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Autore: ShinigamiGirl    27/02/2013    3 recensioni
Amelia è una ragazza con la colpa di essere nata con capelli rossi e occhi bianchi come la neve. La sua vita è solitaria, da emarginata, ma ben presto alcuni avvenimenti strani la sconvolgeranno.
Cap. 1: "Lui la mollò, lasciandola cadere a terra stremata, e continuando a ridere si chinò, sussurrandole: -Ci rivediamo presto, Mhirael."
Cap. 4: "Amelia sentì una vibrazione salirle dal braccio destro, col quale teneva il pugnale, e sentendo l’animale, ormai a un passo dietro di loro, si voltò per affrontarlo.
-AMELIA!- sentì urlare Tivresh, ma ormai era troppo tardi.
Il puma che li inseguiva le era già addosso."
Cap. 11: "Amelia, stordita, desiderò con tutta se stessa di poter essere libera. In quel caso, avrebbe staccato tutti gli arti di quel tizio e l’avrebbe torturato finché non fosse morto dissanguato. Stranamente, l’idea non le faceva per niente schifo."
Cap. 22: "Quando abbassò lo sguardo, vide che il libro e le sue mani si erano illuminate.
Fece cadere il volume, cacciando un urlo di spavento, ma la luce non scomparve. Incuriosita, si guardò meglio le mani: non erano proprio illuminate, erano dei segni comparsi sulla pelle a illuminarsi. Sembravano quasi dei tatuaggi"
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Allora!- strillò Kelly, per chiedere silenzio agli amichetti -Lei è la mia sorella maggiore Amelia, presentatevi e siate cordiali! D’ora in avanti lei sarà un membro effettivo della nostra banda!
Erano in una casetta di legno, nel bosco, poco distante dalle abitazioni. Era abbastanza piccola, sufficiente per contenere un massimo di dieci persone, Amelia la paragonò quasi subito alla stanza che condivideva con Kelly al villaggio, tempo prima.
A quanto aveva capito la ragazza, era la “base”, dove la sorellina e gli amici si trovavano dopo la scuola.
-Io sono Lilith, piacere- disse una delle due ragazzine, guardandola con occhi celesti pieni di curiosità.
Amelia le sorrise, mentre l’altra ragazzina, dagli esuberanti ricci neri, esclamava: -Io invece mi chiamo Sophie!
-Il piacere è tutto mio- rispose timida la ragazza. Non sapeva bene cosa fare, si sentiva un po’ in imbarazzo.
Kelly finì le presentazioni: -Loro invece sono Daniel- disse, indicando uno dei due maschi -e Rother!- facendo cenno verso l’altro ragazzino, meno slanciato del primo, ma sempre magrolino e dai capelli scuri.
Amelia si chiese, terminate le presentazioni, cosa avrebbero fatto. La sorellina, però, aveva già in mente come occupare il tempo fino alla cena, e non se lo fece nemmeno chiedere, partendo in quarta con le proposte: -Dunque, potremmo giocare a obbligo o verità, oppure potremmo farle delle domande a cui, sono sicura, mia sorella risponderà volentieri!
-Sembra più interessante l’opzione numero due- commentò Daniel, portandosi dietro le orecchie i ciuffi di capelli castani.
Lilith e Sophie acconsentirono con entusiasmo, e Rother annuì con serietà.
Non sembrava essere molto coinvolto, ma nessuno si preoccupò di chiedergli se gli andava davvero, quel passatempo.
I ragazzini fecero la conta, per decidere chi avrebbe rivolto la prima domanda, poi partirono.
Sophie, che era uscita prima, chiese: -Chi è il tuo ragazzo tra i due che ti hanno accompagnata?
-A dir la verità, nessuno dei due- rispose Amelia, portando una mano dietro la nuca.
La bambina sospirò delusa: -Ma uno che ti sta più simpatico ci sarà, no?
-Non saprei, Tivresh forse, lo conosco da più tempo…
-Qual è dei due?- insistette Sophie.
Kelly intervenne: -Quello coi capelli rossi! Comunque adesso tocca a Daniel!
Il ragazzino rifletté per un po’, poi chiese: -Tua sorella ci ha spesso raccontato di te, dicendo che sei molto bella. Tu credi di esserlo?
La ragazza, presa alla sprovvista, disse: -Beh, non lo so… Non credo di essere orribile, ma neanche così bella, forse una via di mezzo.
-Ehi! Tu sei bellissima, vorrei diventare come te, da grande!- protestò Kelly.
Tutti quanti scoppiarono a ridere.
Amelia, nell’ora successiva, fu sommersa di domande. Le chiesero com’era viaggiare, cosa voleva diventare da grande, come avrebbe chiamato i suoi figli, i fiori che preferiva e molto altro. Rother, seppure fosse sembrato poco interessato, fece domande molto particolari: chiese di che colore avrebbe voluto gli occhi, se avesse potuto cambiarli, domandò se aveva mai pensato al senso della vita e se credeva negli dei.
Sembrava quasi il filosofo del gruppo, e la fanciulla iniziò a provare simpatia per quel ragazzino silenzioso e pensieroso.
Il tramonto colorò di arancio il bosco, e quando Sophie stava per fare l’ennesima domanda, Kelly la bloccò: -Mi dispiace, ma è ora.
-Oh caspita- esclamò l’altra -è già così tardi? Vabbè, continueremo un altro giorno. E’ stato un piacere, Amelia.
La ragazza rispose: -Il piacere è mio, siete davvero simpatici, grazie per esservi presi cura di Kelly, mentre non c’ero…
Il gruppetto scoppiò a ridere, mentre Kelly li guardava storto.
-Certe volte è davvero esplosiva, ma è un’ottima amica- disse Lilith.
Tornarono al villaggio con allegria, ma Amelia si chiedeva, con un po’ di angoscia, come avrebbe reagito Derek alla situazione critica in cui erano. Avrebbe accettato l’aiuto di Kento? O si sarebbe rifiutato e sarebbe scappato portandosi Kelly appresso?
La seconda possibilità lasciava poche alternative alla ragazza. Non avrebbe mai permesso che il fratello mettesse la sorellina in pericolo a quel modo.
Gli amici di Kelly salutarono Amelia e si divisero, augurandosi buon appetito e correndo nelle varie stradine della cittadella. La sorellina prese la mano della ragazza e iniziò a correre verso la piazza, dal fioraio. Mentre correvano, la fanciulla chiese: -Ma dove abitate ora?
-Di fianco al negozio, Derek ci lavora tutto il giorno!- urlò di rimando la bambina, senza interrompere la corsa.
Arrivate dal fioraio, Amelia venne trascinata nell’abitazione di fianco, che aveva una porta di legno colorata di giallo.
Dentro, si trovarono in un delizioso salotto, decorato da vari vasi di fiori, con un divano e un tavolo. La cucina era piccola, con un muro che la divideva dalla sala, sulla destra, c’erano poi delle scale, alla sinistra, che presumibilmente portavano alle camere da letto.
Al tavolo, che aveva sei posti, erano già seduti Tivresh e Kento, mentre si sentiva provenire dalla cucina un buon odorino di carne.
Kelly, come al solito, si catapultò addosso ai due ragazzi, salutandoli con entusiasmo. Solo allora, abbracciando anche Kento, notò le orecchie a punta, e rimase bloccata.
Amelia, sapendo cosa sarebbe successo, si avvicinò e prese la sorellina da dietro, poi la fece voltare verso di sé. Si chinò e la guardò negli occhi.
-Amelia…- chiamò la bambina, con il pianto in gola.
-Ehi, tranquilla- disse la ragazza, con voce calma -se non fosse stato buono, non sarebbe qui, credimi.
-Ma… Il villaggio… L’hanno distrutto loro…
-Lui è diverso, capito? Come i cagnolini del villaggio, ricordi?- si riferiva ad una cesta di cagnolini trovata due anni prima, al confine del villaggio -Alcuni mordevano, ma altri erano mansueti, per questo li avevano tenuti.
Kento, intanto, dispiaciuto di aver fatto star male la bimba, si chinò e le mise la mano davanti, rivolta verso l’alto. Dal palmo, con stupore generale, nacque un germoglio, che crebbe velocissimo fino ai venti centimetri, poi si bloccò.
Kelly lo fissò a bocca aperta, e guardò l’elfo negli occhi.
-Scusami- gli disse -sono stata un po' cattiva a fare pregiudizi.
L’elfo sorrise, mentre il germoglio decresceva fino a scomparire: -L’importante è che tu non abbia pianto. Mi prometti che non piangerai?
-Certo!- acconsentì Kelly.
Derek spuntò dalla cucina, con aria spaesata: -Ah, siete arrivate!
La bambina gli corse incontro, mentre Amelia si chiedeva cosa avesse potuto fare quel ritardato, con la loro sorellina, se fossero scappati da soli, lui e lei.
Ad un tratto sentirono bussare alla porta.
Kelly corse all’entrata, urlando, anche se non necessario: -Apro io!
La porta si aprì cigolando, e Amelia scorse un ragazzo alto e smilzo con una fitta chioma di capelli neri e occhi azzurri che disse: -Scusatemi, avreste un posto per la notte? La locanda è piena, sto facendo il giro della città per chiedere ospitalità.









Spazio Autrice

Konichiwa!!!
Vi ho fatto aspettare un po’ per questo capitolo, gomenasai!
Sono quindi ansiosa di avere un vostro parere, mi raccomando, anche se si tratta di recensioni critiche non importa, in fondo così potrò migliorare! Fatevi avanti, non vi mangio mica l’anima, anche se sono una ShinigamiGirl xD
Alla prossima miei cari lettori!
   
 
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