Sleeping with ghosts
Importante: Tutto ciò che è descritto in questa storia è frutto della mia fantasia, ergo: non c’è niente (o
quasi) di reale. Tom e Bill
non mi appartengono affatto (sto contrattando con
David Jost per l’acquisto di Bill,
ma non sembra intenzionato a cedere facilmente…). Questa storia (anche volendo…
non potrei quindi…) NON sarà twincest.
CAPITOLO 4
-Step-
****
Correre veloce. Sempre di più.
Il trillo di una risata. E andare sempre
più veloce.
Il buio scorre. Ogni tanto uno sprazzo di luce. Ma
è sempre troppo veloce.
Tom...
La luce. Abbagliante. Irreale.
Non può essere vero.
Gridare.
Sentir gridare.
“BILL!”
Il buio.
****
“Lei mi deve spiegare!”
Quella era la voce di sua mamma.
Era arrabbiata. E triste. E
delusa.
Non sapeva trovare un solo aggettivo per
raggruppare tutti quei sentimenti.
“Signora, cerchi di calmarsi…”
Riconobbe l’altra voce. Era un medico. Uno di quelli che passavano abitualmente per il controllo.
Uno di quelli simpatici. Uno che si sforzava di sorridere ogni tanto.
“Io non posso calmarmi!” sua madre era sull’orlo
delle lacrime. “… c’è qualcosa che non và… qualcosa
nella sua testa…”
“Potrebbe essere semplicemente
solo confuso, non è improbabile… può essere accaduto…”
Aprì di scatto un occhio, giusto per vedere sua
madre sbuffare infastidita. Poi lo richiuse subito.
Non voleva che si accorgessero che era sveglio. Si sarebbero interrotti. E lui invece voleva sentire.
Sentire.
Ne aveva
un disperato bisogno.
“Posso accettare che sia confuso riguardo
all’intervento… al… al trapianto… e tutto il resto… ma
non posso accettare questo! Non. È. Normale.” Mormorò tra le lacrime. “E voi mi dovete spiegare. Me lo dovete!”
“Io… penso che sia solo qualcosa di temporaneo.
Qualcosa che si affievolirà e tra qualche giorno sarà solo un ricordo… mi ha
già assicurato che sembra comunque meno confuso e
disorientato di quando si è svegliato dopo l’intervento...”
“Sì, ma… è diverso…”
Chiuse forte gli occhi.
Non era più così sicuro di voler sentire.
Lo credevano un pazzo.
Un pazzo che si inventava
delle storie assurde.
Lo sapeva. Lo sapeva.
Ma non
voleva sentirlo…
Non voleva.
Perché lui non era pazzo.
Tom da
qualche parte c’era. E lo stava aspettando. Sì.
Tom
c’era.
“… essere convinto di avere un fratello, non è
semplice confusione… e io voglio delle spiegazioni per tutto questo. Le
pretendo.”
****
Aspettare.
Aspettare. Aspettare.
La
noia.
Ma aspettare.
Guardare
l’orologio. E i minuti che scorrono. Non si fermano.
Vanno via. E lui continua ad aspettare.
Sdraiato
sul letto, spera che Tom arrivi presto.
È
stanco. Ed annoiato. E suo
fratello non ha mai fatto così tardi.
Vorrebbe
andare a dormire, ma non vuole addormentarsi prima di
averlo salutato.
Vuole
augurargli la buona notte. E vuole raccontargli i suoi
piccoli e ultimi pensieri prima del suo ritorno a casa.
Ma Tom non
arriva.
È in
ritardo. E se mamma lo scoprirà non sarà tanto
indulgente. Non è la prima volta… ma solitamente erano
insieme. E insieme erano una forza.
Mamma
non era capace di punirli.
Forse
quella volta non andrà così bene.
Tom non è ancora tornato. E
lui non vuole che si metta nei guai, ma non può farci niente.
Deve
aspettare.
*
Passi
ovattati. Deboli tentativi di non far rumore. Di non svegliare. Di non
rivelarsi alle orecchie più che buone della mamma.
“Bill…”
Apre
gli occhi, sentendo suo fratello mormorare il suo nome
dalla porta della camera.
“Sei
tornato…”
Tom annuisce, il respiro affannato. Sembra
aver fatto una lunga corsa. Sembra anche stanchissimo.
Cerca
di fare il meno rumore possibile e si infila nella sua
stanza, richiudendo dietro di sé la porta. Si avvicina al letto, e Bill capisce che è successo qualcosa. Che
c’è qualcosa di strano nei movimenti impacciati di Tom.
Che c’è qualcosa di strano nel modo in cui mantiene il silenzio.
“Cos’è
successo?” si azzarda a dire, per incoraggiarlo.
Tom sospira.
E all’improvviso si sente come se suo
fratello fosse più grande. fosse diverso da lui. Fosse distante. E quel silenzio è
pesante, non gli piace, lo fa sentire impotente ed inutile.
“Devo
parlarti” mormora Tom dopo qualche istante. La sua
voce è piena di agitazione. E un pizzico di eccitazione. Come se volesse dire
qualcosa. Ma al tempo stesso ne avesse paura.
E lui non capisce.
“Tomi…”
“Tom Kaulitz!” esclama una voce
autoritaria.
Tom si gira di scatto verso la porta,
aprendo la bocca imbarazzato alla ricerca di una
qualche scusa. Ma sua madre non gli dà il tempo. “Fila
a letto… domani mattina facciamo i conti, signorino…”
Tom si gira per un attimo verso di lui e lo
guarda negli occhi, prima di abbassare il capo e avviarsi verso la propria
stanza.
Ma lui già sa.
In
quello scambio di occhiate c’era tutto il loro codice
segreto. Tom non deve dirgli nulla. Lui non deve dire
nulla a Tom.
È
chiaro cosa deve
fare.
Le
parole non servono.
Basta
saper ascoltare.
E lui sa ascoltare perfettamente Tom.
*
“Tom…”
“Vieni!”
Cerca
di non far rumore e si avvicina al letto del fratello.
Tom lo guarda mentre
si sdraia di fianco a lui. Il materasso si piega appena sotto il suo peso.
“Mamma
si è arrabbiata molto?”
Solleva
appena le spalle. “Non lo so…”
Silenzio.
Solo
i loro respiri riempiono la stanza.
Non
c’è nient’altro.
“Devo
parlarti” mormora alla fine Tom.
Gli
ha lasciato il tempo per riflettere. Conosce suo fratello e sa che prima di
parlare deve sempre pensare bene.
“Dimmi…”
Tom fa un respiro profondo. È agitato. Lui
lo percepisce. Lo sente. Lo sa.
“…
stasera sono uscito con Angela…” lui annuisce nel sonno. È una cosa che sa già.
Si
aspetta dell’altro.
Ed è un po’ emozionato ed un po’ impaurito.
Perché sa ascoltare fin troppo bene suo
fratello.
E già sa, cosa sta per dirgli.
Un
altro respiro profondo di Tom. “… lo abbiamo fatto…”
mormora alla fine.
Trattiene
il respiro per un attimo.
E di nuovo c’è un silenzio totale
nell’aria.
Un
silenzio assoluto.
Sente
che anche suo fratello ha smesso di respirare.
È
che… è strano…
È
solo strano.
Perché ancora una volta si sente lasciato
indietro da suo fratello.
Di
nuovo il secondo.
Di
nuovo dietro Tom.
È una
sensazione strana.
“…
non dici niente?”
La
domanda di Tom lo fa tornare alla realtà.
“Cosa devo dire?”
Sente
Tom scuotere le spalle.
Sospira.
“… com’è stato?”
Tom si irrigidisce
per un istante. Poi la sua risata si fa strada nelle
sue orecchie, prima di provare a tapparsi la bocca con le mani. “Uno schifo
totale…”
Si
volta a guardarlo. È troppo buio per vedere Tom, ma ne distingue il profilo. E lo vede
mentre cerca di trattenersi dal ridere. Sa che sta cercando di smorzare
la tensione.
Sa
che in fondo anche tutte le sue paure e le sue
insicurezze sono stupide.
Sorride.
Tom è sempre Tom.
Un
passo davanti a lui. Un passo indietro. Accanto.
È
sempre lui.
Ovunque
si trovi.
È
sempre lui.
Non
deve aver paura.
Non
deve averne.
“Ti
rifarai la prossima volta…”
Tom annuisce. “Certo…”
“… dai racconta però!”
Tom si gira a pancia in giù e prova a
guardarlo negli occhi. Non può riuscirci. È troppo buio.
Ma Tom riesce a
vederli.
Sa
che sono lì e stanno aspettando.
“Sarà una lunga notte… prendi appunti…”
Una
risata. “Scemo”
*
C’è
lui.
C’’è Tom.
E c’èuna terza
voce.
Che
conosce. L’ha
già sentita.
Ma
non sa darle un nome.
Correre
veloce. Troppo veloce.
Non
fermarsi.
Non fermarsi.
Il
buio. Solo il buio.
E due
risate che si perdono nella notte. Due risate che si rincorrono.
Non
la sua.
Lui
c’è. E sente.
Ma non c’è. E non
può capire.
La
luce.
Accecante.
Improvvisa. Bianca. Così chiara da far chiudere gli occhi.
Non
vedere.
Non
sentire.
Non
parlare.
Il
buio.
È il buio.
****
Un
po’ in ritardo ma arriva anche questo capitolo. Scusate, ma tra esame, scrivere
un’altra storia, scrivere questa, e un periodo un po’ così… non sono riuscita a pubblicare prima.
Ci
stiamo avvicinando alla fine °_° ridendo e scherzando mancano ancora uno/due
capitoli al finale. Eh sì. Che peccato ç_ç
Beh,
passo a ringraziare tutti voi che continuate a seguirmi e a commentare questa
storia… Grazie mille!!
Anima
Bianca: eh sì… è un po’ (tanto) triste questa storia.
Ma si sa che ho una vena particolarmente drammatica XD
Judeau:
guarda, la confusione è normale XD Penso che l’unica che sa di cosa realmente
parli è la sottoscritta. Anche perché sarebbe difficile da capire… nonostante
gli input ci siano eh ù_ù *me
ha parlato*. Ti ringrazio come sempre! Gentilissimo
*_* Bacio
Sky_Shindou:
grazie!!
Envy_Misako83: no
assolutamente! Iscriversi è completamente gratuito, figuriamoci^^
MY LadY oF SoRRoW: grazie come sempre!
Sei sempre super gentilissima e non posso che ringraziarti di nuovo
per questo! Presto si scoprirà tutto comunque, quindi
la storia avrà finalmente un senso vero e proprio XD Un bacio!!
Piska: ti
ringrazio tantissimo! Sono felice che tu abbia scoperto questa storia e che ti
sia piaciuta! Beh, le mie vecchie storie le puoi trovare
nella community del livejournal… non sono
sparite dal web ç_ç Non potrei mai! XD
Maxie: eh
già, per fortuna c’è il lj! *_* Oh beh dai… presto
capirai e troverai un senso per questa storia, visto che per adesso ne sembra
priva XD
Mary:
oddio non voglio realmente vedervi tutti quanti tristi eh! Però mi rincuora
sapere che questa storia colpisce tanto… e sì, il rapporto tra loro due è
veramente qualcosa di molto molto
bello, che io mi sono permessa di descrivere cercando di essere il più
convincente possibile… spero di riuscirci!
Castalia: sì,
sì, non temere! È tutto normale. Non preoccuparti presto si chiarirà tutto… (ho
un po’ paura per quel momento XD)
Lassurdoinpersona:
grazie mille!!
Jessy:
oddio qui tutti piangono XD Su su, riprendiamoci XD
Grazie!
YUMA: ti
ringrazio! Oddio, leggerla tutta in un colpo solo può danneggiare alla salute,
te lo dico XD ma se resisti… grazie!
_Purple_: sembra che questa storia
faccia piangere tutti O_O ti ringrazio tantissimo per
i complimenti!
FillyCicca483:
grazie mille per i complimenti! *_*
Lady Numb:
carissima, figurati! Capisco perfettamente, io non ho
un attimo libero! Guarda, la confusione è normale… penso che fino a quando non
scriverò cos’è successo, non capirete molto XD Tom… eh… *me guarda il poster*… sì, gran bel figliuolo. Io
sono arrivata alla conclusione che per lui, ma soprattutto per Billino-tato, chissene dell’età
XD Bacio grandeeeee!!
Grazie
a tutti!! Alla prossima!