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Autore: AlwaysAttract    24/02/2013    8 recensioni
Louis non sapeva neanche come fosse riuscito a diventare stracotto di un tipo come Harry Styles, i giocatori di football non gli erano mai interessati, certo, ogni tanto ci faceva un pensierino quando li vedeva cambiarsi in spogliatoio, ma era sempre uscito con ragazzi semplici e divertenti, un po’ come lui.
Lui e il capitano della squadra di football non si erano mai sopportati prima dell’inizio dell’ultima estate: Harry non faceva altro che prendere di mira, insieme ai suoi amichetti, Louis per essere gay e Louis non poteva che soffiargli il primato in tutte le materie scolastiche e, ovviamente, anche la borsa di studio.
Verso metà luglio, per qualche inspiegabile motivo, avevano partecipato allo stesso campo estivo organizzato dalla parrocchia locale e, sempre per qualche inspiegabile motivo, si erano ritrovati a baciarsi, ubriachi fino al midollo, attorno alle ultime fiamme del falò mentre tutti gli altri dormivano nelle loro tende, ignari di tutto.
AU!Highschool
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note: Ciao a tutti! Vorrei scusarmi per il leggero ritardo, incolpo la mia nuova OS ("Meno di due mesi", se volete passare è lì) e le altre cause che mi impediscono di scrivere. Su questo capitolo non ho molto da dire, solo una cosetta: in una parte viene ricordato il primo bacio tra Louis ed Harry e ci tenevo a farvi sapere che è successo in un campo estivo, come avevo scritto nel primo capitolo. Lo scrivo solo in caso ve lo foste dimenticati!
Rigrazio di cuore tutti e scappo, ho da fare! :o
(mi scuso per qualche errore!!!)
Un bacio :*


 

Gli tremava il telefono tra le mani mentre cercava di comporre il numero di Harry. Louis era seduto a terra in un angolo con la schiena contro le mattonelle sporche del bagno, aveva le guance rigate dalle lacrime e le sue spalle erano percosse da frequenti singhiozzi. Era da un po’ che non succedeva, Louis pensava anche avessero finalmente smesso, ma quel giorno, il primo dopo le vacanze di Natale, i più rozzi della squadra appena lo avevano visto entrare in bagno, lo avevano preso e lo avevano pestato per qualche minuto prima che la campanella della terza ora suonasse.
«Hey Lou» la voce di Harry era allegra dall’altro capo del telefono. Louis singhiozzò più forte appena prima di parlare, non riuscendo a trovare le parole giuste per spiegare cosa fosse successo al suo fidanzato, che si trovava a chilometro di distanza da lui, in Canada ancora per un giorno. «Louis stai bene? Che succede? Parlami, per favore».
Louis prese un grosso e profondo respiro per iniziare a parlare, non era sicuro di come sarebbe uscita la sua voce, ma Harry, dall’altro capo del telefono, si stava preoccupando e non poteva farlo aspettare ancora.
«L’hanno fatto di nuovo» mormorò in due singhiozzi, Harry tacque, «in bagno, Rogers e quel deficiente del suo amico» spiegò più lentamente portando le ginocchia al petto subito dopo sentì un grugnito rabbioso dall’altra parte.
«Cosa ti hanno fatto?»
«Alcuni pugni nello stomaco, ma non tanti, dopo è suonata e mi hanno lasciato in pace».
Harry rimase di nuovo in silenzio, Louis poteva sentire il suo respiro pesante e i suoi passi sul pavimento.
La parte colpita dello stomaco non gli faceva così male, quel tipo di dolore l’aveva provato altre mille volte perciò era abbastanza sopportabile. Louis si sentiva più ferito nell’orgoglio, ed era quello il motivo per cui si era rannicchiato a terra e aveva iniziato a singhiozzare. Non capiva veramente cosa avesse fatto di male a quei due, cosa c’era di sbagliato nell’amare i ragazzi invece delle ragazze? E poi, cosa importava a loro? Che motivo c’era per prenderlo a pugni e per sputargli in faccia?
Si morse le nocche della mano per non piangere ancora, si rendeva perfettamente conto che facendo così poteva sembrare un ragazzino di fronte agli occhi di Harry, ma non gli importava, perché Harry, a volte, piangeva più di lui.
«Lou non piangere, è tutto okay, domani torno.. vorrei tanto abbracciarti».
«Non è tutto okay» mormorò spingendo di più la testa fra le ginocchia «Devi fare qualcosa, qualunque cosa. Per favore».
«Io.. Louis, io non lo so» rispose Harry con voce incerta, il più grande strinse le labbra per non farsi scappare altri singhiozzi, «non posso fare niente, cerca di capirmi».
Invece era Harry quello che non capiva, Harry non aveva mai capito in che tipo di situazione Louis si trovava e Louis lo odiava quando neanche ci provava a capire, quando non tentava neanche un secondo a mettersi nei suoi panni.
 «Per me, Harry, fallo per me.. ti prego».
«Mi dispiace, Louis, per f-».
«..ti odio» tagliò corto Louis riattaccando la telefonata. Appoggiò la testa al muro dietro di sé e tirò due lunghi respiri prima di alzarsi e di sistemarsi un po’ i vestiti. Si avvicinò a uno degli specchi e fece una smorfia appena verificò lo stato del suo viso, poi, velocemente, si sciacquò il volto e s’impose di non piangere, di fare finta di niente e di uscire da lì.
Tutto questo ignorando completamente il cellulare che continuava a vibrare nella tasca dei suoi jeans.
 
Quando Zayn e Niall entrarono in mensa Louis era già seduto al loro tavolo da un po’ con il vassoio già pronto e un sorriso abbastanza credibile sul volto. Niall lo salutò con una pacca sulla spalla, Zayn gli fece un sorrisino prima di sedersi affianco al biondino, Louis poté notare quanto vicino si sedette, i loro gomiti quasi si toccavano, e ricambiò il sorriso ma l’espressione di Zayn cambiò in due secondi diventando intimidatoria, e capì all’istante a cosa si stesse riferendo il suo amico.
Ridacchiò piano e fece finta di nulla quando Niall alzò gli occhi dal suo panino per guardarlo con aria confusa.
«Cosa c’è?» chiese ripescando da un lato della bocca un pezzo di insalata. Louis scosse la testa.
«Niente, mi sono ricordato una cosa e mi è venuto da ridere, tutto qui. E’ buono il panino?».
Niall mugugnò una risposta affermativa e alzò il pollice in su per rafforzare il concetto.  Louis spostò lo sguardo su Zayn, che era rimasto in silenzio ad osservare attentamente il ragazzo che gli stava accanto, e non poté che sorridere di più.
Zayn non era semplicemente cotto di Niall, era stracotto. Louis cercò di reprimere un’altra quando Niall chiese al moro se volesse tirare un morso al panino e le sue guance diventarono di un rosso acceso.
L’allegria che quei due gli avevano messo addosso svanì l’attimo dopo in cui il cellulare ricominciò a vibrare nella tasca, Louis provò a mantenere la calma e strinse i pugni fin quando gli squilli non finirono.
«Lou, tutto okay?» gli chiese Zayn notando il suo improvviso cambio di umore, Louis sussultò appena si sentì preso in causa. Scosse con veemenza la testa e finse un sorrisino.
«Sì, sono solo un po’ stanco».
I due ragazzi annuirono poco convinti, poi i loro guardi furono attratti da qualcun altro. Louis seguì la direzione dei loro occhi e solo pochi secondi dopo notò Amy, l’ex ragazza di Niall, passare vicino al loro tavolo con il vassoio in mano, le guance, solitamente pallide, colorate di un debole rosa e gli occhi puntati in quelli dell’irlandese. Louis oscillò lo sguardo dalla ragazza, a Niall, a Zayn e si accorse immediatamente dei sorrisini che si scambiarono i due ex fidanzati e i muscoli della mascella del moro indurirsi alla scena.
«Cos’era quello?» domando Zayn a Niall con una punta di acidità e gelosia nella voce appena Amy si allontanò.
 Niall si riscosse. «Quello cosa?» chiese ingenuamente.
«Tu e Amy» spiegò Louis tenendo sotto controllo le reazioni di Zayn.
Niall si strinse nelle spalle tirando un altro morso al suo panino, «niente» bofonchiò con la bocca piena nel chiaro intento di far passare l’accaduto per una causalità.
«Quello non è niente» sputò Zayn appoggiandogli una mano sulla spalla e levandogli il panino dalle mani, Niall protestò mugugnando, «dimmelo, per favore».
Louis ignorò il fatto che avesse indirizzato la frase solo verso sé stesso. Il biondino sbuffò e alzò gli occhi verso il soffitto, innervosito.
«Noi ci siamo visti durante le vacanze, okay? Mi ha chiesto di andare a casa sua e ci sono andato» sbottò.
«E..?» fece Louis sporgendosi sul tavolo per avvicinarsi a lui con fare curioso.
«E non c’è bisogno che tu sappia oltre, Louis».
I due ragazzi sussultarono appena Zayn sbatté le mani forte sul tavolo, la vena d’irritazione proprio sulla tempia. Louis lo implorò con gli occhi di non fare sciocchezze e Zayn fu solo in grado di correre via dalla mensa stretto nel suo giubbotto di pelle, le lacrime proprio sotto gli occhi.
Ci furono alcuni istanti di silenzio prima che Niall borbottasse qualcosa, «Non di nuovo, non di nuovo» piagnucolò prendendosi la testa fra le mani.
«Immagino che tu non gliel’avessi detto» fece Louis sospirando malinconicamente, Niall scosse la testa, «e hai intenzioni di rimetterti con lei?»
«Io.. io non lo so, potrei riprovarci».
 Louis bevve un sorso d’acqua facendo un verso di disapprovazione, in fondo neanche a lui piaceva molto Amy Green, come non gli piacevano la maggior parte delle ragazze, e poi gli dispiaceva per Zayn. Fu tentato dalla voglia di spifferare tutto a Niall, di dirgli di aprire un po’ gli occhi e di capire il vero motivo del perché Zayn si arrabbiasse sempre appena si accennava di Amy o delle ragazze che frequentava in generale, ma scosse la testa per convincere sé stesso, forse non era un’idea così buona, Zayn non gli avrebbe più rivolto la parola, ne era sicuro.
«Ho solo paura della reazione di Zayn, ma cosa pretende? Io non posso rimanere single a vita perché lui non si trova una cazzo di fidanzata» continuò Niall mordendosi le labbra.
«Forse non è una fidanzata che sta cercando» si lasciò scappare mentre era nel pieno delle sue riflessioni. Si rese conto di aver parlato, e non di aver solo pensato, solo quando notò l’espressione confusa e incredula sul volto di Niall, «cioè..».
«Ciao ragazzi!»
Louis sobbalzò appena sentì la voce di Liam accanto a sé e gli riservò un sorriso tutto denti per ringraziarlo di avergli salvato il culo.
«Ehi Liam!» fece dandogli un pacca sulla spalla mentre il ragazzo scivolava sul posso vicino al suo.
 
«Sapevo di trovarti qui, Zayn, sei così prevedibile» rise Louis sedendosi affianco all’amico sull’erba umida del retro della scuola. Zayn ringhiò frustrato spegnendo la quarta sigaretta della giornata per terra e sbuffò.
«Non voglio parlarne» sentenziò. Fece per alzarsi ma Louis lo fermò per un polso costringendolo a restare lì, accanto a lui. Sorrise leggermente appena notò l’amico alzare gli occhi al cielo infastidito e, convinto di star facendo la cosa giusta, prese parola.
«Non devi parlare tu, ma io. Sai, alla festa sei stato davvero carino a confidarmi il tuo amore per Niall..».
E Zayn abbassò prontamente la testa appena sentì quelle parole, le guance gli andarono a fuoco poco dopo. Louis ridacchiò.
«Dicevo, sei stato carino perché sei stato sincero, per questo vorrei esserlo anche io con te» continuò alzando una mano per potergli toccare una spalla, Zayn alzò gli occhi titubante ma curioso, e Louis prese un grosso respiro.
«Mi prometti che non ti arrabbierai?» gli domandò.
«Dipende da cosa mi dirai, se si tratta di Niall e dei suoi non-sentimenti per me..»
«Non è questo» lo interruppe «io.. io ho una relazione con Harry» disse tutto d’un fiato.
Zayn si accigliò e lo guardò attentamente per alcuni secondi, «Harry chi?».
«Harry.. Harry Styles».
Seguirono dei secondi imbarazzanti, gli occhi di Zayn ormai erano spalancati al massimo e quasi gli uscivano fuori dalle orbite, la sua bocca era semi aperta e, se non fosse per il suo petto che si alzava e che si abbassava lentamente, Louis avrebbe potuto pensare che il suo amico fosse diventato una statua.
«..tu.. lui è.. voi.. cosa?» balbettò Zayn riacquistando un po’ di lucidità dopo i vari flashback che si erano manifestati nella sua testa. Ora capiva molte cose: il perché Louis non volesse uscire con nessun ragazzo, il come mai fossero stati invitati a quella festa a casa Styles e anche la spiegazione alle molteplici macchie viola che Louis aveva avuto negli ultimi mesi.
«Stiamo insieme, da settembre» ripeté Louis a mezza voce.
«Ma Harry Harry Harry Styles? Il capitano?».
«Quanti Harry Styles conosci?».
«Mio Dio, non me lo aspettavo, cioè, è davvero assurdo» borbottò Zayn con un tono di voce incredulo «e lo hai detto a qualcun altro o solo io ne sono a conoscenza?» chiese subito dopo.
Louis scosse la testa «No, anche Niall e Ed Sheeran».
Zayn rimase in silenzio e si accigliò di nuovo, sentendosi leggermente offeso, «perché Niall l’ha saputo prima di me?».
«Perché lui ha saputo tutto sin dall’inizio: è stata la prima persona con cui ho parlato e mi sono sfogato dopo il primo bacio che io e Harry ci siamo scambiati. Era lì e gliel’ho detto» spiegò velocemente Louis.
Come poteva scordarsi del momento di crisi che aveva avuto, il mattino dopo l’accaduto, quando si era svegliato in una tenda che non era la sua con un mal di testa atroce e un ricordo assurdo, impresso nella testa? Ricordava della figura di Harry stesa affianco a sé dormiente, fortunatamente tutto vestito, i suoi capelli ricci a nascondergli il viso e il braccio che gli andava a circondare la vita. Ricordava anche come fosse scappato nella tenda che condivideva con Niall e di come gli avesse raccontato tutto: dell’alcool che aveva bevuto, dei due tre ragazzi che si era limonato prima di Harry, delle continue occhiate che il riccio gli aveva mandato per tutta la sera mentre ballava, di come Harry avesse aspettato che tutti gli altri si ritirassero nelle loro tende prima di avvicinarsi e baciarlo.
E Niall era sempre stato gentile con lui, perché lo ascoltava e non lo criticava, anche se molto spesso gli raccomandava di stare attento ma Louis gli diceva sempre di non preoccuparsi perché sapeva in che cosa si era cacciato.
«Non arrabbiarti, ti prego, ho promesso ad Harry di non dirlo a nessuno, lui non sa che Niall è a conoscenza di tutto. Scusami se non te l’ho detto prima, Zayn» continuò pregandolo.
Zayn annuì e basta «..è okay, penso».
«Aspetta, ti faccio vedere una mia foto con lui, ce l’ho segretamente custodita nel mio telefono..» esclamò Louis con tono squillante, però, quando andò a tastarsi le taste e non trovò il cellulare, l’ansia incominciò a salire «oh merda, dove sta?»
 
Harry sbuffò spazientito rientrando nella sua camera d’albergo. Si sentiva tremendamente in colpa per quello che era successo al suo fidanzato e, in più, era stato come cadere in un burrone quando Louis gli aveva detto ti odio.  Comunque, nonostante tutto, era davvero molto felice che quello fosse il suo ultimo giorno in Canda, non ne poteva più di rimanere lì insieme ai suoi genitori che gli ripetevano sempre quanto Taylor Swift fosse una ragazza così carina e quanto avessero voluto che tra di loro ci fosse qualcosa di più. Harry li odiava quando parlavano del suo futuro, soprattutto se il suo futuro comprendeva una ragazza figlia di un ricco e famoso imprenditore.
Guardò un’altra volta il suo telefono dimenticato sul letto e, convinto, lo riprese per provare a richiamare Louis, dato che alle sue precedenti telefonate non aveva risposto. Scrisse velocemente il numero sullo schermo e portò il cellulare all’orecchio, il cuore in gola per la paura di essere un’altra volta rifiutato.
«Ti prego, ti prego..» mormorò portandosi il pollice in bocca per mangiucchiarsi l’unghia e saltò sul posto appena la chiamata fu accettata.
«Pronto?».
«Boo, amore, per fortuna, è da un sacco che ti sto chiamando e.. ascolta, mi dispiace, okay? Sai che ti amo e che vorrei che non ti capitasse mai niente di male e so anche che non ci provo abbastanza ma..».
«Chi è che parla?».
Harry si interruppe e rimase un attimo in silenzio «Lou, sono Harry, non fare il deficiente, per favore».
«Harry chi?»
«Harry Styles, il tuo fidanzato, ricordi?» sbuffò spazientito buttandosi con la schiena sul letto, dall’altra parte del telefono ci fu soltanto silenzio «Louis? Ho sbagliato numero, per caso?».
«No.. non hai sbagliato numero, è quello di Louis».
Ad Harry mancò il respiro, se quello era il numero e non stava parlando Louis, chi è che aveva risposto?
«Chi sei? Dov’è Louis?» chiese in fretta spostandosi i capelli ricci dalla fronte.
«Sono Liam».

   
 
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