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Autore: IsolaBella    26/02/2013    2 recensioni
Liz ha 17 anni.Vive a New York.Ha tutto ciò che una ragazza può desiderare ma una notte fa uno strano sogno.Il giorno dopo la sua vita sembra sgretolarsi,tutte le certezze che aveva crollano improvvisamente.Dinanzi a lei si spalanca un nuovo mondo,un mondo buio e luminoso allo stesso tempo...
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: AU, Nonsense, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Capitolo 8 

Chiedo scusa per il ritardo.Da ora in poi pubblicherò il capitolo della storia una volta al mese.
Se riesco,anche prima.
Buona lettura!!
 
"Isabel,è stato tutto un gioco.Non avrai creduto che potessi innamorarmi di una bambina come te?"
"Isabel,è stato tutto un gioco.Non avrai creduto che potessi innamorarmi di una bambina come te?"
"Isabel,è stato tutto un gioco.Non avrai creduto che potessi innamorarmi di una bambina come te?"
"Isabel,è stato tutto un gioco.Non avrai creduto che potessi innamorarmi di una bambina come te?"
-Basta! -si alzò ,urlando, dal letto.Spalancò la finestra e si sedette sulla panca di legno aldi sotto.Chiuse gli occhi,umidi,e respirò l'aria notturna premendosi le tempie con i palmi della mano.Nella sua mente quel dialogo con Alexander si ripeteva all'infinito come se qualcuno o qualcosa aldilà del suo controllo,riavvolgesse il nastro di una videocassetta ancora,e ancora.Ancora.
Erano passate due settimane e di Alexander nessuna traccia.Nè una chiamata nè un messaggio."Meglio così" diceva a se stessa ma il suo cuore non la pensava ugualmente.Di certo lei non aveva intenzione di cercarlo dopo l'umiliazione che le aveva inflitto.Nelle due settimane trascorse era tornata a casa dato che i suoi genitori erano partiti per un viaggio d'affari,come al solito.Era stata felice di poter tornare tra le sue cose,nella sua stanza.Sentire nell'aria il profumo della sua casa.
Shannen si era ripresa ma parlava a malapena.Ogni tanto sorrideva ma Liz dentro di sè aveva avuto l'impressione che quei sorrisi non erano altro che "sorrisi di circostanza".Anche lei tante volte era ricorsa a questo espediente.
Il suo cellulare si illuminò senza emettere alcun suono.Lo prese dal comodino e vide che aveva ricevuto un sms da Thomas.Già, Thomas.Il ragazzo per cui aveva avuto una cotta dal primo momento,il suo primo amore ed il primo a spezzarle il cuore.Thomas.Era rientrato nella sua vita e si era avvicinato a lei nuovamente nelle ultime settimane.Liz lo aveva lasciato fare,gli aveva permesso di consolarla quando era scoppiata in lacrime dopo essere tornati in ospedale dopo il dialogo con Alexander.Si poteva quasi dire che fossero tornati ad essere amici.Niente di più.Appoggiò la testa contro il muro e chiuse gli occhi trattenendo le lacrime.Poi cadde in un sonno profondo.
Le immagini erano confuse,quasi sfocate.Si trovava nella sua camera.Ogni cosa era al suo posto.Avanzò nel lungo corridoio che l'avrebbe portata nel cuore della casa.Le sembrava che qualcuno la spingesse ad entrare nella biblioteca della casa.Cercò di opporsi al quella incessante spinta e a raggiungere la cucina ma fu come se dinanzi a lei si trovasse un muro invisibile che non le permetteva di avanzare.Cercò di parlare. "C'è nessuno?". Rimase immobile.Gli occhi colmi di terrore.Tentò nuovamente di proferir parola."Aiuto!"
La sua bocca non emise nessun suono."Stai calma" si disse. Tornò indietro verso la biblioteca della casa.Amava quella stanza.Quando fu dentro si guardò intorno.Anche lì tutto era rimasto come sempre.Le quattro pareti della camera era colme di libri e ,data l'altezza del soffito,suo padre aveva fatto portare una di quelle scale mobili tipiche delle Biblioteche comunali.Una scrivania in legno scuro, che sua madre aveva acquistato durante un'asta di beneficienza e le diceva essere appartenuta a delle personalità storiche di enorme importanza,era al centro dell'enorme ambiente.L'aria profumava di libri e polvere.Ruotò su stessa osservando le pareti.Riconobbe molti dei titoli ordinati sugli scaffali.I suoi genitori le avevano permesso fin da bambina di rimanere per ore in quella stanza e leggere un libro a scelta.Data la grande varietà di autori,Liz aveva ideato un modo tutto suo per scegliere l'oggetto della sua lettura.Scriveva le lettere dell'alfabeto in disordine su un pezzo di carta e poi,ad occhi chiusi, con l'indice creava dei cerchi nell'aria fin quando non sentiva che fosse il momento di far atterare la punta del dito sul pezzo di carta.La lettera scelta alla cieca corrispondeva alla lettera iniziale del cognome dell'autore.Ora le sebrava così strano trovarsi lì. "Isabel"  sentì qualcuno chiamarla.Allarmata si voltò in tutte le direzioni ma non c'era nessuno con lei. Poi,qualcosa attirrò la sua attenzione.Un luccichìo tra i libri."Questi libri non devi prenderli,ok?" le tornarono in mente le parole di suo padre quando ,il giorno che le permise di entrare per la prima volta nella stanza, le aveva fatto promettere di non toccare i libri che aveva sistemato in una porzione di libreria presente sulla stessa parete della finestra.Ancora una volta il luccichìo catturrò la sua attenzione.Prese la scala e raggiunse il libro da cui proveniva  quella luce."Strano.Non ha un titolo nè un autore questo libro".Poi vide sul dorso del libro una "P" argentata. "Isabel" udì la stessa voce chiamarla.Questa volta però sembrava essere più vicina. Fece per scendere dalla scala,stringendo il libro a sè quando qualcosa le strinse il braccio.Riuscì ad emettere un urlo silenzioso.
 
-Noooo!- urlò.
-Isabel! Sono io! Calmati!-
"Thomas"
-Devi  aver fatto un incubo- Thomas la strinse a sè.
Isabel aprì gli occhi.Era seduta sulla panca sotto la finestra. "Era solo un sogno". Rimase ferma assaporando l'abbraccio di Thomas poi lentamente lo allontanò.
-Scusami,non volevo uralrti contro.-
-Tranquilla- rispose lui mettendosi in piedi.
-Cosa ci fai qui?Come sei entrato?- domandò Liz posizionandosi di fronte a lui con le braccia incrociate sul petto.
-Mi ha fatto entrare Charlie.Dovevamo vederci all'ospedale un'ora fa.Non sei arrivata e ho pensato di passare a vedere se era tutto ok.- speigò Thomas.
-Oddio! Shannen!Devo andare da lei.- disse Liz cominciando a cercare nell'armadio qualcosa daindossare.
-L'hanno portata a casa.E Liz, devi sapere una cosa.- affermò lui  serio.
-Cosa? Le è successo qualcosa? Parla!- disse spazientita.
-No!Lei sta bene.I suoi genitori hanno deciso di portarla via per il resto dell'Estate e Meg e Karol hanno deciso di andare con lei.
Liz rimase ferma. Le sue amiche sarebbero partite per il resto dell'Estate.Questa volta sarebbe stata davvero sola.Sentiva le lacrime scivolarle sulle guance disordinate,una dopo l'altra.Perfortuna aveva avuto il buonsenso di dare le spalle a Thomas prima di impietosirlo.
Non avrebbe permesso al dolore che aveva dentro di venir fuori.E soprattutto non avrebbe permesso più che qualcuno potesse vederla fragile.
-Credo sia una fantastica idea.Shannen ha bisogno di allontanarsi da qui e con  Meg e Karol sarà spensierata e non sarà sola.- disse lei senza far trasparire emozioni.
-Liz,partono tra un'ora.Credo che dovresti andare a salutarle.- continuò  Thomas.
-Si,credo anche io.Grazie per avermi avvisata.-
-Posso venire con te,se vuoi!- propose lui sottolineando il " se vuoi".
Liz annuì.
-Ok.ti aspetto fuori- disse Thomas uscendo dalla sua stanza.
Liz emise un sospiro.Asciugò con il dorso della mano le sue guance e poi si vestì.
Attraversò l'intera casa e quando giunse dinanzi alla Biblioteca si fermò di colpo.
"E' stato solo un sogno". Ripetette.
La curiosità però ebbe la meglio.Si introdusse nella camera.La scala si trovava  nello stesso punto in cui si trovava all'inizio del suo sogno.Individuò il punto da cui proveniva il luccichìo. Nella realtà niente brillava.Poi si rese conto di capire perchè.Andò alla finestra e alzò la taparella.Guardò lo scaffale illuminato dal sole.Eccolo lì il luccichìo del suo sogno.Spostò la scala in direzione del libro con la "P" argentata e senza titolo nè autore.Lo strinse nelle sue mani.Quando lo aprì rimase stupita.Le pagine del libro erano bianche.Nel mezzo trovò un pezzettino di carta con scritto un indirizzo.Lo ripose in borsa rimettendo il libro al suo posto; poi raggiunse Thomas con mille interrogativi nella mente ma decisa nel dar loro una risposta.
 
Durante il tragitto verso casa di Shannen Thomas rimase silenzioso.Liz riusciva ad avvertire ogni tanto il peso del suo sguardo su di sè.
Le sembrava un estraneo benchè non fosse passato molto tempo da quando erano stati una coppia.Ovviamente prima di scoprire del tradimento erano una coppia felice.Ecco,Liz li avrebbe definiti felici e spensierati.
-Siamo arrivati- Thomas la riportò alla triste realtà.
-Puoi aspettarmi qui?- domandò lei.
Thomas rimase sorpreso.Non credeva che Liz gli avrebbe mai più chiesto qualcosa.
-Certo.Ti aspetto qui.- le sorrise.
Liz sorrise debolmente e poi si avviò verso casa di Shannen.
Ad aprirle fu Shannen. Liz istintivamente l'abbracciò lasciando l'amica senza parole.
-Mi dispiace.Davvero.Sarei dovuta venire stamattina.
-L'importante è che tu sia qui adesso.- le rispose Shannen stringendola forte.
-Vieni,andiamo in camera mia.
Liz seguì l'amica nella sua camera.Vide le valigie già pronte nell'ingresso e i suoi genitori occupati nel sistemare un borsone in cucina.Li salutò.La camera di Shannen le era sempre piaciuta.Un grande letto a baldacchino nel centro della stanza,una scrivania e un armadio a muro che le era sempre sembrato un pozzo senza fondo per l'enorme quantità di abiti che riusciva a contenere.
Si sedettero sul letto.Liz le prese la mano.
-Credo che ti farà bene stare via per un pò.
-Si, lo credo anche io.
-Sono felice che non sarai da sola ma che verranno anche Meg e Karol con te.Vi divertirete un sacco insieme,ne sono convinta.- disse Liz strinendo la mano di Shannen e cercando di sembrare davvero felice.
Shannen le sollevvò il mento con l'indice e la costrinse a guardarla negli occhi.
-Cosa sono quelle? Lacrime?- chiese notando gli occhi umidi di Liz .
-No! Lo sai che io non piango mai.- 
-Ogni tanto fa bene piangere,sai. 
-Lo so e mi dispiace che tu abbia dovuto paingere tanto ultimamente.
-Già.C'è una cosa che ho bisogno di dirti,Liz.
Liz la fissò per un momento e vide il suo viso contrarsi.
-Ho un tremendo bisogno di dirlo a qualcuno.E so che tu sei l'unica a cui posso dirlo.Sai che non voglio che gli altri provino compassione per me e tu sei l'unica persona abbastanza forte da non provare pena per me.- disse Shannen alzandosi dal letto e cominciando a camminare freneticamente per tutta la stanza. Liz rimase in silenzio attendendo che Shannen riprendesse a parlare.
-Non è facile.- Shannen chiuse gli occhi ed emise un lungo sospiro poi contintuò -Ho fatto quello che ho fatto perchè quella notte...- Cominciò a piangere.Liz si alzò per stringerla ma Shannen la bloccò.
-Non ho finito.- cercò di calmarsi.
-Shannen...- 
-Ascoltami Liz. Io non ti sto chiedendo di venire con noi perchè c'è una ragione.Io lo so che non centri niente tu.So che non è colpa tua.Ma ho bisogno di stare lontano da qui e da te.-disse Shannen.
Liz rimase di sasso.
-Cosa stai cercando di dirmi? Perchè hai bisogno di stare lontano da me?- chiese Liz con tono allarmato.
-Quella notte un uomo si è avvicinato a me.Mi ha chiesto di te,capisci? Mi ha detto di essere un uomo della polizia e che doveva farmi qualche domanda su di te.- Shannen ricominciò a piangere- Aveva persino il distintivo.Ho pensato che tu fossi nei guai.Capisci? Mi ha fatto delle domande su di te.Su dove vivessi.E io allora mi sono chiesta come facesse  un poliziotto a non sapere chi fossero i tuoi genitori o dove vivessi e volevo rientrare nel locale.Si,ero fuori a fumare una sigaretta quando mi ha avvicinato.- 
Gli occhi di Liz si riempirono di lacrime.Lacrime  che sgorgarono quando Shannen riprese a parlare.
-Liz,mi ha trattenuta.Io ero impotente,ero brilla.Non ho potuto difendermi.Non potevo fare niente.Ha cominciato a toccarmi,baciarmi.Non riesco più a dormire,Liz. Rivivo quell'incubo ogni notte.Ricordo i suoi occhi neri come la pece maliziosi che mi scrutano. Mi ha stuprata,Liz.Capisci? Mi vergogno tanto di me.Se non avessi bevuto,se non fossi uscita e se non ti avessi conosciuta,non sarei stata in pensiero per te e non lo avrei seguito.- Shannen si lasciò cadere sulle ginocchia singhiozzando.
Liz l'abbracciò.Era sconvolta.La sua amica era stata stuprata.Per colpa sua.Qualcuno l'aveva avvicinata cercando di ottenere delle informazioni su di lei.Ma chi? 
-Mi dispiace così tanto Shannen.Mi dispiace..- fu tutto quello che Liz seppe dirle.
Shannen la strinse più forte.
-Lo...so...so...che non....centri niente...ma ogni volta che ti vedo penso a quell'uomo che mi chiede di ... di ...te.Capisci perchè devo starti lontana?-Spiegò Shannen distrutta.
Liz annuì.Non riusciva a immaginare cosa provasse la sua amica.Nemmeno lontanamente.Rivedeva in lei il suo stupratore.Come biasimarla se non voleva averla  intorno? E' come quando Liz aveva cominciato ad associare la scuola  al tradimento di Thomas con Marisa.Un incubo.Ma le cose erano davvero più difficili da affrontare per Shannen.
-Ti prometto che troverò quest uomo,amica mia, e pagherà per quello che ti ha fatto.- disse Liz cullando Shannen tra le sue braccia.
Rimasero a terra,abbracciate fin quando la mamma di Shannen non bussò alla porta.
-Shannen,dobbiamo andare.Meg e Karol sono fuori che aspettano.
-Arrivo!- disse sciogliendo l'abbraccio-
-Andiamo!Ti accompagno fuori.- disse  Liz
Shannen annuì.  (Immaginate If Everyone Cared di Nickelback a partire da 2:43 )
Meg e Karol erano in piedi davanti al portone d'ingresso. Liz abbracciò anche loro trascinando  Shannen in quella dimostrazione di affetto.
-Mi dispiace ragazze.Mi dispiace di esserci stata poco per voi,ultimamente.- disse Stringendole.
La fece star bene essere per qualche secondo stretta a loro.La fece sentire meno sola.
-Vi aspetto qui!- promise.
-Certo,perchè dove vorresti andare?-scherzò Meg.
Sorrisero per un momento.Solo un attimo in cui tutto sembrò come prima.
-Ragazze è il momento di andare!- le chiamò il padre di Shannen in attesa nell'auto.
Meg e Shannen diedero un bacio a Liz e si precipitarono in auto mentre Karol  le prese la mano tenendola tra le sue.
-Avrai tutto il tempo adesso per capire se siamo abbastanza per essere prese in considerazione nella tua vita.- disse e poi si voltò e raggiunse le altre lasciando Liz con quelle dure parole frullarle in testa. 
Rimase lì,immobile mentre il padre di Shannen portava le sue amiche lontano da lei e con la consapevolezza che forse era lei ormai ad essere distante anni luce da loro.

Continua....
  
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