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Autore: Subutai Khan    24/02/2013    2 recensioni
Vecchianza per tutti.
I giovinciuelli di Nerima crescono, si accoppiano, figliano e invecchiano.
Vediamo un po' cosa combinano. Perché non penserete che bastino un po' di acciacchi per fermare questi tizi scatenati, spero.
E preparatevi a conoscere Misaki ed Akira.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Ryoga Hibiki, Ukyo Kuonji
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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8 luglio 2051.
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN.
“Hiroki, puoi andare ad aprire tu per favore? Sono impegnata”.
...
...
...
...
...
...
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN.
“Grazie tante, marito”.
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN.
Ehi, ho capito. Non serve insistere così tanto.
Mi avvio svogliata verso la porta.
Spalanco. E mi casca la mandibola.
Era da un po’ che non ti facevi vedere da queste parti, Hibiki. E proprio oggi hai deciso di tralasciare l’intelligenza e di venire a cercar rogna?
“Ciao Misaki”.
“Ciao Akira”.
Il calore di un cubo di ghiaccio.
“Posso entrare?”.
“No. Anzi, aspetta che esco io. Non voglio che Hiroki ci ascolti”.
BRAAAM. Ops, ho leggermente chiuso.
“Che cosa vuoi?”.
“Non posso venire a trovare ogni tanto la mia ex-maestra?”.
“Non prendermi per il culo, Akira. Oggi non è un giorno casuale, lo sappiamo entrambi”.
“Ufff. Hai ragione, non è un giorno casuale. Allora non hai bisogno che ti spieghi perché sono qui”.
“A dire il vero sì, ne ho bisogno. Occasione funesta a parte non mi viene in mente un solo motivo valido”.
Mi guarda sconvolto. Ho detto qualcosa che non va, per caso? Poi mi indica di sfuggita con una mano.
“Esattamente per questo che sono qui”.
“Non credo di seguirti. Potresti evitare di esprimerti ad indovinelli, per favore? Ho da fare”.
“Devi andare a trovare tua madre?”.
“... non nominare mia madre”.
“Ehi, non sono un ictus. Mica te la devi prendere con me”.
“Non hai comunque nessun diritto di tirarla in ballo”.
“Oh sì invece, ce l’ho. Anzi, sai cosa? Potrei persino chiamarla mamma con più diritto di quanto possa fare tu”.
“E cosa ti mette in testa idee balzane come questa?”.
“Il fatto che mi interesso più a suo marito della sua stessa figlia”.
“Non mi devo giustificare con te, Hibiki. Le mie scelte sulla mia famiglia non ti riguardano neanche di striscio. E ora puoi anche andartene”.
SCIAFF.
Uno... uno schiaffo. Mi ha dato uno schiaffo.
“Come ti permetti?!”.
“Ti senti parlare, Misaki? È vero che non ti devi giustificare con me, ma non puoi essere in pace con te stessa dopo che per qualche assurdo motivo che mi sfugge hai deciso di cancellare quell’uomo dalla tua vita. È solo ed anziano, ha bisogno di te. Io posso essere un palliativo, un sostituto. Ma non sta a me stargli vicino come dovrebbe fare il sangue del suo sangue. Non è compito mio, bensì tuo. Te ne rendi conto?”.
“Akira, stammi bene a sentire: non sono cazzi tuoi. Mio padre si è macchiato di una colpa incancellabile nei miei confronti e non lo perdonerò mai finché non smetterò di respirare, forse neanche lì. Quindi, per quanto mi riguarda, può morire soffocato nel suo stesso vomito. Non mi interessa”.
I suoi occhi, che fino a questo momento mi hanno fissata con uno strano misto di rabbia e pietà, cacciano la prima delle due cose e si addolciscono: “Misaki, io... non sapevo di questa cosa. Qualunque essa sia. Non devi spiegarmela, sono questioni vostre. Ma quel che ho detto resta valido. Non puoi, per ciò che lo legava a tua madre, mettere da parte il tuo rancore? Almeno per oggi. È l’anniversario...”.
“Non mi serve che tu funga da promemoria, so che giorno è. È mancata quattordici anni fa”.
“E quindi...”.
“No. Né oggi, né mai. Quella ferita non si rimarginerà e non posso fargliela passare liscia. Deve soffrire, esattamente come ho sofferto io”.
“Misaki...”.
“Akira, so che hai ottime intenzioni e non ce l’ho con te, credimi. È che mi conosci, sono una testa calda e vado su di giri per un nonnulla. Sei stato avventato a venire qui, nella tana del lupo, a sfidarmi. Ma per oggi, in omaggio a mamma che ti voleva molto bene, non ci saranno conseguenze di sorta. Ora però, per favore, vattene. Hai appena riaperto uno squarcio che speravo si potesse chiudere in tempi brevi, ma che mi rendo conto non mi farà questo piacere. Hai detto quel che avevi da dire. In ricordo dei vecchi tempi, te lo chiedo con gentilezza: vai via”.
“Va bene, va bene. Prima che tolga il disturbo, però, lasciami dire un’ultima cosa: la solitudine uccide. Mia madre e mio padre, quand’erano ragazzi, hanno seriamente corso il rischio di crepare emarginati come cani dopo che i tuoi si erano finalmente messi assieme. È stato solo un caso fortuito che li ha salvati e mi ha permesso di essere qui oggi, invece di restare dove stanno i bambini mai nati. Ribadisco, non so cos’è successo fra voi due ma, qualunque cosa sia, non può valere il trattamento che gli stai riservando. Qualunque sia stato il suo crimine non può giustificare quanto gli stai facendo. E, se dovessi comunque rimanere della tua idea, spero tu sia pronta a tirare avanti avendo la morte di tuo padre sulla coscienza. Anzi, è un mezzo miracolo che abbia retto così tanto senza di lei... e di te”.
Parole non dette con rabbia, né con cattiveria. Parole sentite, preoccupate.
Ragazzo mio, tu non sai proprio nulla per parlare così.
Lo vedo allontanarsi e non sento il bisogno di aggiungere alcunché. Mi sono spiegata esaurientemente.

Qualcosa non mi torna.
Vedo zio Ranma tutti i giorni al cimitero e non mi dà proprio l’impressione di una persona che deve farsi perdonare qualcosa.
Anzi, quando parla di Misaki lo fa sempre con un tono molto triste. È dispiaciuto dell’allontanamento.
Rifletti, tonto di un Akira. Rifletti.
C’è un particolare che stona.
... vai a saperlo...
Oh. Oh.
Vuoi vedere... che quel simpatico vecchietto... non sa nulla di tutto questo e si è convinto che sua figlia lo abbia escluso dalla sua vita senza motivo?
Kami, sarebbe troppo crudele. E, conoscendo i soggetti in questione, fin troppo plausibile.
Va bene Akira, al momento sei l’unico che può farli riavvicinare. Datti da fare.
Hai un sacco di tempo libero. Vedi di usarlo in maniera intelligente, per una volta.
   
 
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