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Autore: Scarcy90    14/09/2007    4 recensioni
Questa è la mia prima ff. Ho deciso di scrivere quello che sarebbe potuto accadere tra Miyu e Kanata dopo la partenza di Lou e Baumiao.
I due protagonisti hanno finalmente capito di essere innamorati l'uno dell'altra, ma per loro non sarà facile riuscire ad essere felici. E' una storia piena di colpi di scena. Intorno alla vicenda principale si sviluppano altre storie d'amore davvero originali. Spero che vi piaccia.
-Ti sei innamorata di lui,vero?- le chiese facendo un cenno verso Kanata.
-Guarda che ti stai sbagliando- disse Miyu sulla difensiva.
Come a causa di uno strano riflesso incondizionato si voltò a guardarlo. Si trovava dall’altra parte dell’aula, seduto su un banco, a parlare con Santa.
“E’ incredibile che non mi sia mai accorta di quanto lo amo. Ho sempre dato la sua presenza per scontata e adesso che sto per partire, mi sto rendendo conto che separarmi da lui è l’ultima cosa che vorrei fare.”
Continuò ad osservarlo ancora per qualche istante. Il suo cuore non voleva saperne di rallentare i battiti e le sue guance si stavano colorando di un rosso leggero.

[Capitoli Rivisti e Restaurati:
1- Quando Batte Il Cuore;
2- Sotto Una Splendida Luna;
3- Un Risveglio Movimentato;]
NdAmministrazione: l'utilizzo del codice html nelle introduzioni è vietato, ad esclusione di alcuni casi precisi previsti dal regolamento. Il codice html di questa introduzione è già stato modificato dall'amministrazione. Una volta visto questo messaggio, l'autore della storia può provvedere a cancellarlo in autonomia andando a modificare l'introduzione della storia.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kanata Saiyonji, Miyu Kouzuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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SDD- Capitolo 3
 
   ***Capitolo sottoposto a correzione e revisione...***





Capitolo 3
Un Risveglio Movimentato
 
 
 Miyu era in stazione e il treno ormai stava per partire, ma di Kanata neanche l’ombra. Non poteva credere che non fosse venuto a salutarla. Si sentiva così triste, pensava di potersi fidare di lui e invece l’aveva delusa. Si voltò verso la porta del vagone preparandosi a salire, quando sentì l’improvviso impulso di voltarsi ancora una volta verso le scale così i suoi occhi lo videro: Kanata stava correndo verso di lei.
 Il suo viso si illuminò nel vederlo e un sorriso pieno di gioia le si dipinse sulle labbra.

 -Miyu! Aspetta, devo dirti una cosa.-
 Kanata la raggiunse. Era senza fiato, si piegò in avanti e mise le mani sulle ginocchia per riuscire a recuperare un po’ di forze.
 -Kanata! Sei arrivato finalmente! Ormai non ci speravo più- Miyu aveva le lacrime agli occhi per quanto si sentiva felice. 
 -Scusami per il ritardo- le disse sorridendo. –Comunque sono venuto a dirti che…-
 -Sì- lo incitò a proseguire.
 -…che… che io… ti…-
 DRINN! DRINN! DRINN!

 Kanata scomparve in una strana nebbia e Miyu aprì gli occhi guardandosi intorno. Quello di poco prima doveva essere stata un sogno perché si trovava ancora nel suo letto. Guardò la sveglia: erano le sei. Mancavano ancora tre ore alla partenza, perciò con uno sbadiglio stava per rimettersi a dormire, quando sentì di nuovo il campanello della porta suonare. Allora quello non lo aveva sognato! Ma chi poteva essere alle sei del mattino?! Si alzò di malavoglia e si diresse verso l’ingresso. Nel corridoio incontrò Kanata che stava sbadigliando.
 -Kanata? Anche tu hai sentito suonare?-
 -Sì- rispose lui facendo un altro sbadiglio.  
 -Ma chi può essere a quest’ora?-
 -Perché che ore sono? Per la fretta di andare a rispondere non ho guardato l’orologio.-
 -Sono appena le sei-
 -Che cosa?!- Kanata alzò gli occhi al cielo con disappunto.
 -Forza, andiamo a vedere chi è- disse Miyu sorridendo.
 Arrivati nell’ingresso, Miyu aprì la porta e si ritrovò davanti la…
 -Signorina Mikan!- dissero Miyu e Kanata sorpresi.
 -Salve ragazzi!!!- disse con un enorme sorriso. –Visto che oggi non ho alcuna scadenza urgente, mi sono detta che sarebbe stato piacevole fare una passeggiata. Camminando mi sono ritrovata davanti alla scala del tempio….-
 Intanto i due ragazzi continuavano a guardarla senza parole e sulla loro testa scese una gocciolina.
 -…e ho deciso di venire a salutarti Miyu, dato che mi avevi detto che il tuo treno partiva oggi alle nove. In effetti non pensavo che vi avrei trovati ancora qui, in pigiama e così tranquilli.-
 -Cosa intende dire, Mikan?- le chiese Kanata confuso. 
 -Solo che mi sembra strano che siate ancora qui, quando il treno partirà tra un’ora e ci vogliono trenta minuti solo per arrivare in stazione.-
 -Guardi che si sta sbagliando- rispose Miyu. –Non possono essere le otto, perché la mia sveglia non ha ancora suonato e io l’avevo puntata alle sette.-
 -Ti consiglio di controllare le batterie della tua sveglia, perché ti assicuro che sono le otto. Se non ci credi guarda qua- e mostrò il suo orologio da polso ai due ragazzi.
 -Kanata! Vedi anche tu quello che vedo io?- chiese Miyu con voce tremante.
 -Sì- disse lui altrettanto timoroso.
 L’orologio della signorina Mikan faceva le otto e quattro minuti.
 -Aspettate tutti e due qui- disse Miyu e corse in camera sua.
 Dopo pochi istanti si sentì un urlo. Kanata si precipitò in camera di Miyu.
 -Che succede?!-
 -Le- le batterie della mia sveglia, sono completamente scariche. E’ per questo che non ha suonato!-
 -Allora sono davvero le otto! Presto dobbiamo assolutamente svegliare i tuoi genitori.
 Corsero nella stanza per gli ospiti, aprirono la porta e si trovarono davanti Miki e Yu che dormivano profondamente.
 Nel frattempo la signorina Mikan si era addormentata sul pavimento dell’ingresso. All’improvviso suonò il campanello.
 -Eh, ma chi sarà?- disse la signorina sbadigliando. Si alzò lentamente e aprì la porta.
 -Buon giorno- disse Christine. –Sono venuta a salutare Miyu. Lo so che ci saremmo dovute incontrate in stazione ma ho pensato di passare prima da qui nel caso avesse avuto bisogno di qualcosa. Ehm, dov’è Kanata?- e iniziò a guardarsi intorno.
 Nel frattempo nella stanza dei signori Kozuki la situazione stava diventando a dir poco tragica.

 -Mamma! Papà! Svegliatevi subito!- urlò Miyu.
 -Signori Kozuki, dovete svegliarvi il vostro treno partirà tra meno di un’ora- disse Kanata.
 Niente. I due continuavano a dormire indisturbati e Miyu fu attraversata da una strana sensazione. Si mise a guardare a terra e alla fine la trovo: una tazza. La prese e ne annusò il contenuto.
 -Oh no!- esclamò lasciandosi sfuggire la tazza di mano. 
 -Che c’è?!- disse Kanata.
 -Non riusciremo mai a svegliarli. A quanto pare ieri sera hanno bevuto il tè speciale di mia madre.-
 -Il che cosa?- chiese lui perplesso.
 -Ogni tanto i miei hanno qualche problema ad addormentarsi e così mia madre ha inventato questo tè alle erbe. E’ un sonnifero che riesce a farli dormire anche dieci ore di seguito. Non abbiamo alcuna speranza di riuscire a svegliarli in tempo.-
 -Non preoccupatevi ci penso io!-
 -Signorina Mikan, che cosa vuole dire?- le chiese Miyu.
 -Ho avuto un’idea fantastica per svegliare i tuoi genitori!- disse Mikan zelante.
 -Davvero!?- mormorò Kanata dubbioso. 
 -Sì, però perché il mio piano funzioni dovete fare tutto quello che vi dirò senza discutere- la voce della signorina Mikan non era per niente incoraggiante. 
 -Ok- dissero i due ragazzi.
 -Bene- concluse Mikan con sguardo compiaciuto.
 -Non mi piace la sua espressione- bisbigliò Miyu a Kanata.
 -Neanche a me- rispose lui.
 Mikan li guardò ancora per qualche istante e poi disse:
 -Ora voi due dovete stare vicini e tenervi per mano.-
 -Che cosa!?- gridò Miyu imbarazzata.
 -Ma per quale motivo?- disse Kanata con le guance rosso fuoco.
 -Avevate detto che non avreste fatto discussioni.-
 -Sì… però…- cominciò Miyu.
 -Basta! Ho detto di tenervi per mano!- urlò Mikan.
 I due spaventati si presero per mano.
 -Perfetto-. Poi si voltò verso il bagno e disse: -Christine hai finito di riempire la vasca?-
 -Ha detto Christine?- chiese Miyu a Kanata in sussurro.
 -S- sì- rispose lui con un filo di voce.
 -Oh no. Se ci vede in questo stato andrà fuori di testa.-
 Intanto dal bagno Christine disse: -Sì, signorina Mikan, ho finito.-
 -Allora puoi venire qui un momento? Kanata mi ha appena detto che i signori Kozuki hanno dato la loro benedizione ad un eventuale matrimonio tra lui e Miyu. Non è una notizia bellissima?-
 Miyu e Kanata erano bianchi come due fantasmi, mentre la signorina Mikan continuava a sorridere compiaciuta. Dal bagno non si sentiva nessun rumore e l'intera casa era più silenziosa di una tomba. Ma poco dopo si iniziarono a sentire dei rumori simili a tuoni e la terra iniziò a tremare. Miyu si strinse ancora di più a Kanata e improvvisamente da dietro l’angolo apparve Christine infuriata come non mai: ogni suo passo sembrava poter far crollare la casa. Camminava molto lentamente e nei suoi occhi c’erano lampi di rabbia, mentre i suoi capelli erano rigidi come se fossero stati attraversati da una scarica elettrica.
 -Come hanno osato- disse Christine con voce metallica, mentre Miyu e Kanata tremavano come due foglie. -Come hanno osato, quei due buffoni dare il loro consenso a questo matrimonio. Io non lo permetterò!!!-
 Così aprì la porta della stanza dove stavano riposando i genitori di Miyu, li prese di peso e li gettò dritti, dritti nella vasca da bagno.
 -AhAhAhAhAhAhAh!!!-
 L’urlo dei signori Kozuki si sentì fino in fondo alla scalinata del tempio. E questo fece tornare Christine in sé.  
 -Oh, mamma mia! Sono stata io a fare questo? Sono davvero mortificata.-
 -Non preoccuparti Chris è tutto okay. Grazie a te mamma e papà si sono svegliati. Ci hai solo fatto un favore.-
 -Allora, questo vuol dire che tu e Kanata non state per sposarvi- disse Christine incerta.
 -Certo che no! Solo un pazzo sposerebbe Miyu- disse lui.
 -Che cosa!?- urlò Miyu.
 In tutta risposta Kanata le fece una linguaccia. Miyu era livida di rabbia.
 -Quando ti comporti così io ti…-
 -Miyu, che cosa sta succedendo?- chiese Miki. –Perché io e tuo padre siamo nella vasca da bagno?-
 -Oh, mamma è successa una cosa terribile!!!-
 Così le dovette raccontare tutto per ben due volte, perché Miki, ancora un po’ intontita, non ascoltava la figlia con attenzione. Poi improvvisamente capì…
 -Aspetta un attimo! Vuoi dire che se non ci sbrighiamo tra meno di un’ora il treno partirà senza di noi!-
 -Sì- rispose Miyu esausta.
 -Ma perché non me lo hai detto subito!-
 -Oh, mamma- disse Miyu sentendosi svenire.
 -Forza, diamoci una mossa! Yu smettila di dormire sul pavimento!- disse Miki determinata.
 -Umm, ancora cinque minuti…- disse il marito girandosi dall’altra parte.
 -In pieeediiii!!!- urlò la moglie.
 -Sì, tesoro- disse Yu scattando in piedi. –Sarò pronto ed efficiente tra meno di un minuto!-
 -Sarà meglio per te.-
 -Allora io vi aspetto fuori- disse Christine. Stava per andarsene ma poi si voltò verso Miyu. –Che sbadata, quasi dimenticavo. Se vuoi posso accompagnarvi io in stazione, ho la macchina proprio giù in strada.-
 -Grazie, Christine. Accetto volentieri.-
 -Oh, figurati. Sono sempre contenta di aiutare un’amica-. E così fluttuando, felice come una Pasqua, uscì dalla stanza.
 Nel frattempo il signor Sayoni, ignaro di quello che stava succedendo dall’altra parte della casa, aveva finito di preparare la colazione. Si sedette e iniziò a mangiare. Aveva cucinato tutto anche per gli altri, immaginando che non avrebbero avuto il tempo di prepararselo da soli. Tutto un tratto sentì un rumore molto strano provenire dal corridoio, come di una mandria di elefanti indiani impazzita. La porta si aprì di botto e Miyu, Miki e Yu entrarono. Si sedettero e trangugiarono tutto alla velocità della luce, poi si alzarono e dissero: -Grazie, Onshio. Era tutto squisito. Arrivederci!- Si diressero velocemente verso la porta e Kanata, che stava entrando riuscì ad evitarli per un soffio.
 -Ma hanno già mangiato tutto? Quanto ci avranno messo?-
 -Trenta secondi, più o meno. Kanata, potresti spiegarmi cosa sta succedendo?-
 -Si sono svegliati tardi, quindi rischiano di perdere il treno. Io sto cercando di star loro dietro, ma è un’impresa praticamente impossibile!-
 -Stai andando in stazione con loro, vero?-
 -Sì-.
 -Allora salutameli tu come si deve. Purtroppo non posso venire con voi, il tempio non può rimanere incustodito.-
 -Ok, papà, ci penserò io. Sempre se riuscirò a raggiungerli.-
 Due minuti dopo Kanata, Miyu e i suoi genitori stavano scendendo la scalinata portandosi dietro i bagagli di Miyu.
 - E’ una fortuna che Christine sia venuta in macchina- disse Miyu, -così non dovremo aspettare che arrivi il taxi.-
 -Sì, hai ragione tesoro- disse Miki.
 -Ma entreremo tutti in una macchina?- chiese Yu.
 -Tu non conosci Christine- disse Miyu sorridendo.
 In effetti pochi secondi dopo il padre di Miyu ebbe la sua risposta. Davanti a loro c’era una limousine nera lunga almeno dieci metri, e vicino alla macchina c’era una sorridente Christine affiancata dal fedele maggiordomo, il signor De Cervis.
 -Bene, finalmente siete scesi. Guardate chi è riuscito a raggiungerci- disse Christine e indicò il punto dietro le gambe del signor De Cervis. Ne uscì una bambina sui quattro anni, con capelli rossi raccolti in due codini.
 -Momoka!- dissero Miyu e Kanata.
 -Salve a tutti! Sapevo che oggi Miyu sarebbe partita, così avevo intenzione di raggiungervi alla stazione con il mio fedele triciclo, ma Christine mi ha detto che sarebbe stato molto meglio se fossi venuta in macchina con voi. E così eccomi qui!-
 -Oh, piccola, dolce Momoka!- disse Miyu e senza accorgersene si ritrovò in lacrime ad abbracciare la bambina.
 -Miyu, non fare così!- disse Momoka comprensiva.
 -Come mai non mi hai chiamato “signora”?- le chiese senza smettere di abbracciarla.
 -Perché ho capito che ti da fastidio e non voglio farti arrabbiare anche il giorno della tua partenza.-
 -Puoi chiamarmi “signora” quanto vuoi, perché questa sarà una delle cose che mi mancherà di più quando sarò via- le lacrime di Miyu non accennavano a diminuire. 
 -Allora, ti voglio tanto bene “signora”- disse Momoka con le lacrime agli occhi.
 -Anch’io te ne voglio, piccola peste!- le rispose Miyu sorridendo.
 Osservando quella scena, Kanata si rese conto che per tutta la mattinata non si era mai soffermato a pensare che dopo le nove di quella mattina non avrebbe più visto Miyu per chissà quanto tempo. Magari non l’avrebbe rivista mai più. Ma allontanò quasi subito questo pensiero dalla sua mente. Lui e Miyu erano legati da qualcosa che neanche la lontananza avrebbe potuto spezzare, l’amore per il piccolo Lou. Avevano troppi ricordi in comune per poterli cancellare come se niente fosse successo. Era sicuro che prima o poi Miyu sarebbe tornata da lui, anche se ci sarebbero voluti anni, e in quel preciso momento Kanata fece una promessa a sé stesso: l’avrebbe aspettata. Qualunque cosa fosse successa, chiunque avrebbe incontrato, lui avrebbe aspettato il ritorno di Miyu…
 Ma i suoi pensieri furono interrotti dalla voce di Miki.
 -Miyu, tesoro. Adesso dobbiamo proprio andare. Tra mezz’ora il treno partirà-
 -Sì, mamma- rispose Miyu e lasciò andare Momoka.
 -Miyu- disse la bambina. – Posso sedermi accanto a te in auto?-
 -Certo, piccola mia.-
 -Comunque non deve preoccuparsi- disse Christine rivolta a Miki, -il signor De Cervis è un autista straordinario. Sono sicura che impiegherà la metà del tempo per portarci in stazione.-
 -Lo spero- rispose Miki preoccupata.
 Dopo che tutti furono saliti Christine stava per chiudere lo sportello quando si sentì un grido proveniente dalla scalinata.
 -Aspettate! Ci sono anch’io!-
 Era la signorina Mikan che, veloce come un fulmine, si infilò nell’auto, che partì a tutto gas lasciandosi alle spalle il tempo Sayoni, il luogo in cui Miyu e Kanata avevano vissuto la più indimenticabile della avventure.
 
 
 

   
 
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