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Autore: dahbanana    26/02/2013    14 recensioni
"Avete mai pensato che il mondo potesse avercela con voi?
Paura, fede, amore... fenomeni che determinano il corso delle nostre vite.
Queste forze cominciano ben prima della nostra nascita, e continuano anche dopo la nostra morte.
Le nostre vite non sono nostre.
Siamo vincolati ad altre... passate e presenti.
E da ciascun nostro crimine, e da ciascun atto generoso, nasce il nostro futuro."
*************************************************************************************
Ciao a tutti, il mio nome è Silver ed ho diciassette anni.
Potrei definirmi una brava ragazza: non fumo, non bevo fino ad ubriacarmi e vado bene a scuola.
Allora mi chiedo: per quale motivo devo essere punita in questo modo?
Mia madre, paladina delle cause perse, ha deciso di prendere in affidamento un teppista.
Lei cerca di convincermi che non sarà la fine del mondo, che nonostante tutto lui non sia un cattivo ragazzo, ma come può uno che è rimasto chiuso in riformatorio per tre mesi non essere un cattivo ragazzo? Non credo l'abbiamo mandato lì perché aiutava le vecchiette ad attraversare la strada. No di certo.
Lei dice che ha solo bisogno di una famiglia.
Secondo me i ragazzi come lui sono irrecuperabili.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1
 

Era mezzogiorno passato quando Silver Mckenzie, si svegliò nella sua camera da letto, dell'enorme appartamento dove abitava con i suoi genitori, nel quartiere di Belgravia, uno dei più ricchi e lussuosi di Londra.
La sera precedente era tornata dai Caraibi con Liam, il suo ragazzo, ed arrivata a casa, era talmente stanca per il lungo viaggio che non appena si era sdraia, era caduta in un profondo sonno ristoratore.
Si stiracchiò pigramente e si alzò lentamente, infilandosi le sue pantofole a forma di coniglio, prima di dirigersi verso la porta della stanza. Non appena l'ebbe aperta, la luce del sole che entrava delle ampie finestre del corridoio, la colpì in piena faccia, facendole arricciare il naso per il fastidio.
Si passò una mano fra i capelli, per sistemarli alla bel e meglio e poi, invitata dall'odore di caffè, si diresse in cucina.
«Buongiorno» l'accolse la domestica, una donna di mezza età dal sorriso materno.
Silver mugugnò qualcosa di incomprensibile, mentre Scott le aveva cominciato a saltellare intorno scondinzolante, in cerca di qualche carezza.
«Ha dormito bene?» provò ancora la donna mentre finiva di preparare una tipica colazione inglese, a base di uova e bacon.
Silver annuì distrattamente, ancora intontita dal sonno, sedendosi su una sedia posizionata davanti al tavolo della cucina.
«Grazie» disse con voce ancora impastata dal sonno, quando la domestica le ebbe porto una tazza di caffè e riempito il piatto.
«Di niente, signorina.» le sorrise gentilmente la donna, poggiando sul tavolo una cesta di pane tostato «Se le serve qualcos'altro, io sto andando a sistemare la sua camera da letto.» aggiunse mentre si dirigeva verso l'uscita.
«Va bene Iris, grazie.»

***

Scott raschiò alla porta prima di abbaiare, richiamando l'attenzione della ragazza, che stava finendo di prepararsi.
«Sì, ho capito. Andiamo!» sbuffò Silver, finendo di sistemarsi i capelli in un alta crocchia malfatta ed afferrando il guinzaglio che aveva appoggiato precedentemente sul suo comodino.
Scott cominciò ad abbaiare e a saltellare allegro e la ragazza osservandolo, non poté fare a meno di scoppiare a ridere.
Gli fece una carezza tra le orecchie e si diresse verso la porta di casa, seguita subito dietro dal suo husky.
«Iris, esco a fare una passeggiata con Scott.» esclamò mentre affrancava il guinzaglio al collare del suo cane. E ancora prima di ricevere una risposta, uscì dall'appartamento e scese in strada.
Passeggiarono lungo la via, fino a raggiungere un enorme parco che attraversarono per intero, passando vicino ad una fontana di pietra. Silver si fermò ad un chioschetto per prendere una bottiglietta d'acqua, prima di rimettersi in cammino verso casa, decidendo di fare una strada diversa, allungando un po' la passeggiata per aproffittare di quel caldo pomeriggio, dato che non erano molto comuni a Londra.

Stava camminando velocemente a testa bassa, mentre leggeva un messaggio di Lucy, e Scott non la piantava di giocare con il guinzaglio, mordendolo.

“Sei tornata? Com'è andato il volo? Due sere fa sono stata alla Ministry of Sound! Non puoi nemmeno immaginare quanto sia figo il nuovo barista. Ci andiamo domani? Vogl...”

Non ebbe nemmeno il tempo di finire di leggere che il suono di una frenata brusca la fece sussultare. Alzò lo sguardo, appena in tempo per scorgere una moto nera che, guidata da quello che sembrava essere un ragazzo che ne aveva perso il controllo, stava per travolgerla. Grazie ai suoi riflessi, Silver riuscì a fare un balzo all'indietro, perdendo la presa dal guinzaglio e facendolo cadere per terra. Scott però rimase fermo, cominciando ad abbaiare, non venendo investito per un soffio dalla moto.
«Razza di idiota, sei completamente impazzito?» strillò imbufalita, rivolgendosi al tizio che l'aveva quasi messa sotto. Era un ragazzo piuttosto alto, dalle spalle larghe, che indossava una giacca in pelle nera.

«Idiota a me?» esclamò lui incredulo con voce profonda e mascolina, mentre si toglieva il casco, rivelando il suo volto abbronzato.
La ragazza rimase un attimo abbagliata dalla perfezione dei suoi tratti e dalla profondità dei suoi occhi scuri, che gli infondevano una certa sicurezza, poi però, cercando di non lasciarsi intimorire dal suo aspetto di bel tenebroso e dallo sguardo truce che le stava rivolgendo, riprese a sbraitare in preda all'isterismo.

«Esatto!» confermò, raccogliendo il guinzaglio da terra «Non so se l'hai notato, ma mi hai quasi investita!» lo accusò.
«Guarda che eri tu che stavi attraversando senza nemmeno guardare!» ribatté lui in risposta, incrociando le braccia al petto ed assumendo un'espressione strafottente.
«Non osare dare la colpa a me! Avresti potuto uccidermi!» esclamò ancor più irritata «Fortuna che ho degli ottimi riflessi, se no il tuo volerti fare figo sulla tua moto, sarebbe potuto costarmi la vita.» sbraitò diventando rossa in volto dalla rabbia. Il ragazzo assunse un sorrisetto spavaldo, alzando gli occhi al cielo «Esagerata» sbuffò.
«Al massimo ti saresti fatta un po' male, ma non saresti mica morta.»
Silver scosse la testa allibita ed indignata «Incredibile! Questo é tutto quello che riesci a dire?» gli chiese.

Il ragazzo si strinse nelle spalle. «Non vedo cos'altro dovrei dire.» rispose completamente indifferente.
Silver strinse i pugni, trovando alquanto irritante la sua aria da spaccone. «Beh per esempio, scusarti.» gli suggerì, sempre più indispettita.
A quel punto il moro scoppiò a ridere, come se avesse appena sentito l'idiozia più grande della sua vita.
«Scusarmi? E per cosa? Ti sei forse presa paura principessa?» la canzonò sfacciatamente.

«Principessa un corno! Devi scusarti per avermi quasi uccisa!» insistette lei.

«Hai detto bene, “quasi”.» le fece notare, facendola arrabbiare maggiormente «E adesso se non ti dispiace, avrei degli impegni.» aggiunse, per poi bloccarsi, assumendo uno strano sorriso «O forse, tutto questo tuo accanimento non é altro che un modo per attaccare bottone con me?» insinuò ironicamente. «Che c'è, vuoi uscire con me?» le chiese con un tono canzonatorio, parecchio irritante, inarcando un sopracciglio.
«Che cosa? Sei pazzo?» chiese Silver, scandalizzata.

Lui, di tutta risposta, fece un mezzo sorriso scuotendo la testa.
«No per niente. Sei tu dei due quella che sta sbraitando da più di mezz'ora.» le fece notare, prima di infilarsi il casco. «Comunque, io ora devo andare, nel caso cambiassi idea fammi sapere okay? Ci si vede principessa!»
la salutò con un cenno del capo, prima di lasciarla lì, impalata come una cretina a fissarlo a bocca aperta, completamente irritata, mentre lui si allontanava spavaldo e fiero sulla sua moto.
Silver ringhiò fuori di sé, voltandosi verso Scott «Da non credere! Hai visto che gente che c'è in giro?» si rivolse al cane, che in tutta risposta abbaiò.


***

«Non puoi!» esclamò un uomo dall'aria minacciosa, con tono colmo di rabbia ed irritazione, facendo sussultare i presenti «Una volta entrati nella E5, non si esce mai più, lo sai.» gli ricordò, mentre due scagnozzi mantenevano immobile il ragazzo.
«Kane pensaci! Sono appena uscito dal riformatorio, gli sbirri sono alle mie calcagna e controllano ogni mia mossa.» ribatté il ragazzo, cercando di farlo ragionare «Vuoi davvero mettere in pericolo tutte le operazioni?» gli chiese con tono deciso e sicuro, inarcando un sopracciglio, in attesa di una risposta.
Dawson Kane, rispettato e temuto capo della gang di pericolosi criminali che deteneva il controllo dell'East End di Londra, lo osservò per qualche istante in completo silenzio con gli occhi ridotti a due fessure, facendo accrescere la tensione dentro al ragazzo, che cercava di mostrare una maschera di completa indifferenza, nonostante in realtà, stesse morendo di paura.
Una sola parola di quell'uomo e sarebbe morto giustiziato, senza nemmeno ottenere il diritto di proferire le sue ultime parole.
Dopo minuti di tensione, in cui l'uomo aveva riflettuto a lungo sulle sue parole, camminando avanti e indietro per il capannone desolato in cui si trovavano, girandosi fra le mani una pistola, si voltò verso il ragazzo, aprendosi in un sorriso divertito.
«Come sempre, ci sai fare con le parole Tomlinson, lo devo ammettere» ghignò, accarezzandogli una guancia con la punta della pistola, per poi riporla nella parte posteriore dei suoi pantaloni.
«E va bene» sbuffò rassegnato «sei fuori dalla E5.»
Il ragazzo si aprì in un sorriso sollevato, rilassando i muscoli delle spalle, rimasti tesi al massimo fino a quel momento.
«Ma...» aggiunse Kane, cancellandogli il sorriso dalle labbra «si tratta solo di qualcosa di provvisorio, sia chiaro. Lasceremo passare alcuni mesi, in modo che le acque si calmino, ma poi tornerà tutto come prima.» specificò tornando alla sua espressione severa e minacciosa «Ci siamo chiariti?» gli chiese, avvicinandoglisi minacciosamente e prendendolo per il colletto della camicia che stava indossando.
Il ragazzo annuì, cercando di mostrarsi tranquillo «Certo, nessun problema.» confermò, stringendosi nelle spalle con finta indifferenza.
Dawson Kane sorrise, dandogli un buffetto sulla guancia, prima di mollare la presa. «Così mi piaci, ragazzo» esclamò soddisfatto «E ora lasciatelo pure andare» si rivolse ai suoi scagnozzi, che obbedirono istantaneamente.
Louis Tomlinson si sistemò la camicia, rivolgendo delle occhiate di disprezzo verso i due scagnozzi.
«Attento a ciò che fai, non provare a fregarmi ragazzo. Ti teniamo d'occhio.» lo minacciò l'uomo, facendolo voltare in sua direzione.
«Stai tranquillo Kane, mi conosci» gli sorrise amichevolmente il ragazzo, prima di dirigersi verso la sua moto.
                                                                                                                                   ~

                                                                                                                   *Spazio Autrice*

Ciao bellissime! :)
Eccomi qui con il primo e vero capitolo, in cui le cose cominciano a schiarirsi piano piano, anche se non troppo.
Ovviamente non é ancora stata svelata l'identità del ragazzo moro, risvegliatosi nello stesso letto di Lucy, ma sono al contrario, solo aumentate le domande e la suspence con la parte finale del capitolo, in cui compare Louis ahahahhaah
Ringrazio di cuore tutte quelle che hanno lasciato una recensione al prologo, o che l'hanno anche solo letto. Siete dei tesori!
Un grazie ancora più grande ai tesori che hanno messo già la storia fra le ricordate/seguite/preferite! Vi adoro, davvero 

Spero il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere ;)
Ne aprofitto per farmi un po' di pubblicità e vi lascio in fondo alla pagina i link delle mie altre due fan fiction e della mia OS.
Bacioni,

-S

ps: mi servirebbe un banner, se qualcuno fosse disponibile a farmene uno, oppure conoscesse qualcuno disposto a farlo, mi faccia sapere! Grazie mille in anticipo :)
 

Occhi verde speranza

E
ven the sun sets in paradise

 

 


O
ne Shot - Niall e Amy

  
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