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Autore: O n i c e    26/02/2013    1 recensioni
[SOSPESA]
Una profezia vecchia di mille anni. Una storia che si ripete ciclicamente da tempi immemori.
Tra vecchi rancori e amicizia, odio e amore, dolore e felicità, segreti taciuti e verità inconfessabili il Mondo Magico dovrà affrontare la minaccia di una guerra non ancora conclusa.
Un passato da svelare, uno da lasciarsi alle spalle, uno da sconfiggere, mentre il destino di quattro vite si intreccerà inevitabilmente per proteggere il Sigillo e mantenere l’equilibrio.
Genere: Fantasy, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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Capitolo IV
Confessioni
 

 

«Allora?!»
Hermione non aveva neppure fatto in tempo a varcare la soglia della sala comune che Ginny le si era fiondata contro.
«Ginny! Con calma.» rise la riccia Grifondoro. «Fammi almeno entrare.»
«Oh sì, sì, ma qualcosa mi dice che hai parecchie cose da dirmi.» insistette la rossa.
«Ehi Herm, allora? Che voleva la McGranitt?» si intromise Harry stando comodamente seduto su una delle poltrone della sala comune.
Hermione prese un profondo respiro e orgogliosa guardò i suoi amici. «La preside mi ha nominata Caposcuola.» annunciò fiera.
«Cosa?!» esclamarono stupefatti Ron e Harry. «Ma è fantastico!» commentò poi il rosso. «Complimenti Herm.»
«Grazie ragazzi.» sorrise compiaciuta.
«E come ti senti?» chiese Ron.
Hermione gli lanciò uno sguardo interrogativo. «Come dovrei sentirmi?»
«Be’ Herm sei stata nominata caposcuola, sarai orgogliosa no?» spiegò.
«Certo, questo è ovvio, credo che se la preside abbia deciso di affidarmi questo titolo è perché l’ha ritenuto giusto, nulla di più. La mia nomina non deve essere assolutamente un motivo di vanto.» affermò con tono reverenziale. Il rispetto, la serietà e la stima che Hermione riservava per la McGranitt non aveva eguali.
«E che c’entrava Malfoy con tutto questo? Non dirmi che…» si ricordò Ron.
«… è diventato anche lui caposcuola?!» concluse Harry.
«Sì, la preside ci ha nominati entrambi.»
Harry e Ron si scambiarono uno sguardo allibito. Ginny invece si concentrò sull’amica. Di certo non le sfuggì quello strano luccichio che aveva attraversato lo sguardo di Hermione.
«Malfoy… Caposcuola?» Ron doveva essere alquanto scioccato da non riuscire a mettere insieme una frase un minimo coerente. «Ma è un mangiamorte!» sbottò infine.
«Ron durante l’ultimo scontro ti ricordo che è passato dalla nostra parte.» gli fece notare Hermione. La riccia si stava innervosendo alle affermazioni di Ron e non se ne spiegava neanche il motivo.
Diamine, che mi prende?
Harry cercò di placare gli animi. «Be’ Ron, il fatto che abbia cambiato fazione vorrà pur dire qualcosa. Non trovi?»
Ron sbuffò. «Mangiamorte è stato e mangiamorte resta. Quelli come lui non cambiano!» esclamò duro.
Hermione strinse i pugni e Ginny se ne accorse.
«Ehi!» s’intromise la Weasley, «ma come Caposcuola avrai anche una camera tutta per te!» esclamò raggiante.
«Già.» confermò Hermione, tirando un sospiro di sollievo per l’intervento dell’amica.
«Benissimo!» si gasò la rossa. «Allora andiamo a vedere com’è!»
«Ma Ginny…» tentò di protestare –senza neppure troppa convinzione in realtà- ma l’amica la stava già trascinando con sé. «I signori vogliano scusarci, ma la sua nuova stanza ci aspetta!» li salutò Ginny avviandosi su per le scale soddisfatta per la sua amica. Hermione si stupì dell’entusiasmo che pervadeva la rossa, quanto tempo era passato da quando la vedeva così… Ginny?
«Perché lei sì e noi no?» si lamentò Ron.
«Mi spiace ma a voi uomini l’accesso non è consentito!» rise Hermione prima di sparire su per le scale, trascinata dalla Weasley che sfrecciava nel corridoio.
«Wow!» fu tutto ciò che riuscirono a pronunciare le due Grifondoro non appena superarono la porta della nuova stanza di Hermione. Al centro della camera faceva bella mostra di sé un enorme letto a baldacchino ornato da raffinati tendaggi color oro, ai due lati del letto erano posizionati due eleganti comodini in ciliegio, mentre opposto ad esso stava una magnifica scrivania affiancata da un voluminoso divanetto in velluto rosso, della stessa tonalità delle pareti.
«Ma è meraviglioso!» commentò affascinata Ginny lanciandosi sul letto. «E questo letto è comodissimo! Anch’io voglio una stanza così! Sembra quella di una principessa…»
Hermione si aggirava per la stanza mentre la sua migliore amica continuava a parlare incantata come una bambina. La neo caposcuola sorrise felice di rivedere la cara e vecchia Ginny Weasley.
«Quest’armadio è enorme!» esclamò la rossa. «E guarda che bagno… ah, Herm beata te! Vero che mi terrai qua con te a dormire qualche volta?»
Hermione rise. «Ma certo Ginny, tutte le volte che vuoi.»
«Ah, grazie! Sei un’amica fantastica!» le disse prima di abbracciarla e trascinarla con sé sul letto, ridendo come una matta e contagiando anche la riccia.
«Io e te però dobbiamo parlare.» si fece seria Ginny dopo qualche minuto.
Ecco! Pensò sconsolata. Hermione mantieni la calma.
«Di cosa?» chiese facendo finta di nulla e cercando di distrarsi accarezzando le morbide lenzuola di seta color cremisi.
«Lo sai benissimo.»
«Davvero?»
«Vuoi venirmi a raccontare che non hai nulla da dirmi riguardo a un certo Draco Malfoy?!» domandò, anzi, affermò senza troppi giri di parole.
A Hermione venne improvvisamente caldo, era giunta l’ora della verità. Sapeva che Ginny le avrebbe fatto sputare il rospo, anche a costo di usare il Veritaserum per farsi dire ciò che voleva.
No, forse quello no. Ma non ne era così certa.
«Cosa dovrei dirti?» cercò di prendere tempo.
«Oh vediamo, mmm… per esempio perché quando oggi l’hai visto nel corridoio sei diventata dello stesso colore di questa stanza…»
«Non…»
«E no Hermione! Puoi raccontare a mio fratello che ti è venuto caldo perché il corridoio era affollato, ma non freghi me!»
«Ginny, io…»
«Sto aspettando…»
L’amica incrociò le braccia sotto il seno con un’espressione seria in volto.
«Oh, e va bene, ti dirò quello che vuoi sapere.» si arrese Hermione.
Ginny ghignò soddisfatta. «Era ora! Sono tutt’orecchi.»
 
«Quindi Dra’? Com’è andata?» lo accolse curioso Blaise appena Draco entrò in sala comune.
«Blaise hai davanti a te il nuovo Caposcuola!» annunciò ghignando e allargando le braccia soddisfatto, mentre sentiva addosso tutti gli sguardi ammirati degli altri compagni di casa che affollavano la sala comune. Alla fine il moro non si era sbagliato: tutti i Serpeverde rispettavano Draco e lo consideravano degno di dettare legge lì nei sotterranei; chi meglio di lui? Il mangiamorte pentito che aveva scelto di rinnegare ciò che era diventato.
Pochi erano quelli che gli rivolgevano la parola; a parte Blaise, solo alcuni studenti dell’ultimo anno e i fedelissimi della squadra di Quidditch appartenevano alla cerchia ristretta che aveva il privilegio di conversare con il Principe delle Serpi. Tutti gli altri lo ammiravano da lontano, e certamente al biondo Serpeverde non dispiaceva –orgoglioso com’era,- ma non gli importava poi molto di cosa si pensasse di lui.
«Complimenti Malfoy!» si congratulò Malcolm Baddock, assieme a Harper e altri, dandogli una pacca sulla spalla.
Draco sogghignando compiaciuto fece un cenno col capo a Blaise. «Vieni con me Bla’.» gli disse avviandosi verso i dormitori, mentre gli studenti dei primi anni si scansavano al suo passaggio.
«Certo che alcuni sono veramente insopportabili.» sbuffò Draco una volta soli nel corridoio.
«Con chi ce l’hai Dra’?» domandò Blaise.
«Non è neanche un giorno che siamo tornati a Hogwarts e già i ragazzini mi fissano come fossi l’eroe della guerra, è snervante.»
«Ah, ah. E che fanno di male?»
«Ma che fissassero lo Sfregiato così…»
«Draco quando accetterai il fatto che è anche grazie a te che abbiamo vinto la guerra?»
Draco lo guardò storto. «Grazie a me?» chiese sarcastico.
«Sì, grazie a te. Come grazie a tutti quelli che hanno combattuto contro l’Oscuro.» spiegò. «Tu hai avuto il coraggio di rinnegarlo per unirti a Hogwarts e combatterlo, e questo è un gesto di grande coraggio mio parere. Ed è sempre grazie a te che il nome dei Malfoy non è caduto in rovina. Hai fatto molto Draco, ed è per questo che ti considerano un eroe. E poi non dirmi che non apprezzi gli sguardi che ti riservano le ragazze.»
«Ah, be’ sarei pazzo se così non fosse.» ghignò il biondo.
«Mmm… però non so se la Granger sarebbe dello stesso avviso.» commentò Blaise a mezza voce.
«Che hai detto?» sbottò Draco.
«To’, deve essere questa la tua nuova stanza.» cambiò argomento l’amico.
«Fermo Blaise.» lo bloccò afferrandolo per un braccio. «Spiegami perché da ieri in ogni singolo discorso non fai altro che nominarla.» sibilò il biondo.
Il moro si fece fintamente serio. «Ho visto come la guardi.»
Draco inarcò un sopracciglio, fingendosi perplesso e mantenendo la calma per essere maggiormente credibile. «Probabilmente hai dei problemi di vista Blaise, direi che hai pure fumato qualcosa. Io e la mezzosangue?! Mai. In che universo vivi?»
«Ah Draco sei davvero un ottimo attore, se non ti conoscessi così bene ti crederei anche. Peccato che se fosse come dici avresti già riempito di insulti me, per quello che ho detto, e la Granger, perché lo fai da sempre. Sbaglio?»
«Ma hai la febbre per caso?»
Blaise rise. «Oh grazie che ti preoccupi per me; comunque tranquillo, sono sanissimo!» esclamò mostrando un sorriso smagliante.
«Se lo credi!» sbuffò l’altro prima di aprire la porta e superare l’entrata della sua nuova stanza.
Blaise lo affiancò e osservarono la stanza: un trionfo di verde, nero e argento; i colori della Casa splendevano di tutta la loro bellezza.
«Fantastico Dra’!» disse entusiasta il moro avvicinandosi all’immenso baldacchino corredato di tende argentate, così come le federe dei cuscini e lenzuola di magnifica seta verde scuro. «Beato te!» continuò Blaise ammirando il mobilio di pregiato legno nero.
«Già. Essere caposcuola ha un sacco di lati positivi.» confermò Draco.
«Me la presti qualche volta, vero?» chiese Blaise dandogli una gomitata.
«Ma te lo puoi scordare Bla’!» gli rispose il caposcuola ricambiando il gesto e spingendolo ghignando. «Questa è la mia stanza! Non ho certo voglia di tornare e trovare te impegnato con qualcuna!»
«Sì, grazie. Bell’amico che sei!» scherzò.
«Non c’è di che…»
«E tu ci porterai qualcuna?» chiese malizioso, alludendo a…
«Un'altra parola e ti schianto, chiaro?»
Blaise alzò le mani. «Va bene, va bene! La smetto.»
Per ora…
 
«Aaaah! Lo sapevo, lo sapevo!» Ginny saltellava eccitata sul letto sotto lo sguardo stupefatto di Hermione. «Ci voleva così tanto a dirmelo?»
«Ma Ginny. Io, be’ non credevo la prendessi così, insomma Draco…»
«Ah, ah! Allora è proprio una cosa seria se lo chiami addirittura per nome… Ah Herm sì, sì sei proprio cotta!»
«Ma che stai dicendo?!»
«Quello che ho detto!» rise la rossa. «Dai Herm dopo quello che mi hai detto, e soprattutto come l’hai raccontato, è evidente che ti piaccia.»
«Non è vero.» borbottò incomprensibilmente la riccia.
«Certo, e io allora sono una Veela… ma dai Herm, vuoi dirmi che non ho ragione?» insistette Ginny.
Hermione era stupita, mai si sarebbe aspettata una reazione simile da parte della migliore amica. Draco Malfoy li aveva sempre insultati, tutti loro. E non appena lei gli aveva confessato di quel bacio Ginny si era come illuminata, come se fossero bastate quelle parole per far riemergere la Ginny di sempre, anche se il soggetto di quella confessione era chi li aveva sempre disprezzati. Lo sperava davvero con tutto il cuore.
«Ginny non lo so, ci sono stati solo un paio di baci quella notte, insomma dopo tutto quello che era successo non so neppure io perché non l’ho respinto. » ammise.
«Immagino che anche lui si sentisse come tutti noi.» le disse la Weasley, anche se sapeva bene che nessuno poteva immaginare il dolore che lei aveva provato: vedere suo fratello Fred morire davanti ai suoi stessi occhi le aveva causato un vuoto immenso, un vuoto che la sua famiglia e i suoi amici volevano colmare, che lui voleva colmare.
«Non vedo per quale motivo non volevi dirmelo, comunque.» continuò.
«Ehm, diciamo che non sapevo come l’avresti potuta prendere, dato che si tratta sempre di Malfoy.»
«Oh Herm quanti problemi che ti fai.» rise la rossa. «E mio fratello e Harry? Come la metti con loro?»
Hermione si irrigidì, non ci aveva pensato. «Non voglio dirgli nulla per ora, in fondo a parte quel bacio… ce n’è stato solo un altro…»
«Cosa? E quando?» si risvegliò l’entusiasmo dell’amica.
«Prima, mentre stavamo raggiungendo l’ufficio della McGranitt Draco mi ha bloccato e mi ha baciata.» spiegò.
«Woow! E tu?» chiese speranzosa.
«Gli ho detto che la preside ci aspettava e mi sono avviata verso il suo studio, per tutto il tragitto mi sono sentita i suoi occhi addosso!»
L’espressione di Ginny da piena di aspettative mutò un delusione.
«Ma Herm!» la rimproverò. «Ti sembra?»
«Cosa?» chiese confusa.
«Hermione che ti passa nella testa?! Draco Malfoy ti bacia e tu dici che siete in ritardo? Ma io non lo so…»
«Shh abbassa la voce! Vuoi che lo sappia l’intera Casa?»
Ginny scosse la testa passandosi una mano sul viso, rassegnata. «Merlino, che devo fare?» domandò retorica. «Comunque tranquilla non dirò nulla ne a Harry né, tantomeno, a mio fratello. Non vorrei facesse una scenata peggiore di quella di oggi…»
«Grazie Ginny.» mormorò Hermione abbracciandola forte, e l’altra ricambiò. «E tu con Harry?» cambiò argomento la riccia.
«Bella domanda, non lo so neanch’io, nel senso che Harry mi è stato vicinissimo in questo periodo, l’hai visto no? e gli voglio un bene dell’anima, ma ho bisogno di un po’ di tempo.»
«Sai che per te ci sono sempre Ginny.»
«Come io per te!» affermò l’altra prima di stritolarla in un nuovo abbraccio.
Ginny… sei di nuovo tu!


 

  
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