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Autore: Usagi_84    14/09/2007    14 recensioni
- E’ una voglia normale o è una voglia matta? - chiese Minako.
- Bè… non saprei, ho solo voglia di cioccolata - rispose la “quasi mammina” in tutta la sua ingenuità.
- Pensaci bene Usagi, è di vitale importanza... -
Dopo il successo di "Più viva che mai", Usagi_84 torna con il seguito "Tre è il numero perfetto"
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chibiusa, Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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Capitolo 1: Voglie matte.

 

- Vorrei sapere chi le ha messo in testa queste fesserie delle “voglie”. Scommetto tutti gli spiccioli che mi sono rimasti in tasca che è stata Minako… lei e tutti i telefilm che divora! E mi chiedo perché io continuo ad assecondarla! - Mamoru si poneva la stessa domanda da più di venti minuti, ovvero il tempo necessario per arrivare da casa al chiosco notturno di frutta fresca e tornare indietro.

Gennaio non era un buon mese per andare in giro di notte. Era freddo, dannatamente freddo, e sicuramente le fragole che teneva nella mano erano state coltivate in serra.

- Ci sarà un motivo se questi frutti sono estivi, no? - ormai era solito porsi domande e rispondersi da solo, tanto per tenersi sveglio e non rischiare di addormentarsi lì in mezzo alla neve che da pochi giorni aveva cominciato a riempire le strade.

- Questa ragazza non è normale! Bè… non era normale neanche prima - sorrise a questo pensiero, un sorriso felice e appagato - di certo non poteva non essere strana in questa condizione… figuriamoci se si tratta di cibo - stava rischiando di beccarsi una secchiata d’acqua in testa, ma rise di gusto solo al pensiero di come l’aveva lasciata a casa… e così la ritrovò, non si era mossa di un centimetro. Occhi chiusi, come se avesse paura che potessero schizzare fuori da un momento all’altro, e soprattutto… le mani ben lontane da qualsiasi altra parte del corpo. Erano spalancate in alto, le braccia tese… sembrava quasi che stesse cercando di raggiungere il soffitto.

- Usako, guarda che non ti si allungheranno le braccia, anche se le tendi in questo modo. - ridacchiò Mamoru.

- Oh Mamo-chan finalmente sei tornato! Cominciavano a farmi male, ma ho resistito! - il sorriso sincero e felice che gli regalò fu per lui la risposta, se pure assurda, a qualsiasi domanda che aveva potuto porsi.

- Sono mie quelle?- chiese golosa.

- E di chi altro dovrebbero essere? - rispose in tono canzonatorio

- Bè, mi chiedevo se ne volessi una? Ma una sola però… - Usagi aprì la scatola di plastica rigida in cui erano state confezionate le “sue” fragole e ne assaggiò una, riportando frettolosamente le braccia in alto - Deliziose - mormorò ancora con la bocca piena.

- Bè… allora regalami un bacio al sapore di fragola - Mamoru non si fece scappare l’occasione. Era davvero divertente giocare in questo modo, non l’avrebbe mai detto, ma quella ragazzina dai buffi codini gli aveva davvero cambiato la vita. E ora sarebbe cambiata ulteriormente per entrambi.

- Usako… puoi abbassare le braccia adesso sai? - Mamoru cercò di restare più serio che poteva - credo che le fragole abbiano fatto già effetto - niente! Esplose in una gran risata.

- Uffa, perché devi prendermi in giro - Usagi incrociò le braccia al petto… ma solo dopo si accorse che ormai le sue mani erano venute inevitabilmente a contatto con il suo corpo - No! Cosa ho fatto! Mamo-chan… e adesso? - Usagi era seriamente preoccupata.

- Usako… piccola, credimi, alla nostra bambina non verrà nessuna orribile macchia se le tue mani toccano il tuo corpo - Mamoru sembrava conoscere quella situazione a memoria. Da quando era cominciata questa storia?

 

“- Ehi Mamo-chan, avrei proprio voglia di cioccolata! - esclamò Usagi passando davanti alla vetrina di una pasticceria. Quel giorno erano uscite tutte insieme con Mamoru per curiosare nei negozi per bambini.

- E’ una voglia normale o è una voglia matta? - chiese Minako.

- Bè… non saprei, ho solo voglia di cioccolata - rispose la “quasi mammina” in tutta la sua ingenuità.

- Pensaci bene Usagi, è di vitale importanza - Minako sembrava seriamente ansiosa, e piano piano quello stato d’animo veniva trasmesso anche alla povera Usagi. Fece per grattarsi il mento in un gesto di chi sta pensando, ma immediatamente Minako le impedì di toccarsi.

- No! Non farlo mai più! Prima dimmi se è una voglia matta o no! - Mamoru ed Amy si scambiarono un’occhiata complice. Entrambi avevano capito dove volesse andare a parare Minako…

- Ecco io credo di si… Sì, ho davvero una voglia matta di cioccolata! Bè… adesso posso averla?- chiese guardando l’amica, credendo di aver soddisfatto la sua curiosità.

- Puoi averla??? Tu devi averla!!! Usagi forse non ti rendi conto della gravità della situazione!!!- Mamoru quasi non riusciva a trattenere le risate… possibile ci fosse gente che ancora credeva a queste sciocchezze?

- Quello che la nostra carissima sapientona allarmista sta cercando di dirti, è che c’è una credenza: se hai una voglia matta, come nel tuo caso, e non la soddisfi, rischi di far venire una macchia alla tua bambina esattamente nel punto in cui le tue mani toccano il tuo corpo - Spiegò con più calma Makoto premendo forte una mano sulla bocca di Minako mentre questa asseriva ad ogni parola con grandi cenni della testa.

- Una macchia? Quanto grande? - Usagi pareva realmente spaventata da questa cosa.

- Bè, la grandezza e il colore dipendono dalla natura della tua voglia, e da quanto è ampia la parte del corpo che tocchi. Ad esempio: in questo momento hai voglia di cioccolata no? Bene, se ti toccassi sul braccio senza aver prima placato questa voglia, la tua bambina rischia di avere una macchia sullo stesso braccio e dello stesso colore della cioccolata… - Makoto dovette fermarsi prima che il colorito della mammina, ormai vicino al celestino, minacciasse di scolorire verso il bianco pallido - …ma è solo una credenza, ecco tutto qui! - si affrettò ad aggiungere.

A questo punto il danno era fatto!

Mamoru pensò bene di tranquillizzarla: era quasi un medico dopo tutto, poteva facilmente convincere la sua Usako che non c’era nulla da temere… o no?

- Usako, amore credimi, non devi assolutamente credere a queste favole, non c’è nessuna prova scientifica che dia ragione a Minako… Usako, amore, mi stai ascoltando? - Mamoru le voltò il visino sconvolto e scoprì un paio di lacrimoni che minacciavano di scendere, seguiti da numerosa compagnia.

- Mamo-chan… io non voglio che la nostra bambina abbia una grossa macchia di cioccolata sul braccio, né in nessun altro punto… Mamo-chan… mi andresti a comprare della cioccolata? - mormorò alzando rapidamente le braccia verso il cielo.

- Fai sul serio? - Mamoru non poteva davvero accettare che lei credesse più a una sua amica che a lui.

- Ti prego! -

- Ma… -

- Forza Mamoru, vai! Sbrigati! - anche Minako decise di partecipare, per la grande gioia del povero ragazzo.

- Ma, andiamo ragazze… -

- Ti prego, non resisterò ancora per molto! - Usagi cominciava a diventare insofferente, e agitava in aria le mani, come chi ha un gran prurito ma non può grattarsi.

- Corri Mamoru, corri! - e Minako di certo non aiutava affatto.

Mamoru si sentì addosso un’ansia terribile, tra le preghiere di Usagi, e le esortazioni poco gentili di Minako, cedette.

- D’accordo, d’accordo… vado - ormai si era arreso… grande errore!

- Mamo-chan! -

- Si… -

- Al latte -

- Cosa…? -

- La cioccolata… la voglio al latte! - Usagi sorrise ingenuamente, ma se a Mamoru si fossero potute staccare come alle bambole, sicuramente gli sarebbero cadute le braccia…”

 

- Ehi Mamo-chan che hai? Non la vuoi più una fragola? - l’espressione improvvisamente accigliata di Mamoru aveva attirato l’attenzione di Usagi.

- Ehm, niente… non ho niente… dormiamo adesso? Io ho davvero un gran sonno - detto questo Mamoru sbadigliò sonoramente a cadde “svenuto” tra le lenzuola.

- Almeno spogliati no? Mamo-chan…? Amore…? - era crollato, e ora se ne dormiva beato a pancia in giù e lei poteva vedere chiaramente la sua espressione felice, sembrava un bimbo piccolo. Improvvisamente, nella sua mente, si sovrappose l’immagine del visino di Chibiusa a quello di Mamoru… erano davvero identici.

Accarezzò il suo pancino leggermente gonfio e insieme i capelli morbidi e profumati di Mamoru.

Era davvero tardi, forse era davvero il caso di dormire.

Mangiò l’ultima fragola, e si addormentò con il suo sapore dolce in bocca.

 

 

Ciao a tutti, sono tornataaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!

Ecco a grande richiesta il seguito di “Più viva che mai”. Inizialmente non avevo pensato ad un altro titolo, ma l’idea mi ha folgorato proprio prima di pubblicare e quindi ecco il mio nuovo capolavoro (come sono modesta) “Tre è il numero perfetto”.

Buona lettura a tutti, e spero di ritrovare tutti i lettori della prima fic, ma anche tanti altri nuovi.

Bacio Usa

  
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