnie, Ronnie!
Non faccio in tempo a voltarmi per vedere chi sta urlando a squarciagola che una ragazza/elefante mi atterra sullo stomaco.
- Non puoi immaginare cos’è successo! – continua la ragazza/elefante saltellando sulla mia pancia. – Te lo devo assolutamente raccontare! Allora, ero alla caffet-
Levati dalla mia pancia, Joyce! –urlo con la voce da cornacchia buttandola per terra.
Prende una botta talmente forte sul sedere che mi aspetto che si divida il pavimento.
Joyce sembra non curarsene, dato che salta subito in piedi e vola sul mio letto.
Mi chiedo cosa ci fosse nella colazione.
- Ero alla caffetteria con Zayn e mi ha ODDIO NON CI POSSO CREDERE RONNIE – urla la pazza.
Batte le mani ed emette strani gridolini mentre io la guardo impassibile.
Probabilmente sono in un manicomio, altro che scuola.
Probabilmente ora la risata di Joyce diventerà bassa e grave, le usciranno forbici dai denti e inizierà a tagliarmi in mille pezzi.
Cucinerà del sushi con le mie orecchie.
- Ma la storia vuoi sentirla o no?
Joyce mi sta fissando. Oh no, mi ero persa.
- Ehm, certo. Dimmi – borbotto portandomi una bottiglietta d’acqua alla bocca.
Io e Zayn stiamo insieme! – urla.
Il mio timpano sinistro va a preparare le valigie.
Ci credi? E’ fantastico!
Il timpano sinistro sale sull’aereo con un biglietto di sola andata.
Joyce continua a urlare come una psicopatica, mentre io attendo che arrivi qualcuno a buttare giù la porta della stanza per salvarmi.
Non arriva nessuno.
- State seriamente insieme? Tu e il Kebabbaro? – chiedo sorridente.
Joyce prende un coltello cuscino e me lo lancia addosso. – Si chiama Zayn, non Kebabbaro.
- Come vuoi – borbotto – comunque sono felice per te, finalmente finirai di sbavare ogni volta che lo vedrai!
– Ti odio -. Joyce ride.
- Non puoi, nessuno può. Sono adorabile.
- Si, come no.
- Zayn mi batte?
Risatina da Joyce innamorata.
- Oddio, non smetti comunque di sbavare – esclamo io inorridita.
Altro bazooka cuscino addosso.
In quel momento il cellulare di Joyce suona.
Salto stile pantera adrenalinica verso il telefono e lo afferro prima che Joyce mi possa tirare un pugno nello stomaco.
Zayn, salvami – grido nella cornetta – la tua pseudo-ragazza non fa altro che parlare di te e sbava e va in iperventilazione ogni secondo, salvami!
Vorrei aggiungere qualcos’altro, ma Joyce mi spinge giù dal letto e ruba il cellulare.
Ahia, che male al sedere.
Joy non se ne cura e parla al cellulare. – Zayn dice che sei strana – afferma.
Massaggiandomi il sedere mi alzo. – Io dico che lui è un kebabbaro.
 
Non devo farmi scoprire non devo farmi scoprire non devo farmi scoprire
Cammino silenziosamente nei corridoi della biblioteca. Mi aspetto che Miss Silent sbuchi fuori all’improvviso con un’ascia in mano ed una scimmia che sbatte tra loro i piatti della batteria al guinzaglio.
Non succede. Vado avanti.
Finalmente raggiungo il reparto dei libri di Storia, quello che mi serve. Ci metto una decina di minuti a trovare il libro che la professoressa di Storia ha chiesto e mi avvio verso il bancone del noleggio libri.
Faccio per uscire, quando lo vedo.
Una massa di capelli ricci simili al pelo di un labrador che ha appena corso attraverso le cascate del Niagara mentre uno scoiattolo gli lanciava dei palloncini addosso.
La massa di capelli si sposta, fino a quando vedo il viso.
Harry, seduto a uno dei tavoli della biblioteca, mi sta guardando.
I capelli sono più flosci del solito, gli occhi verdi come sempre.
A questo punto dovrei:
a – Salutarlo.
b – Andare al suo tavolo, salutarlo e chiedergli come sta.
c – Mandarlo a quel paese.
Al posto del cervello evidentemente ho pastafrolla, dato che alla fine creo l’opzione
d – Guardarlo e poi scappare senza dire una parola.
Distolgo lo sguardo da quegli occhi verde smeraldo e mi affretto ad uscire dalla biblioteca.
 
La scuola ha due bar, i giardini, la piscina, il ristorantino, il cinema.
E con tutti questi posti l’ho beccato proprio in biblioteca.
Sono immersa nei miei profondissimi pensieri mentre cammino a velocità supersonica via dalla biblioteca quando una mano mi tocca la spalla.
Mi fermo.
- Ronnie..
Battito cardiaco: 190.
Mi giro, trovandomi davanti Harry Styles.
Sto respirando? Devo respirare. Espira inspira espira inspira.
Non so con quale forza dico – Chi non muore si rivede – ma lo dico.
Harry annuisce. Bene.
- Voglio parlarti… - dice.
Stavolta annuisco io. Sembriamo una coppia di opossum ritardati.
- Che ne dici di andare al bar? – chiedo. Lui sorride.
Battito cardiaco: 210.
 
- Allora, come stai? – chiede Harry mentre bevo il mio frullato di mirtilli.
Male – Bene – mi manchi mi manchi – vado avanti a studiare e a sopportare Joyce che si è fidanzata – rispondo sorridendo.
- Si, Zayn me l’ha detto. Stanno bene insieme – ribatte Harry. Annuisco.
C’è un minuto di silenzio.
- Ronnie, mi dispiace.
Guardo il bicchiere ed Harry continua a parlare. – Non avrei dovuto picchiarlo, lo so, mi dispiace tanto.
Sollevo le spalle e lo guardo. – Ehi, ti ho già perdonato.
Probabilmente Harry ha l’udito di mio nonno perché continua a parlare. – Non avrei dovuto prenderlo a pugni ma mi dava così fastidio il fatto che tu fossi sua e non mia.
Lo guardo con gli occhi sbarrati mentre lui si morde un labbro.
Battito cardiaco: 0.
 
Penso di aver perso l’uso della parola.
- Ronnie? Ci sei?
Harry mi sventola una mano davanti al viso.
- Ripeti l’ultima frase.
- Ma non penso che…
- Ripetila.
Styles mi guarda negli occhi. – Mi dava così fastidio il fatto che tu fossi sua e non mia.
Riprendo a respirare e il mondo torna a girare.
Mi trema il mignolo destro.
- L’hai picchiato perché eri geloso? – chiedo.
Harry ride e io mi sciolgo. – Non l’avevi ancora capito?
Scuoto la testa.
- Avrei voluto picchiarlo quando avete parlato in ospedale, quando lui ha detto che gli piaci.
 
Sento la porta cigolare, ma non ci faccio caso. – Dici davvero?
Annuisce, arrossendo violentemente. Ho un sorriso a trentadue denti stampato in faccia.
- Anche io… - dico – Anche io sono pazza di te, se si può dire. O meglio, io sono pazza già di mio, ma tu mi piaci molto, Niall.
Mi sembra di essere in terza elementare, di essere ancora quella piccola bambina cicciottella con i codini.
Sorride, felice. E io faccio lo stesso. Dei passi echeggiano nel corridoio, sarà qualche infermiera.
 
Non era l’infermiera. Era Harry.
- Avrei voluto picchiarlo quando ti ha portata al cinema.
 
- Scusate se vi ho interrotti – dice. E’ seccato, lo si vede dal suo viso corrucciato. – Ma volevo dirti – si rivolge a me – che stasera pensavo di passare a prenderti alle otto e mezza, ti va bene?
Cosa? Oh. Stasera.
 
- Avrei voluto picchiarlo quando è stato lui il motivo di un nostro litigio.
 
- Che c’è, adesso non posso uscire con una ragazza che subito mi viene fatta la ramanzina? E poi proprio tu, Ronnie. Io non posso vedere ragazze ma tu puoi uscire con Niall, giusto?
Non so cosa rispondere. Non so cosa fare, dove andare, non so nulla. Semplicemente lo guardo, sul punto di piangere.
- Si, è vero. Mi sto vedendo con Jennifer.
Mi guarda, furioso, ormai in piedi di fronte a me. – E penso che sia una ragazza simpatica, e anche carina.
Il groppo che mi si è formato in gola si fa sentire. Fisso i suoi occhi verdi e luminosi, di solito sempre allegri e così pieni di dolore e rabbia in questo momento.
- Che ti succede, Ronnie? Sei gelosa?
Cosa? Gelosa? No. No, no, no.
- Tu hai Niall, se non sbaglio. Hai scelto lui. Quindi va’ dal tuo ragazzo, adesso, e smettila di rinfacciarmi qualcosa che non ho fatto. Hai preso la tua decisione, e io ho preso la mia. Fine della storia.
 
- Avrei voluto picchiarlo ogni volta che ti sfiorava, che ti toccava, che ti baciava. Avrei voluto picchiarlo perché al suo posto ci sarei dovuto essere io, non lui.
Continuo a guardare Harry, incapace di parlare e con qualcosa in gola.
Lui mi prende le mani sopra il tavolino in legno e continua a parlare, non distogliendo il suo sguardo dal mio. – Ronnie – dice e sembra che il mio nome sia stato creato apposta per stare sulle sue labbra – Niall è un bravo ragazzo e se sceglierai lui mi andrà bene, ma ti dovrà trattare come una principessa. Può essere più bello, più simpatico, più intelligente o dolce di me, ma non ti amerà mai come faccio io.
Deglutisco. 
- Io.. – inizio e tiro su col naso. – Io ho passato tanto a pensare a voi due.
Faccio una pausa o potrei esplodere.
- Pensavo a te, pensavo a Niall, pensavo al suo viso, alle sue battute, alla sua dolcezza…
Harry abbassa lo sguardo e mi lascia le mani. – Quindi hai già scelto – sussurra.
Lo ignoro, come sempre. – Pensavo a tutto questo, ma poi, invece di chiedermi cos’è che ha, mi sono chiesta cosa non ha.
Il riccio mi guarda. Le guance sono più rosse del solito.
- E lui.. Lui non è te.
Ritardato com’è, Harry ci mette un po’ a capire.
Ma quando lo fa, sorride come non mai.
E’ uno di quei sorrisi paurosamente belli, di quelli in grado di sciogliere il cuore.
Uno di quei sorrisi che ti fanno pensare “Sorridi tu, sorrido io”.
Si alza e fa il giro del tavolo. Resto seduta e lo guardo, sorridente. E’ un angelo, perfetto in ogni cosa. Si ferma davanti a me e s’inginocchia per essere alla mia altezza.
- Posso? – sussurra avvicinandosi alle mie labbra.
Sorrido. Le sue labbra si posano sulle mie mentre il mio cuore esplode definitivamente.
E per la prima volta so di essere esattamente dove devo essere.

Perchè il mio posto è ovunque ci sia lui.














AIUTO SONO FELICE PER RONNIE SI SONO BACIATI AIUTOOO

  
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