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Autore: Dahmer    24/02/2013    1 recensioni
-Mamma, papà! Mi hanno presa! Mi hanno presa!- esultò esaltata.
Rylee era figlia di una graziosa coppietta di Canton, Ohio. La madre era casalinga e il padre un piccolo commerciante. Aveva due fratelli. Il più grande, Derek, impegnato nell’esercito americano da due anni e l’altro Jeremy all’università. Lei era l’unica rimasta con i genitori. Era una ragazza modestamente alta e magra, dalla pelle olivastra che faceva risaltare gli occhi verde smeraldo attorniati da lunghe ciglia nere. I lineamenti del viso erano delicati, il naso era leggermente alla francese e le labbra moderatamente carnose e sul labbro inferiore sfoggiava un piccolo anellino d’argento. Aveva i capelli mossi lunghi fino alle ultime costole e il loro colore noce accentuava gli zigomi alti.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-You think that is funny?-

 

Ry uscì dalla doccia. Si accorse subito che c’era qualcosa di strano. Si guardò allo specchio, la sua pelle era unta e lucida, si sentiva appiccicaticcia. Rivolse lo sguardo alla cipolla della doccia, alcune goccioline di strana acqua marrone scendevano lentamente. Sgranò gli occhi, iniziando a temere il peggio. Si annusò i capelli, riconoscendo l’odore del dado da brodo.

-Oliver- grugnì a denti stretti, con ancora una ciocca di capelli tra le dita.  Si mise le mutande e si avvolse un asciugamano in vita, in modo da coprire solo il seno, rimasto nudo.  

Si mise alla ricerca del cantante. Incrociò lo sguardo sbigottito di Godfrey.

-Che ti è successo?- chiese lui.

La ragazza gli si fiondò addosso.

-Non voglio sentire nessuna domanda o battutina in questo momento! Dov’è Oliver?!- sbraitò.

Il modello si limitò a indicare la sala svago, leggermente intimidito.

La ragazza si scostò e si diresse verso la stanza. Spalancò la porta, adirata.

-TU! Sottospecie di macaco urlatore!- gridò puntando il dito verso il tatuato, seduto comodamente davanti al computer.

Oli si alzò, guardandola. Era bellissima, nonostante la sua pelle sembrasse quella di un maialino coperto di strutto. Le sue gambe magre sembravano ancora più lunghe con quella salvietta corta che le fasciava il corpo.

-Si?!- chiese con aria innocente.

-Io ti uccido!- proseguì lei avvicinandosi al suo volto, ignorando gli sguardi stupiti di Josh, Felix e Tom che osservavano la scena in silenzio.

Il ragazzo accennò un sorrisetto bastardo, che fece alterare ancora di più l’americana che tentò di colpirlo, prima di essere trattenuta da uno dei modelli, che la sollevò da terra, deciso a portarla via da lì, prima che qualcuno si facesse male. Felix se la caricò sulle spalle, facendola penzolare lungo la schiena. Lei ancora urlava contro il cantante, dimenandosi come un animale in trappola. Batteva i piedi sul torace dell’amico, e muoveva i pugni in direzione di Oliver. I capelli le si spostavano continuamente davanti al viso e dalla sua bocca usciva un fiume di bestemmie e imprecazioni, espressioni decisamente poco degne di una ragazza. Felix la trasportò fuori dalla stanza.

Oli osservò attentamente la scena, senza far scemare l’espressione compiaciuta, poi tornò a sedersi.

-Che è successo?- gli chiese il fratello.

-Niente, volevo divertirmi- sorrise lui.

Per fortuna Amanda stava tenendo il servizio fotografico quel pomeriggio, così si era persa la scena e Oli, anche questa volta, l’aveva fatta franca. Pensò eccitato alla nuova rivalsa della mora, voglioso di scoprire di cosa era capace.

Al piano di sotto intanto Ry si era calmata, grazie al sostegno di Felix e Godfrey.

-Vado a farmi un’altra doccia, in camera, mi raccomando tenete lontano Oliver, stasera avrò la mia rivincita-

Uscì finalmente pulita, anche se non avrebbe mai dimenticato la terribile sensazione che aveva provato. Si coprì con una maglietta della DD più grande di due misure, che fungeva da vestitino. Uscì in giardino con i capelli ancora bagnati.

Stava giungendo la sera e il tramonto illuminava l’orizzonte.

Si accomodò su un’amaca, guardando l’oceano. Prese una sigaretta e l’accese. Inspirò a fondo. Si sentì pervasa dal fumo dolciastro che si impossessò del suo corpo. Fumava raramente, solitamente quando era sola o nervosa e forse quello era il momento adatto.

-Ry, stiamo per cenare, ci raggiungi?- l’avvisò Tommy, spuntandole alle spalle. La ragazza si girò di scatto verso la voce calda del ragazzo. I capelli le si spostarono da una spalla all’altra. Sorrise cordialmente.

-Ti ringrazio ma non ho molta fame, buon appetito- replicò lei, aspirando di nuovo tutte le sostanze nocive della Marlboro.

-D’accordo- disse lui, tornando in casa.

Rylee alzò lo sguardo sul tramonto. I suoi occhi assunsero il colore del cielo. Un senso di tranquillità le penetrò l’anima. La sua mente vagò per un attimo e il suo pensiero raggiunse il fratello in guerra. Chissà come se la stava cavando, chissà se stava bene. Era sempre preoccupata per lui, solitamente quando era a casa ogni due settimane arrivava una lettera di Derek che avvisava che era tutto a posto. Ora che non era più in America non avrebbe più nemmeno saputo se gli fosse successo qualcosa. Le sue riflessioni furono interrotte dall’arrivo di Godfrey, che si sedette sull’amaca accanto alla sua.

-Che fai qui fuori?- le domandò.

-Niente di che, volevo assaporarmi un po’ d’estate in questo posto meraviglioso- rispose lei.

-E’ davvero bellissimo qui, hai ragione. Ti va se facciamo una passeggiata in spiaggia?- suggerì Matt.

-Volentieri.-

I due s’incamminarono verso l’immensa distesa di acqua e si sedettero sulla sabbia, bagnandosi i piedi scalzi nell’oceano.

-Come ti trovi tra noi?- iniziò Godfrey per fare un po’ di conversazione.

-Devo ammettere che mi sento davvero a mio agio. Siete tutti molto disponibili con me, ma credo di non andare a genio ad Amanda e con Oliver non ho un buonissimo rapporto-

-Amanda odia tutti, ti dovrai solo abituare. Oli invece non credo ce l’abbia con te, anzi penso che stia cercando di attirare la tua attenzione-  spiegò il modello.

-La trovo una cosa davvero immatura- bofonchiò la ragazza.

-Sbaglio o tu rispondi agli scherzi?!-puntualizzò lui.

-Io ho 17 anni, lui ne ha 23, c’è una certa differenza- si difese lei.

I due scoppiarono in una risata complice, come due buoni amici.

-Raccontami un po’ di te, insomma ti ho tartassato di domande ma non sono state sufficienti per conoscerti meglio- la spronò.

-Beh, non c’è molto da dire. Vivo a Canton, in Ohio e sono l’unica figlia femmina, ho due fratelli e momentaneamente vado ancora a scuola, amo cantare e disegnare, tutto qui. Per il resto ho una vita monotona-

-Ami cantare? Ti va di farmi sentire? Suono la chitarra, vado un salto in camera a prenderla poi torno qui e …-

-D’accordo- Ry rispose senza dargli nemmeno il tempo di finire la domanda.

Godfrey corse verso la villa e tornò poco dopo imbracciando una Hofner classica color mogano. Cominciò a suonare Roger Rabbit degli Sleeping With Sirens e Ry iniziò a cantare.

La sua voce pulita lo lasciò piacevolmente sorpreso. Si unì a lei nel ritornello.

Nobody's gonna love you if, 
You can't display, a way to capture this. 
Nobody's gonna hold you hand, 
And guide you through, 
No, it's up for you to understand. 

Nobody's gonna feel your pain, 
When all is done, 
And it's time for you to walk away. 
So when you have today, 
You should say all that you have to say.
 

 
Le loro voci si amalgamavano perfettamente. I loro sorrisi sinceri rispecchiavano per la prima volta un vero e proprio coinvolgimento. Si sentivano vicini, come se le loro anime si stessero intrecciando, potevano percepire i sentimenti dell’altro.

C’era qualcosa nell’aria che li aveva fatti avvicinare, fino a diventare amici.

So when you have today, say all that you have to say.
 

Conclusero insieme, in completa armonia. Si rivolsero uno sguardo dolce, amichevole. Gli occhi di Ry erano lucidi, quella era stata la prima canzone che aveva cantato con Max ed era grazie a quella che erano diventati amici, un po’ come stava succedendo con Godfrey. L’atmosfera fu squarciata da un applauso. I due si voltarono, incontrando i volti dei modelli, giunti lì attratti e incuriositi dalla musica. Tra loro c’era anche Oli, meravigliato dall’incredibile voce della ragazza e dallo strepitoso duetto e deluso che non avessero scelto una canzone della sua band. Applaudì per amalgamarsi alla massa, non volendo ammettere di aver amato l’esibizione.

Dopo essersi complimentati con l’americana, tornarono tutti in casa. Pronti a riposare. Erano già trascorsi tre giorni.

La sveglia di Rylee suonò alle sette del mattino. Tutti avrebbero dormito ancora per un po’ prima di svegliarsi e mettersi al lavoro. Doveva mettere a punto il suo piano. Fece irruzione nella camera di Dani, Layla, Amanda e Oliver, armata di una bottiglietta di acqua tiepida. Scoprì il corpo del cantante, tirandogli giù le coperte fino alle caviglie, rivelandone il corpo esile coperto solo da un paio di boxer neri aderenti e ornato da infiniti tatuaggi. Lo contemplò, ammaliata dal fascino che lo avvolgeva anche mentre dormiva. Guardò l’ora, si stava facendo tardi, mancava poco al risveglio. Svitò il tappo della bottiglia, e versò l’acqua prima sul materasso tra le gambe del ragazzo, poi direttamente sui boxer. Sperò che il suo sonno fosse davvero pesante e così fu. Non si accorse di nulla. Lo ricoprì e si rigettò nel suo letto, fingendo di dormire.

Dieci minuti dopo si sentì Amanda litigare con Oliver.

-Oli cazzo, hai 23 anni e ti pisci ancora addosso?!- urlò la fidanzata.

-Non mi sono pisciato addosso!- si discolpò lui, sapendo già a chi dare la colpa.

-No, infatti è il materasso che perde! Oliver, per favore! Ora muovi il culo, cambia quelle dannate lenzuola, stanotte voglio dormire in un letto pulito!-  ordinò Amanda, innervosita, uscendo dalla stanza sbattendosi la porta alle spalle. 

A volte le sembrava di stare con un bambino piccolo. Forse era per questo che Oliver non voleva metter su famiglia, a stento riusciva a prendersi cura di se stesso.

Si diresse verso il giardino, imbattendo nei modelli, curiosi di ciò che era successo tra la coppia. Imprecò contro ognuno di loro. 

Rylee osservò la scena sulla porta della sua stanza, ridendo quando Amanda le passò davanti sbattendo i piedi, arrabbiata.
Oliver le comparì davanti, posizionandole il viso a pochi centimetri dal naso.

-Buongiorno bellezza, vedo che ha ceduto la vescica stanotte- lo derise guardando i boxer e dandogli un leggero schiaffetto sulla guancia.  

-Divertente lo ammetto, non mi era mai stato fatto uno scherzo come questo, ma toccherà ancora a me, ricordatelo- la avvisò prima di tonare in camera a cambiarsi.

Soddisfazione.

-Fantastico- sibilò Ry sorridendo alzando solo un lato del labbro.

Si stava divertendo tantissimo, era estremamente contenta.
 


Eccomi con un altro capitolo :) spero vi sia piaciuto :) finalmente la situazione tra i due si sta animando.
*Black Devil*
 

 

  
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