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Autore: jawaadxx    24/02/2013    5 recensioni
Hope, una ragazza senza più voglia di vivere. Bullismo. Ecco ciò che subisce da un anno.
Il suo nome significa speranza, ma Hope la speranza l'ha già persa, da un pezzo. O forse...ce n'è ancora un picclo barlume, in fondo, troppo in fondo perchè valga la pena di scovarlo.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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You never really can fix a heart.



Chapter 12.
He takes your hand, I die a little.

-Lui prende la tua mano, io muoio un pò.

 
 
-Ma Hope? Non doveva venire con te?- Louis cercava di farsi sentire da Jess, provando a superare il volume altissimo della musica. –No, mi ha inviato un messaggio, dice che viene a piedi. Due Martini, grazie.- Si rivolse al barman dall’altra parte del bancone. –Due?- -Horan, uno solo non sa di niente.- Jess sorrise al biondo. –Hei, Haz, che ti succede?- Liam scosse Harry per un braccio. –Sono preoccupato per Hope.- Louis strinse gli occhi, che diventarono due fessure color ghiaccio,fissando il riccio, ma non disse niente. –Bene, che ne dite di riscaldarci in pista?- Zayn cercò di alleggerire la tensione. Lou distolse lo sguardo, che si andò a posare sul centro della sala.
–Va bene.- sentenziò, alzandosi. Liam e Zayn puntarono subito un gruppo di ragazze che sbattevano le ciglia, Niall chiese a Jess di ballare, mentre Harry rimase in un angolo a studiare meglio il territorio.
 
 
Fumo, alcol, qualche pasticca, musica, e sesso. Le uniche cose che voleva in quel momento. Si lasciò trasportare dal ritmo, ondeggiando i fianchi stretti a tempo. Una ragazza davanti a lui lo fissava con la coda dell’occhio, avvicinandosi e ballando contro di lui. Il suo istinto di maschio gli diceva che non poteva non reagire.-Ciao.- si avvicinò. La ragazza sorrise.-Piacere, Jade.-
-Louis.Vuoi qualcosa da bere?-  -Si, grazie.- Si avviarono verso il bancone, stranamente quasi vuoto. –Un vodka alla menta.- ordinò Jade. –Per me una birra.- Quando le bibite arrivarono, Jade prese il suo bicchiere e lo portò alle labbra, leccandole, dopo, e succhiando il limone. Oh, sarà una bella nottata questa, al diavolo le preoccupazioni, e Hope.
 
 
-Ciao.- Harry si girò verso la ragazza che lo aveva salutato. Aveva una chioma rosso fuoco, due grandi occhi verdi, e un corpo ben proporzionato. Cos’altro poteva desiderare che una prostituta rossa focosa a sua disposizione? Ma subito si ricordò di Hope. –Ciao.- disse freddamente. –Io sono Yasmine.- la ragazza gli porse la mano. –Harry.- -Ti va di ballare?- -No.- La ragazza non si scompose al suo rifiuto, anzi, sorrise. –Allora ti va di fare qualcos’altro?- -Del genere?- -Mmm, ho saputo che di sopra ci sono delle grandi camere con letti grandi. Ti andrebbe di provarne uno?- Yasmine gli mise una mano sul petto, cercando di stimolarlo. Harry vacillò un attimo. –Io..mm…no, Yasmine, mi dispiace. Io..sono fidanzato.- La rossa sorrise. –Oh, ma non lo saprà nessuno. Sarà il nostro piccolo segreto.- Gli poggiò un dito sulle labbra- Il riccio deglutì. Hope, Hope, Hope, Hope. Yasmine portò la sua mano al cavallo dei pantaloni.  Cazzo. Cominciò ad accarezzare il sempre crescente rigonfiamente.Oh, vaffanculo, Hope ha Louis. Si guardò intorno. Louis si stava sbattendo una mora all’angolo. Ma tanto non lo verrà a sapere nessuno..
 
 
-Niall, leva qualla mano dal mio sedere o ti castro.- sibilò Jess. –Scusa, mi era scivolata..- Il biondo sorrise. Jess poggiò la testa sul suo petto, sospirando quando sentì la mano di Niall stringere il suo fondoschiena. La ragazza lo pizzicò sul braccio, non spostandosi da quella posizione. Sentì la sua risata allegra amplificata dal suo torace, e il suo respiro rumoroso. –Ammettilo che ti piace, però.-
-Cosa?- Jess alzò la testa, guardandolo torva, con l’espressione di chi ha capito perfettamente. –Niente, lascia perdere..- -Ecco,meglio così.- Tornò a poggiare la fronte sulla sua spalla, noncurante che la musica aveva un ritmo totalmente diverso, ispirando il Dolce&Gabbana di Niall. –Secondo te perché Hope non viene? Ho paura che gli sia successo qualcosa..- -Non ti preoccupare.- -Niall, tu sai com’è fatta Hope, sai quali sono i suoi problemi. E se…- Jess sgranò gli occhi a quell’ipotesi. –Jessie, va tutto bene. Non ti preoccupare, se non arriva nemmeno fra mezz’ora, Louis andrà a cercarla.- Niall si guardò in giro in cerca del ragazzo, quando si bloccò. -Mmm, già, credo che ora sia piuttosto impegnato.- Jess guardò nella sua direzione. –Che bastardo. Sibilò con disprezzo, guardando Louis che ficcava la lingua in gola ad una. Venne presa da un moto di rabbia, e cercò di andare da lui, ma Niall lo fermò. –Ehi, tesoro, tesoro, stai calma. Capiscilo..è un ragazzo e..- -Che cazzo me ne frega a me che è un ragazzo! Lui impedisce ad Hope di farsi una vita, e poi appena lei non c’è si va a scopare la prima puttana di turno. No, non l’accetto.- Niall la strinse a lui, cercando ti tenerla ferma. Dopo un po’ di resistenza, Jess si arrese contro il suo petto, singhiozzando. –Hope soffre, Niall. E io non posso fare niente per aiutarla.- -Lo so, tesoro, lo so. Va tutto bene, sssh.- Niall le accarezzò la fronte, le asciugò le lacrime, la abbracciò.
 
Zayn la prese per mano, correndo per i corridoio, aprendo tutte le porte, cercando tutte le stanze, disperatamente. Perché aveva un disperato bisogno di lei, di averla. Tutte le camere erano già occupate, e sinceramente non gli andava di fare un’orgia. La voleva solo per sé. Perrie rideva. Dio, quanto amava la sua risata. La conosceva solo da mezz’ora, e già ne era innamorato perso. –Ecco, Zayn, questa è libera.- Entrarono dentro una stanza, chiusero la porta. Zayn si girò verso di lei e la baciò con foga. La prese in braccio, lei rise contro la sua bocca, lui la posò delicatamente sul letto. La spogliò, una bretellina, poi un’altra, giù la zip, e via il vestito viola, come i suoi capelli. Perrie rideva, la sua risata cristallina lo faceva impazzire. Velocemente si denudò anche lui, e salì sopra di lei. Le aprì piano le gambe, e la penetrò dolcemente. Lei era già bagnata, scivolava con facilità, le spinte, all’inizio lente, aumentarono la velocità, dando più piacere ad entrambi. La ragazza gemeva sotto di lui, sarebbe potuto venire anche solo sentendola. Aprì gli occhi per guardarla. La pelle pallida, lattea, i grandi occhi verdi ora chiusi, la bocca morbida e rosea, i capelli viola soffici, l’espressione estasiata mentre arrivava all’orgasmo.  Vennero entrambi sospirando i loro nomi. Zayn si accasciò accanto a lei, sudato, esausto e piacevolmente appagato. Sorrise nel buio della stanza, e poteva scommettere che anche Perrie stava facendo lo stesso.
 
 
-Ehi Peazer.- La ragazza si girò verso di lui, interrompendo la discussione con le sue amiche. –Ehi Payne.- -Come va?- -Fino a qualche secondo fa, bene, grazie.- -Sempre la solita, eh?- -Nemmeno tu, devo dire, sei cambiato molto.- Lo squadrò dalla testa ai piedi,e la stessa cosa fece lui, non potendo non ammirarne la bellezza semplice e naturale. –Ti offro qualcosa?- -No, grazie. Dove sono i tuoi amici?- Liam si guardò intorno. –Mmm, vediamo. Louis sta pomiciando con una mora, Harry sta pomiciando con una rossa, Niall sta pomiciando con una bionda, oh, no, aspetta, quella è Jess. E Zayn..Zayn l’ho perso di vista. Prima stava pomiciando con una viola. Strano, eh?- -Ah, la viola è la Edwards. Un po’ eccentrica, non ti pare?- Liam alzò le spalle. –Ti va di ballare?- gli chiese invece. Danielle parve un po’ indecisa. –Va bene.- Posò il bicchiere con il drink e prese Liam per mano, dirigendosi verso il centro della pista, e, quindici minuti dopo, verso il piano di sopra.
 
A quanto pare, quella notte, avevano deciso di dimenticare le esperienze passate e i vecchi rimpianti, e vivere.
Tutti, tranne Hope.
 
 
Si trascinò con fatica fino al bagno, appoggiandosi al muro e ai mobili. Si sentì la chiave girare nella toppo, lo scatto dell’iterruttore, lo scorrere dell’acqua nella vasca, i suoi gemiti mentre si spogliava cercando di non toccare i lividi che si stavano formando sul corpo. Si immerse nell’acqua, stringendo i denti al contatto della pelle ferita con il marmo freddo. Si rilassò, stendendosi completamente, l’acqua che arrivava fino al mento. Chiuse gli occhi, una lacrima rigò il viso, un singhiozzo trattenuto male, le spalle che sussultavano in un pianto silenzioso. Prese una spugna, la bagnò e la portò al braccio, alla gamba, sul torace, il collo, il petto, spazzando via i residui di sangue, desiderando di spazzare via anche il ricordo delle mani brutali del padre su di lei. Ma quelle
no, quelle sarebbero sempre rimaste dentro di lei, un fantasma che l’avrebbe sempre tormentata, in ogni momento della sua vita.
Si mise a sedere, portandosi le ginocchia al petto, serrando la bocca per non urlare. Vide il suo riflesso nello specchio davanti a lei. Il trucco colato sul viso a causa delle lacrime e dell’acqua, i lividi già formati sulle braccia, le vecchie ferite del suo passato che si stavano rimarginando e cicatrizzando, perché aveva deciso di smettere di farsi del male. Aveva preso quella decisione perché la sua vita le sembrava migliore in quel periodo. Ma si sbagliava. Avrebbe dovuto aspettarselo, niente poteva andar bene per lei. La sua vita era un inferno. Voglio morire. Voglio morire. Voglio morire. Tutti la odiavano. Perché continuare a vivere? Non aveva nessun motivo per restare.
Prese un respiro profondo. Si lasciò scivolare all’indietro. Ora era completamente sommersa dall’acqua. I battiti del cuore suonavano amplificati, li poteva sentire perfettamente.1, 2, 3, 4. Si sentiva mancare il respiro. 5, 6, 7. Il cuore accelerò i battiti, allarmato, cercando di mandare il poco ossigeno che rimaneva al corpo. 8, 9, 10. I pensieri vorticavano in testa. 11, 12, 13. Ora i battiti erano deboli, fiochi.  14, 15. Finalmente poteva mettere fine a tutto. 16, 17. I suoi ultimi pensieri, i suoi ultimi battiti. Jessie, Ryan, Liam, Niall, Zayn, Louis. E Harry, Harry! Che diavolo stava facendo? Hope si alzò di scatto, spruzzando d’acqua il pavimento. Respirò profondamente, boccheggiando, 1, 2, 3, volte. Il bagno le girò intorno, lei strinse gli occhi cercando di scacciare il mal di testa. Il cuore batteva all’impazzata, contento di poter finalmente avere il suo ossigeno.
Cristo, cosa le era passato in mente? Era impazzita?
Si alzò in piedi, uscì dalla vasca, senza preoccuparsi della pozza d’acqua che stava lasciando sotto di se, né della scia di goccioline che la seguirono fino all’armadio. Prese un asciugamano, si strinse dentro di lui, cercando di trattenere i brividi e il tremito che l’aveva presa. Aveva il fiato corto, ancora sgomenta da ciò che aveva appena cercato di fare. Si asciugò, si vestì solo con un paio di mutandine, prese il telefono e inviò un messaggio al fratello.
 
“Ry, papà è tornato. Sto bene, ma resterò a casa stasera . Non ti preoccupare, divertiti. Ti voglio bene.”
 
 
Ancora tremante, si infilò sotto le coperte fresche, rabbrividendo al contatto. Chiuse gli occhi, cercando di dormire, e un pensiero la fece sorridere.
 
Harry l’aveva salvata.
 
 
 
-Hope! Hope, apri!- La ragazza si svegliò sentendo bussare insistemente alla porta. Si alzò assonnata, e rimase confusa nel sentire tutte le ossa che le facevano male. Ma poi ricordò. Aprì l’armadio e prese una vecchia felpa lunga, la indossò e andò ad aprire la porta. –Finalmente! Pensavo stessi male!- Ryan la abbracciò. –Sto bene, Ry.- -Menomale, credevo che papà ti avesse fatto qualcosa..- Hope sobbalzò. –No..non è successo niente.- La ragazza sentì improvvisamente caldo, la stanza gli sembrò troppo piccola, l’aria non abbastanza. –Hope, stai bene?- -Si, ho solo caldo. Vado a fare due passi.- Chiuse la porta in faccia al fratello, indossò in fretta il pantalone della tuta, si spazzolò i capelli e scese le scale. In cucina Ryan stava preparando la colazione. –Vuoi qualcosa?- Hope prese solo una banana e le diede un morso. –No, papà dov’è?- -Non lo so, in casa non c’è. Stai tranquilla.- Hope fece fatica a mandare giù il boccone. No, non poteva star tranquilla. –Va bene, io esco. Torno più tardi.-
Fuori, il freddo vento la investì in pieno, e si pentì di non aver preso un giubbotto più pesante. Rabbrividì e si strinse nella felpa. Prese la strada per il parco. Non c’era nessuno a quell’ora. Non mise le cuffiette, voleva sentire gli uccelli che cinguettavano, le macchine che sfrecciavano sulla strada, le urla dei bambini che andavano a scuola.
Passeggiò per i sentieri nel verde del prato per circa un’ora, senza accorgersi che il tempo volava.
 
-Hope, sei tornata. C’è qualcuno che ti aspetta in cucina.- Appena aprì la porta di casa, il fratello le venne incontro.
Aggrottò le sopracciglia e si diresse verso la cucina, mentre Ryan andava al piano di sopra. Rimase impalata sulla soglia. Seduto davanti al tavolo, con un bicchiere di coca-cola in mano c’era l’ultima persona che si aspettava di vedere. Ma anche quella che desiderava più incontrare. Aveva l’aspetto un po’ trasandato, i capelli morbidi erano scompigliati e nascosti dal cappello verde, e c’era un leggero accenno di occhiaie. Hope immaginò che avesse avuto una notte movimentata. –Sei rimasta paralizzata?- scherzò Harry, appena la vide, alzandosi dalla sedia. –Allora?- Gli sventolò una mano davanti agli occhi. –No..è solo che non..mi aspettavo di trovarti.- -Oh, e chi ti aspettavi? Louis?- A Hope sembrò di sentire una punta di acidità e una nota di amarezza nella sua voce, ma si disse che era solo una sua impressione. –Sinceramente, non mi aspettavo nessuno.- disse alla fine. –Ebbene, sono contento di averti sorpreso. Ti va di fare due passi?- -Bè, veramente io sono appena tornata da..- -Non importa, devo parlarti.- Hope sbuffò. –Va bene, vado ad avvertire Ryan.- Salì in fretta le scale  e bussò alla stanza del fratello. –Entra.-  Nella camera c’erano sparsi dei vestiti, e sul letto c’era una valigia aperta, e suo fratello stava riponendo delle megliette. Hope si spavntò. –Che stai facendo?- chiese. –Hope, domani devo partire. Cosa vuoi che faccia?- La ragzza sgranò gli occhi. Cavolo, se l’era scordato. E ora come faceva? Venne assalita dallo sconforto, ma non lo fece vedere. –Ah, si, hai ragione. Ehm..ti volevo dire che io esco un attimo con Harry. Dice che dobbiamo parlare.- Ryan fece una smorfia. –Stai attenta.- Hope sbuffò. –Si, ok. Ciao Ry.-
 
-Oh, finalmente ce l’hai fatta.- Harry aspettava impaziente davanti la porta d’ingresso. Hope gli fece la linguaccia, chiudendo la porta dietro di se. –Dove andiamo?- -Ti va una tazza di cioccolata?- -Si, se offri tu.- Harry sorrise. –Allora, di che mi devi parlare?- Il ragazzo non rispose, così Hope si rassegnò ad aspettare.
Da Starbucks ordinarono due cioccolate e si andarono a sedere ad un tavolo in fondo. –Ti decidi a parlare?- disse la ragazza scocciata. Harry sorrise. Gli piaceva farla arrabbiare. –Cosa ti è successo ieri?- Hope sussultò, presa alla sprovvista. Non aveva ancora pensato alla bugia da racconare. Certamente non avrebbe detto la verità. –Non mi sono sentita molto bene.- Effettivamente non era del tutto una bugia.  Harry non fece nemmeno finta di crederci. –Hope?- -Si?- -Non mi prendere in giro. –Non ti sto prendendo in giro. Mi faceva male la testa, non me la sono sentita di venire. Tutto qua.- -Mmm. Potevi almeno avvertire. Ero preoccupato..- Hope alzò un sopracciglio. –Cioè..noi eravamo preoccupati..Louis era preoccupato..- La ragazza sorrise nel vedere impacciato. Harry si fermò, perché il cameriere venne a portare le cioccolate. –Louis era preoccupato? Sul serio?- disse con disinteresse Hope prendendo la sua. –Si..tutti lo eravamo.- -Mmm. Non ho avuto tempo per avvertirvi, mi sono subito addormentata.- -Va bene, faccio finta di crederti.- Hope gli fece la linguaccia, con tanto di baffi di schiuma, e scoppiarono a ridere entrambi.
-Cos’avete fatto ieri? Vi siete divertiti?- Harry si strozzò con la sua cioccolata, e cominciò a tossire. –Si, ci siamo divertiti..- -Non ci posso credere, Harry Styles che arrossisce!- Hope rideva ancora.
La verità è che lui si sentiva tremendamente in colpa, sentiva di averla tradita andando con quella Yasmine. –Sai che fine ha fatto Jessie?- -No, ieri è stata tutto il tempo con Niall.- Harry era felice di aver cambiato argomento. –Mm, strano che non mi abbia nemmeno chiamato.- Hope sembrava triste. –Non ti preoccupare, sarà solo stanca per ieri.- -Si, sarà.- Finirono entrambi la loro bibita, Harry andò a pagare, e insieme uscirono. –Bè, come vanno le cose con il tuo ragazzo?- Hope lo guardò alzando le sopracciglia. –Il mio ragazzo? Io non ho un ragazzo.- -Louis.- -Oh, lui. Lui non è il mio ragazzo, no no. E’ solo..un montato che crede di avermi, ma si sbaglia. Io non sono di nessuno.- -Bè, lui sicuramente non la pensa come te.- -Non mi importa molto di quello che..- Hope si fermò, non riuscendo più a parlare. Sull’altro lato del marciapiede, c’era un signore, che camminava traballando con una birra in mano. –Che succede?-  Harry la scosse, ma lei era paralizzata. Che doveva fare? Suo padre si stava avvicinando a loro. Allora Hope prese Harry per mano e lo trascinò dietro di se, infilandolo nel primo vicolo che trovò. Lo schiacciò al muro, sperando che Ben non li avesse visti sfrecciare davanti a lui. Ma era troppo ubriaco per rendersene conto. –Hope? Che cazzo stai facendo?- Harry la guardò sorpreso, poi seguì la direzione del suo sguardo. –Chi è quell’uomo?- chiese. –Portami a casa.- La ragazza deglutiva a vuoto. Era possibile che avesse così paura di suo padre? –Hope, chi era?- -Per favore, portami a casa.- Il ragazzo non ribattè più, la prese per mano e l’accompagnò fino a casa, guidandola, dato che lei era ancora traballante sulle gambe.
-Bene, eccoci arrivati.- Harry si fermò davanti al cancello della bella villetta. Hope lo guardò. –Bè, grazie della cioccolata.- -Non c’è di che.- Erano entrambi piuttosto imbarazzati, non sapendo cosa dire. –Ehm..ciao.- La ragazza si girò per aprire il portone, quando si sentì tirare per il braccio. Si girò e si ritrovò davanti al volto di Harry che la fissava.
Quando avrebbe voluto baciarla. Quelle labbra pallide sembravano implorarlo di baciarle.  Ma non poteva. Lei era di Louis. Il suo migliore amico. Non poteva farlo. Anche se era la cosa che più desiderava al mondo. Così Harry li limitò a lasciarle un bacio sulla guancia, un bacio che lasciava trasparire tutto il desiderio che aveva dentro.
 
 
 
  
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