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Autore: FallenAngel1990    27/02/2013    1 recensioni
“Pronto?”
“Emily?..Emily, sei tu???”
“Sara?”
“Oh, grazie a Dio! Ti cerco da giorni...Emily, sono nei casini...”
“Hey, hey...calmati, che è successo?”
“E' una storia lunga, non c'è tempo...Emily, devi farmi entrare in America...”
“Cosa?”
“Qualcuno sta cercando di uccidermi...ti prego Emily...”
Emily, Nolan e una nuova ragazza. Doppia vendetta, amore, passione. Ambientato durante la II stagione, immaginando una possibile terza stagione.
SPOILER!!!
Genere: Drammatico, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Emily Thorne, Nolan Ross, Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Mi voglio fidare


Pochi minuti dopo l'auto si fermò nel garage della villa di Nolan.

“Benvenuta nella umile dimora di casa Ross” disse Emily sorridendo.

“Molto umile” ribatté la ragazza.

“Bene, siamo arrivati...” Nolan spense il motore della Jeep e scese dall'auto seguito dalle due ragazze. Attraversarono il garage passando fra una fila di macchina costosissime coperte da un sottile telo azzurro e, seguendo Nolan, salirono una scala che li condusse al piano superiore sbucando di fianco all'ingresso principale.

“Penso che tu voglia riposare un po'...” disse Nolan rivolgendosi alla nuova arrivata.

“Grazie, in aereo non ho chiuso occhio e...”

“Tranquilla, qui sei al sicuro...” la confortò Emily.

“Di sopra ci sono cinque camere per gli ospiti, prendi quella che vuoi, se ti serve qualcosa chiedi pure...” concluse Nolan sentendosi particolarmente protettivo verso questa ragazza, all'inizio era abbastanza prevenuto, ma solo il fatto di averla vista, anche solo per il breve tratto di strada che avevano condiviso insieme, si sentiva fiducioso nei suoi confronti. Non erano di certo le stesse sensazioni che aveva provato trovandosi di fronte la finta Amanda.

Sara si fissò il borsone alla spalla prima di sorride e voltarsi verso gli scaloni che conducevano al piano superiore, dopo un paio di scalini si voltò a fissare i due.

“Hey...grazie. A tutti e due, non so veramente come ringraziarvi.”

Nolan abbassò lo sguardo fissando il pavimento ed Emily sorrise.

“Non ci devi ringraziare, se io avessi avuto bisogno tu non avresti esitato...”

“A buon rendere allora!” sorrise Sara prima di salire al piano superiore e scomparire dietro l'angolo.

“psss...Ems?” sussurrò Nolan indicandogli la porta dello studio.

Nolan ed Emily entrarono chiudendosi la porta alle spalle, la sala era insonorizzata e protetta da ogni genere di dispositivo di sicurezza, era qui che Nolan lavorava a Carrion quando aveva iniziato il progetto.

“E' agitata anche se cerca di non darlo a vedere, anzi direi terrorizzata...” iniziò Emily.

“A me sembrava calmissima...”

“Imparerai a conoscerla, è una delle persone con più autocontrollo che io abbia mai conosciuto, ma penso che questa volta si sia cacciata in qualcosa di veramente serio.”

“Qualcosa di più serio dalle varie vendette che state escogitando? No, perchè già quelle sono abbastanza terrorizzanti...”

“Bhe, lasciamola dormire un po', appena si sveglierà ci racconterà tutto. Nolan, io devo uscire qualche ora, Daniel mi avrà intasato la segreteria di messaggi, oggi ho l'assaggio della torta di matrimonio...”

“Sempre decisa su questa strada, cioè non ci vuoi ripensare? Sicura?”

“Nolan, sai che questa è la nostra unica strada per avvicinarci ancora di più ai Grayson, non possiamo cambiare piano.”

“Ok...portami un po' di torta allora, sposina!” disse con un finto sorriso stampato sul volto.

Nolan odiava pensare alla sua Emily sposata con quel presuntuoso di Daniel Grayson, era la sorellina che aveva sempre desiderato e non aveva mai avuto, si preoccupava per lei come non aveva mai fatto con nessun altro in vita sua, non sapeva di essere capace di provare quei sentimenti fino a quando quella piccola ragazza dai capelli lisci, neri e frangetta a coprirgli gli occhi non era entrata nella sua vita un giorno d'estate di alcuni anni prima, di fronte a un carcere minorile.

Emily lo salutò ed uscì diretta dal suo futuro marito.

 

**

 

Erano quasi le sei del pomeriggio quando Sara si svegliò, le tende che oscuravano completamente il sole pronto a tramontare sull'immenso oceano.

Si alzò dal letto per darsi una rinfrescata in bagno, si era addormentata con i vestiti addosso, non aveva neanche avuto la forza d'infilarsi una maglietta. Con le mani umide d'acqua cercò di togliere le pieghe dalla giacca che si era stropicciata dormendo, si sistemò i capelli corti cercando di dargli una forma decente, al momento sembra aver appena preso la scossa, i ciuffi divisi e sparati verso l'alto. Rifece il trucco che si basava su ombretto e matita nera contornato da una buona dose di mascara nero e tornò in camera dove si trovò di fronte a uno specchio a figura intera. Solo in quel momento si rese conto di sembrare un vampiro conciata in quel modo, il trucco e i capelli potevano andare, ma doveva decisamente cambiare vestiti, sembrava a lutto e la pelle bianchissima esaltava il tutto.

Recuperò un paio di jeans dalla sacca e un maglietta di quelle lunghissime che andavano molto di moda in Italia in quel periodo. Infilò un paio di stivaletti simil-anfibio e si specchiò di nuovo.

“Molto meglio, almeno non sembro Morticia Addams” constatò Sara.

Uscì dalla camera diretta al piano di sotto.

Appena varcata la soglia del salotto vide Nolan seduto sul divano, le gambe appoggiate al tavolino di fronte e il pc in grembo.

Sentiva di potersi fidare di quel ragazzo.

“Hey, dormito bene?” disse vedendola, ripiegando lo schermo del pc e appoggiandolo sul tavolino.

“Ciao...si, grazie. Emily?”

“E' uscita, assaggio torte per il matrimonio, non so se sai?”

“Emily si sposa?” chiese allibita.

“Hem...si...” disse trascinando un po' la risposta “Diciamo per convenienza...”

“Penso di aver intuito il motivo allora...”

“Dovrebbe tornare a breve, avrà chiamato una decina di volte in tutta la giornata, diciamo che è stata trattenuta...”

“La solita. Si preoccupa troppo...”

“Hey siediti, vuoi bere qualcosa? Stavo giusto per prepararmi un Martini...”

“Mi andrebbe tantissimo, ho decisamente bisogno di un po' d'alcol...” sorrise la ragazza.

Seguì Nolan con la vista fino al bancone bar e l'osservò a preparare i due aperitivi.

“Ecco a lei, signorina!”

“Grazie...”

“Che ne dici di proporre un brindisi?... a Emily e al tuo arrivo negli Stati Uniti?”

“A Emily e alla mia clandestinità momentanea” scherzò Sara.

“Cin cin...”

Fecero tintinnare i bicchieri e sorseggiarono in silenzio i cocktail.

“Allora, che hai trovato?” disse la ragazza accennando con la testa al pc chiuso sul tavolino.

“Come scusa?” chiese Nolan dubbioso. Non capiva cosa volesse quella nuova ragazza.

“Su di me. Dai non dirmi che non hai cercato, io l'avrei fatto.”

Nolan sorrise, l'aveva scoperto, forse con questa ragazza ci sarebbe stata più affinità di quanto avesse sperato.

Touchè, si ho cercato informazioni su di te...”

“E?” sorrise “Dai dimmi qualcosa che non so, tutte le volte scopro qualcosa di nuovo sul mio conto di cui sono completamente all'oscuro, strano se avessi avuto dei figli penso che come minimo me ne sarei accorta, anche se mi fossi sposata con uno sceicco, o se avessi sganciato una bomba nel bel mezzo del deserto del Sahara, che poi per quale motivo dovrei lanciare una bomba in un deserto devo ancora spiegarmelo...”

Nolan rimase a bocca aperta, come era riuscita ad accedere a quei documenti segretati su di lei? Aveva avuto problemi lui stesso ad accedere all'archivio e a scovarli.

“Lo so, ogni documento da una versione differenze...”

“Come è possibile, scusa? Sono documenti ufficiali, poi sono accuse pesanti...senti Emily si fida di te, però io devo saperne di più, sono io quello che andrà in galera se succede qualche casino, fino a prova contraria sei a casa mia e sei arrivata qui con il mio jet, voglio bene a Ems, ma...”

“Stai rischiando troppo, ti capisco. E' possibile soprattutto se ai piani alti hanno conoscenze al governo e se stessi sulle palle diciamo...a mezza società delle alte sfere, specialmente ad alcuni a cui hai cercato in ogni modo di rovinare la vita...”

“No, aspetta...qui sei schedata anche dall'FBI e anche la CIA ti cerca, hai un mandato di cattura...”

“Per?”

“Dicono che collabori con Al-Quaeda...”

“Mi meraviglio che non mi abbiano addossato la colpa del crollo delle torri gemelle, forse perchè una bambina di undici anni non era credibile come cosa...”

“Collabori con i terroristi?”

“No!” sgranò gli occhi la ragazza. “Senti ti giuro che ti sto dicendo la verità, so che non ti fidi di me, che dopo quello che stai leggendo li sopra sei sospettoso in tutto, ma ti giuro che queste carte sono tutte false, sono state fatte apposta!!! Farebbero qualsiasi cosa per incastrarmi...credimi non è vero, nulla...”

“Ok...” Nolan socchiuse gli occhi e respirò lentamente “Mi fido. Non sono uno che si fida spesso, anzi non si fida mai di niente e nessuno, quelle poche volte che mi sono fidato sono rimasto fregato, ma di te voglio fidarmi, sento che stai dicendo la verità e spero che lo sia...”

“Lo è...” rispose la ragazza, gli occhi con una debole luce di supplica che risplendeva nell'iride di uno strano colore tendente all'oro reso ancora più marcato dal trucco scuro.

Nolan la fissò per alcuni secondi prima di distogliere lo sguardo.

“Parli bene la nostra lingua...” si complimentò Nolan per cercare di cambiare discorso.

“Grazie...” rispose Sara sorseggiando un goccio di Martini.

“Emily dovrebbe arrivare con la cena a momenti. Direi che i discorsi pesanti li rimandiamo a dopo, mi sa che hai un po' da raccontarci.”

“Giusto un pochino...” sorrise la ragazza.

“Quindi non ti vesti solo a lutto...”

“Piccolo difetto, tendo a preferire il nero in ogni cosa anche se poi sembro un fantasma...” sorrise di nuovo.

“Senti, però questo dubbio me lo devi togliere. Come hai fatto a scappare da tutti? Cioè sei ricercata praticamente in tutto il mondo...”

“Semplice...”

“Semplice?” sgranò gli occhi Nolan.

“Non mi hanno mai visto veramente, non sanno chi sono, hanno solo una misera foto sfocata di quando avevo 4 anni che ovviamente è stata fornita da mio fratello...”

“Quindi neanche tuo fratello ti ha più vista?”

“No, mi ha vista, ma diciamo che ho preso delle precauzioni...”

“Sfregi, rughe, pelle cadente...”

“Hey!!!” rise la ragazza “Ho solo 23 anni!” continuando a ridere rumorosamente “Però si, il concetto è quello...”

“Posso dirti una cosa?”

“Certo...”

“Fino a questa notte pensavo che la persona più pazza che avessi mai conosciuto fosse Emily, ma tu la superi di netto!”

“Grazie per aver messo in dubbio la mia sanità mentale!”

“Ma come fai ad andare avanti?” chiese Nolan, sembrava seriamente interessato a carpire i segreti che quella ragazza nascondeva.

“Non vado avanti, è sempre stata la mia vita questa. Non ricordo un momento, un minimo istante in cui non mi sia sentita braccata od osservata, l'unico ricordo tranquillo che ho è una mia festa di compleanno, avrò avuto sei anni...” gli occhi gli si inumidirono e un ombra oscurò la lucentezza delle iridi.

“Mi dispiace. Non dovevo chiederlo...” si scusò Nolan veramente risentito.

“No, no, tranquillo...è tutto ok...è la mia vita, ci sono abituata” sorrise inclinando le labbra verso l'alto, sincera “Se non me ne fossi fatta una ragione ora sarei 3 metri sotto terra con una pallottola in testa, tranquillo hai tutte le ragioni del mondo a chiedermi certe cose e scusa se sembro scostante o che tenti di celare informazioni, non lo faccio apposta, non sono abituata a parlarne, anzi penso che l'unica persona che sappia la mia vera storia sia Emily. Mi fido di lei...”

“E quindi sei arrivata alla...” Nolan cercava le parole, ma nessuna sembrava adatta al contesto, sapeva che stava girando attorno all'argomento, ma aveva visto la reazione della ragazza alla domanda precedente e non voleva ferirla, sapeva che era forte, ma ai suoi occhi sembrava un semplice uccellino spaurito, non che lui potesse fare molto per proteggerla, era un genio dell'informatica, non un guerriero, ma ci voleva provare.

“...vendetta?” concluse la ragazza notando l'esitazione del ragazzo.

“Si...”

“Bhe, sono italiana è nel mio dna fare certe cose...” sorrise

“Ma gli italiani non sono vendicativi!” affermò Nolan “Sono simpatici, sempre pieni di vita, felici...”

“oooh quanto amo il sogno americano” lo canzonò la ragazza “Credimi quello è solo la superficie, scava veramente nell'anima di un italiano e troverai verità agghiaccianti, non fermarti all'apparenza...”

In quel momento il campanello suonò e il video citofono riprese su un'auto blu scuro, i fari accesi e una ragazza bionda che salutava con la mano dal finestrino.

“Emily è arrivata, hai fame?” sorrise Nolan alzandosi dal divano per aprire il cancello principale.

 

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Buongiorno! Ecco il terzo capitolo di questa ff su Revenge, spero che sia di vostro gradimento!!! Mi devo scusare per il ritardo, ma in questo
periodo ho avuto tantissimo da fare fra università e tutto il resto e mi sono concentrata di più sulla ff di supernatural (devo ammetterlo) però
Revenge mi mancava ed eccomi qua! Devo ringraziare 
rekla992 per i bellissimi commenti nei capitoli precedenti, spero ti piacerà anche questo!
Un bacione grandissimo a tutti quelli che hanno inserito la storia fra le preferite, le seguite e le ricordate, e hai tanti lettori silenzioni!!! Siete in tantissimi! Grazie ancora per tutti e ci vediamo al prossimo capitolo, nel frattempo lasciatemi qualche commento per dire che ne pensate di questa ff!!
Un bacione!!!


     
 
   
 
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