[...Hermione ne era sicura, segnava l’alba di un nuovo giorno.]

La cena ormai fredda aspettava da un’ora sulla tavola in attesa di essere consumata.
Un bimbo e una bimba giocavano seduti sul tappeto della sala.
- Rosie, Hugo, vi prego, abbiate un po’di pietà per il mio mal di testa!- pregò la donna abbandonata nella poltrona del marito.
 
Aveva avuto una giornata pesante e quell’ inguaribile nullafacente di suo marito doveva sempre farla preoccupare con i suoi orari impossibili, ma stavolta era il colmo: oltre un’ora dalla fine del suo solito orario lavorativo.
L’avrebbe volentieri cruciato, se lo avesse avuto davanti.
 
Gettò un ultimo sguardo distratto alla foto che teneva in grembo e che aveva recuperato circa mezzora prima dalla mensola della libreria, su cui si trovava abitualmente.
Perché non poteva essere tutto così facile come allora?
 
Uno scatto della serratura la fece trasalire e, prima di rendersene conto i suoi figli erano corsi tra le braccia del padre, appena rientrato.
Aspettò che i bimbi fossero tornati alle loro occupazioni e che Ron si fosse tolto il mantello dalle spalle, poi indossò la sua migliore aria battagliera e si diresse spedita verso di lui, aggredendolo.
 
- Ronald Bilius Weasley! Pretendo spiegazioni! Lo sai quanto mi hai fatta stare in pensiero?!
- Mione, non fare così, sono solo andato a bermi un bicchiere di WhiskeyIncendiario con gli Auror…
 
Hermione ferita si diresse verso la poltrona e si sedette di nuovo senza ribattere, offesa a morte.
Lei sgobbava dalla mattina alla sera e si occupava dei bambini e lui pensava a divertirsi con i colleghi. Ovvio.
 
Ron si inginocchiò ai suoi piedi, sperando di riuscire a farsi perdonare con qualche moina, quando vide un angolo di una cornice fuoriuscire dall’incavo del bracciolo della poltrona.
La prese e la rigirò tra le dita.
Guardandola, rimase senza fiato.
 
Era una foto del loro matrimonio, in primo piano lui e sua moglie, entrambi ancora giovani e inesperti, si scambiavano un bacio dolcissimo; dietro sua sorella, appena sbocciata nella splendida donna qual’era, sorrideva a Harry, tenendo tra le mani il bouquet bianco che aveva raccolto poco prima che la foto venisse scattata, quando Hermione l’aveva lanciato tra la folla, secondo una tradizione babbana.
 
E quel bislacco sortilegio che il rito portava con sé si era avverato, dopo pochi mesi i loro amici si erano sposati ed era nata la loro figlioletta Rose, giusto in tempo per assistere al matrimonio degli zii con i suoi curiosi occhietti da neonata.
Ron non poté fare a meno di sorridere.
 
Alzando lo sguardo vide però che gli occhi della moglie si erano riempiti di lacrime, era sfinita.
Si chiese quando fosse stata l’ultima volta che l’aveva baciata in quel modo, senza pensieri e senza riserve.
Lei lo anticipò:
- Ron, ma tu mi ami ancora come mi amavi a vent’anni?- disse accennando alla foto.
 
Il rosso le prese le mani tra le sue:
- Certo che ti amo, c’è bisogno di chiederlo?
- Non lo so, a volte ho la sensazione che non sia poi così ovvio per te. – rispose, sbuffando, nel tentativo di ricacciare indietro le lacrime che le affollavano il volto- E’ vero, è stato coraggioso da parte tua chiedermi di sposarti, e sinceramente, dato il tuo carattere, non pensavo l’avresti mai fatto.
Ma il vero coraggio in un matrimonio sta nell’affrontare la routine di ogni giorno, senza perdersi per strada e coltivando quotidianamente il sentimento, Ron.
E noi non siamo stati molto coraggiosi, evidentemente.
 
- Mi dispiace, Mione, hai ragione, hai sempre avuto ragione…
Non sono il migliore dei padri, né il migliore dei mariti, ma vent’anni fa tu mi hai accettato così, per quello che sono e ti giuro che se fino ad ora non ci ho provato abbastanza a salvare questo rapporto, ci proverò di più.
Infondo siamo due Grifondoro, e il coraggio non ci manca, ce la faremo!
Ma non dire che non ti amo, non pensarlo neanche…tu sei tutta la mia vita.
 
Hermione non l’aveva mai visto tanto serio.
Senza darle tempo di replicare Ron la strinse come non la stringeva da secoli e la baciò con tutto se stesso, proprio come nella foto.
I loro cuori non battevano tanto dal loro primo bacio.
 
Un timido applauso li fece staccare. La piccola Rose sorrideva nel vedere quella manifestazione d’amore dei genitori e vedendo che le prestavano attenzione, intensificò l’applauso, seguita a ruota dal fratellino.
I genitori si sorrisero, complici.
 
- E lei, signora Weasley? Mi ama ancora?- scherzò Ron, arrossendo.
Hermione gli indicò i figli con lo sguardo:
- Ci può giurare, signor Weasley, e loro ne sono la dimostrazione.
- Allora ti va se ricominciamo da noi?- chiese il rosso carezzandole la mano.
La strega sorrise come non faceva da anni - Non vedo l’ora, amore mio.

Saaalve :3

Siamo arrivati alla fine, non ci posso credere :')
Ebbene sì, era tutto un flashback (fatemi sapere se l'idea vi è piaciuta).
Hope you liked it.  ♥

Nell'attesa che la mia mente malata produca una nuova ff (potteriana o non)
e che io impari a fare dei banner decenti (ne approfitto per un appello a qualche santo tra di voi che abbia la pazienza di istruirmi),
vi pubblico qualche lavoretto originale (un paio sono in corsa per dei concorsi locali),
che spero apprezzerete.

(Basta con le parentesi, alla prossima),
_ApriL_ :)