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Autore: I believe    26/02/2013    1 recensioni
Molto lentamente mi alzo e mi dirigo verso il rottame, e vedo il camionista sconvolto affianco ai resti dell’auto.
Scrollo le spalle, scuotendo la testa, con un leggero sorriso sul volto. Mi giro per andare da Zayn, ma lui è di spalle e vedo che sta ancora singhiozzando verso qualcosa.
Mi avvicino, e con mia sorpresa vedo che quel “qualcosa” sono io.
E’ il mio dannatissimo corpo, completamente sanguinante.
Un attimo… ma se quella sono io, evidentemente morta, io ora sono un… fantasma? Oh. Figo.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono seduta, o forse stesa, non capisco.
E’ tutto nero intorno a me, non capisco dove mi trovo. Ho solo la sensazione di essere così… leggera.
Guardo di fronte a me, ma non vedo niente, solo nero.
Un nero strano, non un nero come quando si chiudono gli occhi, con delle macchie di colore. No, un nero completamente nero, tetro, buio.
Non mi piace.
Non sento niente, penso che tutti e cinque i miei sensi siano azzerati, anche se sono ancora in dubbio per quanto riguarda vista e udito, siccome è tutto completamente nero, e l’unico rumore che sento è una specie di ronzio fastidioso.
Mi guardo il corpo, per capire se sono seduta o meno, ma anche il mio corpo appare completamente nero, inesistente. Provo a muovermi, ma  mi sento incatenata. Credo di essere seduta, e qualcosa mi blocca, non riesco a muovere il busto. Sono come stretta contro ad un muro che non sento, completamente impossibilitata.
Riesco a muovere solo le braccia.
Sotto i piedi ho qualcosa, sembrerebbero come due sassi, uno per piede, ma non li vedo. Non vedo niente, è tutto nero. Mi guardo le mani, e mi si contorce lo stomaco appena le vedo. Le mie mani sono completamente insanguinate. Non riesco più a muoverle.
O meglio, si muovono, ma non sono io a comandarle.
Che cazzo succede?
Fantastico ora inizio anche a muovermi.
E’ come se stessi su una pedana che si muove, ma non la vedo. Provo a parlare, ad urlare, a chiedere di essere liberata. Ma appena apro le labbra mi accorgo che non esce nessun suono dalla mia bocca. Non parlo nemmeno, perfetto.
Continuo a sentirmi leggera, ad eccezione degli arti, che pesano come non mai. Il nero inizia a diventare ancora più nero, anche se non credevo fosse possibile. Improvvisamente riesco a muovere di nuovo le mani. Ho un fortissimo mal di testa.
Mi sento stanca, credo di stare anche per svenire, magnifico.
C’è una luce. Cazzo c’è una luce grazie a dio. Finalmente.
E’ lontanissima, parecchi metri penso, ma si avvicina sempre di più, è sempre più brillante, e devo ammettere che sto pensando che se continuerà così perderò la vista.
Forse sono due luci, o magari anche di più, non riesco a capire.
No, okay, è solo una, e non so se esserne sollevata o terrorizzata.
Come un’idiota provo a urlare di fermarsi, ma esce solo un soffocato gridolino.
La luce è sempre più vicina, sembra che stia quasi per investire il mio corpo, e io sento la presunta pedana portarmi sempre più vicina alla luce. Continuo a provare ad urlare, vorrei gridare “basta!” ma la mia voce non decide di uscire, proprio quando serve.
Sono ad una manciata di centimetri dalla luce, credo.
All’inizio mi sembrava una cosa positiva, ma più si avvicina più sento una stretta allo stomaco ed al cuore.
Negli ultimi centimetri aumenta la velocità, e sono completamente immersa in questa luce strana. Ho una fitta al cuore. Credo di star svenendo davvero adesso.
 
“First, you think the worst is a broken heart, what’s gonna kill you is the second part, and the third, is when your world splits down the middle…”
C’è qualcosa che non va, che ci fanno i The Script con Six degrees of separation nella luce?
Apro gli occhi. Sento il sudore scendermi ai lati del viso.
Istintivamente mi guardo le mani, il corpo.
Niente, sono stesa sul mio letto, nella squallida stanza della mia squallida casa in affitto. E’ tutto apposto, e la canzone non è altro che la suoneria del mio stupido telefono. Era un dannatissimo sogno. Ma qualcosa ancora non va… chi può voler chiamare Sam Hawkins alle 5 di mattina?
Sono indecisa se rispondere o ignorare chiunque stia tentando di chiamare. Alla fine credo che ignorerò.
Mi alzo di malavoglia dal letto, mi stiracchio a mo’ gatto e mi dirigo in bagno. Mi sciacquo la faccia e mi guardo allo specchio.
I miei lunghi capelli neri sembrano appena usciti da uno dei migliori film horror in circolazione, e sotto gli occhi verdi ho delle occhiaie che arrivano a terra.
Che schifo.
Torno in camera appena mi rendo conto che il sole è troppo in alto per essere le 5 del mattino. Guardo lo schermo del mio cellulare, notando di aver letto male l’orario.
Altro che 5. Sono le 15. Le tre del pomeriggio.
Cazzo.
Guardo le chiamate perse, e non mi sorprende notare di avere ben una decina di chiamate senza risposta da parte di Zayn.
Perfetto, ho fatto tardi un’altra volta.
Dovevamo pranzare insieme, ma mi sa che salteremo un pasto per oggi.
Siamo fidanzati da tanto ormai, so già che non appena arriverò mi perdonerà come se niente fosse, anche perché lui è il ragazzo più dolce del mondo. Anche se ha l’aria da duro, con tutti i tatuaggi e il vizio del fumo (che sto provando a fargli passare), resta uno dei ragazzi più dolci e comprensivi del mondo.
Mi vesto velocemente, con dei jeans stretti usati e strausati, le solite converse nere e la solita felpa larga, che in teoria è di Zayn, ma sono dettagli. Futili dettagli.
Prendo il minimo indispensabile, chiavi di casa, portafogli, documenti, l’anello che mi regalò Zayn quando facemmo un anno, il cellulare, e sono orgogliosa di dire anche le chiavi della mia auto.  Ebbene si, a vent’anni sono finalmente riuscita a superare l’esame di guida, dopo essere stata bocciata almeno altre cinque volte, o forse sei… non lo so, ho perso il conto.
Mi sbatto distrattamente la porta di casa alle spalle, e mi dirigo  velocemente verso la mia auto; una piccola Smart nera.
Sto per aprire la portiera quando mi accorgo che c’è un’ammaccatura nella parte anteriore.
Quel cretino del vicino ha di nuovo colpito la mia Smart mentre faceva manovra. Benissimo, la giornata va sempre meglio.
Metto in moto e parto.
Mentre guido verso casa di Zayn compongo velocemente il suo numero sul cellulare, sperando che mi risponda.
Dopo quattro squilli finalmente risponde. Accosto per poter parlare.
“Pronto?”
“Zayn non mi sono svegliata ti prego scusa scusa scusa sto venendo, sono in macchina scusa ancora.”
Dall’altro capo del telefono sento Zayn ridere. Non è arrabbiato, il che mi tranquillizza un po’.
“Sam, non preoccuparti, vieni dai, ti aspetto”
Dio, quanto amo la sua voce. Mi dà tranquillità, mi fa sentire protetta, è una bella sensazione.
Senza avere nemmeno il tempo di rispondere noto che Zayn ha attaccato. Lancio distrattamente il telefono sul sedile affianco al mio, riprendendo a guidare.
Dopo pochi minuti arrivo nella strada dove abita Zayn, e parcheggio nel primo posto libero che trovo. Chiudo a chiave l’auto recuperando il cellulare. Corro verso il portone di casa sua, sbattendo contro almeno un paio di persone che mi imprecano contro, ma non m’importa.
Citofono, e Zayn mi dice di aspettare giù, sta scendendo lui.
Che strano, ero convinta che avremmo mangiato su da lui.
Fa niente, poco importa. L’unica cosa che mi interessa è stare un po’ con il mio pakistano preferito.
Sento il portoncino aprirsi, e mi giro di scatto.
Vedo Zayn raggiante sorridermi e venirmi incontro.
Dio mio, quanto è bello.
I suoi occhi color miele , contornati da lunghissime ciglia scure, mi fanno sentire ancora le farfalle nello stomaco, quelle che si sentono tanto nominare nei libri.
La maglietta chiara , stretta , gli mette in risalto il fisico scolpito e fa un bellissimo contrasto con la pelle leggermente scura.
Mi viene vicino e mi lascia un leggero bacio a stampo sulle labbra.
E’ incredibile come ogni minimo contatto con lui mi faccia sentire ancora come la prima volta, con le ginocchia tremolanti e lo stomaco rivoltato.
Mi stringe a sé, facendomi sentire un piacevole leggerissimo calore.
“Dove hai parcheggiato l’auto? Voglio andare un po’ al parco con te.” Questa sua domanda spiega perché sia sceso, e mi limito a indicargli l’auto non molto lontana da noi.
Camminiamo affiancati verso la Smart, e saliamo.
Metto in moto, e partiamo.
“Zayn, ma tu sai qual è la strada… vero?” accenno un sorriso, mentre lui annuisce.
“Tu vai sempre dritto per ora, quando dobbiamo svoltare te lo dico io.”
Non gli rispondo nemmeno, mi fido ciecamente, e mi limito a seguire le sue indicazioni.
Dopo una decina di minuti svoltiamo a destra, e Zayn mi dice che siamo quasi arrivati. Mi indica una stradina stretta, di ciottoli, dietro degli alberi, che presumo porti al parco che ha in mente lui.
Giro, ma mi accorgo che un camion sta venendo verso di noi. Provo a tornare nella strada principale, ma è intasata da una coda di traffico, come un lungo serpente luminoso, impenetrabile.
Provo ad accendere i fari per farmi notare dal camionista, ma mi rendo conto che quest’ultimo sta parlando al telefono e mangiando un panino mentre guida. Provo a muovermi piano verso di lui, per far notare i miei fari lampeggianti. Niente.
Provo a frenare, ma i freni non funzionano, compreso quello a mano. Dannato vicino. Siamo fottuti, cazzo, siamo fottuti. Continua a camminare verso di noi a velocità crescente , non ci ha visti. Zayn è immobile, con la bocca socchiusa.
Chiudo gli occhi e istintivamente prendo la sua mano e lui mi stringe forte a sé. Ormai è inevitabile. Scendere dall’auto è impossibile, gli alberi ai lati rendono impossibile aprire gli sportelli. Rompere i vetri sarebbe inutile, non c’è via d’uscita.
Trattengo il respiro, mentre sento che Zayn affanna.
Il camion travolge la Smart, e non appena il camionista si rende conto di cosa è successo scende sbattendo la portiera del camion, e corre.O almeno così mi sembra di sentire.
Non ho il coraggio di aprire gli occhi, l’unica cosa che sento è la mano di Zayn che stringe sempre di più la mia, fino a che non molla la presa. Sento il cuore pulsarmi nelle orecchie, e provo una sensazione di impossibilità, come nel sogno.
Il sogno.
Ecco che senso aveva.
Le sensazioni sono le stesse.
Ora capisco. Sento la Smart accartocciarsi e credo che stia anche girando su se stessa.
Sento un dolore lancinante alle gambe.
Provo a mantenere i nervi saldi, ma la mia mente sprofonda. Vedo di nuovo tutto nero. Non capisco cosa sta succedendo.
 
Non so quanto tempo sia passato, ma apro gli occhi. Sono ancora in quella strada, ma mi hanno tirata fuori dal rottame. Zayn è affianco a me, accucciato, e sembra non si sia rotto niente, ha soltanto molti graffi e un labbro gonfio. Evidentemente il danno maggiore devo averlo avuto io, attutendo il colpo a Zayn.
Mi guardo le mani, sapendo già che le avrei viste insanguinate.
Non riesco a muovermi, credo di essere paralizzata.
Guardo Zayn che stringe il mio braccio, e qualche lacrima scendergli sul viso. Si sta mordendo il labbro che ha assunto un colore violaceo, e vorrei dirgli di smetterla, di fermarsi di piangere, di abbracciarmi, perché io sono qui, viva.
Sto bene, non provo dolore.
Molto lentamente mi alzo e mi dirigo verso il rottame, e vedo il camionista sconvolto affianco ai resti dell’auto.
Scrollo le spalle, scuotendo la testa, con un leggero sorriso sul volto. Mi giro per andare da Zayn, ma lui è di spalle e vedo che sta ancora singhiozzando verso qualcosa.
Mi avvicino, e con mia sorpresa vedo che quel “qualcosa” sono io.
E’ il mio dannatissimo corpo, completamente sanguinante.
Un attimo… ma se quella sono io, evidentemente morta, io ora sono un… fantasma? Oh. Figo. 




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Ciaaao a tutti frateli e sorele banane.
Questa è l'ennesima ff che provo a scrivere, e spero di non abbandonare anche questa...
Anyway, questa è solo un capitolo per far "entrare nella storia" o meglio, per dare un inizio. Più che altro è una specie di prologo, non un vero capitolo, ma comunque non importa.
Spero vi piaccia come inizio e come idea, e ditemi se vi piace, se ne vale la pena di continuare, se ci sono errori, se fa schifo... qualsiasi cosa!
Insomma... vorrei una piccola recensioncina AHAHAHAAHHAHAHAHAHAHAHA
Ah, e il nome di Sam è preso dal film "Noi siamo infinito" che amo, e l'idea è presa da un altro film che vidi un po' di tempo fa, ma non mi ricordo il titolo. QUINDI SE ESISTONO ALTRE FF COSI', IO NON LE HO LETTE, E L'IDEA NON E' COPIATA DA NESSUNO. 
Spero di non essermi dilungata troppo.
Baci, Ele. xx
  
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