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Autore: _EucliffeRedHot_    24/02/2013    7 recensioni
E' la prima volta che scrivo qualcosa su questa sezione.. La mia storia parlerà di una Doremi ormai sedicenne che dopo essere stata tradita dai suoi più cari amici quando aveva 12 anni.. se ne andò e dopo 5 anni ecco che farà la sua ricomparsa. Scoprirà nuove cose che le sconvolgeranno la vita, a suo parere in meglio e che la faranno cambiare molto. Ci saranno scene di uccisioni,ecc..
Spero di avervi incuriosito e che vi piaccia!
P.S Non so se metterò come coppia Doremi e Tetsuya.. però sarà sicuro PER ORA che Tetsuya è ancora innamorato di lei.. Ma per adesso ho pensato solo alla prima parte, il resto verrà da se e che la mia Musa ispiratrice non mi abbandoni! xD
Genere: Dark, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Doremi Harukaze, Tetsuya Kotake, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Mentre percorreva il lungo corridoio scolastico per cercare la sua classe, avvertì lievemente l'aura di Ricky e facendosi seguire da essa,
arrivò davanti ad una porta scorrevole fatta d'avorio.
Allungò il braccio destro e con la mano la tirò di lato, entrando come se nulla fosse.
Appena entrata tutti si girarono verso di lei con facce stranite e sorprese.
Doremi non ci fece caso e mentre finiva di ingoiare l'ultimo pezzo della sua colazione, disse:

"Hei, Ricky!"  

Ricky era il nuovo professore di matematica. Era alto, con i capelli color del grano e due occhi neri come la notte.
Era piuttosto affascinante e Doremi non si stupì che le ragazze lo guardavano con la bava alla bocca.
Portava una camicia bianca, un po' sbottonata, facendo intravedere gli addominali scolpiti.
Indossava un paio di jeans a vita bassa e delle converse nere.
Portava anche degli occhiali da riposo che usava solo per questo genere di situazioni, per far capire che era un professore..
Perchè quando non li aveva appariva un adolescente pur avendo già vent'anni.
Dal canto suo Ricky, per nulla sorpreso dall'entrata di Doremi, rispose con voce di rimprovero:

 "Doremi! Ti sembra l'ora di arrivare a scuola al tuo primo giorno ?" 

Lei con aria indifferente, rispose:

 "Ieri sera ho avuto da fare e stamani volevo dormire. Ringrazia che sia venuta." 

Il professore, sospirando, disse:

 "Sei sempre la solita! Per oggi te la faccio passare liscia, perchè è il primo giorno. Però almeno potevi indossare la divisa scolastica!" 

Lei abbassò lo sguardo sul suo abbigliamento e poi lo alzò guardando le sue compagne.
In effetti lei era l'unica senza divisa.
Indossava una maglia aderente nera che lasciava le spalle scoperte, un paio di jeans corti, una calza a rete nella gamba destra e delle All Star nere.
Con sguardo schifato disse:

 "Ma ti pare che io metta quella roba ?" 

I compagni di classe li guardavano esterrefatti e tutti si chiedevano chi fosse quella splendida ragazza e che rapporto avesse con il loro nuovo insegnante di matematica.
E soprattutto perchè l'avesse chiamata per nome -o meglio- con quel maledetto nome.
I loro pensieri furono interrotti dalla voce del professore, che disse:

 "Uffa, che palle! Sai che Ren è molto geloso.. Almeno presentati alla classe, anche se già alcuni li conosci.." 

Con aria scocciata, la ragazza si girò verso i suoi nuovi compagni e con voce fredda e distaccata, disse:

 "Sono Doremi Harukaze." 

Una metà dei suoi compagni -quelli che la conoscevano- aveva la bocca aperta e gli occhi sgranati.
Non potevano crederci!
Dopo cinque anni che non la vedevano, eccola lì.
Più bella che mai.
Non l'avevano per niente riconosciuta.
Era cambiata.. Molto!
L'altra metà, invece, era ammaliata da quella graziosa figura -all'apparenza molto fragile- che nascondeva un carattere forte e impulsivo.

    "Non dici nemmeno piacere ?" domandò l'insegnante con un ghigno.

Conosceva molto bene la storia della sua piccola peste, ma gli piaceva comunque stuzzicarla.

 "Per me non è un piacere. Non ho deciso io di venire in questa scuola del cazzo!"  Sputò con disprezzo


 "Dai, almeno ci divertiremo. Non vedo l'ora!"  mormorò il biondo con gli occhi che luccicavano

Doremi sentendo quell'adorabile commento e capendo cosa intendeva, si lasciò andare -anche lei- ad un piccolo ghigno.
Poco dopo, ricordandosi una cosa, chiese:

   "Ah, Ricky! Hai incontrato Ren ?"   

 "Ancora no, penso che abbia avuto la tua stessa idea di amoreggiare con il letto, quindi credo lo vedremo per la pausa pranzo" 

La rossa si lasciò scappare un piccolo risolino e disse:

 "Vabbè, lo aspetterò qui.. Tanto mancano poche ore al suono di quella fottuta campanella.." 

Nel momento in cui Ricky ricominciò a spiegare la sua lezione, Doremi si incamminò verso l'unico banco vuoto, in fondo vicino alla finestra.
Mentre passava tra i banchi, i suoi vecchi "amici" la guardavano con la bocca spalancata.
Lei li ignorò bellamente e quando arrivò alla sua destinazione, si sedette, sollevando le gambe e mettendo i piedi sopra al banco, mentre le braccia le posò dietro alla nuca.
Con ancora gli occhi della maggior parte dei ragazzi addosso, sbuffò chiudendo i suoi di occhi e rilassandosi solo dopo aver sentito la voce forte
-ed estremamente calda- di Ricky riprendere quegli idioti con il cervello sottosviluppato per la disattenzione del momento.
Passarono così quasi due ore e mezza. Fra gli sguardi maliziosi, scioccati e di puro odio che le lanciavano i suoi compagni a cui lei se ne fregava altamente.
A volte guardava di sottecchi il suo caro professore che diceva cazzate su quella materia inutile di cui, ne era sicura, si stava annoiando a morte anche lui.

Finalmente, dopo aver imprecato varie volte dentro di se sul fatto di quanto ci mettesse a suonare quella maledetta campanella, si sentii quel suono tanto agognato da molti.
Tutti i suoi compagni si alzarono. Alcuni andavano fuori, altri attaccavano i banchi mangiando e parlando animatamente, ma quelli più importanti, erano fermi, immobili e.. la osservavano.
Ora che li guardava più attentamente, riconosceva:
-Aiko
-Onpu
-Tetsuya
-Momoko
-Hazuki
-Masaru
-Reika
-Akatsuki
-Leon
-Toru
-Fujio

"Chissà cosa ci fanno nel mondo umano i FLAT 4.." Pensò la rossa

 "Beh.. Chi non muore si rivede, eh ?"  Sibilò Reika

Doremi la fissò e con un ghigno, disse:

 "Reika, eh ? Ti ricordavo più magra.. Preso qualche kilo ?" 

 "Cosa hai detto, stronza ?! Non eri scomparsa ? Perchè cazzo sei ritornata ?"  Urlò la Bionda con la rabbia negli occhi


 "Vuoi davvero saperlo ?"  Disse con voce sarcastica

In quel momento si guardarono fra loro, mentre Reika le lanciava saette dagli occhi.
Se uno sguardo avrebbe potuto uccidere sarebbe già all'altro mondo.
Dopo lunghi minuti di silenzio, Aiko interruppe quel momento di tensione.

 "Dore.. So che è tardi ormai.. Cavolo sono passati cinque anni in un batter d'occhio.. Parlo io a nome di tutti. Siamo davvero mortificati per come ti abbiamo trattata. 
Ti abbiamo illuso, deriso, distrutto. Ci dispiace.  Abbiamo cercato di rintracciarti. Non sapevamo dov'eri finita. 
I tuoi genitori ci hanno detto che eri scappata di casa e noi ci sentivamo schifosamente responsabili. 
Forse è tardi e fai bene a non perdonarci, però noi vorremmo che ci dessi un'altra chance. 
Puoi prendere tutto il tempo che vuoi. E.. Sei diventata stupenda. Davvero." 

Detto questo le fece un gran sorrisone.
Percepiva chiaramente dal suo tono di voce nervoso e da come si contorceva le mani fra di esse, che era sincera.
Gli stava parlando con il cuore in mano e gli occhi leggermente malinconici.
Anche gli altri avevano o la testa bassa oppure si torturavano il labbro inferiore avviliti.
Senza che potesse fermarli, i ricordi uscirono violentemente dal cassetto, in fondo al cuore, in cui li aveva rinchiusi anni addietro.
Ricordi in cui lei era felice. O almeno lo credeva. Felice nella sua ignoranza.
Ricordi di una dodicenne allegra e spensierata.
Sempre con il sorriso fra le labbra.
Peccato che era tutta una futile menzogna.
Un sogno diventato un incubo.
L' avevano ingannata. Tutti. Sempre.
Le avevano fatto toccare il cielo con un dito e poi l' avevano buttata prepotentemente giù nelle fauci dell'inferno.
Aveva dato fiducia a persone che non lo meritavano.
E ora loro, dopo cinque anni, si scusavano.
Dispiacendosi del suo dolore.
Del modo in cui l' avevano trattata.
Ma ormai era troppo tardi.
Era cambiato tutto.
LEI era cambiata.
Loro l' avevano cambiata, anche se in meglio.
Il suo odio e disprezzo nei loro confronti non era mutato nè in questi cinque anni, nè nel momento stesso in cui Aiko si era scusata a nome di tutti in modo schifosamente sincero.
Lei voleva loro.
O meglio, la loro morte.
Voleva che provassero tutto ciò che le avevano inferto.
Cose che non avrebbero dovuto fare ad una giovane e ingenua ragazza di dodici anni.
Ad un tratto, ridestandosi dai suoi pensieri, gli venne una brillante idea. Anzi geniale!
Osservò i suoi compagni e ex-amici.
Poi il suo sguardo si posò su Ricky.
Aveva uno sguardo indecifrabile.
Ma, conoscendolo, sapeva che si stava trattenendo dal fare una sfuriata e ammazzare tutti sul posto.
Gli rivolse un ghigno e lui sembrò rilassarsi un po'.
Si rivolse ai ragazzi che aveva di fronte e assumendo la faccia più ingenua, dolce -con un pizzico di tristezza- e assolutamente falsa che avesse mai avuto, disse:

 "Devo ammettere che tornando in questa città ho pensato parecchio a voi, soprattutto cosa avrei dovuto fare se vi avrei incontrato. Fuggire o tenervi testa. 
Mi avete fatto soffrire. Molto. Troppo forse. E mi fa piacere ricevere delle scuse anche se in ritardo di cinque anni. In questo preciso momento non so cosa dire. 
Non credo che riuscirò mai a perdonarvi del tutto, ma forse potremmo ricominciare" 

Detto questo la rossa allungò la mano verso Aiko -che sembrava essere la Leader - e si ripresentò, mentre la blu la guardava con uno sguardo
sorpreso e gli occhi che si velarono -anche se leggermente- di lacrime.
Si dettero una stretta di mano mentre anche gli altri, dopo un momento di incertezza, si avvicinarono e gli tesero le mani che lei accettava
non facendo trasparire il suo disgusto anche solo al più piccolo tocco con uno di loro.
Ricky le lanciava sguardi straniti e occhiatacce che volevano intendere: Dopo mi devi dire che cazzo ti passa per il tuo minuscolo cervello!
Lei annuì leggermente senza farsi notare dagli idioti che avevo davanti che sprizzavano felicità da tutti i pori solo per una stupida stretta di mano.
Ad un tratto si sentì una sensazione sgradevole addosso.
Girò la testa a sinistra e a destra e proprio in quel momento notò una chioma bionda con due occhi da cerbiatta trafiggerla come se avesse saette nelle iridi castane.
Era Reika.
Adottò uno sguardo confuso e ingenuo -assolutamente falso- e chiese:

 "Qualcosa non va, Reika ? Perchè mi guardi così ?" 

Lei in risposta la guardò ancora più male e sbuffò.
Onpu, che aveva notato il suo sguardo, si girò e individuata Reika, -e il suo sguardo assassino- disse:

 "Reika vieni anche te a fare di nuovo amicizia con Doremi!" 

La bionda la guardò per qualche secondo e con voce acida disse:

 "Onpu non osare darmi ordini, non sei nessuno in questa combriccola di nullafacenti!" 

 "Io almeno non mi atteggio a prima donna come te e non cerco di certo fan fra i miei amici, ma dopo esserci scusati con un'amica ritrovata, si dovrebbe ricominciare! 
Forza, vieni a presentarti."  Disse Onpu con un sorriso incoraggiante.

Reika sbuffò e avvicinandosi alla rossa, le tese la mano -che fu obbligata ad accettare- e si presentò, dicendole -con una certa acidità nella voce-
di stare lontana dal suo ragazzo Tetsuya.
Non ne rimase sorpresa, soprattutto perchè non gliene fregava niente con chi usciva quella bionda ossigenata, ma doveva fingere, quindi sforzando un sorriso le disse con tranquillità di stare serena e di non preoccuparsi.
Lei la guardò ancora un po' con sospetto e accertandosi che non stesse mentendo, le donò una smorfia -che probabilmente per lei sarebbe dovuto essere un sorriso-.
Dopo alcuni minuti in cui parlavano tutti insieme, -dove cercò di tenere a bada l'istinto di prenderli per quelle teste del cazzo che avevano e sbatterli contro il muro facendo schizzare il loro schifosissimo sangue sulle pareti giallognole- suonò la campanella che annunciava la fine
della pausa-pranzo e -per fortuna- di quella stupida rimpatriata.
Mentre i suoi "amici" ritornavano ai propri posti, e quelli usciti ritornavano in classe, lei si alzò e andò verso Ricky che la guardava con sguardo indecifrabile.
Gli stava per chiedere che fine avesse fatto Ren, quando la porta si spalancò -facendo tremare persino il grande armadio di ferro poco lontano dall'entrata per la quantità di forza esercitata-.
Sull'uscio se ne stava -piegato in due con il respiro affannoso- un ragazzo sui diciotto anni, moro e con due occhi profondi e scuri
come un pozzo senza fondo. Doremi notò anche un pizzico di rossore sulle sue gote mentre cercava di far tornare regolare il respiro
-troppo accelerato per la corsa fatta-.
Indossava una maglia a maniche corte nera attillata che faceva intravedere gli addominali e gli occhiali da sole piegati sul colletto.
Portava un paio di jeans a vita bassa con delle All Star grigie.
Dopo qualche minuto ritornò in posizione eretta e i suoi occhi si fissarono in quelli della rossa.
Lei d'altro canto gli si buttò addosso, facendolo vacillare per un momento.
Lo stringeva come se fosse una cosa preziosa.
Lo stringeva come se fosse un ricordo importante.
Lo stringeva come se fosse stata la sua ancora di salvezza.
Lo stringeva per non farlo allontanare da lei.
Si, perchè per lei, quella persona, era una persona preziosa, un ricordo importante, la sua ancora di salvezza, il suo porto sicuro, suo fratello.
Lui allo stesso modo, la stringeva per proteggerla da tutto -anche da lui-.
Era felice.
Finalmente aveva la sua piccola fra le braccia.
Gli era mancata tantissimo -anche se si erano separati da un giorno-.
Aveva corso talmente tanto velocemente solo per rincontrarla -e anche perchè era in ritardo per il suo primo giorno di scuola-.
Dopo qualche minuto, sentirono tossire.
Si girarono e trovarono un sacco di occhi puntati addosso e Ricky che li guardava con sguardo di rimprovero -ma con un certo guizzo di divertimento negli occhi scuri-.
I due si guardarono di nuovo e scoppiarono a ridere.
Ancora con alcune lacrime agli occhi, Doremi disse:

 "Andiamo, Ren ?" 

Il ragazzo la guardò con un sorriso malandrino e rispose:

 "Certo, scricciolo!" 

Salutarono Ricky con un cenno del capo e uscirono di corsa da quelle quattro mura, sotto gli occhi sbarrati dell'intera classe.

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Angolo Autrice:

Salve a tutti!
Finalmente ho avuto un po' di tempo e quindi.. Rieccomi qui! :D
Spero proprio che questo capitolo vi sia piaciuto e stuzzichi ancora di più il vostro interesse!
All'inizio pensavo di fare sbraitare Doremi contro i suo amici, ma poi ci ho ripensato ed ecco che quegli imbecilli gli chiedono scusa!
Ovviamente alla nostra adorata rossa non passerà nemmeno per l'anticamera del cervello di perdonarli ed ecco che entra in gioco il suo piano!
Ghihihihi questo però verrà svelato nel 3° capitolo!
Continuate a seguirmi e a recensire, perchè è grazie al vostro interessamento e incitamenti che continuo a scrivere! ^^
Alla prossima!


_EucliffeRedHot_

  
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