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Autore: katyjolinar    14/09/2007    3 recensioni
Vacanze dell'Independence Day.
La curiosità può fare brutti scherzi, per questo Ziva si troverà a seguire di nascosto Tony a Baltimora, scoprendo il suo più grande segreto.
Non ci sono spoiler sulla s4, anche se la stagione ora in onda è soprannominata "stagione dei segreti" e, dal titolo di questa fanfic potrebbe sembrare collegata. L'ambientazione è precedente all'episodio "l'attentato" nella S3.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7

IL PIU' GRANDE SEGRETO DI TONY

Sesto giorno

Era giovedì 6 luglio.

Mancava poco alla fine delle vacanze, perchè Tony e Ziva sarebbero partiti il sabato sera per Washington, così Tony passava più tempo che poteva con la figlia, perchè non l'avrebbe potuta tornare a trovare prima di un mese.

Ziva poteva capirlo: faceva un lavoro pericoloso, rischiava la vita ogni volta, per il bene del Paese, e non sapeva se, la volta dopo, sarebbe riuscito a tornare a Baltimora per riabbracciare Stephany. Ogni volta che se ne andava, voleva che la figlia lo ricordasse per i momenti belli passati insieme.

Quella mattina, Tony decise di portare la figlia in giro in centro, chiedendo anche a Ziva se voleva accompagnarli.

La donna, ovviamente, accettò, così salirono tutti e tre sulla Mustang di Tony ed andarono, spediti, verso la via commerciale di Baltimora.

Dopo aver parcheggiato, cominciarono a camminare lungo il grande marciappiede, guardando le vetrine. Stephany teneva per mano entrambi, e sembrava di vedere una famigliola allegra.

Stephany: "Papà, guarda! Le matite acquerellabili che ci fanno usare alla scuola materna!" disse, trascinando i due adulti verso una vetrina di una grossa cartoleria.

Tony: "Ok, ho capito, tesoro: il prossimo regalo che riceverai sarà un set di matite colorate, ok?"

Stephany: "Ma quelle acquerellabili, papà!"

Tony: "Va bene, vada per quelle acquerellabili."

Ripresero a camminare, trascinati dalla bambina, poi si fermarono davanti a un grosso negozio di vestiti.

Stephany: "Wow! Guarda, Ziva! Che bella gonna in jeans!" disse, indicando una gonna a pieghe in jeans addosso ad un manichino nella vetrina.

Ziva: "Sì, è davvero molto bella, ma forse a te non ti starà un po' grande?"

Stephany: "A me sì, ma a te potrebbe stare!"

Ziva: "Certo che, per avere cinque anni, hai occhio, tesoro!"

Tony: "Modestamente è mia figlia..." rispose, orgoglioso.

Stephany: "Perchè non entriamo?" chiese, guardando quasi supplichevole il padre "Magari dentro troviamo qualcos'altro che ci piace!"

Tony: "Mh, va bene." disse, sorridendo.

Entrarono nel negozio, e subito la piccola corse verso un attaccapanni pieno di gonne uguali a quella vista in vetrina. Le guardò un attimo poi ne prese una e la portò a Ziva.

Stephany: "Guarda, questa ti sta sicuro!" esclamò "Perchè non la provi?"

Ziva: "Ma, io..." tentò di obiettare, guardando Tony, il quale fece spallucce. Ziva, allora, prese la gonna ed andò nei camerini per provarla, mentre Tony e Stephany aspettavano fuori.

Ne uscì subito dopo con addosso la gonna, che le stava a pennello.

Ziva: "Mi sta giusta! Ma come hai fatto?"

Tony: "Te l'ho detto, ha preso da me. Ed ha ragione: stai veramente bene con questa gonna, però manca qualcosa..." andò verso un altro attaccapanni con delle maglie estive e prese un top arancione, corto e con una manica sola "Prova questo." lo consegnò a Ziva, che tornò nel camerino. Quando ne uscì, con addosso anche il top, Tony rimase a bocca aperta: stava davvero bene.

Ziva: "Che dite, allora?"

Stephany: "Credo che l'espressione di papà parli da sola!"

Ziva: "Tesoro, devi sapere che tuo padre ha quell'espressione ogni volta che vede una donna adulta." disse, avvicinandosi alla bambina.

Tony: "Non è vero!" smentì.

Ziva: "Sì, certo, come no!" tornò di nuovo verso il camerino "Ora rimetto a posto i vestiti ed usciamo, ok?"

Stephany: "No! Perchè non li compri?" chiese, quasi delusa.

Ziva: "Perchè non mi sono portata dietro i soldi, tesoro."

Stephany sembrava delusa, e guardò supplichevole il padre, che si intenerì.

Tony: "Tu sai proprio come prendermi, Stephany." disse, rivolto alla figlia "Ok, li pago io!"

Ziva: "No! Tony, non farlo..." obiettò.

Tony: "Insisto."

Ziva: "Ok, ma ad una condizione."

Tony: "Quale?"

Ziva: "Dovrai rivestirti dalla testa ai piedi pure tu!"

Tony: "D'accordo, ci sto!"

Andarono tutti e tre al reparto uomo, poi Stephany e Ziva scelsero degli abiti per Tony, che se li andò a provare in camerino.

Quando ne uscì fuori, indossava un paio di jeans aderenti sui punti giusti e una camicia scura di tela lucida un po' aderente, un abbigliamento che lo ringiovaniva.

Ziva: "Wow! Sembri quasi più giovane!"

Tony: "Ma io sono giovane!"

Ziva: "Hai 35 anni, Tony!"

Tony: "E con ciò? L'età anagrafica non conta!" poi si rivolse alla figlia "Allora, tesoro, come ti sembro?"

Stephany: "Sei più bello del solito, papà!" lo adulò.

Tony: "L'ho sempre detto, io: tu sei la donna della mia vita!" esclamò, abbassandosi e baciando la guancia della figlia.

Tony e Ziva decisero di tenersi addosso i nuovi vestiti, quindi chiesero alla commessa di imbustare quelli che avevano addosso prima, poi pagarono ed uscirono.

Non molto lontano dal negozio di abbigliamento c'era un piccolo parco, così si diressero in quella direzione. Subito dopo essere entrati, videro in lontananza un gelataio ambulante, così Tony andò a comprarne tre, lasciando che la figlia e Ziva lo precedessero verso il parco giochi.

Stephany: "Ti piace il mio papà, vero, Ziva?" chiese, mentre camminavano da sole.

Ziva: "Perchè me lo chiedi?" rispose, sorpresa.

Stephany: "Perchè tu piaci tanto a lui. Secondo me gli piacerebbe fare un bambino con te." disse, innocentemente.

Ziva la guardò, arrossendo imbarazzata.

Ziva: "Cosa? Che cosa te lo fa pensare?"

Stephany: "Ti guarda come se fossi una enorme pizza con i peperoni, salsiccia e una montagna di formaggio." fece una pausa, poi continuò "Sai, mi piacerebbe tanto avere un fratellino... e tu mi piaci come nuova mamma."

Ziva sorrise semplicemente: non sapeva cosa dire. Per fortuna arrivò Tony, con tre grossi gelati, a toglierla dall'imbarazzo.

Stephany prese il suo, poi andò a giocare con altri bambini, mentre i due adulti si siedevano su una panchina libera e la osservavano.

Ziva: "Sai cosa mi ha detto poco fa tua figlia?"

Tony: "Cosa?"

Ziva: "Che le piacerebbe avere un fratellino."

Tony rise.

Tony: "Ma le abbiamo spiegato proprio ieri come si fanno i bambini! Io non posso mica avere da solo un bambino!"

Ziva: "Infatti vorrebbe che la madre fossi io."

Tony rise di nuovo.

Tony: "Te lo vedi un ipotetico nostro figlio?"

Rise anche Ziva.

Ziva: "No, proprio no!"

Tony, a questo punto, passò una mano attorno alle spalle della donna, avvicinandola a sè, e la guardò sul volto.

Tony: "Comunque ha ragione: sei molto bella vestita così. Dovresti metterla anche al lavoro, qualche volta, questa gonna!"

Ziva: "E subirmi i tuoi commenti fuori luogo per tutto il giorno? Non ci tengo!"

Tony: "Prometto che, se ti vesti così uno dei prossimi giorni, al lavoro, non farò commenti."

Ziva: "Va bene, mi hai convinto! Ma anche tu devi venire vestito così."

L'uomo la strinse ancora a sè, abbassandosi e baciandola. Ziva ricambiò il bacio, passandogli un braccio attorno al collo.

Vennero interrotti da Stephany, che di era avvicinata.

Stephany: "Papà, Ziva, la smettete di fare i fidanzatini e torniamo a casa?"

Tony guardò la figlia, un po' con rimprovero e un po' con dolcezza, poi la prese in braccio e tornarono a casa.

Alla sera, come sempre, Tony e Ziva rimasero a prendere il fresco sotto il portico della villetta.

Ziva notò che Tony era pensieroso.

Ziva: "A cosa stai pensando?"

Tony: "Il prossimo anno Stephany comincia le elementari. Stavo pensando di cercare una scuola di Washington, Gibbs mi ha detto che ce ne sono tante molto buone."

Ziva: "Vuoi farla trasferire a casa tua?"

Tony: "Sì."

Ziva: "Ma non è un po' piccola per farci stare una bambina?"

Tony: "Vorrà dire che quest'anno me ne cercherò una più grande, magari una villetta con giardino, così posso far venire a Washington anche Jeth."

Ziva: "Se vuoi, posso aiutarti nella ricerca."

Tony: "Ziva, se continui a fare così, mi costringerai a chiederti di sposarmi!" scherzò.

Ziva: "Beh, tua figlia ne sarebbe molto felice."

Tony: "Hai ragione." la guardò intensamente "Però non ha torto: anche secondo me saresti un'ottima madre."

Ziva arrossì, e Tony tentò di toglierla dall'imbarazzo baciandola dolcemente.

Tony: "Maledetta regola 12!" sussurrò, riprendendo a baciarla "Se non ci fosse..."

Ziva: "La penso come te, Tony..."

CONTINUA...

   
 
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