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Autore: Hi_Ops    26/02/2013    4 recensioni
Se Harry se ne fosse reso conto, sicuramente, non avrebbe permesso quello. A lui facevano schifo i gay, eppure, si stava facendo fare una pompa da un uomo. Se solo avesse saputo.
«Loulou» gemette Harry, sempre con quella sua voce leggermente roca che, in qualche modo, facevano risvegliare strane sensazioni in Louis. «Loulou» ripeté, fino a venire.
**
«Quella notte, Louis? Quella notte? E' stato solo un errore» disse, sputandogli quelle parole taglienti come lame, contro.
«Un errore, Harry? Però mi sembrava che ti era piaciuta la mia pompa! E vogliamo parlare di quando ti sei fatto fare una sega, eh?! Tu mi hai usato solo per il sesso» rispose il castano, con le lacrime agli occhi.
«Sì, Louis. Solo per il sesso.» Affermò il riccio, girandosi di spalle, con l'intenzione di andare via. «Ah, e sai una cosa? Sei solo uno stupido gay.» Concluse, uscendo dall'appartamento, spezzando definitivamente il cuore di Loulou.
**
«Non ero uno stupido gay?»
«Forse. Intanto, ora, fammi una sega» ordinò Harry, con la sua voce roca.
Genere: Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Chapter two.

 
 
 
«Zayn!» Urlò, chiamando l’amico. «Si?» Rispose l’altro, dal bagno. «Hai preso tu la mia maglietta?» chiese Harry, raggiungendolo; si soffermò davanti alla porta, aspettando una risposta.
Se davvero l’aveva presa, si sarebbe incazzato. Era la sua maglietta preferita.

«Quale maglietta?»
«La mia maglietta preferita» precisò il riccio, sbuffando ed appoggiando un braccio alla porta «allora?» domandò, impaziente. «Mmh.. no.»
Se Zayn non l’aveva presa, dove diavolo era finita?
Ricercò un’altra volta nell’armadio ed in camera sua; scese al piano di sotto e continuò a cercarla, ma non c’era. «Cazzo» sussurrò, sbuffando e dando un pugno al divano.
Doveva andare ad un appuntamento con una ragazza e, quella, era non solo la sua maglietta preferita –infatti, tutti sapevano che nessuno doveva toccare le cose preferite di Harry, motivo per il quale si sarebbe incazzato nero-, ma era anche la sua maglietta portafortuna.
Si sedette sul divano, chiudendo gli occhi. Un’altra maglietta, sarebbe andata bene uguale, insomma, era solo una m- no. Lui voleva la sua maglietta, quella maglietta.
Harry mugugnò qualcosa di incomprensibile prima di aprire lentamente gli occhi. La luce leggermente fioca del lampadario lo infastidì, e quel letto gli aveva fatto venire un gran mal di testa. Un secondo, pensò il riccio, questo non è il mio letto.
Pochi secondo dopo era già in piedi, fuori dalla vasca; si strofinò gli occhi, tossendo. Aveva un gran mal di testa e non ricordava niente della serata precedente, un bel niente.
Si guardò intorno, capendo che quello era un bagno –cosa che non riuscì subito a capire, nonostante avesse visto o meglio, ritrovato sdraiato, in una vasca-, che lui era nudo e i suoi vestiti erano sparsi per terra. Quello che lo incuriosì, però, era che non c’era nessun segno sul suo corpo né di rossetto, né di graffi o succhiotti vari, niente di niente. Dopotutto, come quello che riusciva a ricordare: niente di niente.
Magari lo avevano picchiato e non se lo ricordava.. no, non aveva forti dolori addosso, a parte qualche piccolo malessere causato dalla scomoda posizione in cui aveva dormito, per lo più in una vasca, e sul suo corpo non c’erano lividi.
Sospirò, raccogliendo velocemente i vestiti, mettendosi una camicia. Però, non si ricordava di aver messo una camicia, perché lui non metteva mai camicie. Be’, si era preso una sbronza, non sapeva nemmeno dove si trovava, tanto per aggiungere qualcosa.
Uscì dal bagno, scendendo velocemente le scale. Da quelle poche persone che c’erano, dormendo per lo più, sul divano, la postazione dj ed i vari bicchieri, festoni e vestiti sparsi a terra, capì che la sera prima era stato ad una festa. Mmh, non male capire quello per una sbronza presa da Harry.
 
«Cazzo, cazzo, cazzo» disse, ricordandosi di due mattine precedenti «devo tornare in quella villa.» Si disse, prendendo la prima maglietta che gli capitò, il giubbotto e le chiavi della macchina.
Stava davvero andando in una villa per ritrovare una maglietta? Ma non era una maglietta comune. Era la sua maglietta preferita.
«Dove vai?» Chiese Zayn, scendendo dalle scale con un asciugamano legato in vita e lo spazzolino in bocca.
«Esco»
«Esci dove?»
«Se volevo una mamma, di certo non venivo a vivere solo con te, idiota» lo salutò il riccio, correndo fuori di casa.
Salì nella sua macchina, sfrecciando veloce verso la villa. Sperava davvero che non gliel’avessero fregata, o sarebbe impazzito. Insomma, era la sua maglietta preferita!
 
 
 
«Ciao Lou»
«Ciao Liam» lo salutò il castano, sorridendo «hai pulito casa?» chiese, entrando nel viale di ghiaia. L’amico fece un piccolo sorriso, mettendosi le mani sul viso, per poi scoppiare a ridere.
«Sì e no» rispose, incrociando le braccia davanti al petto. «Cosa vuol dire?» Chiese Louis, appoggiandosi al recinto.
«Che.. be’, ho mandato via la gente, però la casa è ancora in disordine, quindi.. sì e no» spiegò, facendo scatenare una piccola risata da parte di Louis.
«Vuoi una mano?» Domandò poi, il castano.
«Sei sicuro?»
«Dopotutto, non ho niente da fare. E, magari, trovo qualcosa di valore. Su, andiamo» scese dal recinto, entrando in casa.
In quel preciso momento, quando aprì quella porta e vide tutto quello che gli si presentò davanti, avrebbe tanto voluto rispondere “no”. La casa era un completo disastro: divani spostati, rovinati, bicchieri dappertutto, festoni sparsi dappertutto e qualche vestito qua e dì là.
«O. Mio. Dio.» Scandì Louis, rimanendo a bocca aperta. «Liam, ti prego, dimmi che abbiamo sbagliato casa» disse, girandosi verso l’amico, scoppiando a ridere.
«Purtroppo no. Ieri, o.. l’altro ieri? Be’, comunque, il giorno della festa ho perso il controllo, e sono pure andato a letto con un ragazzo» spiegò, chiudendosi la porta alle spalle, spostando un bicchiere da terra.
Un ragazzo.
Louis se ne era quasi dimenticato, almeno, aveva cercato di auto-convincersi che lui non aveva fatto niente con quel ricciolino dagli occhi color smeraldo, i capelli soffici ed un profumo inconfondibile..
Sospirò, ripensando a quella sera. Dopotutto, quel ricciolino era ubriaco fradicio, non se ne sarebbe mai ricordato; però, lui aveva la sua maglietta, e la stava pure indossando dato che, prima di andare da Liam, aveva girato per casa in boxer. E, al momento di uscire, la prima maglietta che afferrò fu quella: la maglietta del ricciolino.
«Tutto bene, Lou?» Chiese l’amico, vedendolo un po’ assente.
«Sì, stavo solo pensando» rispose, facendo un piccolo sorrisetto, ricordandosi le labbra di Harry sulle sue.
«A cosa?»
«A come faremo a ripulire tutto questo macello!» Esclamò, correndo al centro di quella che era stata la pista da ballo due giorni prima, lanciando in aria un festone.
Liam fece una piccola risata per l’entusiasmo dell’amico, raggiungendolo. Avrebbero avuto molto lavoro da fare.
«Lou, sicuro di stare bene?» Chiese Liam, circa un’ora dopo, mentre avevano quasi finito di pulire il salone.
Per più di tre volte, si era incantato, pensando ad altro, o meglio, a degli occhi color smeraldo appartenenti ad un ragazzo dai ricci soffici e le labbra sottili ma dolci. Quelle dannatissime labbra.
Di una cosa era certo: quel ricciolino lo aveva stregato. E colpa dell’alcol, non era.
 
 
 
Harry era in ritardo; meno di mezz’ora dopo doveva essere ad un appuntamento dall’altra parte del paese, e non era ancora arrivato alla villa. Non mancava poco, però il tempo di cercare la maglietta non sarebbe stato di certo minimo.
Cazzo, era nella merda.
«Dai, su» sussurrò, cercando di auto-convincersi che ce la poteva fare. Ma solo il pensiero che nessuno in quella casa c’era, oppure che avevano già pulito e non avevano trovato niente, o che, peggio ancora, era rimasto tutto com’era e della sua maglietta non c’era traccia, lo distruggeva.
Parcheggiò velocemente, suonando il campanello.
«Si?» Chiese quello che doveva essere il padrone di casa; aveva i capelli castani, gli occhi color nocciole e un po’ di barbetta incolta sul viso.
«Ciao, venerdì sono venuto qui, alla tua festa e temo di aver dimenticato la mia maglietta. So che ti sembrerà stupido m-» lo interruppe, aprendo la porta, sorridendo.
«Ho appena iniziato a pulire e, per tua fortuna, non ho trovato nulla qui sotto ma, se vuoi, puoi provare a cercare al piano di sopra.» Gli disse, mentre Harry attraversava il piccolo vialetto di ghiaia, sorridendo.
«Grazie, sei gentilissimo.»
Entrò nella villa, ancora leggermente in disordine, almeno in salotto, pronto a salire al piano di sopra, diretto al bagno, quando dalle scale scese un ragazzo.
Era poco più alto di lui, indossava un cappello grigio sopra i capelli castani, aveva gli occhi azzurri ed indossava.. la sua maglietta.
«Ehi, tu! Quella è la mia maglietta!» Esclamò, avvicinandosi al ragazzo.
E, in quel momento, dopo aver puntato i suoi occhi verdi in quelli azzurri del liscio, quest’ultimo si sentì morire.


 



 

Here!
Ciao a tutte, eccomi tornata. Lo so, ho postato ieri il primo capitolo, ma oggi non ho proprio resistito ed ho dovuto postare il secondo. 
Spero, ovviamente, che vi piaccia; mi sono abbastanza impegnata a scriverlo e la gif che vedere non è legata al capitolo, cioè sì, dovrebbe esserlo, ma non ne trovato nessuna, così ho visto questa ed ho pensato "sono sulle scale, si guardano, sì può andar bene", lol. 
Be', ringrazio le 3 ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo, ovvero: Larry Is a Promis, Always_Happy & CarlottaBear, grazie!
Ringrazio anche le 2 ragazze che l'hanno messa fra le preferite, 1 che l'ha messa fra le ricordate e le 15 che l'hanno messa fra le seguite! Oddio, sono così entusiasta!
Ah, anche grazie alle 118 visite! Stiamo scherzando? 
Vi lascio, ancora grazie e al prossimo capitolo (:


Hi_Ops 

 


 

  
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