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Autore: Kyra Leonheart    11/09/2007    4 recensioni
Lui piace a lei e lei piace a lui, anche se non sanno che i loro sentimenti sono ricambiati. Ma forse, soltanto forse, tutto andrà a finire bene. E se non sarà così, resterà loro per sempre il ricordo di quella notte...
WARNING: slightly lemon
Traduzione dall'inglese a cura di Mistral
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Note: Traduzione, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Just Maybe…

Just Maybe…

 

Original story by Kyra Leonheart

Published on Fanfiction.net

 (http://www.fanfiction.net/s/3128329/1/Just_Maybe)

Translated by Mistral

 


 

Part 2: …soltanto forse…

Sorprendentemente, quel pomeriggio Kakashi decise di combattere con Naruto, il che per Sakura era un’ottima cosa, perché così la ragazza avrebbe avuto tempo per prendersi mentalmente a sberle. Sperava di non aver compromesso la sua amicizia con il jounin: nel corso degli anni erano divenuti buoni amici e lei non voleva rovinare tutto solo per un momento di follia. Quello che aveva fatto non era del tutto innocente… beh, per la maggior parte, almeno.

Ma in un certo senso era felice di averlo fatto. Adesso cominciava a credere che forse, soltanto forse, lui era ugualmente attratto da lei: il modo in cui il suo occhio scoperto aveva sostenuto il suo sguardo, quella lussuria così palese, il modo in cui la sua vicinanza lo metteva a disagio… È vero, già in passato c’era stato contatto fisico tra loro - lei aveva pianto sulla sua spalla un numero incalcolabile di volte, ma in qualche modo quel giorno Kakashi sembrava almeno desiderarla… forse, soltanto forse…

Si mise a cercare un modo per dimostrare che non si era sbagliata e alla fine trovò proprio quello giusto. Se avesse avuto torto probabilmente non avrebbe più avuto il coraggio di guardarlo di nuovo negli occhi, ma se avesse avuto ragione… beh, almeno avrebbero passato una notte insieme.

Sapeva bene che desiderio e amore erano due cose ben diverse, e nei confronti di Kakashi lei li provava entrambi. Se anche lui la desiderava non significava che la amasse, ma era già qualcosa: si poteva considerare un buon inizio.

Erano quelli i momenti in cui ringraziava gli Dei per aver fatto sbocciare il suo bocciolo in un fiore così bello. Era alta e slanciata, con delle curve per cui molte donne avrebbero fatto pazzie; e l’aspetto esotico datole dai suoi insoliti capelli rosati e dai suoi inimitabili occhi color smeraldo era fantastico. Sapeva di essere bella, sperava solo di essere abbastanza bella per lui. Kakashi non era una persona superficiale, anzi, ma la ragazza non poteva evitare di fare ragionamenti del genere: molto spesso l’attrazione fisica è il primo passo verso l’amore.

 

Sakura sospirò, lanciando un’occhiata alla sfida tra il biondino e l’uomo dai capelli d’argento, osservando la grazia con cui questi si muoveva e quell’aria annoiata che assumeva così spesso.

Si ricordava dei tempi in cui il jounin non lasciava il suo libro nemmeno durante i combattimenti; ancora adesso lo faceva, ma non quando lottava contro Naruto o anche contro di lei – se l’avesse fatto per lui sarebbero stati guai seri.

Si ricordava dei tempi in cui odiava quei libretti sconci con tutto il cuore, ma ora avrebbero potuto aiutarla a svelare i sentimenti dell’uomo.

Sapeva perfettamente che, anche se il suo amore fosse stato ricambiato, sarebbe stato comunque difficile; anzi, una vera relazione tra loro due era praticamente impossibile. Lei aveva 14 anni in meno di lui ed era stata una sua allieva: anche se tra gli shinobi queste cose non avevano importanza, ci sarebbe sempre stato qualcuno a fare il bastian contrario. Kakashi non avrebbe più allenato degli allievi e di sicuro sarebbero sorti dei problemi con le altre squadre. E benché lui non fosse più il suo maestro, la maggior parte della gente del villaggio avrebbe visto la loro relazione sotto quella luce e sarebbe sembrato… beh, del tutto sbagliato.

Sakura si rendeva conto di tutto questo ma, per una volta, non voleva seguire le regole: voleva solo essere felice, per quanto meschino potesse essere quell’atteggiamento. Di sicuro, questa volta avrebbe preso il coraggio a due mani e sarebbe andata avanti.

 

Più o meno un’ora dopo l’inizio della sfida, Sakura se ne stava comodamente seduto sotto un ciliegio a ragionare sul suo piano che coinvolgeva un certo jounin e il suo passatempo preferito, quando una sorridente TenTen arrivò correndo e le consegnò una lettera; era da parte di Neji, come la messaggera si premurò cortesemente (e piuttosto ad alta voce) di comunicare.

Un certo ninja dai capelli d’argento fece fruttare lo sharingan e se ne accorse; abbassò momentaneamente la guardia, permettendo a Naruto di assestargli un colpo piuttosto doloroso. Quando la moretta se ne fu andata, Kakashi poté notare il sorriso comparso sul viso di Sakura mentre leggeva la lettera.

Adesso diventava davvero difficile concentrarsi sul combattimento, ma Kakashi non era il Copia-Ninja per niente. Benché sembrasse indifferente alla reazione di Sakura davanti a quella lettera, in realtà dentro di sé ne soffriva: sì, il jounin provava dei sentimenti per la piccola kunoichi, la sua ex allieva di 14 anni più giovane, e sì era abbastanza uomo da ammetterlo! Almeno a sé stesso…

Quei sentimenti erano nati molto prima di quanto avessero dovuto, già all’epoca in cui Sasuke era ancora vivo. Quando Kakashi si era reso conto per la prima volta di provare affetto, se non amore, per Sakura, non aveva potuto fare a meno di sentirsi colpevole e perfino perverso: lei era ancora una bambina, per gli Dei! Va bene, il suo corpo aveva già iniziato a svilupparsi e, cielo!, era così bella – ma era ancora una bambina.

Il jounin aveva represso quei sentimenti, sapendo che erano sbagliati, soprattutto considerando che il cuore della ragazza era già occupato. Per sua fortuna (o forse no), la kunoichi studiava con la bionda Hokage, quindi non aveva occasione di vederla tanto spesso.

Ma nonostante tutto, c’era sempre stato quando Sakura aveva avuto bisogno di lui. C’era stato quando Sasuke era morto e lei aveva avuto bisogno di una spalla su cui piangere. C’era stato quando i suoi genitori erano stati rapiti e lei avrebbe voluto prendere il loro posto e offrire loro (per sempre) le sue arti mediche. L’aveva aiutata a liberarli; l’aveva aiutata a fare la sua scelta quando era quasi sul punto di abbandonare la carriera ninja perché non voleva che le persone che amava fossero in pericolo per causa sua. L’aveva consolata ogni volta che aveva pianto per non essere stata capace di salvare un paziente, anche se c’era arrivata così vicina (Kakashi ricordava ancora la sera in cui Kotetsu e Izumo erano morti e lei era finita sulla porta del suo appartamento in piena notte, coperta di sangue, chiedendogli di passare la notte assieme).  Per lei c’era sempre stato ed era felice se lei cercava la sua compagnia. A volte veniva a cercarlo anche solo per invitarlo a cena fuori la sera tardi, altre volte solo per verificare le sue condizioni fisiche dopo una missione (lei sapeva della sua fobia per gli ospedali e in più di un’occasione le sue visite gli avevano salvato la vita perché lei restava e si prendeva cura di lui).

 

A Kakashi questo bastava, ma poi era entrato in gioco Neji Hyuuga. Certo, prima di lui c’erano stati altri ragazzi, ma niente di serio. Era stato preso dal panico quando lentamente Sakura aveva smesso di cercarlo, cominciando a passare sempre più tempo con il giovane dagli occhi bianchi.

Una parte di lui era morta quando era venuto a sapere che lei aveva vissuto la sua prima volta con quel “fortunato bastardo”. Un’altra parte di lui, più grande, era morta quando i due erano andati a vivere assieme. E poi c’era stato il sollievo quando si erano lasciati.

Kakashi si sentiva un verme a desiderare che accadessero cose che sapeva avrebbero ferito il suo piccolo bocciolo di ciliegio, ma non riusciva ad accettare di vederla nelle braccia di qualcuno che non fosse lui.

In seguito, Sakura non era più uscita con nessun altro, mentre il rapporto tra loro era cresciuto e, dopo quanto successo al ristorante, Kakashi aveva cominciato a sperare che anche lei ricambiasse i suoi sentimenti…

Ma le sue speranze andarono in frantumi osservandola mentre sorrideva con in mano quella lettera – la sua lettera. Il jounin sentì la rabbia crescere dentro di lui; pose rapidamente fine alla sfida e si avvicinò a Sakura perché gli curasse le ferite (oh, ma a lui non interessava minimamente cosa ci fosse scritto nella lettera, non era affatto curioso…)

“Ehi Sakura, buone notizie?”

“Oddio, maestro! Non indovineresti mai cosa c’è scritto in questa lettera!” esclamò la ragazza. Dopo un’altra risatina, lanciò un’occhata a Kakashi che invece sembrava quasi arrabbiato. Tornò seria e gli comunicò la notizia: “Neji Hyuuga si sposa! Certo, è un matrimonio combinato allo scopo di rafforzare l’alleanza tra Suna e Konoha, ma a quanto pare lui è molto contento della ragazza che è stata scelta. Dice che potrebbe anche innamorarsi di lei, non è fantastico?”

Mentre Sakura e Naruto continuavano a discutere del matrimonio di Neji, il Copia-Ninja si lasciò scappare un impercettibile sospiro di sollievo: forse alla fine c’era ancora una possibilità. Non si accorse che l’alternarsi delle sue emozioni non era passato inosservato all’occhio attento di una certa kunoichi.

 

Dopo che Sakura ebbe guarito le sue ferite, Naruto salutò e corse via per incontrarsi con Hinata – non voleva certo prendere la brutta abitudine del suo sensei di essere sempre in ritardo.

Subito Sakura si dedicò a curare Kakashi, il quale aveva già ripreso in mano il suo adorato libro (e intanto la teneva d’occhio).

“Tutto a posto sensei”

Lui non disse nulla, infilando il libro in tasca.

“Che cosa?! Come mai ti sei già stancato di leggere?” gli domandò incredula, non senza una certa canzonatoria serietà.

“Nah… semplicemente l’ho finto. Adesso ne ho un altro da leggere” replicò il jounin con un largo sorriso sul volto, mostrandole un secondo volume. Si aspettava che da un momento all’altro lei iniziasse a fargli la predica per le sue abitudini perverse, ma Sakura lo sorprese come mai prima: sul suo volto non c’era traccia di rimprovero, piuttosto sembrava curiosa e determinata (e anche, avrebbe potuto aggiungere, piuttosto eccitata).

La ragazza aveva pianificato tutto dopo gli avvenimenti del ristorante e adesso era venuto il momento di osare, non poteva tirarsi indietro sul più bello. Non era più la bambina innocente di qualche anno prima… o meglio, per certi versi lo era ancora, ma sapeva bene che non era il caso di pensarci in quel frangente.

 

Kakashi se ne stava pigramente seduto sul prato, appoggiato al tronco di un albero con il libro in mano e gli occhi fissi in quelli verdi della kunoichi, finché non abbassò lo sguardo sulle sue labbra tentatrici.

Cogliendo l’occasione, la ragazza prese un bel respiro, poi si sedette tra le sue gambe, la schiena contro il suo petto e la testa posata sulla sua spalla. A quella mossa improvvisa, Kakashi si irrigidì e rimase seduto immobile, con un dolcissimo profumo di fragola ad intorpidirgli i sensi quando i capelli di lei avevano accidentalmente sfiorato il suo viso.

“Ehm… Sakura, che stai facendo?”

“Leggo. Questo qui l’hai appena iniziato, no? Allora è la migliore occasione per vedere cos’hanno di tanto speciale questi libri”

Ripresosi dallo shock, il ninja sorrise e appoggiò il mento sulla testa della giovane: quella era forse la sua ultima possibilità di essere felice e lui non se la sarebbe lasciata scappare per nessuna ragione. E poi voleva vedere come si sarebbe evoluta quella situazione.

Dolcemente le circondò la vita con il braccio libero. “Mi auguro che tu sia pronta ad affrontare le conseguenze delle tue azioni, Sakura” bisbigliò tra i suoi capelli.

“Non mi sognerei mai di tirarmi indietro adesso…”

Entrambi sapevano che non stavano parlando del libro, ma non aveva importanza. Per ora si sarebbero limitati alla lettura, non c’era nessuna fretta di precipitare gli eventi: le cose più belle richiedono tempo.

 

Dopo qualche momento passato a leggere, Sakura doveva ammettere che quel libro era per lo meno… interessante. Ma forse la pensava così solo perché l’uomo che amava era così vicino a lei tanto che poteva avvertirne il profumo mascolino, sentire il suo petto muscoloso premere forte contro la sua schiena… La ragazza continuò nella lettura, ma ora, al posto dei protagonisti, vedeva lei e Kakashi e nel proprio respiro fattosi irregolare, Sakura poteva percepire la propria eccitazione.

Il ninja, da parte sua, stava pensando più o meno alle stesse cose e temeva che lei potesse accorgesi della sua crescente erezione; poteva sentire il suo respiro e sapeva che anche i pensieri della ragazza andavano nella medesima direzione, il che non fece altro che eccitarlo maggiormente. Beh, tenere in braccio l’oggetto delle tue fantasie più sfrenate non aiuta certo a rimanere calmi…

Kakashi tentò di nascondere quanto fosse eccitato, ma a quel punto era troppo tardi perché Sakura se n’era già accorta; rendendosi conto dell’effetto che quella situazione aveva sul jounin, la ragazza ridacchiò, spingendo involontariamente il proprio corpo contro quello di lui.

Il ninja non riuscì più a trattenersi: la voleva, disperatamente.

Il libro era ormai completamente dimenticato, quando Kakashi premette la bocca sul suo collo, facendola fremere nell’attesa. Con un unico rapido movimento la fece voltare verso di lui e le prese le labbra tra le sue, ancora coperte dalla maschera.

“Sakura…”

“Shh, non dire nulla” Dopo un altro bacio, questa volta più feroce e appassionato, la ragazza si alzò, lasciando un Kakashi parecchio confuso ancora seduto sull’erba.

“Cosa stai facendo?”

“Non penso che tu voglia continuare qui, o sbaglio? E allora… da te o da me?”

Con un sorriso, il ninja si alzò e la baciò, mentre eseguiva una familiare sequenza con le mani.

In un secondo si ritrovarono nel suo salotto e subito lui la bloccò brutalmente contro il muro, puntellando le braccia ai lati del suo corpo per impedirle di muoversi.

Avvicinandosi a lei le mormorò, con tono seducente: “Toglila”

Sakura comprese immediatamente di cosa stesse parlando; eseguì, ma poi ebbe solo pochi istanti per osservare i meravigliosi lineamenti del suo maestro, prima che la bocca di lui si impossessasse della sua.

Schiacciata ancora più violentemente contro il muro, Sakura serrò le gambe attorno alla vita di Kakashi, prima che i suoi baci la facessero crollare.

Reggendo il peso di entrambi, il jounin si diresse verso la camera da letto; nel tragitto le loro labbra non si separarono mai, né le loro lingue interruppero la furiosa battaglia che stavano combattendo, nemmeno quando Kakashi inciampò contro Ukki-kun (la sua pianta) e solo i suoi riflessi da ninja li salvarono dal finire a terra.

 

Distendendola sul letto, Kakashi notò il rossore sul viso della ragazza e l’eccitazione così palese nei suoi occhi mentre lei gli toglieva il coprifronte e percorreva con la punta delle dita la cicatrice nel suo occhio sinistro. Dovette usare tutta la sua forza di volontà per non lasciarsi andare e possederla selvaggiamente: in fin dei conti, ancora non sapeva se lei considerava quel che stava avvenendo solo un’avventura o no, perciò Kakashi voleva che fosse qualcosa di indimenticabile. Se quella notte fosse rimasta l’unica, lui l’avrebbe fatta diventare un ricordo indelebile.

Anche Sakura stava pensando la stessa cosa: dopotutto era risaputo che il Copia-Ninja non si innamorava facilmente. Avrebbe voluto dirgli quello che le passava per la testa, ma dopo l’esperienza con Sasuke si era resa conto che era meglio non rivelare i propri sentimenti, almeno finché non avesse avuto anche solo un motivo per pensare che potessero essere ricambiati.

 

Sakura sfilò la maglietta dell’uomo (la giacca era già andata persa chissà dove nel tragitto fin lì) e si distese sul letto, mentre Kakashi si appoggiava sopra di lei; le loro bocche non si lasciavano mai, mentre le sue mani sapienti scorrevano su tutto il corpo della ragazza. Gentilmente ma con una lentezza esasperante, il jounin le sfilò il vestito e iniziò a sciogliere le fasce che le coprivano il seno, poi le sue labbra iniziarono a giocare con il suo collo, le clavicole e più giù… in quella situazione, tutto ciò che Sakura riusciva a fare era accarezzargli il petto e mormorare il suo nome.

 

Le parole non furono necessarie quella notte – a parte quelle sussurrate tra loro. Entrambi non sapevano se quella fosse solo un’avventura o l’inizio di qualcosa di più, ma in quel momento non se ne preoccupavano affatto. Ambedue avevano in mente la stessa cosa: mostrare all’altro attraverso le azioni quali fossero i loro sentimenti.

Anche se il giorno dopo tutto avesse avuto fine (perché l’amore non era più ricambiato oppure perché uno dei due aveva perso la vita – in fondo sapevano fin troppo bene com’era la vita di un ninja), avrebbero per sempre conservato il ricordo di quella notte e potevano essere certi che né l’uno né l’altra se ne sarebbero mai dimenticati.

A quel punto non importava più che il giorno dopo uno dei due avrebbe potuto essere catturato o ucciso. Non importava più la differenza d’età. Non importava più che una volta fossero stati maestro e allieva. Quella notte erano solamente Kakashi e Sakura, un uomo e una donna e, chi lo sa? Forse dal giorno dopo tutto avrebbe cominciato a funzionare e nessuno dei due sarebbe stato più solo.

Tutto ciò che potevano fare in quel momento era vivere fino in fondo ciò che avevano creato e sperare che forse, soltanto forse, avrebbero potuto costruire di più e farlo durare.

 

  
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