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Autore: LouVelessy    26/02/2013    1 recensioni
2023.
"Ogni giorno, per me, diventa sempre più assurdo pensare a come siamo arrivati qui... Forse perchè non è stato per niente facile. Però rifarei tutto."
{ Ricordi degli OneDirection - a Larry Stylinson's story - Storia di un'amicizia - Spero vi piaccia, almeno la metà di quanto mi piace scriverla. Vivo per loro. Spero possiate comprendermi senza reputarmi una pazza. }
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO SETTE - Emotions.







I giorni nella casa di xFactor trascorrevano tranquillamente, i ragazzi cominciarono a formare un gruppo sempre più affiatato ed anche i giudici, puntata dopo puntata, si rendevano conto di quanto crescesse sempre di più la loro conoscenza e di quanto riuscivano a funzionare, canzone dopo canzone, esibizione dopo esibizione. Erano tutti soddisfatti, Simon in primis, per l’operato dei ragazzi e per come il pubblico cominciava ad apprezzarli, a conoscerli e ad appoggiarli come gruppo e non come singoli individui. Certo, il lavoro non era finito, avrebbero dovuto rafforzare sempre più loro stessi, smussare i loro punti deboli, ma con il tempo avrebbero risolto anche quello. Il tempo guarisce ogni cosa.

E sebbene fossero un gruppo di ragazzi, che per antonomasia riescono a fare amicizia più facilmente rispetto a quello che farebbe un gruppo di ragazze, c’erano comunque delle preferenze. Da una parte Niall, Liam e Zayn. Dall’altra Louis ed Harry. Erano elementi chimici differenti. I primi tre riuscivano a reagire in maniera funzionale, così come gli altri due facevano tra di loro. Era chiaro a tutti, soprattutto a chi aveva modo di vederli insieme non sul palco, come il pubblico di internet che godevano di momenti nascosti registrati da alcune piccole telecamere messe a disposizione dei concorrenti per girare dei piccoli video diari durante le loro giornate.

Dopo un mese dall’inizio del programma, giorno in più giorno in meno, furono svegliati dall’arrivo delle telecamere in casa, per una puntata definita speciale. I partecipanti al talent, presi dagli impegni televisivi, erano stati allontanati totalmente dalle loro famiglie, i loro amici e i loro affetti. E quello che stava per succedere era una vera e propria sorpresa. Li chiamarono tutti nel grande salone, la stanza più grande della casa, dove nei momenti buca si riunivano tutti insieme, cantando vecchie canzoni e trascorrendo il tempo a conoscersi tra loro, nonostante fossero in gran competizione almeno non mancava il tempo di fare amicizia. Era una gara, si. Ma rimanevano pur sempre un gruppo di ragazzi accomunati dallo stesso sogno.

Su una delle pareti scese un telo bianco, e su di questo venivano proiettati messaggi per i concorrenti. Genitori, nonni, amici. C’era aria di commozione, e furono in tanti a scoppiare letteralmente in lacrime per la gioia e l’emozione. Quando arrivò il turno dei ragazzi, i messaggi scorrevano di seguito, senza dar tempo loro di commentare.

Prima il miglior amico di Niall, poi la madre di Liam, le sorelle di Zayn, la madre di Harry ed il miglior amico di Luis.

Erano tutti commossi alla fine delle loro belle parole, che elogiavano il lavoro dei ragazzi e li incoraggiavano a fare sempre di più, a dare il massimo in quanto stavano riuscendo nel loro intento e c’era già chi li amava tanto, oltre loro ovviamente che continuavano a sostenerli seppur da lontano.
Finite le riprese, in casa, piombò un’aria strana. Un silenzio di quelli pieni, quelli colmi di pensieri e di cose dette a metà, perchè tutti avrebbero voluto aggiungere altro ai messaggi, avrebbero voluto rispondere e perché no, abbracciare i mittenti di quelle belle parole. Sentirsi un po’ più a casa ed un po’ meno soli.

Harry finì per chiudersi in bagno, con le mani impegnate a giocherellare con il ciondolo a forma di aeroplano di carta che portava al collo, regalatogli dalla madre come portafortuna per l’avventura ad xFactor. Rimase lì dentro per un tempo infinito, sentendosi piccolo e fragile nei confronti di quell’esperienza fuori casa. Quando hai sedici anni ti senti il mondo tra le mani, senti che tutto è possibile e che non ti mancherà nulla. Che tutto quello di cui hai bisogno è te stesso e nessun altro.

Ed invece Harry aveva bisogno di altro. Aveva bisogno dei suoi affetti, dei suoi amici, delle persone a lui care. Si sentiva solo. E ne aveva dato già varie dimostrazioni e segni. Se a tutti quanti serviva una scarica d’adrenalina, al piccolo Styles proprio no. Il riccio non ne aveva bisogno.

< Dai, esci!> Liam, fuori dalla porta, preoccupato forse per il tempo speso dal giovane in bagno, era da un po’ che gli chiedeva di uscire. < Siamo tutti emozionati! Vieni fuori e stiamo insieme piuttosto!> Ma da dentro nessuna risposta.

< Dai Harry, apri e vieni fuori! Ci facciamo una partita alla play oppure diamo due tiri in porta! Lo sai quanto sono messo male con il calcio, ci facciamo un po’ di risate! > anche Zayn, dopo un po’ ci provò. E Niall con la scusa di un gelato. Ma nessuno riuscì nel suo intento, così lasciarono perdere.

Doveva passargli, doveva calmarsi da solo e sarebbe uscito quando se la sarebbe sentita. Motivo per il quale Louis gli lasciò un altro quarto d’ora in solitudine, poi si avvicinò alla porta del bagno, bussò piano, solo due colpi, e subito dopo parlò con un tono molto pacato. < Tirare fuori le emozioni è un bene, non è mai un male… quindi sfogati e prenditi tutto il tempo che ti serve. Io sono qui comunque. > appoggiò la schiena al muro laterale la porta e si lasciò scivolare giù, seduto. Pronto ad aspettare.

Non gli mise alcuna fretta, non gli chiese d’aprire e non lo giudicò. Semplicemente gli fece sentire la sua presenza. Lui era lì, c’era. E ci sarebbe stato per tutto il tempo di cui avrebbe avuto bisogno. Non sarebbe andato da nessuna parte, non voleva portarlo a distrarsi, dimenticare le proprie emozioni. Gli dava il tempo di viverle, assorbirle e farle sue.

Tempo un altro minuto e la chiave compì un giro nella serratura, e subito dopo la maniglia si abbassò e la porta aprì un piccolo spiraglio. Ma non ne uscì fuori nessuno. Così Louis si piegò leggermente di lato, ed infilò la testa nel bagno, per dare un’occhiata.

Sorrise alla figura del piccolo Harry, seduto sul bordo della vasca da bagno, con le mani ancora impegnate a torturare la catenina d’argento e non riuscì nemmeno ad alzare gli occhi quel tanto per guardare il Tommo affacciarsi. L’altro scrollò appena le spalle, e si diede una spinta con le anche per rimettersi in piedi ed entrare nel bagno, chiudendo la porta alle sue spalle ed impegnando un piccolo angolo del bordo della vasca da bagno di fianco al riccio.

< Mi manca tanto… > mormorò Harry, con la voce bassa, poco più di un sussurro, senza ancora alzare gli occhi, chiaramente arrossati come il resto del volto. < Non voglio fare la parte del mammone. Mi vergogno parecchio! Insomma, ho sedici anni e guardami! Piango perché mi manca la mamma! >

Louis alzò gli occhi al soffitto e fece schioccare la lingua contro il palato, sbuffando appena subito dopo. < E’ tutto qui? Hai paura di fare la figura del mammone?! Siamo tutti un po’ mammoni Styles… Anche a me mancano mia madre e le mie sorelle… è normale! E sono anche più grande di te! >

< Si ma… tu non piangi! E nemmeno gli altri… >

< Io non piango spesso... e comunque, da quando essere sensibile è un difetto? Non stare a farti troppe seghe mentali Styles… Hai bisogno di piangere perché ti manca tua madre e hai sentito delle bellissime parole da parte sua? Non c’è nulla di cui vergognarsi! > quindi gli si avvicinò appena, puntandogli un dito sotto al mento e forzandolo appena per fargli tirare su la testa. < Smettila di tentare di modificarti e di apparire agli altri per quello che non sei! Smettila di costruirti una maschera sembrare forte Harry. Non ne hai bisogno… >
Lo guardò dritto negli occhi e gli sorrise ancora, facendogli una smorfietta tenera subito dopo e scompigliandogli i capelli, che Harry si sistemò alla bene e meglio al più presto. < somigli parecchio a tua madre… avete lo stesso sguardo. >

< Mia mamma è bellissima. > il tono di Harry era fiero, il classico figlio tronfio per la propria madre, la prima donna di cui si innamorano e della quale non riescono a fare a meno per tutta la vita.

< Mai detto il contrario! Anche tu non sei male! > aggiunse subito, alzando le mani con una certa innocenza. < Adesso datti una rinfrescata e usciamo di qui. Sempre a testa alta, ricordatelo. >  si allungò in avanti e senza pensarci due volte, con estrema naturalezza, lo abbracciò, stringendolo parecchio a sé ed inspirando profondamente, tentando di infondergli tutta la propria calma.

Harry annuì, alzandosi ed avvicinandosi al lavandino, per lavarsi la faccia con un po’ d’acqua fredda. Quello di cui aveva bisogno adesso, dopo le parole ed i gesti di Louis.






_______________________________________note_autrice___________________________

Questa storia ha del male per me che la scrivo. E' una droga.
Oggi sono presa particolarmente bene per via del nuovo tatuaggio di Louis Antisgamo Tomlinson, la tazza da the, 
e sono corsa letteralmente a scrivere questo capitolo. Penso mi dedicherò subito a quello successivo, proprio
perchè sono presa malissimo a dir poco xD
E i commenti dove sono, eh? Vi vedo che leggete, sapete? u.ù 
Si, proprio a te. Ti vedo.
Scrivetemi ovunque, ve prego! Non posso essere rimasta l'unica sulla nostra nave preferita u.ù io e Capitan Niall u.u 
c'è spazio anche per voi, susu.

Vostra, Giù aka @LouVelessy.


 

  
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