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Autore: ___Harryseyes    23/02/2013    2 recensioni
“Che fine ha fatto Harry?” Sputai quelle parole tutte insieme.
“Sei in pensiero!” Ammiccò.
“Liam, fai poco lo spiritoso e parla!” Lo ripresi.
“Non preoccuparti, non ti ha chiamata perché ha studiato molto in questi giorni. Ed è raro!”
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Liam Payne
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Bussai alla porta e un istante dopo mio fratello la aprii e mi sorrise. Era bello come quel sorriso mi facesse sentire bene, aveva sempre avuto quel potere su di me. Mi faceva dimenticare il motivo per cui ero triste o confusa e, per un attimo, stavo meglio.
“Ciao.” Lo salutai e gli posai un bacio sulla guancia. Poi gli mostrai la pianta che avevo comprato a mia madre, sperando che gli piacesse. Avevo comprato un’orchidea perché amavo quei fiori e sapevo che mia mamma pensava lo stesso. Anche se le piante erano regali innocui, lei li aveva sempre apprezzati e avevo pensato che comprargliene una quel giorno le avrebbe fatto piacere.
“A mamma piacerà di sicuro.” Mi fece entrare e continuò a parlare. “Tra un’ora ci incontriamo con mamma e papà al ristorante.” Mi informò subito.
“Non andiamo tutti insieme?” Mi sembrava strano che non andassimo insieme, dato che Nate e loro abitavano uno di fianco all’altro.
“No. Sono usciti stamattina presto perché dovevano fare delle commissioni.” Rispose mentre sorseggiava il suo caffè. “Ne vuoi un po’?”
“No. Ho fatto colazione al bar.” Stavo ancora pensando all’incontro di quella mattina ed ero piuttosto assente, infatti Nate se ne accorse subito.
“Che hai?” Mi chiese avvicinandosi e posando la tazzina di caffè sul tavolo.
“Un po’ di confusione.” Dissi vaga per non farlo preoccupare più del dovuto.
“Ho capito di cosa si tratta e sai cosa ne penso.” Annuii e mi sedetti di fianco a lui. Forse prima di quella mattina avrei potuto prendere in considerazione l’idea di ascoltare i suoi consigli. Ma dopo aver parlato con Harry non ci avrei pensato lontanamente a quello che mi aveva detto mio fratello. Non volevo più chiarire niente.
“Che facciamo ora?” Chiesi come una bambina ridendo e cercando di togliermi dalla testa quei pensieri.
“Ti va di fare una passeggiata?” Annuii e mi misi subito in piedi, pronta ad uscire.
 
Uscimmo di casa e iniziammo a girovagare a vuoto parlando del più e del meno. Chiesi a Nate come procedevano i preparativi per il matrimonio e fui felice di sapere che mancavano solo piccoli particolari.
“Sarà tutto perfetto.” Dissi con aria sognante. Forse un giorno anche io mi sarei sposata, forse ancora dovevo trovare la persona giusta. Ma non mi ci vedevo a stare con una persona e ad avere una relazione seria. Non ero una di quelle persone che si affezionava facilmente agli altri e, se in passato era successo, ero sempre rimasta delusa da come era finito tutto. All’inizio davo sempre la colpa agli altri per quello che accadeva, ma dopo un po’ di anni avevo capito, che ero io che non volevo legarmi troppo alle persone e, in un modo o nell’altro, le allontanavo.
“Non preoccuparti, arriverà anche il tuo momento.” Mi sorrise rassicurante mio fratello mentre mi cingeva le spalle con un braccio, con fare protettivo. “Quando eri piccola dicevi sempre che ti saresti sposata e avresti avuto quattro figli.”
“Quattro?” Spalancai gli occhi sorpresa dalle fantasie che avevo avuto da bambina.
“Dicevi che il primo figlio lo avresti avuto a venticinque anni perché dopo era troppo tardi.” Non appena finì di raccontarmi quel particolare iniziammo tutti e due a ridere.
Con il passare degli anni le mie idee erano completamente cambiate riguardo quell’argomento e le mie priorità erano mutate radicalmente.
“Per una bambina che pensava di fare la principessa da grande questa era un’ambizione giustissima.” Affermai fintamente seria, pensando a quanto mi mancava essere piccola e spensierata.
“Sei cresciuta bene Meg.” Disse Nate sorprendendomi profondamente con quell’affermazione. Io pensavo tutt’altro.
Anche se mi piaceva essere indipendente e libera com’ero, caratterialmente mi sembravo ancora una bambina incapace di rapportarsi bene con gli altri.
“Forse fisicamente, forse con gli studi, ma i miei rapporti con gli altri non sono cambiati.” Ammisi più con me stessa, che con lui.
“Non la penso così. Sei maturata molto.” Sorrise e poi con una scrollata di spalle cambiò discorso in un batter d’occhio. “Credo sia ora di andare.”
Guardammo l’orologio contemporaneamente e ci rigirammo per andare all’appartamento. Una volta rientrati prendemmo le nostre cose e salimmo in macchina, pronti alla tortura mensile.
 
Nate fermò la macchina e mi fece scendere per parcheggiare meglio. Guardai attentamente mio fratello mentre faceva le dovute manovre e, una volta che ebbe finito, mi guardai intorno alla ricerca dei miei genitori. Eravamo in perfetto orario e i miei genitori di sicuro non sarebbero arrivati in ritardo, non era da loro.
Nate mi raggiunse e prese il telefono. “Li chiamo per vedere dove sono.” Mi  disse mentre iniziava a comporre il numero.
La telefonata durò poco e appena fu finita Nate mi avvisò che avrebbero ritardato dieci minuti. Così decidemmo di entrare nel ristorante e aspettarli al nostro tavolo prenotato.
L’aria calda del ristorante mi assalì e fui subito tentata di togliere la giacca che indossavo. L’unica cosa che adoravo in quel posto era il cibo squisito che servivano, anche perché non avevo mai amato quelli ambienti in cui la gente mi squadrava dalla testa ai piedi. Mi sentivo inadeguata.
Ci avvicinammo ad un cameriere chiedendogli dove fosse il nostro tavolo e fummo accompagnati in una parta della sala ancora vuota.
Ci sedemmo e non spiccicammo parola fin quando non vedemmo i nostri genitori che avanzavano verso di noi con aria desolata. Non era mai successo che arrivassero dopo me e quella volta fui fiera di me stessa. Me ne volevo vantare, ma poi mi ricordai che avevo di fronte i miei genitori e non delle normali persone con cui scherzare.
Mi alzai e salutai mia mamma con due baci sulle guance. “Mi dispiace molto di essere arrivata in ritardo, ma c’è stato un imprevisto.”
“Non preoccuparti.” Cercai di sorridere mostrando almeno un minimo di apprensione nei confronti di mia madre. “Ti ho portato qualcosa.” Indicai la pianta che avevo poggiato ai piedi del tavolo e potei ammirare il bellissimo sorriso che fece mia madre non appena la vide.
“Grazie mille Megan.” Mi disse, sedendosi poi di fianco a me.
Mio padre fu meno gentile, ma almeno quel giorno non trovò subito motivi per criticarmi.
Iniziammo a parlare dei preparativi del matrimonio di Nate e l’attenzione fu distolta da me, che annuivo cercando di rendermi partecipe, anche se era come se non ci fossi. Un attimo dopo aver fatto quel pensiero mi ritrovai gli occhi dei miei genitori e di mio fratello puntati su di me.
“Cosa avete detto?” Chiesi imbarazzata, cercando di fare mente locale per ricordare a quale punto dei preparativi erano arrivati a parlare.
“Megan farai da testimone. Quindi ti abbiamo chiesto cosa indosserai.” Puntualizzò mia mamma scandendo parola per parola come se avessi dei disturbi nell’apprendimento.
“Io… in realtà ancora non compro niente. Sono molto indecisa.” Risposi imbarazzata. In realtà non avevo la più pallida idea di cosa comprare, non ci avevo minimamente pensato.
“Credo che dovresti comprare un abito blu. Ti dona quel colore.” Suggerì mio padre, accennando un complimento.
Annuii e poi pensai che mi sarebbero serviti dei soldi in più per comprare un bell’abito e delle scarpe.
“Verrai con qualcuno alla cerimonia?” Mi chiese mia madre, che si occupava della lista degli invitati e dei posti a sedere.
Annuii e pensai che se mi avesse accompagnata Liam sarei stata benissimo e avrei di sicuro evitato la noia. “Può venire un mio amico?” Chiesi quasi in tono di supplica, sperando che la risposta fosse affermativa.
“Di chi si tratta, cara?” Chiese mio padre che mi aveva osservata durante gli ultimi minuti.
In un istante tutti mi guardarono, sorpresi dal fatto che avrei fatto conoscere loro un mio amico. Di solito non gli parlavo mai della mia vita privata.
“Liam, il ragazzo che vive con me.” Dissi sperando che non iniziassero ad elogiarlo, come avevano sempre fatto.
“D’accordo.” Acconsentì mia mamma senza obiettare. Sapevo che a loro avrebbe fatto piacere, però non avevo chiesto a Liam il suo parere e volevo a tutti i costi che lui venisse con me, anche se avevo pensato solo in quel momento alla possibilità di andare insieme a lui al matrimonio.
Ripensai all’altro giorno, quando stavo per baciarlo.
Ripensai all’appuntamento proposto. Sarei voluta uscire subito con Liam, non volevo più aspettare.
Pensai che forse quella sera sarebbe stata perfetta per uscire con lui. Così, infischiandomene della buona educazione, afferrai il mio telefono e scrissi velocemente un messaggio a Liam.
Stasera hai da fare?
Lo inviai in un istante e, negli attimi che seguirono, il mio sguardo non si scostò mai dallo schermo del mio telefono.

Saalve a tutti!
Sono riuscita ad aggiornare solo adesso, però meglio tardi che mai!
Nello scorso capitolo ho ricevuto solo una recensione e mi piacerebbe che questo, invece, fosse recensito un po' di più!
In questo capitolo non succede niente di speciale, però nei prossimi capitoli ci saranno cose, a mio parere, molto carine! 
Ciaao :)

  
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