Storie originali > Avventura
Segui la storia  |       
Autore: Ali_Stan    27/02/2013    2 recensioni
'L'importante è seguire il proprio sogno, nonostante ci possano essere ostacoli,bisogna essere disposti ad affrontarli,nel bene o nel male.'
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I ricordi di quella dannata sera,tornarono.
Il buio tornò, insieme alla paura.
Era come un flashback: stavo rivivendo tutte le cose successe quella sera in cui persi mio padre.
Ma stavolta no, il buio e la paura non vinceranno.
Mi feci forza,abbandonai il corpo di Marco ormai disteso a terra.
Avrei dovuto chiamare la polizia, un'ambulanza, ma NO.
Corsi per la casa,aprì la porta del bagno.
In un attimo mi sentii morire, il mondo mi crollò addosso.
Per terra c'erano decine e decine di bustine di eroina e droghe varie,aperte.
No, ti prego,no.
Marco non poteva farmi questo.
Rimasi a fissare per terra quelle bustine,per minuti..
«No,Allison, non sono un drogato.» 
Sentivo una voce.
La voce di Marco.
Mi girai, c'era lui in piedi, dietro di me.
Indietreggiai spaventata.
«Non aver paura, non voglio farti del male, io non sono cattivo.»
«NON SONO UN PAZZO ALLISON,CAZZO!»
«Allison, non scappare, ascoltami!»
Ero confusa,ma lui continuava a gridare.
Mi fermai.
Si avvicinò a me, mi abbracciò, ma io mi distaccai.
«Marco, perchè l'hai fatto,perchè?»
«Non era mia intenzione, non volevo...»
«Dimmi il perchè,Marco,dimmelo!.»
Senza dire niente, mi prese per mano e ritornammo sul divano, con la testa abbassata e lo sguardo in giù,incominciò a parlare.
«Il fatto è che...»
«Dimmi.»
«Dimmi?dimmi? il fatto è che non so come dirtelo,Allison, tu non mi capirai mai.»
«Che devi dirmi,Marco?è colpa mia?che ti ho fatto?»
Avevo il cuore che mi batteva a mille, avevo paura che Marco si fosse drogato per colpa mia.
«Nono,Ally, non è colpa tua.»
Feci un enorme sospiro, ma non era finita.
«E' colpa di lei.» Aggiunse, girando lo sguardo verso una foto appesa al muro.
Mi alzai, e andai vicino alla foto.
Era una foto color seppia, una di quelle molto antiche: al centro c'era una signora dai capelli neri con il viso molto raffinato, di fianco c'era un uomo in smoking con lo sguardo serio, e dall'altro lato, una ragazza sui 14 anni,piuttosto magra.
«Chi intendi?»
«Quella al centro.»
«Ma è vecchia questa foto?»
«Nono, è di 7 anni fa all'incirca,solo che l'effetto è come le foto antiche.»
«Capito...»
«Prendi la foto.»
La presi e la portai a lui.
La guardò in un modo strano, da un lato era felice, dall'altro stava morendo dentro: come se i ricordi lo stessero uccidendo.
«Mi spieghi perchè l'hai fatto?che c'entra quella signora?che c'entra questa foto?»
«Allison, tu non mi conosci.»
«Si che ti conosco.»
«Non sai niente di me, non sai la mia storia, non sai cosa ho passato.»
«E raccontami.»
«Ti sembra tanto facile?»Disse,alzando un pò il tono di voce.
«No vabbè scusa, mi faccio i fatti miei.»
«No, perdonami,adesso ti racconto.»
Accennai.
«Da piccolo vivevo a Detroit, sì, sempre qui in America, avevo una bella famiglia: una madre dolcissima e un padre buono e socievole, e per fortuna ero figlio unico. La mia famiglia era molto conosciuta nella città, visto che mio padre faceva un lavoro molto rispettoso e importante, per i miei genitori era una cosa buona, per me no: a scuola tutti mi chiamavano 'figlio di papà' o cose del genere, e mi prendevano per 'viziato'. Le voci giravano e io non avevo nessun amico, solo uno, che poi seguì la massa e mi abbandonò, ma insomma, ero felice con i miei parenti. Quando ebbi compiuto 8 anni, un mese dopo il mio compleanno,un pomeriggio come gli altri, tornai da scuola e mio padre tutto allarmato mi urlò: -Marco, devo uscire urgentemente , tu rimani qua.- Io seguì ciò che mi disse e rimasi tranquillo, incominciai a passare le giornate con la domestica di casa e continuai ad andare a scuola. I giorni passavano e non vedevo mio padre da un pò,e dopo,quando lui tornò a casa, ovviamente io gli chiesi di mamma, e lui non mi diede alcuna risposta. Una sera lo sentii parlare al telefono con un suo collega di lavoro, diceva che mamma si era sentita male, rischiava di prendere un tumore, e così di morire. Io non mi rendevo conto di ciò che stava succedendo e pensai fosse uno scherzo, insomma, avevo solo 8 anni, che potevo capire?
Ma poi scoprì che non era uno scherzo,ma la verità. Due settimane dopo mamma se ne andò per sempre e io non ebbi nemmeno la possibilità di salutarla, e io tutt'oggi lo rimpiango.»
«E quelli nella foto sono tuo padre e tua madre, chi è l'altra?»
«No, nella foto c'è mio padre, un'arpia e una vipera.»
«Come?chi sono?»
«Dopo la morte di mia madre, mio padre prese le valigie e mi portò qui a Miami, si trovò un altro lavoro,e si sposò nuovamente,con quella nella foto. In poche parole cambiò vita, solo che per me la vita non era cambiata. Anche se qua non mi conosceva nessuno,lo stesso non avevo nessun amico,credimi,non ero un tipo molto aperto con gli altri ma cercavo sempre di legare con le persone, solo che mi rifiutavano, senza motivo...E la mia vita peggiorò di giorno in giorno, quella tipa che si era sposato mio padre,era cattiva, mi odiava, aveva una figlia, quella nella foto,e anche lei mi odiava, mi faceva dispetti dalla mattina alla sera, si credeva superiore solo perchè era più grande di me..mi odiavano in quella famiglia, anche mio padre aveva incominciato a trattarmi male, era stato condizionato dalla mia 'matrigna'.»
«E per questo hai preso quella schifo di droga?»
«Non proprio.»
«E perchè?»
«Ti sembrerei un pazzo se te lo dicessi.»
«Ah si? allora io sarò la pazza disposta ad ascoltarti.»
«Grazie Ally,veramente,solo che è una cosa pazza da dire.»
«Prego,se ti senti in grado di dire questa cosa pazza,dilla.»
«Pensi che sia normale, a 14 anni,andarsene di casa?»
«Emh..no..»
«Beh, io l'ho fatto, ero stufo di quella gente pazza, venni a vivere qua ben 3 anni fa,come vedi non sono maggiorenne, ho ancora 17 anni e vivo solo,solo da tutto e da tutti, come son sempre stato. La solitudine mi ha ucciso e tutt'ora mi distrugge,da piccolo non avevo via d'uscita: non sapevo come reagire,come difendermi, ma da quando ho scoperto la droga è tutto cambiato: ho trovato un'arma di difesa, non sarà delle migliori, ma la uso e anche molto bene,sono cosciente di ciò che faccio, e non voglio smettere.»
«Ti rendi conto che questa tua 'arma di difesa' ti porterà alla morte?»
«Eh,si.»
«E perchè lo fai?»
«Perchè ero solo e lo sono ancora,non mi interessa a cosa andrò contro, ho fatto la mia scelta e non la lascerò andare, o almeno fino a quando non cambierà la situazione.»
«Ah,quindi tu sei sempre stato solo?»
«Si.»
«Bene, da adesso non lo sarai più, ci sono io, e non ti lascerò andare,Marco, di me ti puoi fidare.»


Gli diedi un abbraccio, uno di quelli che  fanno mancare l'aria.
Uno di quelli che non scordi più,
uno di quelli che ti dicono 'non sei solo' e lo dimostrano.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: Ali_Stan