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Autore: Peddy    10/09/2007    2 recensioni
Questa è la storia d’amore tra Alexis Gray una ragazza umana e Krys Schafer un vampiro. Insieme riusciranno a superare le difficoltà di un’amore impossibile? Il ritorno del ex ragazzo di Alexis con una grande sorpresa potrà cambiare le cose? E se a queste difficoltà si unisse una lotta tra due organizzazioni segrete? Ci sarà il lieto fine o sarà una fine drammatica? Scopritelo voi stessi leggendo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Love me, my Anjel

Love me, my Anjel

Capitolo 1_ Voci nella testa

 

Dopo ore di viaggio, finalmente giungemmo nella tanto famigerata città di New Liskeard. Un grosso cartello con la scritta ‘ Benvenuti a New Liskeard’ ci dette il benvenuto. Sul volto di Alan, si formò il sorrisino tipico di chi dopo anni stava rimettendo piede nella propria città di nascita. Immaginai che per lui fu un emozione meravigliosa.

 

Arrivati di fronte a una grandissima villa ci fermammo. Al parcheggiò sul marciapiede e scendemmo tutti dall’auto.

M’incantai a guardare l’enorme villa bianca circondata dal più bel giardino che io avessi mai visto.

Su una cosa Alan aveva ragione, in quella casa ci stavamo tutti e anche molti di più! Ognuno di noi piccoli avrebbe avuto la sua stanza, anche se per il momento i gemelli sarebbero stati ancora per un po’ assieme.

- Allora piccolo Claud, ti piace la tua nuova casa?- Chiesi al piccolo che tenevo in braccio, e come risposta ottenni un piccolo sorriso.

Il fatto che i miei fratellini sembravano entusiasti della nuova casa mi aiutò ad accettarla un po’ di più…avrei fatto di tutto per quelle due pesti, e lo dimostrava il fatto che mi trovassi lì.

 

- Su entriamo che vi mostro la casa e le vostre stanze!- Esclamò Alan avvicinandosi a noi due e mettendomi una mano sulla spalla, per  farmi da guida. Entrammo in casa seguiti da mia madre e mia sorella Evy.

Ad aprire l’enorme portone castano chiaro fu un uomo dai capelli e dai baffi bianchi. Sapevo che Alan era molto ricco, pensai così ad un maggiordomo, e non mi sbagliai.

- Arold, loro sono Clare , Evelyn, Alexis e Cluod!- Esclamò Alan.

- Sono lieto di conoscervi!- Esclamò l’uomo.

Rimasi colpita da quel uomo dall’apparenza e dai modi freddi, più tardi ci avrei legato moltissimo, ne ero più che certa anche se notai che lui mi guardava di sottecchi.

So molte cose su di te, più di quanto tu immagini…Gli sentii pronunciare nella mia testa.

 

- Questa è la tua stanza! ed è senza dubbio la migliore della casa…- Esclamò Alan fermandosi di fronte ad una grossa porta bianca ricamata d’oro.

Il maggiordomo dietro di noi lasciò le mie valigie nella stanza e poi mi abbandonarono tutti in quella grossa camera dalle pareti bianche,  l’enorme letto matrimoniale e una porta finestra di vetro che dava su un bellissimo balconcino posto sul retro, sotto di esso il giardino e la piscina della villa.

Rientrata nelle mie stanze e senza aver  chiuso la porta finestra mi gettai sulle morbidi lenzuola del mio letto e mi lascia cullare da queste.

M’addormentai

 

Non mi spiegavo il perché ma mi trovavo nel giardino di casa mia, cioè della mia nuova casa…le acque calme della piscina riflettevano la fetta di luna che brillava alta nel cielo notturno.

Guardai quel riflesso e mi lascia cadere nell’acqua che dolce mi cullava e mi trascinava verso il basso, non riuscivo a risalire, ma nemmeno ne avevo le intenzioni.

Mi sentii addormentare.

Chiusi gl’occhi.

Quando li riaprii, non ero più in acqua e nemmeno più nel mio giardino…dove mi trovavo? Perché? Non trovavo risposta.

Era tutto buio attorno a me…e sentivo freddo, tanto freddo…

- Si può sapere cosa diavolo ti è preso stupida ragazzina?-

Il mio sguardo cercò la persona che aveva parlato, ma fui abbagliata dalla sua bellezza.

I capelli lisci castani e mechati di biondo, ne corti corti, ne lunghi, ornavano il bellissimo viso pallido di un giovane ragazzo dagl’occhi azzurro cielo, il busto perfetto come scolpito nel marmo e sul volto, nessuna espressione.

- Io…Non…- Balbettai io.

- Lascia perdere e pensa a scaldarti o morirai congelata!-

Annuii grata per non avermi chiesto spiegazioni.

Sentivo gl’occhi chiudersi da soli, mentre lui si sedeva di fianco a me. Ora anche la testa mi pesava sul collo mi lascia cadere priva di sensi sulla sua spalla, lui delicatamente mi posò la testa sulle sue gambe…lo sentii freddo…il suo corpo era gelido come se fosse stato una statua di ghiaccio, ma mi sentivo protetta come non lo ero da tanto tanto tempo.

Sentii le sue labbra fredde sulla mia fronte, poi una voce fredda sia nel tono sia nel modo d’esprimersi.

- ti consiglio di cambiare atteggiamenti con questa ragazzina…-

 

- Svegliati tesoro è pronta la cena!- quella non era la voce dello sconosciuto che mi aveva salvato la vita…

- Tesoro!- Era la voce di mia madre…cosa era successo? Possibile che avessi sognato tutto? Eppure era tutto così…così…reale.

Aprii gl’occhi per guardare mia madre che stava seduta sul mio fianco e mi teneva la mano destra…con l’altra mano spostai la coperta che mi copriva parte del volto.

- Mamma?- Chiesi un po’ tremante mentre la mia mente ripercorreva tutto ciò che mi era accaduto da quando entrai in quella casa, il maggiordomo e i suoi modi, la mia nuova stanza…il freddo…tra le sue braccia provavo un freddo piacevole…ma era d’avvero un sogno? No era stato troppo reale per essere un sogno…

- Sì mamma, scendo subito…mi cambio e scendo…-Gli risposi non contando ciò che mi aveva appena detto…

Vidi chiaramente che lo sguardo di mia madre era molto perplesso…nonostante questo uscì dalla mia stanza.

Prima di alzarmi dal letto, rimasi a cullarmi nelle mie fantasie dando un calcio alle coperte che qualcuno, molto gentilmente mi aveva messo addosso.

Mi alzai cercando di dare un aggettivo al mio volto, non lo trovai

 

La immagine che lo specchio mi rifletteva era sempre la solita. I capelli castani scuri quasi neri, scendevano lisci e scalati sulle spalle, una piccola frangia copriva la mia fronte quasi a voler coprire gl’occhi verde chiaro…la mia media altezza e il fisico, ne troppo perfetto ma nemmeno il contrario.

Scossi la testa in segno di negazione e aprì l’armadio, ne estrassi le prime cose che mi capitarono e scesi al piano di sotto…non fu facile trovare la sala da pranzo, ma quando la trovai tutti erano li ad aspettarmi.

 

Il giorno dopo, era il primo giorno di scuola ed arrivò  più veloce del previsto…quella mattina la sveglia suonò prima del mio orario abituale, sapevo già quello che mi aspettava, compagni nuovi, insegnanti nuovi un nuovo istituto…

Indossai la nuova divisa scolastica, bianca e grigia con il nastro rosso e salì sulla auto che mi portò di fronte al edificio rosso mattone che sarebbe diventato la mia scuola.

 

Molte persone stavano ferme nel corridoio principale,  a parlare tra di loro, sentivo che stavano parlando delle rispettive vacanze estive ma non mancavano i soliti pettegolezzi sulle nuove e vecchie coppie…forse mi sbagliavo, ma il primo giorno di scuola era sempre uguale, ovunque tu andassi…

Raggiunsi il mio armadietto e ci depositai i primi oggetti, ci appiccicai anche la foto della mia vecchia classe…chiusi l’armadietto e cercai di capire da che parte si trovasse la mia classe…non fu facile…

 

- Alexis Gray!!!!- Sentii qualcuno chiamarmi, era impossibile…nessuno poteva conoscermi…non potevo averlo immaginato, qualcuno aveva pronunciato il mio nome, ma chi? Nessuno sembrava interessarsi alla mia presenza.

- Alex!!!-

Di nuovo quella voce…cercai di concentrarmi e dare un immagine e un nome a quella voce…chiusi gl’occhi e…

La vidi…

Ambra Callaghan, la mia migliore amica d’infanzia con cui ero cresciuta e che si era trasferita un anno fa, era lì circondata dal buio…indossava la divisa scolastica, e i capelli castano-biondo erano raccolti in due cipollini lasciando scappare due ciuffi davanti.

Sentii la sua presenza alle mie spalle. Aprii gl’occhi, mi girai ed era lì, esattamente come l’avevo immaginata…

- Amby!!!- Urlai gettandomi tra le sue braccia.

- Alex, che ci fai qui? e soprattutto cosa ci fai con la divisa di questa scuola?- Mi domandò lei quando mi tirai di un passo indietro.

 

Ci mettemmo a parlare, mi parlò del suo primo giorno qui, degli avvenimenti di un anno, mi parlò dei miei nuovi compagni di scuola e anche quelli di classe, quando finì di parlare mi fece varie domande, mi chiese di mia madre, dei gemelli, di Tommy, di Alan

Scoprimmo anche di essere in classe assieme!

La prima campanella suonò e i corridoi iniziarono a svuotarsi, Ambra mi fece strada per la nostra classe, che si trovava al piano superiore.

 

Nel punto esatto dove la scala si ripiegava vidi quei occhi.

Mi mancò il fiato…sentii il mio corpo cedere al ricordo di quella bellezza, un dio sceso sulla terra.

Sembrava che il tempo si fosse fermato…

Lei qui? Nella mia scuola?

Sentii la sua voce nella mia testa…sentii il suo tocco gelido sulla pelle e le sue labbra gelide sulla mia fronte…

Ha qualcosa di speciale…ma non sa ancora cosa…

La sua voce risuonò ancora una volta nella mia testa…cosa mi stava succedendo? Perché la sua voce era così chiara nella mia testa? Come potevo averlo sognato così identico alla realtà se non lo avevo mai visto?

Il suo sguardo era fisso su di me, era meraviglio e si notava benissimo che la mia presenza in quella scuola l’aveva colpito…che il mio sogno non fosse stato solo un sogno? Se era così avrei dovuto ringraziarlo…ma come potevo farlo? Mille persone erano tra me e lui…dovevo avvicinarmi in qualche modo…in qualsiasi modo…dovevo farlo…

Prego…

Come era possibile? L’aveva detto a me? La sua voce risuonava ancora nella mia testa…non aveva parlato, ne ero sicura, le sue labbra non si erano mosse.

Mi stava succedendo qualcosa di troppo strano…il sogno e ora lo sentivo parlare nella mia testa…stavo impazzendo? Probabilmente era così!

Sentii una mano sulla mia spalla e una voce che mi esortava ad andare avanti…senza pensarci troppo eseguii gl’ordini di quella voce, senza distogliere gl’occhi da quel meraviglioso e sconosciuto ragazzo.

Ti rivedrò presto

Per l’ultima volta sentii la sua voce…ma potevo essere sicura che si trattasse della sua voce o mi stavo attaccando troppo al sogno che avevo fatto? No…ne ero troppo sicura, qualcosa mi diceva che era la sua voce.

 

Il resto della mia giornata scolastica passo normalmente, anche se la mia mente spesso, troppo spesso viaggia alla ricerca di quel viso, e ogni volta lo vedevo chiaramente come se fosse stato lì di fronte a me.

Presto arrivò la pausa pranzo.

Seguendo la mia ‘guida’ Ambra, mi sedetti al tavolo e iniziai a mangiare quello che avevo accuratamente scelto per pranzo…

Analizzandolo dal fuori aveva un aspetto disgustoso…non che nella mia vecchia scuola dessero qualcosa di meglio, ma durante le vacanze estive mi ero abituata fin troppo bene…assaggiandolo non aveva un sapore così disgustoso.

Ambra mi guardò e sorrise…

- Allora Alexis, che ne dici…meglio qui o meglio la nostra vecchia mensa?- Mi domandò anche se sapeva già la mia risposta…

- E me lo chiedi?- Gli risposi con una domanda retorica.

 

Chi l’avrebbe mai detto che la chiave sarebbe arrivata da me? E nemmeno senza troppi sforzi… per non parlare poi dell’ Avatar...bene bene due in un colpo solo…ma sarà già pronta? Devo stare attento, e soprattutto non devo farmi scoprire…

 

Un’altra voce risuonò nella mia mente…la riconobbi, era quella di Arold… ma cos’è un avatar? E di che chiave stava parlando? Quella città, mi dava alla testa…

Sbuffai e mi guardai attorno.

Lo vidi, quello non era un miraggio nella mia testa, era lui in carne e ossa. Mi stava ancora fissando.

Dovevo parlare con lui…ero sicura che sapesse molte cose, magari lui sapeva cos’era un Avatar…ma come avrei mai potuto avvicinarmi a lui tanto da poterci parlare?

Conoscevo qualcuno che mi poteva aiutare…

 

- Senti Ambra…chi è quel ragazzo laggiù?- Le chiesi indicando colui che per me era un dio in terra.

Vidi Ambra sorridere.

- Punti in alto Alexis…lui è Kristian Schafer, uno dei ragazzi più carini della scuola, ma nello stesso tempo uno dei più irraggiungibili…vicino a lui ci sono il fratello maggiore David Michael, e la sorella maggiore Amily…-

- Ambra devo riuscire a parlare con lui…è una cosa importante!- La pregai io con gl’occhi dolci.

- Penso di riuscire a trovare il modo…tu da domani sarai una nuova studente per il professor Miller…- Mi suggerì lei.

 

CONTINUA

 

Salve a tutti!!! Sono riuscita a fare anche il secondo capitolo, ma non illudetevi, non sono sempre così veloce ad aggiornare…

Per  la realizzazione di questo capitolo volevo ringraziare:

roby88

speednewmoon

che con le loro recensioni mi hanno spinto ad andare avanti…

un grosso bacio!!!!

Peddy

 

  
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