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Autore: tomlinson_smile    27/02/2013    0 recensioni
Zara ha 17 anni, un padre che la odia, una grande passione per la musica di un gruppo pop.
e la paura di non essere abbastanza.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando Zara si svegliò, la mattina dopo, il caldo sole di maggio batteva attraverso le finestre e quel giorno i suoi idoli erano nella sua stessa città. Già, i One Direction quel giorno avrebbero suonato in quel luogo in Italia, avrebbero attraversato quelle strade che lei attraversava, ma lei non sarebbe, ovviamente, andata al concerto. Le sue amiche si erano disperate quando i biglietti, mesi prima, esaurirono ad una velocità impressionante, ma lei, del canto suo, non ci aveva mai nemmeno sperato: era impossibile che Basilio, suo padre, approvasse una simile sciocchezza. La sua migliore amica Veronica ci andava, ma non era una vera fan dei ragazzi: aveva preso quel biglietto solo per mettersi in mostra, perché aveva sentito dire che era difficile da ottenere. Non voleva che Zara la accompagnasse, sembrava che ultimamente si vergognasse ad essere vista in giro con lei. La ragazza dai capelli rossi cercò di non pensarci mentre preparava lo zaino per quella mattina: due quaderni che non le servivano, fogli di scorta, diario e astuccio rigorosamente puliti dal padre di qualsiasi segno di adolescenza che lei avrebbe potuto imprimere. Tolse il libro di filosofia su cui non aveva svolto i compiti: avrebbe fatto finta di averlo lasciato a casa per errore. Stava per uscire di casa quando si ricordò che non aveva con sé il suo portafortuna: si vergognava un pò ad ammetterlo, ma non riusciva ad uscire di casa senza una foto di sua madre, che non vedeva da undici anni. La donna era esattamente il contrario di suo padre: Basilio, duro e invecchiato precocemente, con un galoppante bigottismo e le sue restrizioni maniacali, alto e secco con capelli grigio-argentato, si frapponeva alla figura materna, Ofelia, sognante come il suo nome, bella come un tulipano in fiore (tutti i conoscenti ricordavano la sua splendida figura), dai lunghi capelli rossi fiammanti come quelli della figlia. Ofelia amava l'arte, la poesia, la musica e il teatro...nessuno sapeva perché aveva sposato un uomo come Basilio, ma il matrimonio non era durato a lungo: un giorno lei, spinta da ideali hippie, se n'era andata e lui, alla figlia come ai conoscenti, aveva sempre giurato che l'aveva maltrattata al punto da farla scappare, ma Zara sapeva la verità sapeva che per quanto amasse la madre più del padre e si sentisse molto più simile a lei, era stata Ofelia a tradire Basilio, lasciare la patria e spezzargli il cuore. Zara era immersa nei suoi pensieri quando fu quasi travolta da un ragazzo alto, magro e bello, bello, troppo bello e quel sorriso..Quel sorriso che lei avrebbe riconosciuto tra milioni di sorrisi. – Louis! – gridò Zara, così sorpresa da dimenticare la naturale timidezza, così emozionata da non lavorare sulla pronuncia. – si sono io – rispose lui con la sua bella voce. La ragazza aveva programmato così tante cose da dirgli, ma sembrava averle dimenticate tutte: era come se un’aspirapolvere avesse svuotato il suo cervello, le farfalle nello stomaco avessero ingaggiato una battaglia furiosa l’una contro l’altra e il senso di nausea si trasformasse in un beato sorriso, il più bello del mondo, anche se Zara non sapeva di averlo. Nel panico più totale, accantonò tutti i piani poco superficiali, le trame dei suoi libri e i film preferiti che aveva imparato a memoria per discuterne con lui, le idee su un piano di fuga romantico…si ‘accontentò’ di chiedergli un autografo, come stava (- bene grazie - ), dov’erano gli altri ragazzi ( - si stanno riposando all’albergo, ma non vedono l’ora di divertirsi come matti stasera! - ) e se non fosse scocciato all’idea di incontrare una fan ( - Figurati! Non tutte sono alla mano come te, certe mi saltano addosso e io devo fingere un sorriso per non ferirle, è davvero difficile ma fa parte del mio lavoro! - ). Poi toccò a lui farle delle domande: come mai non fosse andata a scuola quella mattina ( - C’era occupazione. Davvero niente di importante, non preoccuparti. -), se voleva fare una foto con lui ( - No, non è il caso. Sono così brutta che si romperebbe la macchina fotografica - ). Però lui fu irremovibile, disse che non era assolutamente vero e insistette per avere una foto con lei. Poi le chiese se sarebbe venuta al concerto quella sera, al che lei, con il cuore in gola, ammise di no, che non era riuscita a trovare i biglietti. Louis le disse che non c’era problema, che aveva intenzione di invitarla al concerto. Zara era così agitata che non riusciva a dire niente, non riusciva a ringraziarlo come avrebbe dovuto e, suo malgrado, disse la cosa più stupida che avrebbe potuto dire – Perché me? Ci dev’essere un errore. Non sono carina, non sono simpatica. Ascolta, io ho un’amica, si chiama Veronica. Lei è praticamente perfetta, invita lei al concerto. Perché me? -. La risposta di Louis fu enigmatica – Un giorno, forse, ti dirò perché. Per ora ti dico solo che devi essere tu -.
  
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