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Autore: Trillo Sbadiglio    25/02/2013    2 recensioni
"«Dimmelo un'altra volta, ti prego» gli chiese con le lacrime agli occhi. «Non è affatto divertente Scorp. Ed è già abbastanza umiliante senza che ti ci metta anche tu» rispose l'altro con voce seccata, ma con gli angoli della bocca impercettibilmente sollevati. «Certo che è divertente, non dire scemenze. Dovevi vedere la tua faccia, quando ti sei accorto di essere vestito da coniglio pasquale»
[...]
Arrivata al suo palazzo si promise che la casa dove sarebbe andata a vivere con sua sorella non sarebbe stata quella. Sicuramente non sarebbe stata al quarto piano senza ascensore. 'Fossi atletica, almeno'. Al primo piano si ritrovò sbuffante per il disappunto; al quarto ansimante per la fatica. Si trascinò fino alla porta, maledicendo tutti quelli che avevano contribuito alla costruzione di un edificio con più di due piani senza nemmeno uno straccio di montacarichi. 'La cosa più triste è che anche quell'obeso di Anacleto è più veloce di me'."
 
Una nuova generazione alle prese con amicizie e avventure. Una ragazza dal passato misterioso. Potter, Weasley e Malfoy ancora una volta alle prese con un pericolo sconosciuto. Mescolate il tutto e aggiungete cantanti stonati, amiche curiose e gatti davvero antipatici: "Dietro lo specchio" è servito!
Sbadiglio
Genere: Avventura, Commedia, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 7

How I love you girl, little girl

 

Oh! Working from seven to eleven every night
It really makes my life a drag,
I don't think that's right.
I've really been the best, the best of fools.
I did what I could yeah 'cause I love you baby,
How I love you darlin', how I love you baby,
How I love you girl, little girl.

Led Zeppelin Since I've been loving you

 

La sorpresa fu così inaspettata da immobilizzarla per un intero minuto. Era così stupita che quasi non si accorse che Anacleto, inaspettatamente, si mise a fare le fusa ai piedi dell'anziana signora. Non l'aveva mai vista dal vivo prima di allora, ma gli album fotografici di sua nonna contenevano moltissime sue foto. Non per niente la professoressa McGranitt era l'insegnante preferita da Eleonor. Non solo sbatto il muso contro il mondo magico con Scorpius e Albus, ora ci mancava anche la vecchia professoressa della nonna. Uno si impegna nel tagliare i ponti con tutto ciò che è magico, e poi, proprio quando pensa di esserci riuscito, se lo ritrova dappertutto. Devo essere stata davvero una pessima persona nelle mie vite precedenti per meritare tutto ciò; oppure è la sfiga... c'è da dire che Anacleto mi taglia la strada continuamente, ma lui non è un gatto completamente nero...Nel frattempo la professoressa McGranitt attendeva pazientemente che Alexandra si riprendesse. Osservò l'impressionante somiglianza della ragazza con suo nonno: i capelli mossi, corti fino alle spalle, folti e castani; la forma degli occhi e la linea delle sopracciglia; la figura smilza e il modo di muoversi. Notò però che le mancavano le labbra sottilissime e la mascella pronunciata di Garod McGregor. Per non parlare dell'orribile abitudine del vecchio di fissare chiunque non facesse parte della sua famiglia con aria di sufficienza. Quando credé di aver atteso abbastanza, le rivolse gentilmente la parola: «Salve signorina McGregor. Probabilmente sa già chi sono, non è vero? Sono qui per informarla di alcune... questioni che riguardano sua sorella». La ragazza sbarrò gli occhi, improvvisamente terrorizzata. Prima che potesse dire o fare qualsiasi cosa, la vecchia insegnante si affrettò a precisare: «Non si preoccupi, non le è accaduto nulla di male. Devo solo comunicarle importanti notizie sul suo futuro». Poi, vedendo che i nervi di Alexandra erano ancora scossi le chiese: «Che ne dice di una bella tazza di tè?». E siamo a due maghi che mi offrono una tazza di tè nel giro di pochi giorni... devono ritenerla una specie di pozione anti - depressiva...

*

Dopo la lunghissima conversazione, le due si salutarono. L’anziana donna aveva insistito nel voler parlare in un luogo tranquillo – la casa della ragazza – e così si erano dirette nel vecchio appartamento che lei aveva affittato. Alexandra, esausta, si lasciò cadere a peso morto su una sedia. Parlare con la McGranitt era stato piuttosto stancante. Dai racconti dei suoi nonni, l'aveva immaginata come una donna forte e determinata, leale e coraggiosa. Ora aveva provato sulla propria pelle quanto fosse cocciuta. Dopo aver preso una tazza di tè, l'anziana le aveva detto che era lì per comunicarle che Rebecca era una strega. Era in pensione, ma aveva chiesto al preside di Hogwarts, il professor Vitious, di poter andare a informare la famiglia, perché a suo tempo era stata molto affezionata a sua nonna. La sua testardaggine, subito seguita da quella di Alexandra, era emersa quando aveva iniziato a far domande sul perché abitasse da sola, quando fosse morti suoi genitori, come avesse intenzione di mantenere sua sorella, e altri mille quesiti. La ragazza, che era partita con il non voler dir nulla, si era ritrovata a concedere mezze risposte e a dover lottare per ometterne altre. Non aveva mai parlato della sua famiglia a qualche estraneo, per giunta mago. Non ho mai raccontato la mia storia a nessuno, per dirla tutta. C’è qualcosa di positivo però: ha promesso di chiarire la storia dell'incidente di Albus e Scorpius con i Potter e i Malfoy. Finalmente sola, poté permettersi di riflettere riguardo la notizia della magia di sua sorella, rigirandosi tra le mani la spessa lettera con lo stemma di Hogwarts. Naturalmente sapeva che c’era la possibilità che Rebecca fosse una strega, ma in quegli ultimi mesi era stata così presa da tutto il resto che il pensiero non l'aveva sfiorata nemmeno per un attimo. La felicità era stato il primo sentimento che l’aveva attraversata alla notizia; la parte più meschina e cattiva di sé invece si stava facendo prepotentemente avanti solo in quel momento e le sussurrava parole d’invidia e rancore. Si alzò rapida, e iniziò a mettere a posto per scacciare quei pensieri maligni. E così la tua sorellina è una strega…probabilmente è stata lei a succhiar via quel poco di magia che c’era in tua madre, senza lasciartene neanche un po’ insinuò qualcuno nella sua testa. Peccato che sono nata io per prima ribatté lei. Poi continuò decisa Non è colpa di nessuno se io sono una Maganò e Rebecca ha la magia. Sono contenta per lei, come potrebbe essere altrimenti? Sono sua sorella, accidenti! E ora via dai miei pensieri: decisamente non ho tempo per occuparmi anche delle mie turbe mentali. La voce si dileguò, non prima di averle fatto riecheggiare una risatina di scherno nelle orecchie. Ho decisamente bisogno di una vacanza.

*

Avere a che fare con alcuni membri del proprio ufficio, con gli stessi che erano stati suoi compagni ad Hogwarts, lasciava Draco Malfoy sempre con la segreta convinzione di aver combinato qualcosa di male. Provava sempre la spiacevole sensazione di aver sbagliato o di aver dimenticato qualcosa, senza per altro saper bene cosa, e di non essere in grado di giustificarsi. Stupidi sensi di colpa post bellici. Si trovava in questo stato d’animo, quindi, quando la porta del suo ufficio si aprì per fare entrare Alicia Spinnet. Mancava poco più di un’ora e finalmente sarebbe potuto ritornare a casa. Sperava ardentemente che il colloquio si risolvesse in breve. «Signorina Spinnet» la salutò con un cenno del capo, indicandole la sedia di fronte alla sua scrivania, su cui in bella vista stava una lucida targhetta d'ottone (Vice Direttore Ufficio Misteri). Una donna, alta e magra, entrò a passo di marcia. Il passare del tempo era stato abbastanza clemente con lei: tra i capelli biondi e arruffati si scorgeva solo qualche filo argentato e intorno agli occhi, praticamente invisibili, si intravedevano le prime rughe. Era energica in modo quasi nauseante, ed averla intorno, secondo Draco, era il modo perfetto per farsi venire una nevrosi, ma non si poteva dire che non svolgesse bene il proprio lavoro. «Buonasera, Capo» gli disse lei, osservandolo distrattamente da dietro le lenti degli occhiali, mentre armeggiava con un plico di fogli. Fa'chenonsiailmiorapportofa'chenonsiailmiorapporto... «Il rapporto, capo». Sistemò quindi con un sorriso una pila di fogli pieni di appunti sulla scrivania, che a quel punto sembrava esser stata investita da un branco di elefanti. Draco tentò di nascondere il proprio disappunto. Perché cavolo non riesce mai a portarmi qualcosa che abbia una parvenza d'ordine? O che io riesca a decifrare in tempi decenti?

«Ha ricevuto il mio gufo?».

«Naturalmente. Diceva di dovermi parlare di qualcosa di importante» le rispose di malumore, cercando di dare un senso a quel caos. La donna si accomodò sulla sedia e iniziò a parlare: «So che qualche giorno fa suo figlio è stato portato a San Mungo da una Babbana. Volevo chiarire che la ragazza non creerà alcun pericolo a livello di sicurezza, dal momento che è una Maganò». La notizia lasciò Draco piacevolmente sorpreso: «Un vero sollievo. Proprio stasera doveva partire una squadra di Obliviatori tutta per lei». Si appoggiò allo schienale della sua poltrona. Chissà perché è venuta fin qui per dirmelo…poteva comunicarmelo comodamente per lettera... e per il rapporto poteva aspettare anche domani. A conferma dei suoi sospetti lei proseguì: «Ma non sono venuta fin qui solo per questo». La Spinnet esitò un momento prima di continuare. Giusto il tempo per creare la giusta atmosfera da notizia bomba. «Il nome della ragazza è Alexandra McGregor». L'uomo di fronte a lei sbarrò gli occhi e raddrizzò la schiena. «Quei McGregor?». La famiglia sulla quale stiamo lavorando da qualche secolo? «Proprio loro» confermò la donna sospirando soddisfatta. «Molto interessante. E perché la ragazza vive a Londra? I McGregor hanno un'enorme castello nella Scozia orientale, dove ospitano anche i loro parenti maghinò» chiese lui. «Non è così semplice. Vede, il nonno della ragazza rifiutò il matrimonio che i suoi genitori avevano scelto per lui, e per questo fu cacciato dalla famiglia. Dopo l'accaduto, rimase a vivere comunque in Scozia, sperando in qualche modo di venir riammesso. Sposò un'altra donna, Elinor Turner, da cui ebbe una bambina. Se sua figlia si fosse dimostrata una strega, lui avrebbe riconquistato il suo posto nel clan, come ben sappiamo». La mente di Draco lavorava febbrilmente mentre chiedeva: «Ma non fu così, dico bene?». «Lei no. La maledizione di Agnes McKenzie la colpì. Suo padre non fu molto contento: Caitlin McGregor non deve aver avuto un’adolescenza felice da quando non ricevette nessuna lettera da Hogwarts. Infatti, non appena ebbe compiuto diciotto anni, scappò di casa e si rifugiò a Londra. Si sposò ed ebbe due figlie, prima di morire in un incidente d’auto. Una di queste è la ragazza che ha portato tuo figlio all’ospedale. L’altra si chiama Rebecca e lei... ». La Spinnet deglutì eccitata. A questo punto il suo capo, teso come una corda di violino, chiese: «Lei...». «Lei è una strega». La donna esitò ancora prima di continuare: «Capo, sa cosa significa? Le uniche due volte che una McGregor è nata con la magia sono scoppiate due guerre. I poteri di quelle donne sono oltre ogni immaginazione». L’uomo si passò nervosamente una mano nei capelli, mentre l'altra continuava: «Le falle nella maledizione creano qualcosa di orribile: quelle donne hanno una magia dentro di sé potente e devastante come mille uragani. Tutti coloro che desiderano conquistare qualcosa, vogliono averle dalla loro parte. Forse Rebecca potrebbe avere meno poteri di quelli che pensiamo, visto che sono passati secoli da che la maledizione fu lanciata, ma sicuramente sarà una strega fuori dall’ordinario». Draco rifletté febbrilmente sul da farsi. Si sarebbero dovuti muovere il prima possibile. «I McGregor lo sanno?» chiese dopo qualche minuto di silenzio. «Non credo. Hanno lasciato a loro stesse le due ragazzine, quando Alexandra si è rivelata priva di poteri» rispose l'Indicibile. Poi proseguì: «Signor Malfoy, c’è un altro elemento da considerare: Garod McGregor. Dopo la morte dei genitori, le bambine furono affidate ai nonni. Quando anche la signora Turner fu sepolta, sei anni fa, il signor McGregor fu dichiarato non idoneo per la tutela delle nipoti, che sono finite in orfanotrofio. La motivazione data è stata che lui fosse troppo sotto shock per la morte della moglie. Non credo però che ci ritroveremo davanti ad un vecchio privo di intelligenza: ha fatto sì che Alexandra potesse uscire due anni prima dall’orfanotrofio, a sedici anni invece che a diciotto, aumentandole l’età per tutto il mondo babbano. Sapeva perfettamente quel che faceva». Questo fece riflettere il signor Malfoy: «Dovremo indagare su di lui. E sulla ragazza, cosa mi può dire?». «Non molto, in realtà. So che la signorina McGregor vuole adottare sua sorella. Dalle mie informazioni risulta che lavora a tempo pieno da febbraio e che ha in affitto un appartamento, dove vive. Se riuscissimo a farla diventare la tutrice di Rebecca sarebbe molto più semplice prendercene cura. Non penso che creerà problemi se le spieghiamo la situazione». L’orologio della stanza batté le sette e mezza. «Capo dovremmo fare tutto il possibile per queste due giovani, al più presto». Draco annuì e disse: «Parlerò con Potter. Come Capo dell’Ufficio degli Auror deve essere informato della situazione. Faremo in modo di risolvere tutto».

*

«Credi che riusciremo a trovarla, oggi? Il locale dovrebbe essere questo» domandò Albus a Scorpius, mentre attraversavano velocemente la strada. «Penso di sì. Voglio dire non credo che vicino casa tua ci siano altri Alan a dale’s pub». Dopo che i due amici erano usciti dall’ospedale, e che vevano saputo dai loro genitori che potevano parlarle liberamente, avevano deciso di cercare Alexandra per ringraziarla. Il loro problema, in quel momento, era trovarla. Conoscevano il pub dove lavorava e sapevano che si trovava vicino casa Potter, ma prima di allora avevano raggiunto il posto solo con la macchina o con la materializzazione. I loro genitori erano troppo impegnati con il lavoro in quel periodo e non avevano potuto accompagnarli. Quindi, armati di cartina e delle indicazioni del signor Potter, avevano deciso di andarlo a cercare a piedi. Avevano impiegato due giorni per trovarlo. «Guarda! Quello non è il suo gatto?» esclamò Albus quando giunsero di fronte all’insegna illuminata. In effetti Anacleto stava zampettando vicino ai bidoni della spazzatura a fianco del locale e, quando si accorse della loro presenza, soffiò ostilmente. «Dalla stazza e dalla simpatia direi di sì» ironizzò Scorpius. Una flessuosa figura uscì dalla porta dell’ Alan a dale’s pub e si diresse aggraziatamente verso i secchi dei rifiuti con una busta in mano. I due le si avvicinarono. «Ciao Clara» le disse Scorpius allegro. Lei li abbagliò con un sorriso, facendo quasi svenire Albus. «Ciao ragazzi! Come state?». Dato che il giovane Potter non sembrava in grado di proferir parola, l'altro rispose per entrambi: «Tutto bene, grazie. Stavamo cercando Alexandra». Il sorriso della ragazza si allargò ancora di più. L’ho detto ad Alex che piace a questo ragazzetto. «Entrate, così ve la chiamo subito». I due amici la seguirono all’interno del locale che, dato l’orario – erano solo le otto –, era quasi vuoto. «Ora capisco perché James viene qui tanto spesso. Voglio dire, quella ragazza è…». Una voce ostile alle loro spalle li interruppe: «Cosa cavolo ci fate qui?».

 

 

 

 

 

N.d.A.

Ciao a tutte e a tutti,

inaspettatamente ho tempo per aggiornare in anticipo e quindi... ecco a voi il capitolo! Premetto subito che non sono troppo soddisfatta, ma era pronto da una vita e, per quanto l'abbia modificato, non mi è mai piaciuto molto. Beh, ditemi voi cosa ne pensate =). Grazie mille alle magnifiche LimeLuma, Flaqui e lysdance1 che hanno aggiunto la storia tra le seguite, alla splendida Kath3rine che l'ha posta tra le preferite e a tutti quelle persone molto caritatevoli che hanno letto. La mia riconoscenza va anche a teme_Malfoy che, non solo ha messo “Dietro lo specchio” tra le seguite, ma ha anche recensito (due volte!). Vi lascio con la traduzione della strofa a inizio capitolo:

 

Lavorare dalle sette alle undici tutte le sere
Rende la mia vita pesante davvero
Non penso che sia giusto
Sono stato pazzo, veramente, come più non avrei potuto
Ho fatto quel che ho potuto, perché ti voglio bene baby
Come ti voglio bene, cara, come ti voglio bene baby
Come ti voglio bene, piccola.

 

Al prossimo capitolo,

Sbadiglio

  
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