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Autore: Giulietta_3    26/02/2013    2 recensioni
Chi mi conosceva, avrebbe detto con tranquillità che Micol quel giorno era pimpante come al solito, ma vi assicuro che ero tutto tranne che pimpante.
Avrei voluto dare fuoco ad Holmes Chapel, buttarmi giù da un dirupo, tagliarmi le vene fino a morire piuttosto che rivederlo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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‘Micol’ una voce, di quelle profonde, di quelle che facevano male al sol sentirle mi stava chiamando dalla realtà mentre io
ancora mi crogiolavo nel mondo dei sogni attaccata come una piovra a Ben Barnes.
Mi misi le coperte sulla testa e cercai di riprendere sonno, ma poi mi ritrovai a pensare che quella non era di certo la voce
di mia madre.
Scostai con lentezza disumana le lenzuola e mi voltai verso sinistra, dove due grandi occhi verdi mi guardavano tristi.
Rimasi immobile e l’unico pensiero che mi inondava la mente era che Harry era cambiato.
Era molto più magro di quanto ricordassi e anche molto più alto. Il suo viso era quasi scolpito e i suoi occhi erano
molto più grandi. Non potei fare a meno di pensare quanto fosse bello.
 
 

‘E poi, e poi???’
‘E poi mi sono svegliata Ezra! Pensavi girassi nella mia testa una specie di filmino porno?’
Martedì mattina, il sole splendeva alto nel cielo di Holmes Chapel e io non desideravo altro che morire.
E di certo quel maledetto gay o bisex o qualsiasi cosa fosse, del mio amico non mi aiutava. Mannaggia a lui e alla
sua inspiegabile voglia di accoppiarmi.
‘Dai ho vista gli scatoloni fuori casa sua, non sei emozionata?’
Io emozionata? Certo che no! Non ero minimamente uscita di casa quella mattina neanche per prendere i giornali
tanto che ero emozionata! Più o meno la paura di vederlo mi attanagliava sula sedia della cucina impedendomi di alzarmi
anche per prendere i cerali. Quanto potevo essere emozionata secondo voi?
‘Lo sai che dobbiamo andare a scuola vero?’ la voce di Ezra risuonò per la casa ormai vuota.
Mia madre aveva accompagnato mio fratello a scuola e mio padre era chissà dove per lavoro.
Era sempre così quasi tutti i giorni. I miei non c’erano ed Ezra veniva a farmi compagnia, ogni santa mattina.
E pensare che pochi anni prima, sulla stessa sedia c’era seduto un altro ragazzo, lo stesso che in quel momento
cercavo di evitare in ogni modo.Sbuffai e mi alzai svogliata dalla sedia che era diventato ormai quasi un tutt’uno col mio sedere.
Mi aggiustai, sotto lo sguardo stralunato del mio amico, il maglione grigio che indossavo quel giorno e mi diressi alla
porta dove, gettati in malo modo a terra giacevano il mio giubbotto di pelle e la cartella nera.
‘Ezra ti muovi si o no?’ urlai mentre infilavo di mal voglia il mio braccio nella manica del giubbino.
Lui si precipitò verso la porta e mi prese a braccetto.
‘Pronta per la guerra?’





Appena uscita mi girai circospetta da tutte le parti come un segugio fin quando non vidi quei maledetti scatoloni a terra,
sul suo pianerottolo. Mi bloccai di scatto quando vidi dentro una di queste, sbucare fuori, come il coltello in una piaga,
una cornice che gli avevo regalato io tanti anni prima e che ci ritraeva insieme, felici. Forse allora non mi aveva dimenticata.
‘Mic guarda’ il cigolio di una porta, un corpo muscoloso ma esile al contempo e due pozze verdi.
In quell’esatto istante tutto il mondo scomparve e quella giornata tanto soleggiata divenne tempestosa.
Perché? Perché mi faceva ancora quell’effetto? perché rimanevamo fissi a guardarci?
Perché  volevo solo andarlo ad abbracciare?
La verità era che mi era mancato, più di quanto avessi previsto, più di quanto avessi voluto.
Lui fece per muoversi interrompendo quel contatto visivo ma Ezra non gli permise di far nulla, probabilmente perché
aveva notato i miei occhi offuscati o probabilmente le nuvolette di pioggia sopra la mia testa.
Mi cinse con un braccio sotto lo sguardo attonito di Harry e con fare protettivo mi portò via.
‘Grazie Ezra’ dissi sottovoce, mentre andavamo via, cercando di non dare molto conto allo sbattere della porta
dietro di noi che risuonava quasi fosse un campanello d’allarme.
‘Non l’ho fatto per te cara, l’ho fatto per me! Non voglio un altro cazziatone atomico dalla Jefferson, già ho una F in storia!’
e io risi, perché Ezra proprio non le sapeva dire le bugie.
 



Lo odiavo. Odiavo tutto di quel maledetto Harry Styles. I suoi capelli, i suoi occhi, la sua bellezza indescrivibile
e la sua innata dolcezza. Ma sopra ogni cosa odiavo me che gli permettevo ancora una volta di rovinarmi la giornata.
 


 
‘In ritardo come al solito signorina Pond’ era sempre un piacere vedere il professor Patel alla prima ora.
Mi riempiva davvero di gioia e mi illuminava la giornata.
‘Mi scusi professore, sa com’è! Il pullman!’ si certo, un bel pullman con fari verdi e tettuccio dai capelli ricci.
Ero davvero ridicola.
‘E’ l’ultima volta che la giustifico signorina, che non succeda mai più… anzi perché non ci delizia un po’ con le sue
conoscenze in chimica oggi?’
Che giornata di merda.
 



Alla seconda ora, nel bel mezzo di un assiduo studio che occupava tutta la scuola, io avevo l’ora di musica.
Capite? Io, che in quel periodo non volevo quasi neanche prendere il mio ipod in mano, avevo l’ora di musica.
Ridicolo davvero. Eppure nonostante i miei dissidi con la materia, quel’ora mi piaceva. Non so perché, forse per masochismo, forse per pazzia. Ma quel giorno probabilmente sarebbe stato meglio darmi per dispersa
in qualche posto sperduto nel mondo, tipo in Honolulu o in Papua Nuova Guinea.
Mentre mi sedevo comoda nel mio banchetto a due, felicemente vuoto, la voce dell’insegnante spiegava emozionata
la lezione di quel giorno.
‘Cari ragazzi, oggi è per me un giorno importante. Penso voi sappiate che il mio più caro alunno è tornato in città’
da quel momento non feci più caso a ciò che diceva. Iniziarono naturalmente tutti quei risolino eccitati, tutti quegli sguardi furtivi. Tutti lo conoscevano, l’avevano visto crescere e cadere dalla bici un migliaio di volte eppure erano in trepidazione
di scorgere la nuova star per le strade, o per i corridoi della scuola. Che schifo.
Non potevo avere un po’ di pace? Almeno in quell’ora!
Ma nonostante cercassi di essere del tutto distaccata, il suo discorso mi stava inducendo un brutto presentimento.
No, non poteva essere. Dio ma che ti avevo fatto di male a quel tempo?
‘Ragazzi ecco a voi Harry Styles’ urla, urla ovunque mentre io cercavo in tutti i modi di scappare. La finestra poteva essere un’ottima soluzione o magari potevo nascondermi sotto il banco.
Ma poi, appena entrò smisi di pensare, di muovermi, persino di respirare. Da lì, da così lontano sentivo il suo profumo
e non potei fare a meno di pensare che aveva lo stesso odore di tre anni prima.
Non entrò neanche che subito i suoi occhi si posizionarono dritti nei miei. E iniziò di nuovo quel gioco di sguardi.
“Mi vuoi far impazzire? Bastardo”
Harry fece tutti i saluti dovuti. Salutò persino quel cretino di Josh che gli era sempre stato antipatico fin dai tempi delle medie.
Poi come se i suoi occhi non fossero già una tortura sufficiente la professoressa scorse, come unica sedia libera, quella accanto a me.
Ho già accennato alla splendida giornata che si stava prospettando davanti a me?
Davvero, che merda.




 

Da Dannnnn!
Ok non vedevo l'ora di postarlo xD Questa storia mi intriga da matti e non avete idea di quanto stia trascurando l'altra storia, ma prometto che domani sera mi metterò di impegno a scrivere i capitoli ;)
Inizamo con le prime presentazioni!
Ezra... beh Ezra è interpretato dal ragazzo più affascianante degli ultimi tempi, il mio adorato Ezra Miller ( Che sto ficcando un po' ovunque xD)
La nostra amata Micol ha il volta della docezza e bonaggine per eccellenza (rullo di tamburi): Cintia Dicker.
Naturalmente sono io ad immaginarla così, ma voi potete vederla come volete :)
Beh che dire ringrazio chi ha recensito, chi ha letto, chi ha messo la mia storia già tra i preferiti (Oh my!) o chi anche solo per sbaglio l'ha aperta.
A presto.
XOXO.
  
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