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Autore: Water_wolf    28/02/2013    2 recensioni
Mi chiamo Aida Stones e per non so quale scherzo del destino sono arrivata qui; dopo esere stata risucchiata da un tunnel interdimensionale, in un nuovo mondo chiamato Luce. Non so se riuscirò a tornare a casa e neanche come tornare. La vita qui scorre tranquilla ma c'è un segreto che devo ancora scoprire : perché quando dico "Terra" tutti rabbrividiscono? L'unica persona che conosco è River e non vuole darmi spiegazioni. Non m'importa di ciò che pensano tutti, devo scoprirlo. scoppi pure una guerra.
***
-River…-dissi con voce tremante – Tu hai mai ammazzato qualcuno?-.
Lui scoppiò in una risata sguainata che mi diede sui nervi –Per fortuna, se così si può dire, non ho mai dovuto togliere la vita a nessuno tranne che a qualche animale.-.
-E questo lo trovi divertente? Sei sono un, un …- balbettai io in preda all’ira. [..] “Vada al diavolo” pensai. Ad un certo punto mi raggiunse la sua voce –Ehi! Ragazzina! Guarda che casa mia è dall’altra parte!- .
Lanciai un urlo furioso –Ti detesto principe dei miei stivali!-. “Oggi non è proprio la tua giornata, vero Aida?” pensai tra me e me. Poi fu costretta a tornare indietro.
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Al tramonto arrivammo alla Scuola per Cavalieri del Cielo. Ormai non sapevo più d’avere delle spalle e quando misi i piedi i terra mi dovetti appoggiare al grifone per non cadere. La creatura mi scoccò un’occhiata di fuoco che mi fece subito rizzare i capelli; potevo amare i draghi ma non credevo avrei mai espresso affetto verso l’incrocio tra un’aquila ed un leone gigante.
Jem ordinò a Bersayap di andare nelle scuderie e mi fece cenno di seguirlo. Camminammo lungo un vialetto di ghiaia, notai alcuni arbusti, forse resto di aiuole un tempo rigogliose. Fui felice di vedere la facciata dell’edifico della scuola. Era un castello di modeste dimensioni, nulla a che vedere con il palazzo del re o’Moch, che si stendeva a chiocciola su se stesso. Grandi massi squadrati facevano da fondamenta e assi di legno scuro da portone. Jem bussò cinque volte ritmicamente, in seguito scoprii che quello era il segnale per far capire se eravamo amici o meno. Il portone si aprì e potei vedere completamente l’interno del castelletto. Oltrepassai la volta di pietra, dalla bocca mi sfuggì un tremante “wow”. Se dall’esterno mi era sembrato una struttura modesta, appena entrata cambiai immediatamente idea.
–Dove posso trovare River?- chiesi impaziente. Pareva essere passata un’eternità dall’ultima volta che eravamo stati insieme invece che non più di una settimana.
–Sta’ tranquilla, tra poco lo rivedrai.- mi rassicurò Patkins. Mi lasciai guidare da lui per il castello e dopo un concitato vagare giungemmo in una grande sala piena di tavoli, una mensa. Notai subito che quattro persone erano sedute attorno ad una tavola e sembravano aspettarci. Jem mi condusse da loro.
–Questo è l’ultimo membro di questa squadra.- annunciò solenne –Starete insieme per tutta la durata dell’addestramento, so bene che alcuni di voi sono ad un livello avanzato rispetto agli altri e questo gioverà soltanto se sarete in grado di lavorare in gruppo. Dopodiché sarete a tutti gli effetti dei Cavalieri del Cielo e potrete dare il vostro supporto in battaglia.-.
Dettò ciò, se andò lasciandomi in pasto a dei perfetti sconosciuti. Tutti tranne uno. River.
Mi trattenni dal saltargli al collo e posai gli occhi su una ragazza. Finalmente qualcuno che non si curava delle regole come me. La giovane si accorse che la stavo osservando e fece un sorriso smagliante –Mi chiamo Renné. Tu invece?-.
Ricambiai il sorriso –Aida.-.
Renné si alzò e mi strinse la mano. Aveva dei ricci rossi ribelli che lasciava ricadere sciolti sulla schiena, una nuvola di lentiggini le copriva le guance e il naso, le labbra erano rosse e carnose, il seno abbondate stretto in un corpetto che non lasciava intravedere nulla ed il fisico snello e forte. Ciò che di lei più mi colpiva erano i suoi occhi: erano sicuramente quelli d’un lupo, così ambrati e penetranti. Meravigliosi. Ancora non la conoscevo ma dentro di me sapevo che saremmo diventate amiche.
–Il mio nome è Amos.- disse un ragazzo.
Mi riscossi dai miei pensieri, gli porsi la mano e gli regalai un sorriso. Era il primo ragazzo nero che vedevo a Luce. Capii che come per noi donne era difficile farsi valere, anche per un ragazzo dai tratti asiatici come lui entrare nell’esercito doveva essere stato frutto di tanta forza di volontà.
–Ciao.- sussurrò una voce alla mia sinistra. –Io sono Ular.-.
Misi su una maschera per nascondere la paura che quel sibilo mi aveva incuto. –Molto piacere.-.
Mi feci largo per andare verso River, non riuscivo più ad aspettare. –Il mio nome è principe River o’ Moch, incant…-
Non fece in tempo a concludere la frase che lo baciai. Il sapore delle sua labbra sulle mie…Mi mancava da morire. Mi voltai giusto per scorgere lo stupore sui visi dei miei futuri compagni. Il cavaliere fece spallucce. Sulla mia bocca si schiuse un sorriso.
–Posso rubarvelo per un po’?- chiesi con un tono fin troppo gioioso. Renné scoppiò in una sonora risata, Amos fece un sorrisetto sciocco. Afferrai per un polso River e lo trascinai via. Presi le scale, sapevo quanto il principe amasse il crepuscolo e volevo ammirarlo con lui dall’alto del castello. Mi tolsi l’armatura mentre salivo; pezzi di ferro rimbombarono per la tromba delle scale, forse avrei dovuto raccattarli ma la mia mente era già fuggita via. River non la smetteva di ridere. Quanto mi mancava il suono della sua risata. Il suono della gioia. Mi chinai per slacciarmi i gambali ma River mi sollevo e mi portò fin sul tetto del castello a mo’ di sposa.
-Quanto sei scemo.- sussurrai quando mi poggiò a terra. River incrociò le braccia facendo il finto arrabbiato, poi si sciolse e bisbigliò –E tu quanto sei bella.-.
Non mi diede tempo di replicare e mi baciò. Io non aspettavo altro. Ricambiai quella promessa d’amore con tutta me stessa, la lontananza non era fatta per me, non era fatta per noi.

Ci sedemmo contro le pietre del castello. Fissavo il tramonto, la luce che lasciava spazio alle tenebre. Il principe invece guardava me. La curiosità prese il sopravvento e gli domandai –Perché non stai ammirando il crepuscolo? Ti ho portato quassù apposta.-.
River fece una risatina scema che si trascinò dietro anche me. In effetti, non ero arrivata in cima alla scuola sulle mie gambe.
-Perché dovrei riempirmi il cuore d’immagini dolorose? Perché dovrei guardare il tramonto sapendo che poco più sotto c’è il fronte? Che a terra persone stanno morendo? Preferisco perdermi nell’oceano che hai al posto degli occhi che assistere impotente a tutto questo.- disse con una spontaneità tale che mi fece male.
Le sue parole non volevano ferirmi, questo mai, ma dentro di me il cuore stillò altro sangue perché ormai non potevo più nascondermi dietro l’ignoranza, Sanyer mi aveva fatto vedere il vero volto della guerra, il volto del dolore. Mi voltai verso River, scrutai per l’ennesima volta i suoi occhi verdi e notai un’ombra che li velava di tristezza. Una lacrima rigò il mio viso. Le altre seguirono la prima come un fiume in piena.
-Perché non mi odi River?- chiesi. Il principe rimase muto, non si aspettava quell’insolita domanda. Il sapore salato delle lacrime mi riempì la bocca. –Odiami, ti prego.- dissi.
Abbassai lo sguardo, non riuscivo a sostenere quello di River. Perché non faceva come il mago? Perché non se la prendeva con me? Io che, volente o nolente, ero la causa di tutta quella morte? Invece lui mi amava, al posto di lapidarmi mi baciava, mi regalava ciò che di più buono possedeva. Ed io che lo ricambiavo invece di allontanarmi da lui, alimentavo quella scintilla invece di alleviare le sue sofferenze. River mi prese il volto tra le mani e mi costrinse a guardarlo negli occhi.
-Sarebbe la scelta più facile. Se è facile non è bello. Se non è bello non è amore.-.
Mi asciugò le lacrime e mi abbracciò. Quando le tenebre avevano ormai preso il posto della luce, sussurrai –Promettimi che quanto tutto questo finirà farai il poeta.-.
Mi parve vederlo sorridere. –Te lo prometto.-.

***ANGOLINO DELL'AUTRICE IMPEGNATA si diciamo pure che sono un po' più che impegnata, mi sento come degli spaghetti che navigano in balia del ragù. Che cavolo sto scrivendo? Non sono neanche più capace di fare similitudini decenti.
Mi scuso per il ritardo, ormai faccio sempre più fatica a trovare il tempo per scrivere, rileggere, correggere e pubblicare un capitolo. Spero che questo piccolo frammento di relativa pace vi sia piaciuto, dopo se ne vedranno delle belle!
Mi raccomando, se siete curiosi di sapere di più su Renné, Amos e il sibilante Ular continuate a seguirmi in questa avventura! ;D
Water_wolf

  
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