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Autore: Tayr Seirei    22/08/2012    6 recensioni
[Hiatus]
- E allora questo sarà il nostro gioco, Spel. Io e te. Da soli.
Spel inclina appena la testa, sorridendo serafico. - Sai, una frase del genere, sommata a questo titolo, porterebbe chiunque leggermente fuori strada... non che io non sia d'accordo. Che storia potrebbe mai essere?
Temu ci pensa. Osserva il titolo. Avvampa. Dopodiché, solleva la pistola.
Bang.
- Bene! - Continua la cacciatrice, ignorando Spel mezzo morto sul pavimento. - NO, non è la storia che vorrebbe far sembrare 'sto scemo d'un vampiro. E' più il racconto di come io e lui cercheremo allegramente di farci secchi a vicenda, inseguendoci per mezza Europa! E altre varie cose, tipo un cugino tanto stressante...
- Una carrozza a forma di granchio...
- Ancora vivo? E poi sigilli proibiti, ottimi biscotti, Vampiri di Classe A, B e C...
- E aggiungerei cacciatori pettegoli.
- Aggiudicato. Sul caotico sfondo di una Spagna ottocentesca leggermente steampunk!
[Che descrizione figa *A*! Ha giusto saltato la parte dove si prendono una bella cotta. Prima di cominciare, Atemu/Temu non è l'unico/a genderbendista, Spel è ovviamente Yuugi *^* e nient'altro, duel start!
Blindshipping & Impulseshipping + Pleashipping, Thiefshipping e probabili altre]
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Atemu, Mana, Un po' tutti, Yuugi Mouto
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Gender Bender
Capitoli:
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La pallida creatura - le mani e il viso erano macchie bianche nell'oscurità della notte - si portò un braccio al mento e, come se fosse la cosa più normale di questo mondo, ripulì il sangue che gli era colato dalle labbra, tingendo l'incarnato chiaro di rosso. Ma, certo, non era ancora soddisfatto. Calciò via il corpicino e si allontanò piano, una canzone appena udibile che gli usciva dalle labbra.

E se ci sarà luna nera
balleremo la notte intera.
Se la luna sarà piena,
balleremo da mane a sera.
La luna e le stelle son così grandi, rubarle non puoi-

- ... e fra poco saranno davvero cavoli tuoi. - Concluse, pacata, una voce alle sue spalle. Una voce in cui vibrava una nota di divertita determinazione.
Il vampiro si voltò tranquillo, avvertendo solo un leggerissimo moto di sorpresa. Che brava, era riuscita ad arrivare alle sue spalle senza farsi sentire.
- In realtà, signorina - la contraddisse, educato e derisorio nel contempo - A quanto ne so io, l'ultima frase sarebbe "Il buio e la notte sono di tutti, non solo tuoi".
- Su questo hai pienamente ragione. - Lei inclinò la testa di lato, sempre con la sua aria vagamente divertita. - Ma le mie parole erano solo un preciso pronostico di come la tua situazione si evolverà nel prossimo quarto d'ora. - E sorrise.
- Vogliamo vedere se a cacciare sei brava come con le parole, donna? - L'eccitazione di uno scontro che sta per cominciare.
- Allora tu... vuoi fare un gioco con me!
La canna argentea di una pistola riverberò nel buio.


Era stato veloce, quella sera.
Temu ripose, soddisfatta, la sua fida pistola argentata - sempre quella. Sempre lei. Ne aveva di più grosse e pratiche e tutta l'artiglieria pesante del caso, ma... quella era la sua preferita. - nel piccolo fodero che portava appeso alla vita. I proiettili di riserva erano ben nascosti fra le mille tasche del suo abito, fra tante altre cosette e piccole utilità. (Più qualche chicca che si degnava di esibire solo nelle grandi occasioni). Di sicuro, non si poteva dire che la sua gonna non riservasse sorprese.
Unico problema: quello stronzo di vampiro era riuscito a strapparla, ovvero, nel gergo dei cacciatori, ferirla leggermente. Guardò il suo braccio sanguinante con un sopracciglio inarcato: le sarebbe toccato prendersi un paio di giorni di ferie. Indesiderate, ma tant'era. Dopodiché, lo sguardo si spostò sulla creatura stecchita ai suoi piedi. La cosa buona era che, almeno, si trattava di un "Vampiro di Classe C". All'alba il sole avrebbe illuminato il cadavere... con conseguente incenerimento.
Al contrario delle credenze popolari, non tutti i vampiri prendevano fuoco al sole, anzi. Era una tipologia abbastanza rara: proprio a causa delle varie autocombustioni, avevano finito per decimarsi da soli. Mah. Comunque, erano quelli che lei personalmente preferiva; perlomeno non doveva seppellirli in prima persona.
Fece qualche passo, decisa a controllare cosa il vampirastro avesse "spolpato" prima del suo arrivo. Abbandonato accanto alla roccia, v'era il corpicino esangue (... proprio) di un procione.
Questi maledetti vampiri...
Pensò lei, stringendo i pugni, furiosa Non hanno rispetto nemmeno per gli animaletti piccoli, carini e pelosi. Che siate maledetti, carogne!
Ma dico io. Anche se poi la colse un brutto dubbio: e se per caso fosse diventato un procione vampiro?
L'improvvisa visione di quell'affarino che svolazzava nel cielo notturno la convinse che, tutto sommato, poteva anche correre il rischio. Sarebbe stato così... così... PUCCIOSO!
Diede un discreto colpo di tosse e si tirò su. Vabbuo', comunque fosse, era arrivata prima che da quel semplice antipasto passasse alla prima portata con qualcosa di più sostanzioso, tipo la famiglia che abitava là vicino, in mezzo agli alberi.
Era tempo di tornarsene a casa. La granchiarrozza la aspettava lì vicino.
Ma non fece in tempo a muovere nemmeno un passo che la sentì lei, la voce alle sue spalle.
- Temu.
Lei si girò, irritata - Eh, come avrebbe potuto non riconoscere quella voce? O meglio, quel tono che sprizzava simpatia (Ma anche no.) ad ogni sillaba...? -, per fronteggiare un giovane che se ne stava piantato davanti a lei a gambe larghe e braccia conserte, uno sguardo severo negli occhi chiari.
- Ciao, Seth. Dimmi un po', salutare va contro i tuoi saldi principi morali?
- Preferisco dilazionare al meglio il mio tempo, e salutare è un qualcosa di superfluo e sopprimibile. Il cosiddetto "succo del discorso" non ne risente. E quel tuo braccio necessita di una disinfettata.
Come da copione, Temu gonfiò le guance, pentendosi tutt'a un tratto d'aver consumato tutto il tamburo della pistola per il vampiro di prima. - Stavo appunto andando via, prima che tu spuntassi dal nulla come al solito. Mi segui, per caso?
Per la prima volta da quando era apparso, le labbra di Seth si piegarono (diciamo così) nell'ombra di un sorriso. - Seguo, sì. Ma non te. Visto che ho incrociato la tua strada, però, vorrei dirti una cosa. - E stavolta sorrise davvero. Ma non era un sorriso tanto carino. - Mi è giunta voce che, di recente, ti saresti fatta sfuggire dalle dita una preda. Di quelle grosse.
... La ragazza, a volte, si chiedeva in tutta serietà come i cacciatori di vampiri - per questioni di logica persone schive, solitarie e serie - potessero essere così straordinariamente pettegoli.
- Non me lo sono fatto "sfuggire"... - Ribatté lentamente, scegliendo con cura ogni singola parola. - Soltanto, la nostra partita è finita in parità. Spel si merita più di "una mano".
- Appunto. - Proseguì l'altro, imperturbabile. - Il vampiro con quattro ali. Un mago. E brillante, in grado di studiare una grande scenografia per i suoi scontri. Era da tempo che non appariva una preda così divertente.
Seth stava sorridendo da troppo tempo. E questo non significava nulla di buono. - Quindi - concluse lui fissandola - Nel caso dovessi incontrarlo, ci penserei io.
Quasi una scossa. Ciò che avvertì Temu nell'udire quelle parole fu come una scossa, che la faceva riscuotere e accendeva la rabbia. E le parole le uscirono di bocca taglienti e autoritarie: - No, Seth. Spel è mio.
L'altro si chinò appena, quasi contento di averla fatta inviperire. - Questo è ciò che davvero credi? Si sta facendo una bella reputazione, Temu. Non sono interessato soltanto io. Ormai non è più un affare solo tuo... e qualcuno potrebbe arrivarci prima di te.
Ma toccò a Temu sorridere inquietante, stavolta. - Ho abbastanza fiducia in quel vampirastro. Sono sicura che mi aspetterà... eliminando qualsiasi altro ostacolo si pari sul percorso. E io mi impegnerò per fare altrettanto, cugino. - Lo guardò appena di sbieco, lasciando sottintendere il senso delle sue parole. A lei non piaceva minacciare; preferiva mettere direttamente in pratica cosa le suggerisse la fantasia. - Sai che non sopporto intromissioni, nelle mie giocate...
Detto ciò, gli diede le spalle mantenendo un'aria sicura.
- E allora vedremo, cugina.
Temu non si voltò ancora ma sapeva che, se anche l'avesse fatto, non avrebbe visto nessuno. Seth non rimaneva mai nemmeno due secondi più del necessario nello stesso luogo.
Sospirò. A questo punto, poteva davvero tornarsene a casa.
Si trascinò stancamente (l'aveva stancata più il dibattito con Seth che non la caccia. Cugino scemo.) fino al punto concordato con il suo ; quando davanti ai suoi occhi apparve una sorta di grosso granchio meccanico che sbuffava vapore da tanti piccoli fumaioli a ritmo cadenzato, le sembrò già di essere a casa.
- Signorina! - Fece Casimiro, detto Casimi, saltando giù dal "posto di guida" (situato sopra le zampette meccaniche tecnicamente di sinistra, relativamente anteriori) della granchiarrozza. - Com'è andata, tutto bene?
- Col vampiro tutto bene, sì... - Sospirò lei, aprendo lo sportello col braccio sano. Appena vide il lungo taglio che attraversava in verticale l'altro, di braccio, Casimi recuperò delle bende e dell'acqua dall'interno per aiutarla a fare la prima medicazione.
- Ma poi ho incontrato Seth.
- Oh. - Rispose lui semplicemente, trattenendo una risata: ben sapeva che razza di caratteraccio avesse il cugino della signorina. - E vi ha fatta arrabbiare, signorina?
- Ma poi ho incontrato Seth. - Ripeté lei, tetra.
- L'ha fatta arrabbiare - autoconfermò lui, con un largo sorriso che metteva allegria. - Per mille balene, signorina, non ci pensi! L'avventura di stanotte è finita, fra poco potrà riposare. Adesso occupiamoci solo di questo graffietto e poi si rilassi in carrozza! Siamo vicini a casa, tanto, per l'alba arriveremo. Vuole che intanto la intrattenga con qualche vecchio canto dei pescatori?
Tanto, anche se gli avesse detto di no, avrebbe cantato lo stesso. Ma quel ragazzino era divertente, quindi. - E va bene, Casimi. Almeno mi terrai sveglia. Soltanto, per l'amor del cielo, nessuna canzone che parli di cavallucci marini o altri rettiloidi. - Ogni riferimento a Seth era puramente casuale. - E magari evita pure le meduse, già che ci sei.
- Ma certo, signorina! Magari qualcosina a tema piratesco, eh!
Sarebbe stata una lunga notte, d'accordo.

Fu solo cinque lunghe ore dopo che lo sbuffante granchio meccanico si fermò davanti alla villa della signorina Temu (Ereditiera, cugina di uno dei medici più eminenti di Madrid, cacciatrice di vampiri, ballerina di flamenco a tempo perso. Oh, conosceva anche nozioni di magia.). Tra "Dodici uomini sulla cassa del morto YO-OOOOH e una bottiglia di RUM!" più annessi altri undici uomini sulla cassa del morto e via discorrendo (e nessuno ha mai detto che Casimi fosse intonato.), il braccio ferito che bruciava e un moto di rabbia (un moto omicida, diciamo) verso quello scemo del cugino che si metteva SEMPRE in competizione con lei, all'arrivo la ragazza aveva gli occhi grossi come tazzine da té, un'emicrania pulsante e la solenne promessa di non voler mai più sentir parlare di pirati e rum in vita sua. Scese barcollando dalla carrozza e osservò con stanca attenzione il magnifico edificio dove abitava. Eppure avrebbe giurato che prima ci fosse solo un portone d'ingresso. Com'è che adesso ve n'era un altro proprio accanto?
Aggrottò le sopracciglia, il mal di testa che continuava a pulsare: no, momento, forse era lei che era talmente stanca da vederci doppio.
In quel momento, entrambe le ante del (lei continuava a vederne due.) portone d'ingresso si spalancarono violentemente, come se qualcuno dall'interno vi fosse cozzato contro con un ariete; strizzò le palpebre nell'udire quel casino immenso, ma subito dopo sorrise. La fonte di tutto quel baccano non era altri che la sua migliore amica, Mana.
- TEEEEEMUUU! - La suddetta le si sfracellò addosso a tempo di record. - Come stai, eh? Tutto bene? Ma sono sicura di sì, ho fiducia nelle tue mille risorse! E il vampiro? Era antipatico? L'hai dovuto seppellire tu? Ogni volta ti lamenti che le scatole foderate di specchi costano un botto! E hai le occhiaie! Oddio, aspetta, ma sei ferita! Ti posso guarire io, stai ferma!
In tutta quella marea di parole pronunciate con un solo fiato, l'unica cosa che giunse chiarissima - e soprattutto pericolosissima - alle orecchie di Temu fu "Ti posso guarire io!".
Lei a Mana voleva davvero tanto bene e di sicuro la giovane se la cavava in diversi campi (come, ad esempio, quello sartoriale, tanto che era lei stessa a cucirle i vestiti con cui poi andava a caccia; anche se sospettava che Mana fosse diventata così brava col cucito solo per poterle preparare tanti abitini carini, come in effetti faceva...), ma affidarsi a lei per i riti di guarigione, come dire.... NO. No, no E no. N-O. Con tutto il mio amore, eh! Insomma, c'era soltanto il rischio che al posto del braccio si ritrovasse un tentacolo o giù di lì. L'altra aveva così tanta fantasia...
Si affrettò a fare un passo indietro, disinvolta, dando a Mana una calorosa (e salvifica. Per lei, almeno.) pacca sulla spalla. - No, Mana, non ti preoccupare. Un incantesimo di guarigione richiede un gran dispendio di energie, e tu sei ancora alle prime armi! Non voglio costringerti a sforzi più grandi del necessario, non sia mai! Un giorno lontano - calcò bene sul "lontano" - potrai sperimentare le tue arti su di me, non temere!
Ma anche no.

Poco convinta, Mana annuì comunque alle sue parole. - Sì, hai ragione, anche la Maestra Maha sarebbe d'accordo. Sei sempre così premurosa, Temu! - Aggiunse poi, quasi con gli sbrilluccichini negli occhi.
... Dovrei fare la diplomatica, altro che la cacciatrice di vampiri.
Si disse Temu, comprendendo di essere in salvo (o di aver salvato il suo braccio, per la precisione.) - Sai, Mana... - disse poi, mentre la fanciulla bruna la prendeva per il braccio sano e la accompagnava sul sentiero ciottolato che conduceva al portone - Ho incontrato Seth, questa notte. - Gliel'aveva detto per sviare definitivamente il discorso (il pensiero di ritrovarsi con una protuberanza tentacolare non era molto invitante...) ma anche perché fra di loro si dicevano tutto, proprio tutto. Non di certo perché voleva sfogarsi o perché Seth le avesse fatto venire un incredibile nervoso, come al solito, né perché avesse rigirato il coltello nella piaga, parlando proprio di Spel.
D'accordo, VOGLIO SFOGARMI ed esprimere al mondo intero la mia irritazione e- ma che diamine, c'erano tutti questi gradini all'ingresso?
Decisamente, doveva vederci doppio.
Mana la aiutò pazientemente a salire tutti i gradini, dato che l'altra si stava addormentando in piedi; in risposta alla sua affermazione di poco prima, emise uno sbuffo seccato. - Oh, certo, Seth, che immagino sarà stato il solito pallone gonfiat-
- Mana. - Perentoria, una voce venne dalle ombre dell'ingresso . - E' pur sempre il cugino della signorina.
E, a seguito della voce, fece la sua comparsa anche la proprietaria, una donna alta ed elegante, dai lunghi capelli castani e risoluti occhi color acquamarina; indossava solo un austero abito sfumato di viola, di un modello che si portava all'incirca un'ottantina d'anni prima (ma prima viene la praticità, e poi "l'essere fashion", magari).
Maha.
La donna che si occupava della Villa (e delle due fanciulline, alla fin fine), la "somma maestra" di Mana, quasi una sorella maggiore per Temu... e probabilmente la maga più potente dell'intera regione.
A mo' di saluto, Temu le rivolse un sorriso affettuoso. Sapeva che se non era andata subito a salutarla era solo perché, quando arrivava così tardi, prima di tutto si premurava di rifarle il letto e lasciarlo pronto per una soda dormita.
L'altra sorrise in risposta, poi i suoi occhi si posarono sul braccio ingiuriato, ma non disse niente. Non ce n'era bisogno. Avrebbe fatto qualunque cosa possibile per risanarglielo in uno schioccar di dita, che Temu fosse volente o nolente. Ma d'altronde, a lei andava benissimo così. Aver qualcuno che si prende cura di te è sempre uno dei più intimi piaceri...
Invece Mana, del tutto sbarazzina come al solito, rivolse un'allegra linguaccia alla Maestra. - Ma somma Maestra, Seth è un rompiscatole e lei lo sa benissimo! Che ci fa sempre in giro per boschi e posti strani, dico io, eh?
Maha sospirò, con malcelato divertimento, prendendo il posto di Mana come accompagnatrice di Temu. - Il suo lavoro, Mana. E' un cacciatore di vampiri anche il signorino Seth.
- Oh, sì, sì, certo. - Mana alzò gli occhi al cielo, quasi chiedendo a qualcuno ai piani di su di darle la forza. Alzò e riabbassò le mani con noncuranza - Come no. Va a caccia di vampiri, lui. E casualmente è sempre appresso a Temu. Ah, buon Dio...
Intanto che Mana sproloquiava, Maha si chinò e disse a bassa voce, all'altezza dell'orecchio della ragazza: - Bentornata, signorina. Dev'essere stata una serata più dura del solito, eh? Adesso è tutto nelle nostre mani. Voi dovrete solo dormire...
Senza rendersi bene né di come né di quanto, erano arrivati in camera sua (e non avrebbe nemmeno saputo dire come se ne fosse accorta, dato che aveva gli occhi quasi chiusi per il sonno...) ma c'era il persistente tarlo de "Tutte le cose di cui mi devo occupare" che ancora la manteneva sveglia.
- Ma io non posso dormire, Maha - protestò appena, senza troppa convinzione, tirando un enorme sbadiglio - Dobbiamo curare questo braccio e devo preparare le capsule ad energia, ma anche studiare una strategia contro Spel, certo, e poi mettere questo abito a lavare e riordinare la camera e... - La sua attenzione si soffermò su una particolare parte del mobilio. Una parte bella, comoda, soffice, invitante. - Toh, un letto. - Fu l'ultima cosa che disse, prima di crollarci sopra addormentata.
Fortunatamente era già persa nel mondo dei sogni, e non sentì Mana e Maha che, dal profondo del loro animo fangirlistico cuore, lasciavano andare un gran sospiro interito da quell'adorabile visione.
- Voglio dire... non è pucciosissima? Eddai, somma Maestra, posso? E' una settimana che aspetto!
- Mana, non mi sembrerebbe molto leale nei suoi confronti...
- Ti preeeeeego!
- ... E va bene. Ma puoi farle una foto sola. E ne voglio una copia.
- Sta bene!

I forti rintocchi della pendola fecero sobbalzare la fanciullina distesa sul letto.
- Ma porc- accidenti alla pendola. - Mugugnò Temu, affondando il viso nel morbido cuscino. - Che ore sono? - Scoccò al grosso orologio un'occhiata poco amichevole: erano le cinque e mezza, fantastico. Poteva pure tornarsene a dormire, alla faccia della pendola rompiballe.
Solo pochi istanti dopo, però, realizzò che erano le cinque e mezza di sera.
- Oddio, quant'ho dormito! - Esclamò, tirandosi su come una molla - E soprattutto, sono più di venti ore che non mangio niente!
Ecco, quello era più importante. (Temu è una buona forchetta, sì.)
Nel mettersi così in fretta seduta, però, aveva registrato vagamente che v'era qualcosa di strano; la mente ancora ottenebrata dal sonno, cercò di ragionare. Si era puntellata sulle braccia, e...
Ah.
Comprese, posando lo sguardo sul suo braccio destro. Era perfettamente liscio, integro e sano, e il fatto che al suo posto non vi fosse un tentacolo schiumoso o un barattolo di marmellata, significava solo che vi aveva pensato Maha in persona (tenendo a bada, nel contempo, l'esuberante allieva, che sicuramente ci teneva a darle una mano...).
Quella donna ha salvato il mondo solo con la sua nascita.
Si disse, sentendosi rincuorata solo al pensiero di non abitare da sola con Mana.
Certo era che quelle ore di sonno l'avevano ristorata per bene; quindi si stiracchiò piacevolmente, sentendosi fresca e riposata, pronta per tornare alla carica.
Che abbiamo alcuni
affarucci da risolvere!
Prima di tutto, però, occorreva cambiarsi. O meglio, ad onor di cronaca, sarebbe stato più necessario un bel bagno, ma non aveva voglia di farselo in quel momento, quindi amen. D'altronde, la sera prima non l'aveva neanche spappolato troppo, quel vampiro (Piccino caro, ora sarà una pallina di polvere. Ricordò, ridendosela. Non è che fosse cattiva, ma quei... cosi meritavano un trattamento senza riguardi. Specialmente se andavano in giro a farsi cocktail di procioni.) quindi non si era sporcata di robe poco simpatiche come, ad esempio, interiora o materia cerebrale. Che poi levare le macchie dai vestiti era una tragedia.
Premurosa e attenta come al solito, Maha le aveva preparato il vestito con cui cambiarsi, lasciandolo appoggiato ad una sedia vicino al letto. Un vestito come piaceva a lei, bianco, leggero, senza maniche. Di quelli tutti svolazzosi e impalpabili. (In generale, la piccola, per un motivo che non riusciva a comprendere, non amava indossare molti capi d'abbigliamento... Lo spirito egiziese)
Vestiti che andavano all'incirca contro tutte le convenzioni della società riguardo il vestiario "ufficioso", ma non erano le convenzioni della società ad indossare corpetti scomodissimi e gonne a gabbia che rendevano pure il salire una scalinata un'impresa eroica. In più, lei, Maha e Mana vivevano un po' fuori dal mondo. (Ovvero, si vestiva in maniera "classica" solo quando doveva andare in città, di giorno e senza missioni omicide di sorta).
Levò in fretta l'abito nero, semplice, che indossava - anche quelli che utilizzava per la caccia, naturalmente, mettevano prima di ogni altra cosa la praticità, e solo dopo un accenno di civetteria giusto per gradire - e lo buttò sul letto; dall'interno, vennero vari scricchioli e tintinni metallici.
Beh, l'aveva detto lei che la sua gonna riservava tante sorprese.
Si infilò al volo l'abito di ricambio et voilà, la sua tenuta classica. Certo, ogni volta che si cambiava, all'inizio, le sembrava un po' strano indossare abiti che non pesassero dodici chili a causa delle armi e la varia ed eventuale chincaglieria nascosta all'interno, ma la sensazione sarebbe svanita presto.
Bene,
stabilì mentalmente Ora possiamo pensare a quelle faccenducole lasciate in sospeso.
Si risedette sul letto; aveva bisogno di un po' di sana riflessione prima di fiondarsi in cucina/soggiorno/dispensa/qualunque posto dove ci fosse cibo a rifarsi lo stomaco. Il punto della situazione, diciamo.
Punto Uno dell'ordine del giorno: doveva decidere se fosse il caso di sopprimere suo cugino Seth.
Scosse il capo e si lasciò ricadere all'indietro, fra le soffici coltri. Per quanto fosse irritante e presuntuoso, non avrebbe mai potuto fare del male al suo caro (...?) cugino.
... Be', oddio, fare del male magari sì. Un po'. Tanto si scazzottavano spesso. Sopprimerlo pareva un po' drastico, invece.
Quell'uomo che riusciva ad essere arrogante in tutto. In realtà, il suo vero nome era Sergio. Aveva scelto "Seth" come nome d'arte, però, perché trovava che ci fosse qualche somiglianza fra sé e il dio della distruzione egizio. Sì, e anche delle tempeste e dell'ubriachezza: personalmente, Temu concordava in pieno con l'ultima parte.
Così come lei aveva fatto del flamenco la sua seconda professione (cough cough) che fungeva da copertura, Seth aveva invece intrapreso la carriera del medico, divenendo di fatto uno dei più ricercati di Madrid. (Secondo il suo modesto parere, però, piuttosto era "ricercato" perché spariva in continuazione...) Con la scusa del voler approfondire le sue conoscenze di medicina, poi, svolgeva degli studi segreti sull'alchimia. Infatti c'erano alcune regole d'oro da rispettare quando si interagiva con lui. Prima di tutto, mai accettare qualcosa da bere che fosse offerto da Seth. Dopodiché, evitare accuratamente di lasciargli vicino, incustodite, cose che poi si sarebbero dovute ingerire. Infine, tenere sempre d'occhio dove avesse le mani: non potevi mai sapere quando gli sarebbe venuta voglia di infilarti una pietra filosofale in gola. Sospirò. Per il momento, era meglio lasciarlo perdere.
Fintanto che non si fosse intromesso di nuovo.
Punto Due dell'ordine del giorno: Spel.
Per essere precisi, Seth era stato solo una distrazione. In una maniera contorta l'aveva distolta da quello che quei giorni era il suo pensiero fisso, spostando su di sé l'asse dell'irritazione. Ma solo per poco. Ciò a cui lei quei giorni pensava sempre, continuamente, senza quasi poterne fare a meno, era Spel.
Tornò a buttarsi sul cuscino, sulla tempia una piccola vena che pulsava. Lei non se l'era fatto sfuggire. Era stato solo il primo turno. Dovevano fare conoscenza, ecco, vedere un po' come l'uno avrebbe cercato di uccidere l'altro, prendere confidenza...
... D'accordo, magari l'aveva sottovalutato e magari era stata un po' sborona, tanto che non aveva nemmeno preparato le capsule ad energia in anticipo (e non si era nemmeno portata il cannoscopio). Pensava di farla finita in fretta, ma lui non si era dimostrato... dello stesso parere. Riuscendo a tenerle testa e poi svolazzarsene via pacifico e illeso. Va bene. Ma si sarebbe rifatta alla prossima occasione!
Perché ormai si era fatta punto d'onore dell'ucciderlo personalmente e... e...
... Quello stronzo ha pure strappato il mio vestito preferito, DANNAZIONE!
Ecco, anche il suo vestito esigeva vendetta.
E lei non si sentiva di certo ferita nell'orgoglio per quello che a tutti gli effetti era stato un fallimento, no, certo, figurarsi... Affondò di nuovo il viso nel cuscino, aggrappandovisi con le unghiette e mugugnando qualcosa di incomprensibile. E pure tutti gli altri cacciatori ora ne stavano allegramente spettegolando, e... ma...
- DOVE ACCIDENTI E' LA MIA PISTOLA!? - Saltò su lei, infuriata (come ormai era diventata consuetudine appena pensava al vampirastro dagli occhi viola...). Scese dal letto con uno scatto felino, ben decisa ad andare alla ribalta! Una volta individuata la pistola sulla scrivania la arraffò e si rilassò tutta d'un botto, sentendo la tensione accumulata sulle spalle sciogliersi.
Pensava sempre a Spel quando lucidava la pistola - A proposito... prese un panno dal cassetto per eliminare delle microscopiche macchie di sangue o qualche altro liquido corporeo -. Sempre.
Ogni proiettile gli era affettuosamente dedicato.
Fino al momento in cui lo avrebbe, con immensa soddisfazione, trapassato da parte a parte.
Sorrise nel riflesso argenteo della pistola e sollevò l'arma, immaginando di puntarla ad un nemico immaginario.
- Eh, sì, Spel - Guarda caso, mirava dritta dritta al cuore - La prossima volta, metteremo fine alla partita. Te lo posso garantire. Uhm, potrei anche dire "scacco matto" al momento opportuno. Sarebbe fico. Magari un po' presuntuoso, ma bisogna pur pensare alla scenografia...
Tanto era sicura che lui avrebbe approvato, teatrale com'era. Idiota d'un vampiro.
Certo, trovarlo sarebbe stato una cosa difficile. Checché ne dicesse Seth, ultimamente non stava facendo notizia e continuava tranquillo ad aggirarsi nell'ombra, per quanto strano fosse che non andasse in giro con pure le fanfare al seguito.
Inclinò il capo di lato, pensierosa. - Cosa stai facendo, Spel? Dove sei?
... Anzi, forse la domanda più corretta, per la verità, sarebbe stata "Cosa sei".
Un vampiro con quattro ali, dalla velocità spaventosa, immensi poteri magici e capacità di autorigenerazione avanzate. Ma che cazz-?
Tornò a salirgli un moto di nervoso. Poteva capire i poteri rigenerativi, d'altro canto li avevano anche i Vampiri di Classe A che erano proverbialmente i più rompiscatole (per ucciderli bisognava inventarsi l'impossibile). Poteva capire che fosse più veloce del normale (ogni vampiro in generale si allenava per conto proprio, quindi non era strano che alcuni presentassero qualche peculiarità piuttosto spiccata come talento nel corpo a corpo o un'agilità estrema). Ma le quattro ali? E i poteri magici? Aveva studiato magia con un mago tutore come Maha e Mana, oppure venivano dalla sua - a lei ancora ignota - natura?
Se fossero stati poteri naturali, allora che sarebbe sorto un gran problema...
Temu portò due dita alla tempia con la vena pulsante di prima, discretamente stressata. L'avrebbe dovuto uccidere solo per tutte le emicranie che le aveva fatto salire.
Quel... quel... Vampiro scemo!
Basta! Strinse forte i pugni e sul viso le si dipinse un'aria risoluta. Avrebbe subito scardinato l'intera biblioteca di casa alla ricerca di informazioni su di lui o la sua specie e, perdiana, un modo per sconfiggerlo sarebbe pur dovuto venir fuori!
- TEEEEMUUU ABBIAMO PREPARATO I BISCOTTI!
- OMMIODDIO, ARRIVO!
Uhm, subito. Beh, magari un po' meno di subito. Diciamo cinque minuti...
Afferrò un fodero bianco appeso alla stessa sedia di prima - giustamente, aveva pure vari foderi abbinate al colore dei vestiti. Ma per una questione di mimetizzazione ed effetto sorpresa, naturalmente! - e se lo legò in vita, per poi infilarci al volo la pistola. Eh, no, non stava in cielo né in terra che non si portasse dietro nemmeno un'arma, ovunque fosse.
Corse fuori dalla stanza e decise di raggiungere un compromesso fra la sua fame e Spel. Portò le mani a coppa sulla bocca e gridò: - MANA! PORTAMENE UN VASSOIO IN BIBLIOTECA!
Ridacchiò nell'udire borbotti in risposta: probabilmente, Mana stava dicendo qualcosa sul suo essere sempre accampata in quella benedetta biblioteca a fare chissà che.
E poi via! Corse subito nella biblioteca della casa - che ormai era diventato un incrocio tra una biblioteca, uno studio, un salotto e un camera da letto (considerando tutte le volte che passava la notte lì... secondo Maha, potevano anche piazzarci un letto e farla finita) e, appena davanti agli attrezzatissimi scaffali (si sentiva tanto felice ogni volta che vedeva quelle fila di libri...e libri... e libri...) cominciò a girovagarci davanti, scegliendo ciò che le poteva servire. Era esaltata/agitata e si vedeva: ne prendeva uno, lo rimetteva giù, ne sceglieva un altro, poi lo metteva nel posto sbagliato e tornava dal libro prima.
- Così non credo che concluderai molto, Temu cara. - Le fece notare un'appena arrivata Mana, sorniona, sbattendole davanti al naso un vassoio di biscotti fumanti. - Su, su, riempiti la pancia. Lo sappiamo benissimo entrambe che quando hai fame ti perdi per strada!
L'altra rise in risposta (perché aveva pure ragione.) e acchiappò senza problemi quattro biscotti in una volta; a costo di causarsi un'ustione di lingua e palato di dodicesimo grado, se li ficcò tutti in bocca insieme.
Oh, MIO DIO, i biscotti di Maha. Che cosa sublime.L'ho detto che quella donna salverà il genere umano!

- Grazie, Mana! - Riuscì a dir Temu, appena ebbe mandato giù la deliziosa palla di pastella e cioccolata - Adesso, con i biscotti al mio fianco - Se la rise di nascosto al vedere l'occhiataccia della bruna - E anche te, Mana, certo. Non ti metto sicuramente dopo i biscotti... insomma, con voi al mio fianco potrò studiare una strategia contro quell'idiota d'un vampiro!
- Così si fa! - Esclamò Mana, entusiasta, evitando a stento di farle l'applauso.
- SPEL! - Continuò poi a sbraitare Temu, ormai lanciatissima, alzando il pugno verso il cielo - Scoprirò COSA diamine sei, DOVE diamine sei e soprattutto COME diamine farti secco!
E stavolta, a Mana l'applauso partì davvero.

- Vedi, Mana? - Puntualizzò la cacciatrice, picchiettando l'indice su uno dei dossier che aveva accuratamente stilato di una delle sue precedenti avventure. - Il fatto è che i vampiri sono divisi per tipologie. Di ogni esemplare, Classe A, B o C che fosse, ne ho sempre incontrato più di uno e in posti diversi. O comunque ci sono cronache di altri che vi si sono imbattuti. - Veleggiò intorno alla scrivania che aveva fatto opportunamente piazzare in biblioteca e sollevò un altro dei libri aperti: - Ci sono anche tipologie di vampiri più rari, come quelli che, per metà, sono ancora in vita, dato che hanno il cuore funzionante, oppure i vampiri onnivori, che non necessitano di sangue per sopravvivere, se non in via periodica, visto che mangiano anche altro. Ma anche in questo caso, non si è mai trattato di un unico esemplare. Quel pirla di Spel, invece... - Si mordicchiò un labbro. Possibile che quel tizio là le facesse venire il nervoso solo a nominarlo?
Ma prima che Mana potesse esporgli il suo parere, Maha entrò nella biblioteca, avvicinandosi con la sua solita aria seria e pacata. Portava un vassoio. Sul suddetto si trovava una lettera.
- Casimiro ha appena portato questa, signorina.
- Una lettera? - Disse lei, più riflettendo ad alta voce che altro - E chi potrebbe... - La sua voce scemò mentre leggeva il contenuto della missiva. Appena la rimise giù, un certo sorrisetto le si dipinse sul volto. Non il sorriso allegro che condivideva con Mana o quello che aveva rivolto a Maha al suo arrivo; era il sorriso cinico della cacciatrice.
- Pare che il mio informatore di fiducia abbia qualche notizia interessante per noi. - Mise al corrente le altre due, già palesemente pregustandosi il seguito. - E che queste notizie comprendano qualcosa su un certo vampiro chiamato Spel.
Senza lasciare il tempo a nessuno di replicare, si fiondò all'uscita ed invitò Mana a seguirla con un gesto ampio delle braccia. - Forza, Mana, si salta subito in carrozza! Maha, avverti Casimi, per cortesia! Abbiamo un appuntamento in città: Jonas ci aspetta!

Una figura ammantata, comodamente seduta all'ombra di uno dei tanti comignoli del tetto della villa, osservava i preparativi frettolosi che avvenivano nel cortile: vide il ragazzino - Casimiro - rimettere in moto il grande granchio meccanico, facendogli sbuffare vapore a tutta forza; vide l'altra ragazza, Mana, correre sul selciato ed inciampare a causa della pesante gonna che portava; infine uscì Temu, per una volta abbigliata come una qualsiasi giovane dama, che usciva di casa ed aiutava l'altra a tirarsi su - per quanto sembrasse impacciata quanto lei con quegli abiti. Alla fine, riuscirono ad arrivare alla carrozza sane e salve, aiutandosi a mantenere l'equilibrio a vicenda. Ah, tacchi e gonne rigide, la solita maledizione.
Inclinò appena la testa e si sistemò appena più indietro, in modo da risultare del tutto invisibile dalla strada, il granchio meccanico che poteva cominciare a muoversi e imboccava il sentiero.
E allora parlò.
- Cosa stai facendo, Spel? - Ripeté le parole che aveva sentito in precedenza, con appena l'accenno di un sorrisetto. - Prima regola, mia piccola Temu - Per quanto sapesse benissimo che, se avesse udito una definizione del genere, l'altra gli avrebbe come minimo sparato sul naso - Studiare il proprio nemico.
E, se doveva essere sincero, quella creaturina gli risultava sempre più affascinante.
Ma prima di proseguire queste attività di spionaggio
- Direi di più "stalkering" - ci vuole uno spuntino, che ho la gola secca!
Non ti preoccupare, Temu, ci rivedremo prima di quanto pensi. Parola di Spel!


Fine del primo capitolo, làlàlà!


YOH!
E così, finalmente, mi trovo per le mani (pixel, tecnicamente) il primo capitolo di Spell!
D'accordo, in tutta franchezza non pensavo che sarebbe saltato fuori così presto; volevo aggiornare altre cose, postarne di nuove, concludere almeno una long prima di questa in particolare.
Ma poi mi è venuta l'ispirazione forte forte... et voilà, la graziosa cacciatrice e il vampiro pervertito son di ritorno! Con al seguito alcuni esempi del variopinto mondo in cui si muovono: perché, decisamente, questo è solo l'inizio.
L'idea dell'ambientazione sarebbe la Spagna del 1874 (anche se viaggeranno qui e là e ci saranno personcine di altre contrade U.U), ma non la Spagna classica, nossignori! Una sorta di bizzarra versione steampunk (Per chi non lo sapesse, lo steampunk è una diramazione del fantasy. Facendola breve, un genere che pone avanzate tecnologie a vapore in epoche passate. XD), come si sarà già potuto vedere dalla granchiarrozza (Che, sì, sostanzialmente è una carrozza meccanica a forma di granchio.). Diciamo, avete presente il film Wild Wild West? Ecco, per certi versi ci siamo vicini. XD
Naturalmente, essendo i personaggi di differenti nazionalità, ho adeguato i nomi alla provenienza. Temu e Mana mi sembra che stiano bene anche così. XD Altri personaggi, invece, come Jonas (che apparirà nel prossimo capitolo e di cui NESSUNO sicuramente indovinerà l'identità *rotola*), ne assumono uno più tipico. "Maha" è ovviamente l'abbreviazione di "Mahado", ma lei è di origine araba (E poi è assonante con "Maho", magia in giapponese). Casimiro, invece, forse è più difficile da individuare dal nome... ma non dalla parlata! U.U Comunque sia, sarebbe Kajiki Ryouta. Infatti, abbreviando il nome in "Casimi", suona piuttosto simile. Seth non è proprio Seth; è abbronzato come il suddetto, ma caratterialmente sarebbe più SetO. Tra parentesi, Atemu e Mahado non saranno gli unici personaggi in genderbender. XD (Non saranno tantissimi, ma almeno altri due/tre sì....)
Dopodiché. A me i vampiri, come figura mitologica, non piacciono eccessivamente (piuttosto, trovo che siano strausati, così come gli elfi e i licantropi =__=''') quindi, come si evince dal testo, non mi baserò sulla leggenda popolare. Né ne inventerò un tipo a parte. Nah, TANTI tipi di vampiri diversi! *O* *Si sbizzarrisce* Quindi alcune caratteristiche del vampiro classico torneranno qui e là, ma per il resto abbiamo vampiri innovativi. E cacciatori innovativi di conseguenza.
Poi, poi, facciamo tutto per bene! Per chi non lo ricordasse/sapesse, l'idea di Atemu in versione CacciatRICE di vampiri&Yuugi alto/figo/vampiro l'ho presa da una doujinshi (le tre pagine che c'erano XD) trovata su Pixiv ( questa) diamo tutti all'autrice Meno la nostra benedizione! Come l'altra volta, ricordo che ho preso SOLO quella come idea... per il resto nomi, background, location, a tutto ho pensato io! (Quindi il resto della doujinshi originaria, in sostanza, non c'entra una mazza.) *^* E naturalmente anche la trama di questa long in particolare è tutta mia, dato che rispetto alla doujinshi e al prequel prende il largo!
(Consiglierei comunque di visionare quelle pagine, dato che Spel d'aspetto lo immagino così. Temu, invece, ha i capelli bassi. ^^ In più, nella doujinshi pare che la ragazza sia una suora, mentre qui non lo è. Infatti nelle mie idee anche il suo abito è diverso, lo vedrete nel prossimo capitolo *O*)
Dopodiché, ricordo che il prequel di questa storia, con il primo incontro di Spel e Temu, è Spell ~ Da Gioco ad Incantesimo il passo è breve, e viceversa!. Con la spiegazione sull'origine del nome Spel e il gioco di parole del titolo! Mica per altro, ma per capire questa fanfic - o almeno i primi capitoli - quella ci vuole. XD
E dopo queste note, direi che posso anche salutarvi!
Bye!







  
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