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Autore: Federina92    28/02/2013    0 recensioni
Una bambina,di nome Sara Smith,ha dovuto affrontare un'infanzia difficile,perché i suoi genitori erano alcolizzati e drogati,sua sorella era una prostituta.Ma compiuti i 13 anni le riceve un regalo,ma non sa da chi,questo regalo era un diario,in cui lei scriverà le sue emozioni,i suoi sentimenti e quello che vorrebbe fare.Ma ai suoi 16 anni i genitori ebbero un malore e morirono.La sorella di Sara ebbe un bambino,ma non lo volle accudire e lo diede a Sara.La sorella una sera non fece più ritorno a casa,così Sara è dovuta crescere in fretta.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Dovevo parlare con qualcuno, qualcuno che mi capiva, qualcuno che mi voleva bene. Volevo parlare con la signora che mi ha scritto, che mi ha regalato i soldi. Cominciavo a ricordarmi di Stevie il mio amico immaginario, mi ricordavo che quando parlavo con lui, ero felice. Cosa dovevo fare. Era inutile i miei familiari non mi accudivano, l’unica cosa che potevo fare era di chiamare Stevie. Lui, mi risponde…mentre il mio diario no. ”Ciao Stevie” , non sentivo nessuna risposta, poi di nuovo “Ciao Stevie” poi mi rispose “Ciao”, finalmente mi rispose, ero ritornata la bambina di otto anni o ero diventata matta. Bussarono alla porta, mia sorella mi urla “SARA, VAI SUBITO AD APRIRE”, corsi ad aprire. Era la polizia, che mi dice “Ciao Sara, c’è mamma o papà?”, io annuisco la poliziotta mi sorride, poi mi dice “Come va? Stai andando a scuola?” io le rispondo “Tutto bene. No, io non vado a scuola”. Poi si dirige verso mia madre e dice “Salve signora, siamo venuti a prendere sua figlia”, mia madre tutta agitata le dice “Mi scusi, che figlia?”, la poliziotta si gira verso di me e dice “Lei, signora”, indicando me. Poi mamma dice “Lei, no, mi spiace dirle di no, ma lei è mia “ aveva le lacrime agli occhi. La poliziotta gentilmente le dice “Signora, sua figlia avrà un’istruzione se verrà con noi e avrà una casa con una stanza sua” mia madre urla “NO, LEI STA BENE QUA, ORA ESCA DA CASA MIA”, arriva papà, appena vede la polizia dice “Io non ho fatto niente, questa volta”, la poliziotta sorride e dice “No, signore non si preoccupi, dobbiamo portare Sara via da qui e lontana da voi” mio padre mi guarda  e dice “Si prendetela” mia madre con le lacrime agli occhi dice “Amore di mamma, ti prego rimani con me”. La poliziotta mi prende da un braccio e mi porta fuori da casa mia, io corro dentro e vado subito in camera mia, mi prendo il diario, il libro e i soldi. La poliziotta, appena mi vede scendere sorride, entro nella macchina della polizia, e mi dico nella mia testa “Sara che stai facendo è la tua famiglia”. Poi, in macchina sale la poliziotta e dice “Pensavo, che saresti rimasta sei l’unica normale in quella famiglia o sbaglio?” io le dico “Oggi, stavo diventando pazza, ho di nuovo un amico immaginario” lei sorride e dice “Non sei pazza, sei solo cresciuta troppo velocemente, hai dovuto badare alla tua famiglia intorno ai sei anni”, mi venne spontaneo farle una domanda “Ma, io ho qualche altro parente?” la poliziotta mi guarda e dice “Perché, mi poni questa domanda?” io la guardo e le dico “Perché, il giorno del mio compleanno ho trovato una busta, nella quale c’era il diario e una lettera, nella lettera c’era scritto che l’emittente mi conosce da quando sono nata”, la poliziotta mi risponde “Non lo so” quella risposta era fredda. Arriviamo in una  grande casa, la poliziotta mi dice “Casa mia, accomodati” le rispondo “Grazie” era tardi, la poliziotta mi accompagnò nella mia nuova stanza e mi disse “Sara, domani andrai a scuola”.

  
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