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Autore: Tayr Seirei    25/02/2013    3 recensioni
[Hiatus]
- E allora questo sarà il nostro gioco, Spel. Io e te. Da soli.
Spel inclina appena la testa, sorridendo serafico. - Sai, una frase del genere, sommata a questo titolo, porterebbe chiunque leggermente fuori strada... non che io non sia d'accordo. Che storia potrebbe mai essere?
Temu ci pensa. Osserva il titolo. Avvampa. Dopodiché, solleva la pistola.
Bang.
- Bene! - Continua la cacciatrice, ignorando Spel mezzo morto sul pavimento. - NO, non è la storia che vorrebbe far sembrare 'sto scemo d'un vampiro. E' più il racconto di come io e lui cercheremo allegramente di farci secchi a vicenda, inseguendoci per mezza Europa! E altre varie cose, tipo un cugino tanto stressante...
- Una carrozza a forma di granchio...
- Ancora vivo? E poi sigilli proibiti, ottimi biscotti, Vampiri di Classe A, B e C...
- E aggiungerei cacciatori pettegoli.
- Aggiudicato. Sul caotico sfondo di una Spagna ottocentesca leggermente steampunk!
[Che descrizione figa *A*! Ha giusto saltato la parte dove si prendono una bella cotta. Prima di cominciare, Atemu/Temu non è l'unico/a genderbendista, Spel è ovviamente Yuugi *^* e nient'altro, duel start!
Blindshipping & Impulseshipping + Pleashipping, Thiefshipping e probabili altre]
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Atemu, Mana, Un po' tutti, Yuugi Mouto
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Gender Bender
Capitoli:
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Nonostante l'oltraggiosa perfezione, qualcosa...




- No, Mana.
- Come facevi a sapere cosa stavo per chiederti, eh...?
Temu si sistemò meglio sul comodo sedile della granchiarrozza, sbuffando appena, divertita. - Intuito...
Certo, Temu poteva vantare un ingegno fine e un intuito non da tutti; quel genere di caratteristica che, ad esempio, durante un combattimento, permetteva di prevedere le mosse dell'avversario o di valutare i repentini cambi di situazione e decidere come agire di conseguenza. Tuttavia, non aveva bisogno di contare su di ciò e sulla sua modestia perduta per giustificare la sua improvvisa, ma non miracolosa, capacità di prevedere le domande dell'altra. - ... o forse il fatto che me l'hai già chiesto quarantasei volte è stato una specie di indizio. Comunque, no, non siamo arrivati.
- Mh. - L'altra osservò il panorama dal finestrino per un po', per quanto la visuale al novanta per cento fosse coperta dalla nebbia prodotta dalla granchiarrozza stessa.
Ma la mora non si arrendeva in fretta, quindi, dopo un po'... - E poi, io avrò chiesto la stessa cosa quarantacinque-
- Quarantasei. - La corresse Temu, senza nascondere un mezzo ghigno - sapeva di essere stressante e se ne compiaceva pure.
- ... Ma tu hai già "invocato il nome di Spel invano" almeno settantasette, di volte. - Stavolta fu il turno di Mana di sogghignare, ben consapevole di aver toccato un tasto dolente.
- ... Touché. - Ammise la cacciatrice, dopo qualche secondo.
Portò una mano alla tempia, profondamente stressata. Sapeva che la frequenza con cui lo nominava/insultava/minacciava (speranzosamente) di morte ormai rasentava l'ossessivo compulsivo, ma non riusciva a farci granché.
- ... Mana, senti... - chiese ad un certo punto, inquieta - Ma io non parlo di Spel anche quando dormo, vero?
Gli occhi che le rivolse Mana erano sinceri e compassionevoli. - Sei proprio sicura di volerlo sapere?
Temu ci pensò. Scosse piano la testa.
- Ecco, appunto.
Forse era più saggio, per il bene della sua pazienza sanità mentale, più che altro cambiare argomento, va'.
- E di' un po', Mana... - Non era concepibile che in un qualsiasi scontro (?), anche verbale, lasciasse vincere qualcun altro. - Com'è che ti sei messa l'abito giallo, oggi?
Osservò, con un certo maligno compiacimento, le reazioni dell'altra: prima gli occhi che si sgranavano appena, per la sorpresa di una domanda inattesa; le guance che si imporporavano leggermente; il distogliere precipitosamente lo sguardo, trovando d'improvviso i perni dello sportello accanto oltremodo interessanti.
- Mi andava. - Bofonchiò Mana alla fine, probabilmente sperando di concluderla lì.
Seh, come se Temu non avesse saputo che quello era il suo abito preferito e non avesse notato che, per puro caso, se lo metteva sempre quando andavano ai loro "loschi incontri" con Jonas.
- E' solo che il giallo ti piace molto. - Annuì Temu, con aria fintamente comprensiva. - O forse piuttosto ti piacciono i biondini...
Be', oh, la frecciatina su Spel non poteva restare impunita.
E passarono il resto del viaggio in carrozza così, punzecchiandosi e infine ridendo insieme - o cercando di evitare che l'una uccidesse l'altra sradicando lo sportello ed utilizzandolo come arma impropria.
D'altronde, tra loro due funzionava così. Erano amiche, praticamente sorelle; si conoscevano a vicenda meglio di chiunque altro. Giocavano a stuzzicarsi, toccando i punti più deboli, ma a conti fatti non facevano altro che rafforzarsi reciprocamente - e divertirsi parecchio, ovvio.
Ad ogni modo, che all'altra piacessero i biondini era vero. Tsk.

- Ora SI' che siamo arrivati! - Esclamò Temu, entusiasta, spalancando in modo altrettanto entusiastico lo sportello (e, sempre molto entusiasticamente, fregandosene della remota possibilità di stendere qualche ignaro passante, spalancando senza fare attenzione...). Saltò giù - in modo alquanto spericolato, considerando che le crinoline della gonna si sarebbero perfino potute incastrare nell'atto.
Si guardò intorno, con una vaga soddisfazione; amava Madrid e già il fatto di essere lì era motivo di buonumore, per quanto al momento si trovassero in periferia.
Dopodiché, visto che Mana tardava a scendere, le rivolse un'occhiata interrogativa, prima di chiudere lo sportello.
- Aspetta! Aspetta! - Fece quella, frenetica, allisciandosi un ciuffo di frangia già perfettamente liscio. - Mi sto sistemando!
Con un sopracciglio inarcato e un sospiro malcelato, Temu richiuse lo sportello senza aggiungere altro - tanto lo sapeva che quando c'entrava Jonas l'amica cominciava a sclerare.
Portò le mani sui fianchi e si rivolse a Casimiro, al posto di guida, che aspettava istruzioni.
Ora, per la verità, sarebbe dovuto essere, tipo, il primo a scendere, per aprire gli sportelli alle passeggere; tuttavia, aveva da tempo imparato che avrebbe potuto anche lanciarsi giù dalla carrozza ancora in corsa... e non sarebbe comunque arrivato prima che Temu fosse scesa da sola. Aveva quindi concluso che era meglio starsene buono dov'era e aspettare.
- Allora, Casimi: il solito. Massimo un'ora e saremo di ritorno. Tu vai pure a bere qualcosa, quando Mana si decide a scendere... - Temu alzò un attimo gli occhi al cielo.
- Ma certo, signorina. - Casimi le rivolse un gran sorriso. - E buona fortuna. Che ci sia pesca grossa, stasera!
Quel ragazzo faceva venire allegria solo a stargli vicino.
La ragazza annuì in risposta e, cercando di nascondere quel gradevole senso di aspettativa che la coglieva prima di quel genere di incontri, si diresse verso la locanda dove, di solito, si incontravano. Non c'era nessun volto noto in vista, ma sapeva benissimo che, in certi casi, non bisognava far altro che aspettare e ascoltare.
Infatti non passò molto prima che sentisse un "Signorina Temu, quanto tempo..." e dei passi vicino a lei. Così, dal nulla, il momento prima non c'era e ora sì, ma pareva ci fosse stato per tutto il tempo. Temu non ne fu sorpresa e nemmeno finse di esserlo.
- E se qualcuno notasse i tuoi trucchetti, Jonas...? Sai che se scoppiasse un conflitto così, per le strade, anche io avrei serie difficoltà a proteggerti.
- Sempre premurosa, Temu... - Replicò lui, abbandonando ben presto le formalità. Tono leggermente ironico, eppure la ragazza sapeva benissimo quanto lo colpissero quelle attenzioni.
Ma Temu aveva tutti i buoni motivi del mondo per preoccuparsi per lui: prima di tutto, erano... amici. E tanto sarebbe dovuto bastare. In secondo luogo, era il suo informatore personale. Poi... non capitava spesso di trovare un vampiro francamente buono.
Perché Jonas era un vampiro, ma lei lo conosceva da ben prima della vampirizzazione: aveva dovuto fare l'impossibile per convincere i suoi colleghi che non era pericoloso - ma che, anzi, sarebbe potuto essere un prezioso alleato.
Nonostante questo, se fosse rimasto invischiato in qualche problema, si sarebbe ritrovato in automatico tutti i cacciatori contro. E questo Temu avrebbe decisamente preferito evitarlo.
- Premure meritate, penso. Comunque sia, è un piacere rivederti.
Si fermarono di fronte all'ingresso della locanda, e finalmente Jonas le rivolse uno dei sorrisi allegri che si adattavano molto meglio al suo viso spensierato.
- Anche per me! Sei sempre così impegnata, ultimamente...
Temu dovette mordersi la lingua per non pensare a quel nome che cominciava per S. E, no, non era Seth. - Sai com'è... - concesse, esasperata, facendo un cenno vago con la destra - Un lavoro a tempo pieno, il mio. Prende MOLTO sia fisicamente che mentalmente...
Soprattutto, ultimamente mette a durissima prova la mia di per sé scarsa pazienza.

Jonas le diede una simbolica pacca sulla spalla.
- Non temere, fanciulla, lo capisco! Però, quando vuoi fare un po' di baldoria e distrarti... - sorrise ancora, sbarazzino - Chiamami pure. Non voglio certo che ti dimentichi come ci si diverte!
- Pfft... - L'altra gli fece la linguaccia. - Se non ci pensassi tu, guarda...
- Qui per servirla. - Aggiunse lui, sfacciato. - Ora, una domanda...
E Temu sapeva già cosa stava per chiederle; si riconosceva istantaneamente, lo sguardo trasognato di un amante. - ... c'è Mana?
... e le domande altamente intelligenti che i suddetti erano in grado di fare.
Ora: lei usciva SEMPRE con Mana, che in un futuro molto vicino sarebbe diventata sua personale assistente - un po' come antichi cavalieri&scudieri, anche i cacciatori avevano sempre un assistente, che però ricopriva un ruolo piuttosto importante, come se fossero "partner". - e quando si incontravano con Jonas la mora arrivava sempre un quarto d'ora dopo. (Per non parlare del fatto che entrambe avevano una salute d'acciaio, in pratica...)
Quante probabilità c'erano che Mana NON ci fosse...?
Ma rispose semplicemente "Arriverà a momenti, Jonas", perché tanto aveva già afferrato come funzionava - ed erano teneri, dopotutto; un po' cretini, ma teneri.
- RAGAZZI! ECCOMI! - Ah, lei, giustappunto. Con una capacità di correre e non inciampare e rotolare via che sfidava le crinoline, i tacchi e la sua stessa imbranataggine, Mana "piombò" su di loro alla velocità della luce, suscitando i complimenti mentali di Temu - che non aveva mai capito come d'improvviso acquistasse l'agilità di un felino, ma qualche sospetto lo aveva...
- Salve, Mana! - La salutò Jonas, mettendosi praticamente sull'attenti.
- SalveJonas! - Rispose lei, quasi mangiandosi le parole per la fretta.
E poi si fissarono. Molto... pucciosamente.
Cos'è quest'improvvisa voglia che ho di tirarmi un'epocale manata in fronte...?
Si chiese Temu che, da "capo", era simpaticamente passata a "candela".
Spostò lo sguardo dall'una all'altro, che continuavano a fissarsi e sbrilluccicare.
Rischiava di andare per le lunghe, va bene. Odiava rovinare i momenti "carini", ma... prese entrambi per mano, riportandoli in quel tempo e luogo, e li trascinò senza troppe cerimonie nella locanda. - Andiamo, "concretizzerete" in un altro momento. Adesso abbiamo alcune faccende discretamente urgenti cui pensare...!

- Bene, Jonas... - esordì Temu, una ventina di minuti dopo, quando tutti si furono accomodati col piatto prescelto davanti. (Anche Jonas mangiava: con la bocca larga e la fame che si ritrovava, non poteva che essere un vampiro onnivoro. E preferiva di gran lunga carni e risotti a tazze di dubbi liquidi corporei.) Spiluccò un pezzetto di carne dal suo cocido madrileño e, prima di portarselo alla bocca, continuò: - Ci hai promesso una storia, per oggi. E allora avanti, racconta...
Il biondo fece un cenno affermativo col capo, più serio di quanto sarebbe dovuto essere. Questo perché, naturalmente, le storie che raccontava non erano altro che le sue scoperte: si trattava pur sempre di "soffiate", perciò doveva esprimerle in un modo che non fosse troppo facile da individuare per chiunque.
Cominciando a sbocconcellare anche lui dal suo piatto, intraprese il racconto.
- Si racconta che, molto tempo fa, a Pontevedra, la notte cominciarono ad accadere cose strane. Prima lugubri lamenti che riecheggiavano per le strade buie, accompagnati da grida strazianti; alcuni abitanti avrebbero giurato di aver sentito come rumore di unghie che raschiava le porte, o i vetri delle finestre. I cittadini, quindi, cominciarono ad avere paura e a barricarsi in casa, la notte, non osando uscire più tardi del tramonto. Eppure... una volta, capitò che un viaggiatore ignaro di tutto ciò si attardasse con gli amici. Quando si mise in marcia verso la locanda dove pernottava, era ben più che mezzanotte. Il giorno dopo, fu ritrovato morto... - Jonas fece una piccola, scenografica pausa, approfittandone per prendere un sorso con cui rinfrescarsi le labbra. - ... ma il suo "corpo" aveva una particolarità: non era rimasta né pelle, né organi. Solo il teschio coperto dai suoi abiti. E da quella notte, altri ritrovamenti simili ci furono quasi ogni giorno...
- E come finisce la storia...? - chiese la cacciatrice, con un'espressione enigmatica.
Jonas scrollò le spalle. - Non ne ho francamente idea. Il finale di questa storia è ancora da scrivere. E l'antagonista... lo conosci già.
L'udienza era finita.

Viaggio verso casa. Il grande granchio meccanico era tornato sui suoi passi, spargendo vapore come al solito. Casimiro, invece, era tornato con un bel carico di polpi freschi - sì, la maggior parte del suo stipendio veniva investita in prodotti ittici, e quel che rimaneva in parti per i suoi giocattolini a vapore, dato che era anche il meccanico ufficiale della villa e si divertiva a sperimentare.
Nell'area passeggeri, invece, si stava tenendo una "riunione a ristretto numeri di partecipanti" - ovvero, Mana e Temu stavano cercando di raccapezzarsi circa le nuove scoperte.
- Quindi... - stava riassumendo Temu, puntigliosa: - A Pontevedra, c'è un vampiro che si diverte a terrorizzare la gente e, per motivi ignoti ma sicuramente stupidi, leva pelle e organi a tutte le sue malcapitate cene. E costui dovrebbe essere Spel.
Si mordicchiò l'unghia dell'indice, pensierosa - no, non si mangiava le unghie, ma capitava che le mordicchiasse, di tanto in tanto.
C'era qualcosa...
E Mana era brava ad afferrare i suoi stati d'animo. - Sbaglio o c'è un "però..." sospeso da qualche parte, nel tuo sunto?
Temu le rivolse un sorrisino, ma tornò subito seria. - C'è qualcosa che non mi convince. Non tanto nel racconto, più che altro... in Jonas stesso. Era strano, poco convinto. Poi, non l'hai notato? Non ha praticamente toccato il suo migas, eppure sai bene quanto me che quand'è entusiasta per qualche scoperta c'è il rischio si mangi pure il piatto...
Mana spalancò gli occhi. - Oddio, è vero! ... E se avesse avuto mal di pancia, poverino!? Temu, dobbiamo subito controllare, presto!
Il preciso, sincero e spassionato pensiero di Temu fu, esattamente: ... Ma perché gli innamorati sono COSI' pirla...?
- Mana, non si è mai sentito di un vampiro col mal di pancia.
A meno che non abbia appena avuto un incontro ravvicinato con la mia pistola, ah ah ah.

- Anche questo è vero. - Concesse lei, cogitabonda. - Ma allora...?
Temu non voleva rattristarla né dare per scontato cose che, forse, si stava immaginando; però... negli occhi di Jonas, aveva visto una luce... strana. Le stava nascondendo qualcosa, e di questo era sicura.
- Mana... - disse con una voce più gentile, prendendola per mano - Non voglio che ti preoccupi di nulla, okay? Io mi fido di Jonas. Forse ci sta nascondendo qualcosa, ma prenderò la sua parola per buona. Al massimo dopo torneremo a parlarci!
La mora annuì, palesemente confortata. - Grazie, Temu...!
- Che poi, mh... - continuò Temu con tutt'altra faccia - Come hai fatto a non vedere che non ha quasi mangiato, se non gli hai staccato gli occhi di dosso un momento?
Avrebbe potuto tacere, o arrabbiarsi, o cercare di picchiarla.
Ma tutto sommato anche lei doveva essersi resa conto che era piuttosto inutile. Quindi Mana si limitò a sospirare e chiedere di rimando: - Si notava così tanto...?
- Eh, già. In compenso anche lui ti ha guardata parecchio.
L'altra la guardò di traverso, ma non aggiunse altro.
Per qualche motivo che nemmeno da sola avrebbe saputo spiegarsi, Temu si indispettì; che diamine, lui piaceva a lei e lei piaceva lui, allora perché non darci un taglio e confessarsi?
E poi... fu colta da un flash.
- A te piace Jonas. - Decretò, sicura del fatto suo. - Però ti trattieni. ... Non lo starai facendo perché è un vampiro, vero?
Ovvero, si tratteneva solo perché non voleva fare qualcosa che desse un dispiacere a lei.
Il fatto che l'altra continuasse a tacere, se da un lato era inquietante, dall'altro sincerava che ci aveva preso: Mana era fisicamente incapace di mentire e non tollerava essere accusata di falsità. Quindi, se non le stava sbraitando contro, c'era solo un motivo...
D'un tratto, aveva voglia di abbracciare quell'adorabile scema.
- Mana, sappi che per me non c'è assolutamente alcun problema. Prima di tutto Jonas è un mio amico, e poi io i vampiri mica li odio a prescindere - a parte Spel! Se quelle creaturacce non andassero in giro a succhiare gente a caso, io non li sterminerei uno per uno - a parte Spel. Per odiare qualcosa o qualcuno occorrono dei motivi sensati e fondatissimi - a parte per Spel, ovviamente, che-
- Temu, ma quante volte lo nomini Spel al giorno? - Chiese infine l'altra, senza riuscire più a trattenere le risate.
- ... Tante. - Concluse la cacciatrice, gli occhi a mezz'asta, dopo una lunga pausa di riflessione.
- Però, se davvero per te non c'è problema... - Mana era già presa in tutt'altro flusso di pensieri - E' che Jonas...
Temu inclinò il capo di lato e sorrise. - Lo so, Mana. - Rispose, semplicemente.
Ad ogni modo... Jonas, io mi fido di te. Ma sappi che, qualora tu mi abbia fatto uno scherzetto - specie dopo che ho incoraggiato la donna dei tuoi sogni a dichiararsi - sei un vampiro
seriamente morto.

Non moltissimo tempo dopo la fine del loro incontro, Jonas uscì dalla porta sul retro della locanda. Dava su un vicoletto spoglio, tranne che per il lerciume che vi dominava. Privo di alcuna attrattiva. Eppure Jonas si fermò e aspettò.
Non dovette attendere troppo a lungo.
- Le hai detto tutto quello che ti ho chiesto?
Lo conosceva, non aveva bisogno di voltarsi. - Sì, parola per parola.
- Perfetto. - Il tono di chi sorride sornione. - Sai che quando tornerà sarà furiosa con te, vero...?
Jonas prese un profondo respiro. Gli era costato un bello sforzo, quel pomeriggio. - Correrò il rischio. - Si bloccò un istante e poi aggiunse, esitante, la domanda che aveva paura di fare: - "Quando tornerà"... perché tornerà, vero?
- Non pecco di mancanza di fiducia in quella fanciulla.
Lui neanche, ma la preoccupazione...
- Ora andrò a casa. - Asserì Jonas. - Selene mi aspetta.
- D'accordo. Ah, Jonas... grazie.
- Non c'è di che, Spel.
Mi dispiace, Temu.


Fine capitolo, già!

Note

- La crinolina è, in sostanza, la struttura rigida che dava forma alla gonna e la teneva su, per l'appunto del 1800. Il nome indica anche il tessuto di cui è costituita o il genere di abito in cui è presente. Riguardo questa storia, figuratevi crinoline che cadevano normali sul davanti ma spostavano tutto lo "spessore" della gonna sul retro - con tanto di abbondanti strascichi, dato che era il tipo di abito che indossavano in quella decade (ricordo che parliamo del 1874 *O*). Da notare, nel 1873 fu inventata la "tournure", che è simile, ma più semplice, e col tempo finì col sostituire la crinolina. Dato lo scarso stacco temporale, mi sembra plausibile avessero ancora abiti in crinolina (d'altronde, Temu non è tipo da rifarsi l'armadio ogni stagione). Tuttavia, essendo un mondo tendenzialmente steampunk, aspettatevi uscite strane riguardo i vestiti.
- Cocido madrileño e Migas. Ricette spagnole. La prima è sostanzialmente uno stufato con ceci, verdure, carni e insaccati; il secondo è un piatto la cui base è costituita da briciole (ebbene sì LOL) che possono essere state imbevute di aglio, paprica o olio, oppure condite con pancetta. Quelle di Jonas immaginatevele con la pancetta. Per la cronaca, Mana aveva preso la paella (di carne), ma questa presumo la conosciate tutti. XD
- Il titolo di questo e del precedente capitolo sono ispirati alla Night ∞ Saga dei Vocaloid.
- BONUS TRACK. QUI (è sul mio blog) alcune simpatiche immagini, sempre della nostra beneamata Meno, riconducibili ai nostri eroi. (?)
Gnoccosità portami via



YOH!
... Ommioddio. Sì, lo so, siete atterriti e sconvolti. Non vi nascondo che lo sono pure io.
Eppure, ebbene sì: ho aggiornato Spell! *___*
*Brindiamo tutti, ubriachiamoci, inaffiamo di spumante la moquet!*
Semplicemente, qualche giorno fa mi è venuto un particolare slancio nei confronti di questa storia - con cui me la sono presa comoda perché, oltre ad avere anche varie altre fic, necessitavo di documentarmi prima di continuarla. Quindi, sì, negli ultimi giorni mi sono abbondantemente documentata sulla Spagna dell'800, saltando dalla storia all'architettura, dalla cucina all'abbigliamento. Ciò non significa che seguirò ciò che dicono i libri di storia, tutt'altro! Ho deciso di farla molto più "fantasy/steampunk" di quanto avessi in mente all'inizio, senza rispettare il reale filo storico degli eventi. Prenderò vari elementi qui e là delle cose "effettive", soprattutto per la cucina e l'architettura, per ricreare meglio l'atmosfera; per il resto, è abbondantemente reinventato. Ho deciso, ad ogni modo, di creare un post sul mio blog dove spiego alcuni dei temi generali man mano che vengono toccati nella fanfic - visto che la storia stessa non è su quelle cose, nella narrazione non mi ci posso soffermare più di tanto; tuttavia, se a qualcuno va di approfondire... e.e *Sì, si sta studiando tutto nel dettaglio.* Ah, e pure l'elenco delle corrispondenze dei nomi. X°
Come tutti avevano sagacemente sospettato, l'insgamabilissimo Jonas è Jonouchi! *O* Ma anche stavolta viene nominato un altrettanto losco soggetto: tale "Selene" che aspetta Jonuchi, chi potrà mai essere...? *LOL*
Questo capitolo è spudoratamente Impulse. Una Impulse nel canon la immagino meno impacciata e timida, ma penso che ci possa stare in queste particolari circostanze.
Vi pregherei di notare come Spel, pur apparendo solo nelle ultimissime righe, sia praticamente onnipresente. X°D (Provate a contare quante volte viene nominato!)
Questo capitolo è più corto del precedente, tuttavia è più complesso e ricco di informazioni, quindi penso vada bene così.
Ci sto prendendo gusto con i piatti spagnoli.
Poi... Spell si sta rivelando elaborata e imprevedibile. Sapevo già che sarebbe stato un universo, come dire... molto pittoresco; ecco, man mano che lo scopro lo diventa sempre di più. XD Aspettatevi qualsiasi cosa.
Vorrei seriamente aggiornare le mie storie in tempi UN PELINO più decenti, quindi mi impegnerò. Abbiate fede. E' possibile che il prossimo capitolo NON sia fra sei mesi. ewe
E adesso veniamo ai ringraziamenti, neh? Quindi, tantissime grazie a: Soe Mame, Hikari93, ALEXISsimpleandclean, nefertiti91, Aidalya, ikarikun, AliceWonderland, Agnese_san, frabells, gatta1290, Lady Ophelia, Shenhazai e JennyMatt! Le quali hanno recensito e/o aggiunto a Preferite/Seguite. E un grazie grosso così anche ai soli lettori, naturalmente! Scusatemi tanto se non rispondo subito alle recensioni °A°, ma lo farò questi giorni, credetemi! Per adesso, spero che vi godiate il capitolo. <3
E... no, non era questa "Quella Certa Long" cui lavoravo. Quella è ancora in stesura. Chissà che non arrivi prima di quanto pensiate, LOL.
E adesso vi saluto, carissimi.
Bye!






  
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