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Autore: gwenny_gui    24/02/2013    2 recensioni
Ho deciso d'incimentarmi in una storia che va oltre i soliti binari. Due personaggi, due caratteri in contrasto tra loro. Pertanto s'incontreranno, s'ignoreranno, ma sfortuna volle (o fortuna) un incontro un po' troppo "ravvicinato" e pericoloso tra i due. Lei, una ragazza con problemi di personalità multipla e suscettibile alla parola "amore". Lui, un ragazzo a cui non importa essere giudicato o, per farla più semplice, a cui non importa la gente.
Dal capitolo uno : " Lo guardai dall’alto in basso e, notando forse il mio sguardo, si girò verso di me. Il sorriso ironico sparì in un batter d’occhio dalle sue labbra eleganti non appena i nostri sguardi s’incontrarono. Si staccò di colpo dal muro ignorandomi senza troppi convenevoli e dirigendosi poi verso l’uscita di sicurezza. Il senso opposto da dove ero diretta io. Lo seguì con lo sguardo finché sparì completamente dalla mia vista, per poi dirigermi lentamente verso l’uscita principale. Strano a dirsi, ma avevo quasi dimenticato Adam che, in quel momento, era intento a studiare attentamente le due scie estreme, segnate da due persone decisamente incompatibili.".
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Capitolo Uno : Primo Inganno




L’anno scolastico era già iniziato da più di due settimane. Cosa lo rendeva terribilmente e quasi spaventosamente uguale agli altri ? I soliti mormorii e i lamenti degli studenti. Tipico. Gente che non vuole studiare, che vuole semplicemente ricevere un diploma in maniera oscenamente gratuita ed entrare direttamente in una qualche scuola prestigiosa. Oh ma tranquilli, pure io facevo parte di quell’ammasso di gentaglia. Ormai seguire la massa era un rito. Farsi degli amici, trovarsi un posto tra i popolari e magari diventare pure una cheerleader. Forse avrei potuto persino avere qualche chance con Adam, il solito quarterback della squadra di football della scuola. This is America, come ho sempre amato dire. Lo definirei persino il mio motto. Non che fossi una patriota accanita, ma essere definita americana nel mondo, aveva i suoi pregi. Cosa che non capivo appieno.
Scossi leggermente la testa dirigendomi a passi svogliati verso il mio armadietto. Lo apri con tre colpi decisi, indicando i numeri con la freccetta senza indugi. Sentii la sbarra di ferro scricchiolare e mostrarmi in seguito  la pila di libri stranamente composta. Alzai un sopracciglio passando distrattamente due dita su quei libri che, lì per lì, mi parvero spaventosamente puliti.
<< Dovresti prendere l’abitudine di riordinare il tuo armadietto qualche volta. >> sobbalzai più spaventata che sorpresa al suono della voce di Melanie. Ok si lo ammetto, per una frazione di secondo ho pensato che fosse il mio libro di aritmetica a parlare a nome di quelli sottostanti. Rivoluzione dei libri ? Magari prima o poi si sarebbero veramente vendicati del mio modo “affettuoso” di trattarli. Due settimane e già avevo messo fuori gioco la maggior parte dei miei libri.
<< Non è il mio forte prendermi cura di qualcuno. >> mi girai di scatto verso la mia migliore amica << O qualcosa.>> chiusi l’anta dell’armadietto non appena mi fornii del libro di geografia.
<< Ti devo forse far ricordare della brutta esperienza con Bettany ? >> feci retorica e vagamente ironica.
<< A quel pesciolino rosso è venuta una gastrite cronica per colpa di tuo padre e quella stupida sigaretta buttata per non farsi sgamare da tua madre ! >> già questo era vero. Papà aveva smesso di fumare da un anno, dopo che ne aveva fumati per ben quindici. Preso da una forte collera dopo una partita di football, si era messo a fumare con il nostro vicino a casa nostra, credendo che mamma non fosse a casa. Errato. Era a casa eccome e non appena la vide – stolto com’è – buttò la sigaretta vicino alla piccola casetta della cara Bettany e si dimenticò di riprenderla in seguito. Conseguenza ? Morte di Bettany. Per un mese rimasi depressa credendo di aver ammazzato il mio pesciolino rosso da venti dollari con qualche cibo cinese. Si anche quello era vero. In quella settimana avevo comprato un certo mangiume cinese per pesciolini rossi. Solo in seguito, dopo la mia millesima “è stata colpa mia ! Non voglio un altro animale domestico a casa ! Sono un’assassina potrei persino macellare questo povero cane in un attacco di epilepsia ! Perchè si, sono epilettica ! ” esclamai presa dai rimorsi davanti a un cucciolo di Beagle portato dal mio fratellino più piccolo. Ok la questione dell’epilepsia era esagerata. Di certo ora che ci penso, dare per sbaglio del cibo di poca raccomandazione a un pesciolino, non era di certo un sintomo di epilepsia. Ma vabbeh, il mio sfogo aveva fatto svuotare il sacco a mio padre, questo era l’importante. Scossi leggermente la testa ricordandomi della strillata di mia madre. Rabbrividii sentendo ancora il timbro della sua voce acuta vibrarmi i timpani.
<< Già brutta esperienza ... Un mese di depressione. Che bella la vita certe volte. >> mormorai monotona dirigendomi verso l’ala est. Camminai spedita verso i corridoi con appresso Melanie e la sua solita parlantina, quando all’improvviso sentii un brivido freddo passarmi su per la spina dorsale. Mi girai quasi meccanicamente verso la fonte di quel gelo e mi scontrai con due pozzi senza fondo. Inarcai le sopracciglia trovando Julian intento a guardarmi. Notando il mio scetticismo,  evitò elegantemente il mio sguardo per non destare sospetti, dirigendosi in seguito verso l’uscita con un libro in mano. Lo riconobbi come l’Amleto di Shakespeare. Bella cultura, peccato che io odiavo leggere libri che risalivano all’epoca dei dinosauri. Ok esageravo, ma in generale odiavo la letteratura. Mi piaceva leggere, ma di certo libri moderni. Che me ne facevo di un libro del XVII secolo ? Epoca morta. Ormai gli ebook erano diventati di moda e i cari libri cartacei piano piano scomparivano. Amen.
<< Julian ... >> mi girai di scatto verso Melanie ammonendola con lo sguardo. Contrariamente a me, lei adorava tutto ciò che aveva a che fare con la letteratura, o meglio dire tutto ciò che riguardava Julian. Si era infatuata di lui dalla prima volta che aveva messo piede in questa scuola, ergo l’anno scorso. Per i primi mesi, fu il ragazzo più desiderato da tutto il liceo, ma notando che in lui c’era qualcosa di sbagliato, lo lasciarono perdere subito. Tutte tranne Melanie. O forse altre, ancora innamorate di lui segretamente. Forse per il suo tutto fare freddo e menefreghista. Chi lo sa, sta di fatto che a me non interessava. Gente che se ne infischiava della vita non aveva e non avrebbe mai avuto un briciolo della mia attenzione. Lo ignorai dunque bellamente, girando i tacchi e dirigendomi in classe.
 



La giornata finì così, tra spintoni e risate di un ammasso di ormoni impazziti lasciati a libero arbitrio nei corridoi. Il classico. Sospirai pesantemente ritornando con  passi tranquilli verso il mio armadio. Si tranquilli, fino a quando una presa ferrea e un po’ sudaticcia mi afferò il polso bloccandomi sul posto. Repressi il fastidio non appena mi accorsi che si trattasse del nostro caro amato quarterback, alias Adam. Si è vero prima di vedere il suo bel faccino da ragazzo birichino, mi diede fastidio quella presa. Forse perchè era stata avventata e per nulla gentile. O forse me l’ero solo immaginato dato che il suo mezzo sorriso malizioso presagiva ben altro.
<< Gwenny ... finalmente ti trovo. >> sospirò avvicinandosi ancora di un poco. Ok qui c’era qualcosa che non andava. Da quando in qua il nostro capitano mi guardava con occhi languidi e si leccava schifosamente – altro che schifosamente, dentro di me stavo letteralmente cadendo nella sua rete – sexy le sue labbra ?
<< E perchè mai avresti dovuto cercarmi ? >> cercai d’ignorare il suo sguardo celestiale, togliendo – a malincuore – la sua mano dal mio polso. Lo sfidai con gli occhi cercando di fargli notare che il suo potere da Don Giovanni non mi scalfiva neanche un po’. Bugiarda, pensai.
<< Senti ... vado dritto al punto. >> si fece di colpo stranamente serio << Tu mi piaci, io ti piaccio. Tu ed io : coppia ! >> decretò l’ultima parola come se fosse la cosa più semplice del mondo. Mi gelai sul posto e, con me, pure il mio sorriso strafottente di qualche secondo fa. Bingo. Si, mi piaceva da ormai tre anni, precisamente da quando misi piede in quel schifoso istituto. Ma non pensavo che la cosa fosse così paurosamente reciproca ! Anzi la maggior parte del tempo cercavo d’ignorare i suoi sguardi da pesce lesso durante le ore comuni. Ma c’era ancora qualcosa che m’infastidiva ... strano a dirsi davanti a un Adone solare e simpatico come lui. La sua proposta era stata ... troppo superficiale. Già un altro che parlava di sentimenti e d’amore con tanta semplicità. Mi diede fastidio. Anche se si trattava di lui, mi diede enormemente fastidio. Già ero fatta così. Tutto doveva essere perfetto secondo i miei standard per interessarmi almeno un po’. Idealista ? Fino alla morte. E la sua uscita mi deluse profondamente.
<< E vieni qui, con aria da chi ha il potere di avere tutto e pretendi con la forza >> indicai il polso << che io accetti ? Oh ! No no no tu non me l’hai neanche proposto. >> sorrisi affabile passando un dito sul suo mento << tu l’hai decretato come se fosse scritto in un qualche testamento e che obbligatoriamente deve essere messo in atto. Deve. Non dovrebbe. >> strinsi entrambe le labbra alzando le sopracciglia. << Ne hai di strada da fare prima di poter sedurre una ragazza con sole parole e non con i gesti. >> ci pensai per una frazione di secondo << O forse anche quelli. >> dopotutto la sua stretta era stata poco gentile. Lo lasciai, lì, immobile come una statua vicino al mio armadietto. Repressi  un ghigno notando i suoi occhi stranamente concentrati sulla mia figura. Difficile decifrarmi ? Nah, in realtà ero una ragazza comune, solo che non mi andava a genio la gente che prendeva alla leggera certi argomenti. Ignorai il mio armadietto camminando spedita verso l’uscita senza girarmi. Se mi fossi fermata, la mia scenata da donna irraggiungibile – falsa copertura ovviamente – sarebbe stata ridicola. Solo mentre camminavo lungo il corridoio mi accorsi di Death Angel – alias Julian, ma dovevo ammettere che mi piaceva chiamarlo in quel modo – appoggiato sul muro opposto e intento a guardare beffardo Adam. Dopotutto la sua figura possente, i suoi occhi neri come la pece e i capelli con leggere striature marroncine, li davano un aspetto un po’ inquietante. Ma a quanto pareva anche affascinante sotto la prospettiva di altre ragazze. Lo guardai dall’alto in basso e, notando forse il mio sguardo, si girò verso di me. Il sorriso ironico sparì in un batter d’occhio dalle sue labbra eleganti non appena i nostri sguardi s’incontrarono. Si staccò di colpo dal muro ignorandomi senza troppi convenevoli e dirigendosi poi verso l’uscita di sicurezza. Il senso opposto da dove ero diretta io. Lo seguì con lo sguardo finché sparì completamente dalla mia vista, per poi dirigermi lentamente verso l’uscita principale. Strano a dirsi, ma avevo quasi dimenticato Adam che, in quel momento, era intento a studiare attentamente le due scie estreme, segnate da due persone decisamente incompatibili.




 

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Salve miei cari lettori :3 Si ok anche il primo capitolo non è molto lungo, peròòò... volevo postarlo e.e Diciamo che volevo mostrarvi meglio il carattere della nostra protagonista. Non comune, ma neanche estremamente bizzarro. Curiosa come ragazza direi. Mi viene più facile descrivere una persona del genere, problematica caratterialmente e con mille pensieri contrastanti che le affollano la testa.
Spero che vi abbia almeno un pochino interessato ... e che il caro Death Angel non abbia il solito faccino da ragazzo figo e strafottente ( non che certe storie non mi piacciano, al contrario ! Ne ho lette a bizzeffe e devo dire che sono molto carine. Ci fanno sognare... ).
Volevo anche ringraziare Giogi97c e HisLovelyVoice che hanno messo questa storia tra le seguite ! 
Un bacio a tuttii !
   
 
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