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Autore: Larriesh    25/02/2013    1 recensioni
Blaine e Kurt vivono un un mondo in cui tutto è basato sullo scorrere del tempo, e ogni persona ha reolato il proprio grazie ad un orologio sul braccio, che scorre a ritroso.
Cosa succede se Blaine vive alla giornata, con pochissimo tempo a disposizione, mentre Kurt è un cosiddetto "ricco", con decine di anni davanti, che però vuole cambiare il mondo?
[idea di base: "In time"]
Genere: Azione, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Burt Hummel, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"Bene bene bene, chi abbiamo qui?"
Kurt cercò di scostarsi, strattonando il braccio che teneva l'uomo.
"Mi lasci!" sbottò, arrabbiato e impaurito.
L'uomo rise, una risata stridula, intrisa della malvagità che traspariva anche dal suo volto.
"Direi proprio di no. Vediamo prima il tuo tempo.." sibilò l'uomo, riavvicinandosi a lui.
Kurt sbiancò. Quell'uomo lo avrebbe di certo ucciso per prendersi tutto il tempo che aveva sul suo orologio, non si sarebbe certo fermato a rifletterci su.
"Non si azzardi a toccarmi di nuovo. Il mio tempo non è affar suo." disse Kurt, fiero, cercando di dimostrare più coraggio di quanto in realtà ne avesse.
L'uomo rise ancora, avvicinandosi a Kurt. "Oh, che caratterino! Ti conviene non sfidarmi ragazzino.."
Kurt indietreggiò, e con la coda dell'occhio notò una stradina sulla sua sinistra, che conduceva ad una strada più affollata.. se fosse riuscito a raggiungerla avrebbe avuto più speranze; confondendosi con la gente, sarebbe stato più facile nascondersi o cercare di scappare. Intanto l'uomo lo aveva raggiunto e afferrato bruscamente per il polso; aveva scoperto il braccio, notando le cifre che aveva sul braccio. "Oh! Abbiamo un riccone nel ghetto, oggi? Cosa ci fai qui tesoro? Ti sei perso?"
Kurt prese un bel respiro e non pensò due volte alla sua idea. Per quando malsana fosse e potesse ritorcersi contro di lui o non andare a buon fine, era l'unica che aveva.
Aspettò che l'uomo si avvicinasse a lui quanto bastasse per tirargli un sonoro pugno in faccia; appena lo ebbe fatto, Kurt iniziò a correre, approfittando del fatto che gli altri uomini erano corsi ad aiutare il loro capo. Non fece caso al dolore lancinante che provava alla mano con cui aveva colpito il delinquente, semplicemente corse, più veloce che poteva, mentre gli uomini dietro di lui iniziavano a rincorrerlo.
Si immise sulla strada principale, ma anche lì continuò a correre, in cerca di un riparo. Svoltò in una strada secondaria, sperando che i suoi inseguitori non l'avessero visto.
Mentre correva, ragionava: non poteva andare avanti a correre all'infinito, anche perché non conoscendo la zona si sarebbe perso. Ma come poteva sfuggire ad una condanna sicura per mano di quei malintenzionati?
Si immise in un'altra via e notò una scala di emergenza, in alluminio, nera, che conduceva alla finestra di un appartamento.
Sviò di colpo, e iniziò a salire la scala, pensando di potersi rifugiare nell'appartamento, e sperando di trovarlo vuoto.
La finestra era chiusa dall'interno e Kurt si sentì in trappola: se avesse ridisceso le scale, non avrebbe fatto in tempo a scappare dagli inseguitori; se invece fosse rimasto lì e loro fossero arrivati, l'avrebbero sicuramente visto. Si guardò intorno confusamente, nel panico. 

Mentre pensava a come salvarsi, dall'interno dell'appartamento, vide un ragazzo attraversare la stanza. Bussò freneticamente sulla finestra, pregando che il ragazzo lo notasse. E così effettivamente fu: il ragazzo lo guardò stranito, poi evidentemente vide la sua espressione terrorizzata e si avvicinò alla finestra, aprendola.
"Sì?" disse, confuso.
Kurt si precipitò dentro alla casa, accasciandosi a terra sotto il davanzale della finestra, la testa appoggiata al muro dietro di sé, il corpo che tremava da capo a piedi.
Il ragazzo si abbassò sulle ginocchia davanti a lui, e gli appoggiò una mano sulla spalla.
"Ehi, stai bene? Cos'è successo? Scusa se te lo chiedo.. ma perché ti sei precipitato in casa mia?"
Kurt alzò lo sguardo verso di lui, gli occhi colmi di lacrime, i singhiozzi che non accennavano a diminuire. Il ragazzo vicino a lui sembrava sinceramente preoccupato e vedere una persona così gentile dopo lo spiacevole incontro con i delinquenti, lo fece crollare. Si gettò tra le braccia dello sconosciuto, abbracciandolo stretto e singhiozzando senza ritegno sulla sua spalla. Questi cercò di mantenere l'equilibrio, poi si sedette vicino a lui. Era rimasto esterrefatto, ma lo assecondò: gli circondò le spalle con un braccio e gli sussurrò di calmarsi, dolcemente.
Quando pochi minuti dopo Kurt smise di piangere, si ritrasse, arrossendo per come si era avventato su quel ragazzo.
"Sc-scusami." disse, la voce roca dal pianto. "Non a-avrei voluto piombarti in casa così, ma ero inseguito, e non sapevo cosa fare, e-e credevo che non ce l'avrei fatta se mi avessero preso.."
Il ragazzo lo bloccò. "Se ti avessero preso? Chi?"
Kurt scosse la testa. "N-non so chi siano. Non sono di qui. Dei.. delinquenti. Una specie di banda, credo. Un capo e dei seguaci, a quanto pareva. Volevano il mio tempo.."
L'altro annuì alla sua descrizione. "Minutemen. E' un miracolo che tu sia vivo e sia riuscito a sfuggirgli."
Kurt fece una smorfia. "Ho tirato un pugno al capo. Il punto è che mi inseguivano e non sapevo cosa fare. Ho visto questa finestra e.."
Il ragazzo lo interruppe. "No, non scusarti. Hai fatto bene, credo avrei agito anche io così." Poi lo guardò, gli sorrise e gli tese la mano. "Io sono Blaine."
Kurt guardò la sua mano e poi tornò a fissare lo sguardo in quello del ragazzo. "Kurt." riuscì a malapena a sussurrare, perché aveva appena notato quanto gli occhi di quel ragazzo fossero straordinari: un misto di oro e smeraldo, così caldi, in grado di farlo sentire a proprio agio.. era possibile che dei semplici occhi avessero avuto il potere di calmarlo e tranquillizzarlo nel giro di nemmeno un paio di secondi?
"Ora.. ehm.. cosa pensi di fare?" gli chiese Blaine.
Kurt si riscosse e lo guardò interrogativo, prima di ricordarsi della sua fuga e dei Minutemen. Abbassò la testa, fino ad appoggiare la fronte sulle sue ginocchia.
"Io.. io non lo so." sussurrò. "Se esco di qui e quelli mi trovano, sono morto nel giro di due secondi. Ma non posso nemmeno rimanere qui.."
Mentre Kurt sospirava abbracciandosi le ginocchia, Blaine rifletteva.
Insomma, quel ragazzo gli era piombato in casa, all'improvviso, ed era chiaro che avesse bisogno di una mano. E lui non era di certo una persona del quale non importava nulla degli altri. Non poteva lasciar uscire quel ragazzo e mandarlo incontro a morte certa.
Per cui non pensò due volte alla decisione che, dentro di sì, aveva già preso da quando Kurt gli aveva detto di essere inseguito.
"Kurt.. puoi invece. Puoi nasconderti qui." gli disse, con un sorriso.
Il ragazzo alzò la testa di scatto e lo guardò, gli occhi colmi di lacrime, pieni di gratitudine.
Blaine annuì. "Non sono una persona.. Io.. non sono così, Kurt. Puoi fidarti di me. Non toccherò il tuo tempo e potrai nasconderti qui tutto il tempo che vorrai, senza pensare che io abbia secondi fini. Quando il pericolo sarà passato, vedremo il da farsi. Okay?"
Poi si alzò e gli tese una mano per aiutarlo a tirarsi su.
Kurt gli sorrise, e prese la mano che lo aiutava.
Quando fu in piedi abbracciò Blaine d'istinto e lo strinse forte. "Grazie Blaine. Te ne sarò grato per sempre."
Il moro gli sorrise, poi una domanda gli passò per la testa, una cosa a cui non aveva ancora pensato. "Ehi, ma tu.. da dove vieni?"
Kurt volse la testa verso il muro, per non vedere la reazione di Blaine alle sue parole. "Da New Greenwich."

 

 

 

Blaine si alzò sulla punta dei piedi per riuscire ad arrivare a prendere due tazze dal mobile sopra la sua testa, appoggiandole poi sul tavolo vicino a lui e versandovici il thè che aveva appena preparato.
Mise da parte la teiera e prese le due tazze, dirigendosi verso il divano, dove vi era seduto Kurt.
Gli porse una tazza, poi si sedette vicino a lui, incrociando le gambe.
Kurt mormorò un timido 'grazie', prima di volgere il viso verso di lui. "Vuoi proprio sapere?" chiese.
Blaine annuì, deciso e Kurt sospirò, mettendosi nella sua stessa posizione di fronte a lui. "Però non interrompermi."
"Promesso."
Kurt si passò una mano sul viso, prima di iniziare a raccontare. "Beh, come ti ho detto, vengo da New Greenwich, per la precisione dalla zona 1.."
Blaine emise un fischio di ammirazione, ma fu fulminato da un'occhiata di Kurt.
"Avevamo detto nessuna interruzione."
Blaine alzò una mano a mò di scusa e con un cenno lo invitò a continuare.
Kurt riprese il discorso. "Allora, dicevo.. Vengo dalla zona 1, mio padre è Burt Hummel.."
Blaine per poco non sputò il thè che stava bevendo. "Burt Hummel? Quel Burt Hummel?" chiese, stupito.
Kurt si posò una mano sulla fronte. "Blaine.. le interruzioni."
Blaine si rimise diritto, pronto ad ascoltarlo. "Scusa. Prosegui."
"Comunque sì, lui. Il 'grande magnate del tempo'.." disse Kurt roteando gli occhi. Si fermò e guardò Blaine, aspettando che dicesse qualcosa. Quando non lo fece, continuò.
"Vedi, Blaine, per quanto possa sembrare strano, la mia vita non è perfetta. Anzi, è tutt'altro. Ho sempre vissuto nel lusso più sfrenato; ogni cosa che volevo l'ho ottenuta, ogni mio desiderio veniva esaudito. Ma a parte questo, non ho mai avuto un amico. Ogni persona che mi si avvicinava lo faceva per puro interesse verso mio padre, o a volte proprio su suggerimento di quest'ultimo.. non ho mai avuto un amico che potessi considerare tale, né tantomeno un ragazzo che mi amasse; mio padre è sempre via per riunioni di lavoro in qualche altro sperduto posto nel mondo, e mia madre.. lei non c'è più da troppo tempo ormai."
Qui si interruppe e abbassò il viso, non volendo che Blaine vedesse i suoi occhi in cui iniziavano a formarsi le prime lacrime.
Blaine intuì il suo stato d'animo e allungò una mano fino a prendere una e intrecciarla con la sua. Gliela strinse piano e quando Kurt alzò lo sguardo gli sorrise. "Continua." chiese Blaine.
Kurt osservò le loro mani intrecciate e si rese conto di quanto piacevole fosse quella sensazione. Non la lasciò andare neppure quando tornò a parlare.
"Quando fui abbastanza grande da comprendere, papà mi spiegò come funziona il mondo. Mi parlò del tempo, mi parlò del funzionamento del mio orologio, mi parlò delle zone 'ricche' presenti sul pianeta, ma non mi parlò mai del ghetto. Dovetti scoprirlo da solo. E questa scoperta mi fece male. Mi fece sentire sbagliato: mi sembrava, e mi sembra tutt'ora, ingiusto che io avessi così tanto quando altra gente aveva così poco. Ti sembra una cosa giusta Blaine? Che pochi abbiamo tanto, troppo, e molti altri invece quasi nulla?"
Blaine non rispose subito, sviò lo sguardo di Kurt e pensò a suo padre. "No. Non mi sembra giusto per nulla."
"Eppure c'è sempre stato qualcosa che mi spingeva qui. Qualcosa che mi diceva che dovevo fare qualcosa. Ed è per questo che sono venuto qui. Forse solo per curiosità, forse perché sono uno stupido che crede di poter cambiare il mondo." mormorò Kurt.
Blaine prese la tazza di Kurt e insieme alla sua la posò sul tavolo, prima di prendere entrambe le mani di Kurt nelle sue e guardarlo intensamente.
"Solo crederci è un grande passo. Vuoi davvero cambiare il mondo, Kurt?" gli chiese Blaine.
Kurt annuì, deciso, senza riuscire a fermare le lacrime. "Si. Non avevo mai visto il ghetto, non credevo possibile che la gente vivesse così in misera, senza prospettive future.. come si fa a vivere così, Blaine?"
"Si vive giorno per giorno. Apprezzando le piccole cose."
"Ma non è giusto. Potresti morire da un momento all'altro."
Blaine annuì. "Sì, è vero. È questo ad essere sbagliato."
"Cambiamo il mondo, Blaine. Proviamoci almeno." sussurrò Kurt.
"Ma cosa possiamo fare io e te, soli, Kurt?" chiese Blaine, alzando le spalle.
Kurt lo guardò e, perdendosi ancora nella magia dello sguardo di Blaine, capì di potersi fidare davvero. "Io ho un'idea."






*

Eccomi qui con il secondo capitolo, e con un giorno d'anticipo :)
Ve l'ho postato oggi perchè domani sarò tutto il giorno in università purtroppo -.-
Sono strafelice che la storia abbia avuto già così tante visite, non sapete che piacere mi faccia! 

Ed ecco che abbiamo l'incontro, con Kurt che svela un pò di sè, e alla fine ci dice di avere un'idea. 
Cosa sarà? :)
Vi aspetto martedì!
Un abbraccio a tutti
Bonnie

  
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