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Autore: BlackStar_98    24/02/2013    2 recensioni
“Harryyyyyyyyy alzati da quel letto!” Urlò Louis nelle orecchie dell’amico.
“Che c’è adessooo?!?!” Chiese l’altro infastidito.
“Niente, è che devi smetterla di avere i capelli ricci!”
“Uhmpf lasciami in pace…!”Mugugnò Harry girandosi dall’altra parte del letto.
“Vatti a lavare! Puzzi.” Continuò Louis.
“Non è vero!”
“Basta, alzati…”
“Non posso stare in pace una mezz’ora?! Ho sonno!”
Louis si avvicinò ad Harry e cominciò a strattonarlo.
“HO DET-TO-CHE-TI-DE-VI-AL-ZA-A-RE!”
“E va bene, va bene, mi alzo, ma solo perché non ti sopporto più! Comunque questa me la paghi.” Harry si alzò di scatto.
“Ma che ce l’hai con me ora? Guarda che potevi anche restare a dormire…Chi te lo impedisce?! …io no di certo… ”
STORIA SCRITTA INSIEME AD Alohomora__
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cercai Martina dappertutto, gridando il suo nome a squarciagola, ma sembrava sparita.
“Non di nuovo” Pensai.
Doveva essersi svegliata presto, perché erano appena le otto.
Non aveva lasciato nemmeno un biglietto, e per quanto ne sapessi non aveva nessuna faccenda importante da sbrigare.
Alzai le spalle. Sarebbe sicuramente tornata tra poco.
Indossai un prendisole azzurro e, dopo aver fatto colazione, uscii di casa.
Una faccenda importante da sbrigare, io ce l’avevo.
Presi in mano il cellulare, e scrissi solo una parola, perché non meritava nemmeno una spiegazione.
“Addio.”
Inviai.
Mi sentii immediatamente più leggera.
Ricordai l’espressione di Martina, la sera prima, quando tra i singhiozzi  aveva alzato gli occhi.
“C’è una cosa che ancora non ti ho detto e che dovresti sapere.”Sentivo ancora l’eco della sua voce.
Rimasi in silenzio, in attesa che continuasse.
“Con Edward c’era anche James.”
Rimasi immobile. Non ero sorpresa, tantomeno sconvolta.
Chissà perché quella rivelazione non mi faceva né caldo né freddo.
Forse perché me l’aspettavo.
Così decisi semplicemente che non m’importava.
Il display del mio cellulare si illuminò. Un messaggio.
“Che significa?”
Fiondai il cellulare nella borsa.
Non avrei risposto, non ne avevo voglia, e comunque avrebbe capito.
Sentii una strana sensazione quando realizzai che quello era il suo ultimo messaggio.
D’ora in poi tra di noi non ci sarebbe stato che silenzio.
Non avevamo più niente da dirci.
Continuai a camminare per il lungomare, il sole mi costringeva a chiudere gli occhi.
Improvvisamente sentii una voce chiamarmi.
Mi voltai, ma con tutta quella luce non riuscivo a vedere niente.
Quando però sentii quella voce una seconda volta la riconobbi.
Harry.
Gli corsi incontro, con un po’ troppa fretta, tanto che non vidi che gli scalini erano quattro, e non tre.
Inciampai, stavo per cadere, ma si gettò verso di me e mi afferrò appena in tempo.
“Non sapevo avessi riflessi così veloci!”Esclamai meravigliata.
“Non sapevo avessi una vista così pessima”Sorrise e indicò i gradini.
“Non è divertente…”Mi allontanai leggermente in imbarazzo.
“Invece si”inclinò leggermente la testa da un lato.
“E sentiamo cos’è che ti fa tanto ridere?”
“Tu.”
“Io…?”
“Si. Sei buffa. Non sei come le altre, sei diversa. Sei divertente.”
“…Diversa? A cosa ti riferisci esattamente?”
“Beh, ad esempio sei l’unica ragazza che non mangia se si sente osservata.”
Feci una smorfia. Così mi faceva sembrare stupida.
“Ma io…”
“E sei l’unica ragazza che starnutisce quando guarda il sole.”
“Non è vero, non sono l’unica…”
“Sei l’unica che conosco però.”
Si avvicinò lentamente.
“Sei l’unica ragazza che ogni volta che entra in una stanza controlla se dietro la finestra c’è un alieno che la sta fissando.”
Arrossii.
“Lo faccio solo perch…”
“Perché quando eri piccola la tua migliore amica ti ha terrorizzato a morte raccontandoti che da dietro la finestra di casa sua aveva visto spuntare una mano bianca con tre dita.”
Lo guardai sbigottita.
Harry era il mio migliore amico, eppure non gli avevo mai raccontato di questa mia paura. In realtà non l’avevo raccontato a nessuno, nemmeno a Martina. Come faceva a saperlo?
Fece un altro passo, azzerando la distanza tra di noi.
“Sei l’unica ragazza che suona la chitarra in bagno perché è convinta che lì ci sia un’ acustica migliore.”
Farfugliai qualcosa, non sapevo che dire. Mi aveva spiazzata.
“Tu…Tu come fai a saperlo?”
Harry arrossì e abbassò lo sguardo.
Mi aveva forse spiata?
Mi guardò negli occhi.
Avevano il potere di confondermi, quegli occhi.
Così stavolta fui io ad abbassare lo sguardo.
Feci per allontanarmi, ma afferrò il mio viso tra le mani.
“E sei l’unica ragazza che potrei restare ad ascoltare cantare per ore perché ha una voce meravigliosa.”
Sentii le sue parole riecheggiare all’interno della mia mente, e rischiai di perdere l’equilibrio, ma a sostenermi c’era lui.
Lui.
Per un interminabile secondo mi domandai se fosse tutto reale, se non stessi sognando.
Sentii la ragione abbandonare la mia mente, inspirai più a fondo il delicato profumo della sua pelle.
Mi abbandonai completamente tra le sue braccia, sicura che mi avrebbero sostenuta, sempre.
Lo guardai mordersi le labbra.
Abbassò lo sguardo.
Sembrava fosse combattuto tra qualcosa, come se si trovasse di fronte una scelta difficile.
Piantò nuovamente i suoi smeraldi nei miei occhi.
Una brezza leggera, levatasi dal mare, scompigliò scherzosamente i suoi ricci, che ricaddero disordinati sulla sua fronte.
Passò dolcemente la sua mano sul mio viso, chiudendomi gli occhi.
Tracciò il profilo del mio volto.
Sorrisi, mi faceva solletico. Un brivido corse lungo la mia schiena.
Indugiò quando arrivò alla bocca. Poi si fermò.
Con un dito, dischiuse leggermente il mio labbro inferiore.
Appoggiò la sua fronte sulla mia.
Potevo sentire il calore irradiarsi dalla sua pelle.
Potevo sentire il suo naso sfiorare il mio.
Potevo sentire il suo respiro accarezzare il mio viso.
“HARRYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYY!!!!”
Un urlo ci fece sobbalzare. Louis.
Ci girammo e lo vedemmo correrci incontro.
Mi sottrassi dal suo abbraccio, leggermente imbarazzata.
Non potevo credere che stesse per succedere davvero, avevo appena lasciato James, ed era il mio migliore amico! Eppure  non era un sogno.
“Loui”Esclamò Harry con una nota di delusione nella voce.
“Cosa c’è?”Chiese.
“Oh, niente, volevo salutarvi!”Esclamò gongolando di gioia.
Sorrisi. Forse era giusto così.
Harry fece per controbattere, ma Louis ci soffocò in un abbraccio, e allora lasciò perdere.
Era veramente giusto così?
Non poterono fare a meno di chiedersi la stessa cosa.
 
                                                                 ***
 
Entrai silenziosamente, e vidi Francesca intenta a sistemare la camera.
“Ti aiuto?”
“No, Tì tanto ho finito..”
Mi avvicinai.
“Fra…”
Francesca alzò lo sguardo con aria interrogativa.
“Non ricominciare a piangere eh, che picchio prima Edward e poi te!”
“…Eh…? Edward…No, no…”
“No cosa?”
“Non volevo dirti quello…”
“Ah. E allora parla!”
“Io, beh…Ecco…Niall…”
“Niall?”
“Prima ecco…”
“…?”
“Ci siamo baciati. In realtà non ci ho capito niente, davvero, ma è stato bellissimo, mi sono resa conto che era esattamente ciò di cui avevo bisogno.”
Francesca mi guardò incredula. Io rimasi immobile sulla soglia.
“…Dici davvero?”
Annuii.
“Sapevo che sarebbe successo. Doveva succedere. Capisci?”
Veramente non capivo.
Si sedette sul letto, sembrava che le girasse la testa.
“Stai bene?”Mi avvicinai preoccupata.
“Si.”
“Ma che hai?”Chiesi.
“Niente, è che esattamente non so di cosa ho bisogno io.”
 
 
                                                           ***
“Sei sicuro?”Zayn guardò l’amico.
Louis distorse leggermente le labbra in un sorriso, nei suoi occhi c’era una punta di malizia. Poi annuì con un leggero cenno del capo.
“Che ne facciamo del corpo?”
“Dobbiamo nasconderlo, tu che dici?”
Zayn sospirò, e guardò altrove.
“Ho già in mente un posto…”
Louis si avvicinò lentamente e sussurrò qualcosa all’orecchio dell’amico.
“Non lo so…Potrebbero scoprirci”
“è un rischio che sono disposto a correre.”
Ancora quel sorrisetto, che però stavolta pareva più un ghigno.
“E tu, tu lo sei altrettanto…?”
 
                                                             ***
 
Cadevo. Un luogo scuro. Non so cosa fosse. Un pozzo? L’unico colore che riuscivo a distinguere era il nero, non vedevo altro. Urlai in preda al panico, ma nessuno riusciva a sentirmi. Gridai più volte il nome di Martina ma nessuno correva in mio aiuto. Non c’era nessuno a parte me.
La cosa peggiore era che continuavo a cadere senza sapere per quanto ancora sarebbe durato, quanto mancava allo schianto. Non riuscivo a distinguere il fondo di quel pozzo, ammesso che ce ne fosse uno. Sarei potuta morire in qualsiasi momento, magari non me ne sarei nemmeno accorta.
Non ne potevo davvero più, desiderai con tutta me stessa il contatto con la superfice dura,  immaginai anche il tonfo che avrebbe provocato il mio corpo al momento dello schianto. Qualsiasi cosa pur di porre fine a una tortura simile. Per quanto ancora?
E poi lo vidi.
Era apparso così, all’improvviso, una strana luce d’oro si irradiava dalle sue spalle, ed io ebbi finalmente la certezza di essere al sicuro.
Lui, era la mia luce nel buio.
Lui, era la mia unica certezza.
Lui, era un angelo.
Il mio angelo.
Allungò le braccia verso di me per afferrarmi, e io non desiderai altro che sciogliermi, tra quelle braccia.
Ma qualcosa andò storto.
I suoi occhi diventarono prima verde scuro, poi neri.
E una fitta nebbia grigia lo avvolse, trascinandolo via.
La sensazione peggiore fu quando realizzai che qualcosa dentro di me mi stava dicendo che sarei potuta cadere per sempre.
Potevo vedere la luce allontanarsi.
Forse una fine non c’era davvero.
  
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