Stavo parlando con Ricky e gli dissi che non volevo andare via, volevo almeno salutarli, dirgli che li volevo bene. Non potei!
Dovevo partire subito, chissą come mi fecero salutare mio fratello e mia madre.
Mi fecero salire su una macchina dove decisi di non parlare pił. Il viaggio fu lungo, ed io ero in ansia perchč non sapevo con chi avrei abitato, chi avrei visto. Forse Ricky.
In aereo ci mettemmo su per gił un ora e mezza.
Appena arrivata mi portarono in una casa bellissima con giardino sul davanti e sul retro.
Senza sapere, i vicini compresi Styles e Tomlinson, fecero una festa, peccato che io non fui cosģ cortese da presentarmi e quindi non appena fui fuori la casa senza degnare nessuno di uno sguardo andai diritta verso la porta, mentre le persone erano convinte che io mi sarei presentata e cose del genere... invece dritta verso la mia camera.
La mia camera era enorme e ve la descrivo: c'era una scrivania con I Mac fisso, sotto Mac portatile, IPod, IPad, I Phone 5 poi c'era una finestra molto grande dove il letto era proprio sotto di essa e con due muri che uscivano dalla finestra toccando i lati del letto e in uno di questo era come incastrato con un I Mac che fungeva da computer e da tv.
Poi due porte, una che portava al bagno e una all'armadio, e una tv da ottanta pollici, difronte al letto.
Decisi che se non potevo pił vedere o sentire i miei amici allora non avrei fatto pił niente e sarei rimasta sempre seduta sul letto.
Passarono mesi e presi anche il diploma di terza media e mi dissero che se volevo potevo prendere la laura in Pedagogia, accettai e nei tre-quattro mesi successivi mi laureai anche e quindi non avevo pił niente da fare, solo diventare una depressa cronica.
Era passato di tempo dal mio arrivo e a furia di sentire Ricky parlare l'inglese ormai ero diventata un'esperta.