Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: Meggie    14/09/2007    14 recensioni
“Mamma, dov’è Tom?”
Sua madre lo guardò stranita e preoccupata.
“Tesoro, chi è Tom?”
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sleeping with ghosts

Sleeping with ghosts

 

Importante: Tutto ciò che è descritto in questa storia è frutto della mia fantasia, ergo: non c’è niente (o quasi) di reale. Tom e Bill non mi appartengono affatto (sto contrattando con David Jost per l’acquisto di Bill, ma non sembra intenzionato a cedere facilmente…). Questa storia (anche volendo… non potrei quindi…) NON sarà twincest.

 

CAPITOLO 4

-Step-

 

****

 

Correre veloce. Sempre di più.

 

Il trillo di una risata. E andare sempre più veloce.

 

Il buio scorre. Ogni tanto uno sprazzo di luce. Ma è sempre troppo veloce.

 

Tom...

 

La luce. Abbagliante. Irreale.

 

Non può essere vero.

 

Gridare.

 

Sentir gridare.

 

“BILL!”

 

Il buio.

 

****

 

“Lei mi deve spiegare!”

Quella era la voce di sua mamma. Era arrabbiata. E triste. E delusa.

Non sapeva trovare un solo aggettivo per raggruppare tutti quei sentimenti.

“Signora, cerchi di calmarsi…”

Riconobbe l’altra voce. Era un medico. Uno di quelli che passavano abitualmente per il controllo. Uno di quelli simpatici. Uno che si sforzava di sorridere ogni tanto.

“Io non posso calmarmi!” sua madre era sull’orlo delle lacrime. “… c’è qualcosa che non … qualcosa nella sua testa…”

Potrebbe essere semplicemente solo confuso, non è improbabile… può essere accaduto…”

Aprì di scatto un occhio, giusto per vedere sua madre sbuffare infastidita. Poi lo richiuse subito. Non voleva che si accorgessero che era sveglio. Si sarebbero interrotti. E lui invece voleva sentire.

Sentire.

Ne aveva un disperato bisogno.

“Posso accettare che sia confuso riguardo all’intervento… al… al trapianto… e tutto il resto… ma non posso accettare questo! Non. È. Normale.” Mormorò tra le lacrime. “E voi mi dovete spiegare. Me lo dovete!”

“Io… penso che sia solo qualcosa di temporaneo. Qualcosa che si affievolirà e tra qualche giorno sarà solo un ricordo… mi ha già assicurato che sembra comunque meno confuso e disorientato di quando si è svegliato dopo l’intervento...”

“Sì, ma… è diverso…”

Chiuse forte gli occhi.

Non era più così sicuro di voler sentire.

Lo credevano un pazzo.

Un pazzo che si inventava delle storie assurde.

Lo sapeva. Lo sapeva.

Ma non voleva sentirlo…

Non voleva.

Perché lui non era pazzo.

Tom da qualche parte c’era. E lo stava aspettando. Sì.

Tom c’era.

“… essere convinto di avere un fratello, non è semplice confusione… e io voglio delle spiegazioni per tutto questo. Le pretendo.”

 

****

 

Aspettare. Aspettare. Aspettare.

La noia.

Ma aspettare.

Guardare l’orologio. E i minuti che scorrono. Non si fermano. Vanno via. E lui continua ad aspettare.

 

Sdraiato sul letto, spera che Tom arrivi presto.

È stanco. Ed annoiato. E suo fratello non ha mai fatto così tardi.

Vorrebbe andare a dormire, ma non vuole addormentarsi prima di averlo salutato.

Vuole augurargli la buona notte. E vuole raccontargli i suoi piccoli e ultimi pensieri prima del suo ritorno a casa.

 

Ma Tom non arriva.

È in ritardo. E se mamma lo scoprirà non sarà tanto indulgente. Non è la prima volta… ma solitamente erano insieme. E insieme erano una forza.

Mamma non era capace di punirli.

 

Forse quella volta non andrà così bene.

Tom non è ancora tornato. E lui non vuole che si metta nei guai, ma non può farci niente.

Deve aspettare.

 

*

 

Passi ovattati. Deboli tentativi di non far rumore. Di non svegliare. Di non rivelarsi alle orecchie più che buone della mamma.

Bill…”

Apre gli occhi, sentendo suo fratello mormorare il suo nome dalla porta della camera.

“Sei tornato…”

Tom annuisce, il respiro affannato. Sembra aver fatto una lunga corsa. Sembra anche stanchissimo.

Cerca di fare il meno rumore possibile e si infila nella sua stanza, richiudendo dietro di sé la porta. Si avvicina al letto, e Bill capisce che è successo qualcosa. Che c’è qualcosa di strano nei movimenti impacciati di Tom. Che c’è qualcosa di strano nel modo in cui mantiene il silenzio.

“Cos’è successo?” si azzarda a dire, per incoraggiarlo.

Tom sospira.

E all’improvviso si sente come se suo fratello fosse più grande. fosse diverso da lui. Fosse distante. E quel silenzio è pesante, non gli piace, lo fa sentire impotente ed inutile.

“Devo parlarti” mormora Tom dopo qualche istante. La sua voce è piena di agitazione. E un pizzico di eccitazione. Come se volesse dire qualcosa. Ma al tempo stesso ne avesse paura.

E lui non capisce.

“Tomi…”

Tom Kaulitz!” esclama una voce autoritaria.

Tom si gira di scatto verso la porta, aprendo la bocca imbarazzato alla ricerca di una qualche scusa. Ma sua madre non gli dà il tempo. “Fila a letto… domani mattina facciamo i conti, signorino…”

Tom si gira per un attimo verso di lui e lo guarda negli occhi, prima di abbassare il capo e avviarsi verso la propria stanza.

Ma lui già sa.

In quello scambio di occhiate c’era tutto il loro codice segreto. Tom non deve dirgli nulla. Lui non deve dire nulla a Tom.

È chiaro cosa deve fare.

Le parole non servono.

Basta saper ascoltare.

E lui sa ascoltare perfettamente Tom.

 

*

 

Tom…”

“Vieni!”

Cerca di non far rumore e si avvicina al letto del fratello.

Tom lo guarda mentre si sdraia di fianco a lui. Il materasso si piega appena sotto il suo peso.

“Mamma si è arrabbiata molto?”

Solleva appena le spalle. “Non lo so…”

Silenzio.

Solo i loro respiri riempiono la stanza.

Non c’è nient’altro.

 

“Devo parlarti” mormora alla fine Tom.

Gli ha lasciato il tempo per riflettere. Conosce suo fratello e sa che prima di parlare deve sempre pensare bene.

“Dimmi…”

Tom fa un respiro profondo. È agitato. Lui lo percepisce. Lo sente. Lo sa.

“… stasera sono uscito con Angela…” lui annuisce nel sonno. È una cosa che sa già.

Si aspetta dell’altro.

Ed è un po’ emozionato ed un po’ impaurito.

Perché sa ascoltare fin troppo bene suo fratello.

E già sa, cosa sta per dirgli.

Un altro respiro profondo di Tom. “… lo abbiamo fatto…” mormora alla fine.

Trattiene il respiro per un attimo.

E di nuovo c’è un silenzio totale nell’aria.

Un silenzio assoluto.

Sente che anche suo fratello ha smesso di respirare.

È che… è strano…

È solo strano.

Perché ancora una volta si sente lasciato indietro da suo fratello.

Di nuovo il secondo.

Di nuovo dietro Tom.

È una sensazione strana.

 

“… non dici niente?”

La domanda di Tom lo fa tornare alla realtà.

Cosa devo dire?”

Sente Tom scuotere le spalle.

Sospira. “… com’è stato?”

Tom si irrigidisce per un istante. Poi la sua risata si fa strada nelle sue orecchie, prima di provare a tapparsi la bocca con le mani. “Uno schifo totale…”

Si volta a guardarlo. È troppo buio per vedere Tom, ma ne distingue il profilo. E lo vede mentre cerca di trattenersi dal ridere. Sa che sta cercando di smorzare la tensione.

Sa che in fondo anche tutte le sue paure e le sue insicurezze sono stupide.

Sorride.

Tom è sempre Tom.

Un passo davanti a lui. Un passo indietro. Accanto.

È sempre lui.

Ovunque si trovi.

È sempre lui.

Non deve aver paura.

Non deve averne.

 

“Ti rifarai la prossima volta…”

Tom annuisce. “Certo…”

“… dai racconta però!”

Tom si gira a pancia in giù e prova a guardarlo negli occhi. Non può riuscirci. È troppo buio.

Ma Tom riesce a vederli.

Sa che sono lì e stanno aspettando.

Sarà una lunga notte… prendi appunti…”

Una risata. “Scemo”

 

*

 

C’è lui.

C’’è Tom.

E c’èuna terza voce.

Che conosce. L’ha già sentita.

Ma non sa darle un nome.

 

Correre veloce. Troppo veloce.

Non fermarsi.

 

Non fermarsi.

 

Il buio. Solo il buio.

 

E due risate che si perdono nella notte. Due risate che si rincorrono.

Non la sua.

Lui c’è. E sente.

Ma non c’è. E non può capire.

 

La luce.

Accecante. Improvvisa. Bianca. Così chiara da far chiudere gli occhi.

Non vedere.

Non sentire.

Non parlare.

 

Il buio.

 

È il buio.

 

****

 

Un po’ in ritardo ma arriva anche questo capitolo. Scusate, ma tra esame, scrivere un’altra storia, scrivere questa, e un periodo un po’ così… non sono riuscita a pubblicare prima.

Ci stiamo avvicinando alla fine °_° ridendo e scherzando mancano ancora uno/due capitoli al finale. Eh sì. Che peccato ç_ç

Beh, passo a ringraziare tutti voi che continuate a seguirmi e a commentare questa storia… Grazie mille!!

 

Anima Bianca: eh sì… è un po’ (tanto) triste questa storia. Ma si sa che ho una vena particolarmente drammatica XD

Judeau: guarda, la confusione è normale XD Penso che l’unica che sa di cosa realmente parli è la sottoscritta. Anche perché sarebbe difficile da capire… nonostante gli input ci siano eh ù_ù *me ha parlato*. Ti ringrazio come sempre! Gentilissimo *_* Bacio

Sky_Shindou: grazie!!

Envy_Misako83: no assolutamente! Iscriversi è completamente gratuito, figuriamoci^^

MY LadY oF SoRRoW: grazie come sempre! Sei sempre super gentilissima e non posso che ringraziarti di nuovo per questo! Presto si scoprirà tutto comunque, quindi la storia avrà finalmente un senso vero e proprio XD Un bacio!!

Piska: ti ringrazio tantissimo! Sono felice che tu abbia scoperto questa storia e che ti sia piaciuta! Beh, le mie vecchie storie le puoi trovare nella community del livejournal… non sono sparite dal web ç_ç Non potrei mai! XD

Maxie: eh già, per fortuna c’è il lj! *_* Oh beh dai… presto capirai e troverai un senso per questa storia, visto che per adesso ne sembra priva XD

Mary: oddio non voglio realmente vedervi tutti quanti tristi eh! Però mi rincuora sapere che questa storia colpisce tanto… e sì, il rapporto tra loro due è veramente qualcosa di molto molto bello, che io mi sono permessa di descrivere cercando di essere il più convincente possibile… spero di riuscirci!

Castalia: sì, sì, non temere! È tutto normale. Non preoccuparti presto si chiarirà tutto… (ho un po’ paura per quel momento XD)

Lassurdoinpersona: grazie mille!!

Jessy: oddio qui tutti piangono XD Su su, riprendiamoci XD Grazie!

YUMA: ti ringrazio! Oddio, leggerla tutta in un colpo solo può danneggiare alla salute, te lo dico XD ma se resisti… grazie!

_Purple_: sembra che questa storia faccia piangere tutti O_O ti ringrazio tantissimo per i complimenti!

FillyCicca483: grazie mille per i complimenti! *_*

Lady Numb: carissima, figurati! Capisco perfettamente, io non ho un attimo libero! Guarda, la confusione è normale… penso che fino a quando non scriverò cos’è successo, non capirete molto XD Tom… eh… *me guarda il poster*… sì, gran bel figliuolo. Io sono arrivata alla conclusione che per lui, ma soprattutto per Billino-tato, chissene dell’età XD Bacio grandeeeee!!

 

Grazie a tutti!! Alla prossima!

 

   
 
Leggi le 14 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: Meggie