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Autore: Elizabeth_Lovegood    25/02/2013    4 recensioni
Un nuovo pericolo sta per abbattersi sul mondo Magico e Babbano, una forza oscura e antica che per anni è stata dimenticata e messa da parte. Questa è la storia di Elizabeth Guardian, una ragazza dal passato oscuro e misterioso che vive da sempre insieme alla nonna materna. Fra nuove profezie, sogni strani, amicizie e continui battibecchi fra lei ed Albus Severus Potter, la ragazza passerà un anno scolastico pieno di sorprese, rivelazioni sul suo passato e amori non previsti. Una nuova guerra è in arrivo, una guerra che segnerà definitivamente la sorte del mondo magico. Dal settimo capitolo :
« Un grande pericolo sta per abbattersi sul nostro mondo, un pericolo che credevamo sconfitto, solo colei che viene dai due mondi in conflitto riuscirà a scegliere il nostro destino la vittoria o la sconfitta. » e detto questo guardò Eliz negli occhi con il suo solito sguardo stralunato e con decisione aggiunse.
«Tu sei la prescelta. »
Sentendo quelle parole, Elizabeth sbiancò, come poteva essere lei la prescelta e sopratutto cosa poteva significare la frase " solo colei che viene dai due mondi in conflitto riuscirà a scegliere il nostro destino" lei non poteva provenire da due mondi,
PRIMI CAPITOLI IN FASE DI CORREZIONE
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Fra cadute grottesche, comportamenti strani e verità nascoste












Hogwarts.
Pomeriggio presto.
Domenica.









Eliz percorse vari corridoi seguita da Alec che guardava ogni singolo dettaglio, all'interno del castello, con aria meravigliata e curiosa. Continuò a camminare tenendo lo sguardo alzato per osservare ogni più piccolo dettaglio che aveva intorno, senza curarsi di guardare dove metteva i piedi. Tanto che ad un certo punto, inciampò cadendo rovinosamente a terra. La ragazza si fermò e si girò nella sua direzione non riuscendo a trattenere le risate. Il ragazzo cercò di rimettersi in piedi, inciampando di nuovo e finendo a gambe all'aria.
Eliz si avvicinò a lui continuando a ridere e gli porse la mano. Alec l'afferò, si tirò su e mise il broncio, incrociando le braccia al petto.
« Smettila di ridere adesso, capita a tutti di inciampare. » disse passandosi una mano fra i capelli.
« Ahahah non ci riesco sei davvero buffo. » obbiettò lei.
Il ragazzo sorrise un po' tirato.
« Dai vieni, ti faccio vedere la Sala Grande e poi ti mostro le varie aule. » continuò ancora Eliz dirigendosi verso un corridoio abbastanza grande.
Arrivarono davanti ad una grande e maestosa porta. Abbassò la maniglia  ed entrò seguita dal ragazzo, che appena vide il meraviglioso soffitto che riproduceva la bellissima giornata di sole che vi era quel giorno, rimase a bocca aperta.
« Ovviamente il tetto e magico, se vuoi saperne di più ti consiglio di leggere il libro " Storie di Hogwarts " » disse la ragazza.
Il ragazzo continuò ad osservare quello spettacolo a bocca a perta e solo dopo alcuni minuti distolse lo sguardo per contemplare il resto della Sala. Scorse quattro lunghi tavoli sopra ai quali, dal soffitto, pendevano uno stendardo per ogniuno, con diversi colori e animali raffigurati.
« Quelli cosa sono? » chiese curioso.
« Sono gli stendardi delle quattro Case di Hogwarts. Quello rosso ed oro è lo stendardo dei Grifondoro, alla quale appartengono i coraggiosi. Quello blu e bronzo rappresenta la casa dei Corvonero, dove si trovano gli intelligenti e talvolta i saccenti. Mentre  quello giallo e nero rispecchia i Tassorosso, che incarnano i valori di lealtà e bontà. Infine vi è quello dei Serpevede, casa nella quale si trovano le persone ingegnose, furbe ed ambiziose. » spiegò Elizabeth sorridendo.
Alec l'ascoltò interessato e senza osservare lo stemma che aveva sulla divisa disse:
« Sei Grifondoro? »
« Da che cosa lo deduci? » rispose ridacchiando.
« Ehm ...  da quello che mi ha raccontato Jake mi sembri coraggiosa e tanto pazza da metterti contro tutto e tutti per salvare quello in cui credi. » disse con naturalezza.
« Grazie ma non sono Grifondoro. » disse la ragazza, mostrandogli lo stemma  verde e argento cucito sulla sua divisa.
« Sono una Serpeverde e ne vado fiera. » continuò ancora.
« Non ne dubito, ma hai un non so che di Grifondoro. » disse ancora ridacchiando.
« Non mi conosci ancora bene e non hai visto il mio essere Serpeverde. » continuò la ragazza.
« Va bene mi arrendo. » rispose Alec alzando la mani in segno di resa.
« Allora continuiamo il giro. » disse Eliz dirigendosi verso l'uscita e cominciando a percorrere un lungo corridoio.
Visitarono diverse aule e stanze, percorrendo ogni angolo di Hogwarts quando, ad un tratto, mentre stavano per entrare nella biblioteca, arrivò un trafelato Albus  che correva verso di loro.
« Eliz ti ho cercato d'appertutto, la McGranitt è andata ad Hogsmade per aiutare il ministero a proteggere il villaggio e la scuola è rimasta sotto il controllo del professor Pacioch. Devi stare attenta, anzi dobbiamo fare attenzione, credo che l'attacco al villaggio sia solo una scusa per riuscire ad attaccare la scuola con più facilità. » disse il ragazzo ansimando per la lunga corsa che aveva fatto.
« Va bene ma adesso riprendi fiato. » commentò la ragazza.
Albus prese un lungo respiro e quando riuscì finalmente a respirare in modo normale, si accorse della presenza di Alec.
« E lui chi è? » chiese con tono neutro, senza staccargli gli occhi di dosso ed esaminandolo con lo sguardo.
« Ciao io sono Alec, il nuovo insegnante di Eliz. » rispose cordialmente, porgendogli una mano in segno di saluto.
Albus lo osservò ancora e poi gliela strinse con poco entusiasmo. Eliz ridacchiò di quel suo comportamento così rigido e distaccato.
« Dai smettila di guardarlo in questo modo. » disse Eliz ghignando.
« Amico non sono un cane a tre teste. » intervenne Alec di buon umore.
Eliz rise ancora di più ed Albus sbuffò spazientito.
« Ti stavo solo ossevando, niente di che. » rispose il moro.
« Va bene, come vuoi tu. » disse Alec con un sorrisino.
Proprio in quel momento, attraversò il corridoio una sorridente Agnes che stava passando il tempo spettegolando con una delle sue amiche. Ad un tratto smise di parlare e si girò verso di loro con un sorrisino malizioso in direzione di Alec.
« Oh ciao Lizzie, chi è quel ragazzo accanto a te? » chiese con la sua solita vose melensa e zuccherosa.
« Prima di tutto non ti azzardare mai più a chiamarmi Lizzie, io sono Elizabeth chiaro? E un'altra cosa, stammi lontano, hai già creato abbastanza problemi e ti ricordo che non ti conviene sfidarmi. » ribadì Eliz ghignando.
« Ma a me non interessa parlare con te, voglio " conoscere meglio " lui. » disse indicando Alec.
Il ragazzo assottigliò lo sguardo ed osservò meglio la figuara di Agnes. La trovava carina, ma banale nel complesso, era una delle solite ragazze che lo fermavano per strada e gli chiedevano il nome. Detestava quel loro modo di comportarsi ed atteggiarsi di fronte a lui, era totalmente falso, malizioso e si vedevo benissimo che non era per niente il loro vero modo di essere. Le persone in questo modo lo mandavano in bestia e non riusciva mai a trattenersi dal rispondergli male.
« Scusa ma non mi interessano le ragazzine piene di ormoni come te. » disse ghignando.
Eliz rimase a bocca aperta sentendo quelle parole dette con così tanto disprezzo ed ironia. Aveva considerato Alec fin da subito, un ragazzo divertente, dolce ed un tantino sbadato e sentir uscire dalla sua bocca quelle parole l'aveva piacevolmente sorpresa; aveva fatto uscire una parte nascosta di se.
« Ma come ti permetti ?! » rispose la ragazza arrabbiata.
« Non sono io quello che si è messo a fare occhiate maliziose ad un sconosciuto. » ribadì piccato il ragazzo.
« Volevo solo essere ... gentile. » ribattè ancora.
" Sì certo gentile" sussurò Albus ad Eliz ridacchiando. La ragazza soffocò un sorrisetto.
« Non mi interessano le tue " gentilezze" , sai a me interessano le ragazze vere e non le false come te. » disse deciso.
Agnes lo guardò in modo strano. Nessuno l'aveva mai trattata così male, addirittura Albus non le aveva risposto in modo così sgarbato la prima volta che l'aveva vista. Non era mai stata umiliatà così in vita sua, di solito ai ragazzi piaceva il suo atteggiamento sfacciato, ma a quanto pareva quel ragazzo rappresentava qualcuna delle poche eccezzioni.
La ragazza si sentì quasi dispiaciuta da quella reazione, ma cercò di non dargli peso.
Indossò uno dei suoi sorrisetti mielosi e se ne andò via girandosi di spalle e incamminandosi verso il suo dormitorio.
Alec continuò a guardarla mentre se ne andava e poi spostò lo sguardo verso Eliz, che aveva un espressione sorpresa sul viso.
« Alec non mi aspettavo tutto questo da parte tua. Comunque a me sembrava un po' strana Agnes, non credi anche tu Al? » disse con un sorrisino.
« Uhm sì,  ma non credo siano affari nostri. » ribadì il ragazzo.
« Concordo. » disse soltanto.








                                                                                                        









                                                                                                               ***













Parco di Hogwarts.
Radura dei Thestral.
Pomeriggio inoltrato.









Eliz si diresse verso la radura dove già vi era Alec, seduto sotto un albero ad aspettarla. Il ragazzo le andò incontro portando con se uno strano manichino che sembrava fatto di ... aria ?!
Rimase a bocca aperta guardando quella sagoma che si muoveva camminando accando a lui.
« Ma che cos'è? » chiese incantata.
« Oh questo è il tuo Eseís* . Avanti toccagli la fronte, ti spiegherò dopo cos'è ed a che cosa serve. » rispose guardandola con un sorriso.
« Va bene. » rispose.
Detto questo, sfiorò la fronte della sagoma con un dito ed immediatamente il manichino si animò, prendendo le sue fattezze fisiche ed aprendo gli occhi grigio- ardesia, uguali ai suoi. La sua pelle però, rimase comunque fatta di una sostanza che sembrava aria, o meglio vento che vorticava velocemente e senza mai fermarsi.
« Allora l'Eseìs è una tua perfetta copia. Possiede la tua stessa caratteristica principale, Velias,  e riproduce perfettamente il tuo modo di combattere; è molto utile nell'allenamento. Dai prova ad attaccarlo. » disse il ragazzo con entusiasmo.
La ragazza prese la sua spada argentea e sferrò l'attacco con grande maestria. L'Eseìs però riuscì a schivarlo con altrettanta abilità ed attaccò tentando un affondo diretto, che per poco non sfiorò la coscia di Eliz, ma che riuscì comunque a farle perdere l'equilibrio, facendola cadere.  
« Miseriaccia. » disse, cercando di mettersi in piedi.
Alec ridacchio, divertito da quella reazione e poi l'aiutò ad alzarsi tendendole una mano. La ragazza si tirò sù prontamente ed impugnò meglio la spada, dirigendosi verso la sagoma fatta d'aria. Menò un potente fendente che la prese di striscio e con maestria tentò di colpirla nuovamente, ma quella riuscì a pararlo eggreggiamente.
« Beh almeno sei riuscita a colpirla. » disse accennando un sorrisino.
« Spiritoso. » rispose di rimando la ragazza, lanciandogli un'occhiataccia.
Ritornò all'attacco e con la sua disarmante velocità, assalì l' Eseìs che la schivò con altrettanta maestria e bravura. Eliz fece un sorrisino vittorioso e con rapidità, sì girò di scatto, sì mise dietro la sagoma e la colpì con un affondo diretto alla schiena, che la prese di stiscio ancora una volta.
« Non male, stai andando davvero bene per essere la prima volta che lotti contro il tuo Eseìs. » commentò Alec.
« Grazie. » rispose la ragazza.
Continuò a lottare senza sosta, tentando affondi rapidi e precisi, che spesso riuscivano soltanto a sfiorare la sagoma. Abbassò la testa un' attimo, prese un respiro profondo e con la mano si spostò i capelli dal viso leggermente sudato, a causa dello sforzo.
« Guarda che possiamo anche fermarci qui per oggi, sei stata già molto brava. » disse Alec scuotendola per le spalle e guardandola negli occhi.
« No voglio continuare. » affermò la ragazza, liberandosi dalla sua presa ed impugnando meglio l'arma.
Guardò la sua copia dritto negli occhi. Il cielo venne coperto da nubi grigiastre, mentre un fulmine azzurrino cadde li vicino, nella foresta e i suoi occhi divvennero un misto fra il grigio e il blu intenso. Con uno scatto fulmineo si lanciò su di essa, menando un fendente diretto alla schiena, che riuscì a colpirla in pieno.
L'Eseìs barcollò un po' poi cadde a terra e si ruppe in mille pezzi sotto lo sguardo stupito di Alec.
« Wow non ci credo. Non ho mai visto nessuno capace di distruggere il proprio Eseìs durante il primo combattimento. » disse stupefatto.
« Beh c'è sempre una prima volta. » rispose la ragazza sfoggiando un ghigno compiaciuto e riposando con grazia la spada argentea nel fodero.
« E poi ... i tuoi occhi ... hai raggiunto l'equilibrio. » continuò ancora, indicando le sue iridi.
« Cosa intendi? » chiese curiosa.
« Durante la lotta sei riuscita a mantenere il controllo dei poteri, hai ottenuto l'equilibrio. » rispose Alec con un sorriso.
In quel momento la sagoma si ricompose ed Alec guardò Eliz che nel frattempo era rimasta immobile ad osservare la scena.
« Ogni volta che viene distrutta, la copia si ricompone acquistando tutte le conoscenze e le tecniche che hai appreso durante la lotta. » spiegò il ragazzo.
« Fantastico ! » commentò entusiasta.
« Già. » continuò ancora guardandola e poi abbassando la testa. Non voleva nasconderle la verità, ma non poteva ancora dirle tutto; non era il momento giusto.
« C'è qualcosa che non va? » chiese aggrottando le sopracciglia e toccandogli una spalla.
« N-no niente. » rispose, sorridendo leggermente.
Eliz lo scrutò attentamente, ma poi decise di lasciar perdere.
Ad un tratto una figura scura solcò il cielo ormai buio. La ragazza assottigliò lo sguardo tentando di scorgerla meglio, ma in quel momento la terra tremò violentemente.
Sì girò verso Alec e prese velocemente Velias, pronta ad affrontare qualunque attacco.
Immediatamente, da un cespuglio, comparve una figura incappucciata della quale non si scorgeva il viso. Eliz non perse tempo ed alzò la spada pronta a difendersi, mentre l'uomo prese la sua arma e tentò di colpirla con un affondo piuttosto stentato. La ragazza lo parò facilmente, con movimenti precisi e ghignò dell'impreparazione del suo avversario.
Sferrò un potente montante che lo colpì di striscio.
« No Eliz, ferma sono io. » intervenne l'uomo, con una voce conosciuta.
Si tolse il capuccio dalla testa, rivelando un bel paio di occhi verdi e i capelli neri e ribelli.
« Al ma che diavolo combini ?! » chiese gesticolando.
« Volevo ... farti uno scherzo. » disse passandosi una mano fra i capelli e spettinandoli ancora di più del solito.
« Sei un idiota! Ti sembra questo il momento degli scherzi? » rispose ancora, incrociando le braccia.
« Ma dai non fare così. » disse lui, prendendola per la vita ed attirandola a se per baciarla.
« Sì ragazzi siete davvero carini, ma non credo sia il mom... » cercò di dire ma venne interrotto da un Albus leggermente seccato.
« Zitto. » disse il ragazzo continuando a baciare Eliz.
Ad un certo punto sì sentì un rumore proveniente dalle loro spalle. I due si staccarono e si girarono per scoprire quale fosse la causa, ma appena si voltarono videro la sagoma di un ragazzo  con gli occhi grigi, i capelli castani, le ali nere pece ancora spiegate e un insopportabile ghigno sul viso.
Eliz prese la spada e gliela puntò contro, assottigliando lo sguardo, mentre Albus prese in fretta la bacchetta e la alzò prontamente.
Alec fece altrettanto, sguainando la sua arma e mettendosi davanti ai due ragazzi per fronteggiarlo meglio.
« Oh ma guarda, ci sei anche tu. » disse, puntando i suoi occhi grigi, in quelli azzurri di Alec.
Il ragazzo sussultò di fronte a quello sguardo; non prometteva niente di buono, lo sapeva.
« Voi vi conoscete di persona? » chiese Eliz guardando il suo insegnante.
Lui la osservò in modo strano e poi puntò lo sguardo davanti a se, come se fosse turbato da qualcosa.
« Oh sì, ci conosciamo molto bene. Perchè non glielo dici tu? » aggiunse Alex ghignando.
Il ragazzo si riscosse di scatto e si voltò verso di loro.
« Eliz ... ecco io ... devo dire una cosa ... sia a te che a tuo padre ecco io ... » cercò di dire a disagio.
« Oh Elizabeth, io ed Alec siamo fratelli. » rispose ghignando.
Eliz si voltò verso il suo insegnante; non riusciva a credere a quello che aveva appena sentito e rimase lì, ferma, a fissarlo sbigottita, insieme ad Albus che aveva un'espressione sorpresa.









Eseís* : Parola greca che significa copia ( il manichino indica la ragazza stessa ecco il perchè del nome)




















* Angolo Autrice*


Ciao a tutti ! Scusate per il mio immenso ritardo, ma purtroppo la scuola assorbe molte delle mie energie.
Per farmi perdonare, eccovi le foto di Alex ed Alec.
Che ne dite?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Un grande abbraccio.

Elizabeth_Lovegood









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