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Autore: Metella    15/09/2007    9 recensioni
Dove sei finito Harry? Quello non sei tu. Tu non avresti mai lasciato a se' stessa Hermione Granger, mai.
Harry è cambiato. La guerra l'ha travolto, ed è diventato un combattente assetato di vendetta. Neppure Hermione riesce più a riconoscerlo.
"Dove sei Harry?"[...]
"Hermione, dove sei?"

Cambiato titolo, ritoccati i capitoli... sono sempre io!
Genere: Triste, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cho Chang, Ginny Weasley, Neville Paciock, Ron Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Litigio Scusate! So bene che ho tardato parecchio ad aggiornare, ma ho iniziato la scuola, e quest'anno sono in quinta liceo... Ho davvero avuto poco tempo, e questo è un capitolo importante. Ci ho messo un po' a scriverlo, e spero davvero che sia venuto bene. Questo è l'ultimo capitolo effettivo, manca solo l'epilogo.

Bene, vi lascio al capitolone... Una piccola avvertenza: per chiarezza, visto che il punto di vista cambia nel corso del capitolo, ho usato due colori distinti per i due personaggi. E quindi:

testo in blu
--> Harry
testo in rosso --> Hermione

Detto questo... buona lettura!

*

Aspettami (Harry vs Hermione)

Se n'è andata.

Mi ha voltato le spalle e se n'è andata.

Esattamente come ho fatto io con lei.

Ok, ora siamo pari.

È ora di spiegarle tutto... e soprattutto di chiederle scusa.

La signora Granger cerca di fermarmi - "Harry per favore lasciala stare..." - ma non ha nemmeno il tempo di finire la frase: sgattaiolo su per le scale, mi fermo un attimo per orientarmi e individuo subito quella che deve essere la porta della camera di Hermione: le altre porte sono tutte aperte, mentre quella in fondo al corridoio è chiusa.

Ora che sono arrivato così vicino a lei, ho paura. Paura che non mi ascolti, che non voglia parlare con me.

Paura che non mi possa perdonare.

Mi avvicino alla porta e rimango in ascolto, cercando di captare eventuali rumori provenienti dalla stanza: singhiozzi, parole farfugliate, magari anche rumori di oggetti lanciati da un capo all'altro della stanza.

Ma c'è solo silenzio.

Mi faccio coraggio e provo a bussare.

"Hermione? Hermione per favore... apri. Voglio solo parlarti. È importante". Nessuna risposta. Provo a girare la maniglia, ma la porta è chiusa a chiave.

Busso di nuovo, più forte. "Hermione ti prego apri. Devo parlarti... spiegare... Hermione apri! HERMIONE!"

Tempesto di pugni la porta, furioso con lei perchè mi ignora, furioso con me stesso perchè sono stato così stupido da lasciarla scappare e perchè probabilmente questa scenata non farà che peggiorare la situazione.

D'improvviso uno scatto, all'altezza della maniglia. L'ultimo dei miei pugni si abbatte sulla porta non più chiusa, che si spalanca di colpo e sbatte contro il muro di fianco con un rumore fortissimo.

"HERMI... oh."

.

Lo fisso con gli occhi spalancati. Non è possibile.

Sono scappata per non doverlo rivedere mai più, e adesso è nell'ingresso di casa mia, vicino a mia madre che mi guarda con aria colpevole. La traditrice deve aver ceduto al famoso Sguardo da Cucciolo che lui sfodera quando vuole ottenere qualcosa, e l'ha fatto entrare nonostante le avessi specificato che non volevo assolutamente vederlo, per nessun motivo. E invece ora è qui.

Mi sta fissando come se mi fosse cresciuta una seconda testa. O come si guarda la statua di una dea.

"Hermione, io volevo..."

No! Non posso lasciarlo parlare. Non posso, perchè non riuscirei più ad odiarlo. Già solo sentirlo pronunciare il mio nome con quella voce triste è un colpo, e devo farmi forza per riuscire a resistere.

Ma resisto. Mi volto e risalgo le scale, con calma, fino al pianerottolo, dove lui non mi può vedere.

Poi inizio a correre e non mi fermo finchè non sono chiusa a chiave nella mia stanza. Lontana da lui, lontana dalla minaccia che il suo viso tanto amato rappresenta.

Perchè sei venuto qui? Perchè? Non ti basta avermi distrutta, devi anche venire a ridere della mia sconfitta?

Passi sulle scale, passi fuori da camera mia. Colpetti leggeri sulla porta. No.

"Hermione? Hermione per favore... apri. Voglio solo parlarti. È importante".

No. Per favore. Basta.

La maniglia gira, ma la porta resta chiusa. Colpi più forti, piano piano sovrastano la sua voce.

"Hermione ti prego apri." Bum, bum. "Devo parlarti... spiegare... Hermione apri!"

No. Basta. Ti prego.

Bum. "HERMIONE!". BUM. BUM, BUM, BUM.

Cedo.

"HERMI... oh."

.

È bellissima. Questo è il mio primo pensiero.

Bellissima nonostante l'espressione esausta, nonostante le guance pallide, le occhiaie. Nonostante gli occhi pieni di lacrime.

Guardo i suoi occhi lucidi e mi sento così colpevole che subito non riesco a parlare.

Lo fa lei al mio posto. "Cosa vuoi?"

"Parlare con te." Sbircio oltre la sua spalla. "Mi fai entrare?"

Sospira e si scosta dalla porta, lasciandomi libero di entrare nel suo regno.

Oltrepasso la soglia e mi guardo attorno, incuriosito. La sua stanza.

Il pavimento color giallo-oro e bianco dà una sensazione di calore e di luce. Ci sono tendine bianche alla finestra, e sotto di essa una grande scrivania di legno scuro piena di libri, quaderni, penne e varie altre cose, in un disordine che sa di vissuto. Un computer nell'angolo e alcuni CD vicino.

Il letto è ampio, coperto da un copriletto arancione e affiancato da un comodino dello stesso colore della scrivania. Un libro anche lì sopra, insieme a una lampada, una spazzola e una sveglietta di latta. Sul letto, Grattastinchi apre un occhio e mi squadra sospettoso.

Alle pareti qualche quadretto, uno specchio a forma di gatto e un calendario appeso, aperto sul mese di luglio. Intravedo un cuoricino rosso vicino al giorno 31, con una scritta colorata - Buon Compleanno Harry! - e mi viene da sorridere.

Segue la direzione del mio sguardo e sembra rabbuiarsi. Svelta, si avvicina al calendario, lo stacca e lo posa chiuso sulla scrivania.

Accidenti, adesso sembra davvero arrabbiata... ma dopotutto ha ragione. Anzi, dovrei ringraziarla per non avermi lanciato una fattura appena mi ha visto.

L'idea della fattura mi fa venire in mente un particolare che manca. Dov'è la sua bacchetta? In tempi di guerra, con i Mangiamorte liberi di girare, noi Aurors siamo abituati a portarcela sempre dietro, o comunque a tenerla a portata di mano, mai lei non l'ha con sè e non è nella sua stanza. Di sotto, forse? Ma no, era in camera sua prima che arrivassi, dovrebbe essere qui.

Parlo prima di pensare. "Dov'è la tua bacchetta?"

.

Entra e si guarda intorno. Sembra incuriosito, e io cerco di ricordare se ho lasciato qualcosa di 'compromettente' in giro, tipo il mio diario o qualche foto.

Sorride e il mio stomaco fa una capriola. Controllati!

Incuriosita, seguo il suo sguardo e vedo il calendario. Buon Compleanno Harry!, con tanto di cuore. Cavolo!

Furiosa con me stessa, agguanto il calendario e lo sbatto sulla scrivania, poi passo velocemente ai raggi X la stanza alla ricerca di altri 'corpi del reato'. Mancava solo che scoprisse la sua foto nella piccola cornice a forma di cuore, e poi ero a posto. Per fortuna l'ho infilata nell'armadio quando sono tornata a casa, perchè non sopportavo di vederlo sorridere innocente in quella foto. Quando era solo Harry, e non ancora il 'Prescelto'.

Lo sbircio di sottecchi, e sembra perso dietro un suo pensiero. Poi mi guarda. "Dov'è la tua bacchetta?"

No.

"Perchè? Hai bisogno che ti faccia qualche incantesimo?". So di suonare acida, ma mi ha colta alla sprovvista. La mia bacchetta.

Non glielo dirò mai.

Non gli dirò che l'ho nascosta nell'angolo più buio e polveroso del mio armadio, insieme alla sua foto e a tante altre piccole cose che mi ricordavano lui.

Non gli dirò che non ho nessuna intenzione di tirarla fuori.

Che non la impugnerò mai più.

Mi guarda con lo sguardo ferito. "No, ma mi sembra strano che tu non ce l'abbia a portata di mano... è pericoloso! E se un Mangiamorte..."

"Qui non ci sono Mangiamorte. Non mi servirà la bacchetta."

"Ma potrebbe servirti! E se ci fosse un'emergenza, dovresti averla a portata di mano! Dov'è?"

No. Non te lo dirò.

"Nell'armadio." Boccaccia!

"Ma..."

Lo interrompo. "Senti, se sei venuto qui per farmi una ramanzina, te ne puoi anche andare!"

Sì, vattene. Vattene e non tornare più.

Perchè sento che sto cedendo, e non voglio.

.

"Senti, se sei venuto qui per farmi una ramanzina, te ne puoi anche andare!"

Sobbalzo. Non volevo rimproverarla, anche se sembra il contrario. Sono solo preoccupato per lei.

"Hermione, non voglio farti nessuna ramanzina... devo dirti una cosa importante."

"Okay, allora. Dilla. E poi sparisci."

Sospiro. Me lo merito, per averla abbandonata. Ma non succederà più.

"Volevo dirti che... mi dispiace. Mi dispiace di averti abbandonata, mi dispiace di non averti cercata... non so perchè tu sia fuggita, ma se è per qualcosa che ho fatto, scusami. No, aspetta" fermo con un gesto le parole che sta per dire. Ora che ho iniziato devo finire.

"Fammi finire. So che eri infelice, forse l'ho sempre saputo ma non volevo rendermene davvero conto. Ho parlato con Neville, e con... qualcun altro" non voglio tirare fuori il nome di Cho, non ancora. Dopo glielo dirò, ma prima devo finire. "Ho parlato con loro, e quello che mi hanno detto mi ha fatto capire un sacco di cose. Ero... sono diventato una persona orribile." Solo dopo averlo detto me ne rendo conto. È vero, sono una persona orribile. "Ma voglio cambiare. Voglio diventare migliore... Io... Io non voglio più essere ossessionato dalla guerra, io non voglio più combattere ogni giorno e ogni notte... io voglio tornare a com'ero prima! Voglio essere solo Harry, non il Prescelto, il Salvatore del Mondo... È troppo, io... Io non posso più..."

Mi fermo, per prendere fiato, ma faccio fatica a respirare e devo tirar su col naso un paio di volte. Come mai? E perchè ho la faccia bagnata...

Sto piangendo. E me ne accorgo solo ora.

Ora che vedo le mie lacrime riflesse nei suoi occhi.

.

"Devo dirti una cosa importante".

Ma io non so se ho la forza di ascoltarti.

"Okay, allora. Dilla. E poi sparisci". Cattiva, cattiva Hermione, amara e dura e cattiva. Da quando sono diventata così?

Sospira. Lo sto facendo soffrire. E poi inizia a parlare, ed è come un fiume in piena. Cerco di fermarlo, di dire qualcosa, ma me lo impedisce. E continua a scusarsi. Parlando in fretta, balbettando sempre di più. E poi due piccole lacrime sbucano dispettose dai suoi occhi verdi, e altre due le seguono, e poi altre...

Sta piangendo.

E io non reggo più.

Lacrime gemelle delle sue mi riempiono gli occhi, ma non le lascio scendere.

Non ancora.

Balbetta ancora qualche parola, poi si ferma, e sembra stupito di qualcosa.

"Scusami..." mormora, piangendo come un bimbo.

I miei piedi si muovono da soli, e quando me ne accorgo gli sono già vicino. Guardo la mia mano muoversi e sfiorargli la guancia bagnata, delicatamente. Lui tace e sgrana gli occhi, e la sua espressione innocente mi fa salire un groppo alla gola.

Lo abbraccio.

.

Si muove leggera, come se non avesse peso, e mi è vicina. Alza una mano e prima che io possa scansarmi per evitare uno schiaffo mi accarezza piano una guancia, un tocco leggero come il suo respiro.

Sgrano gli occhi. Dovrebbe odiarmi, dovrebbe picchiarmi, e mi accarezza?

Poi sento due braccia sottili che mi circondano, e il suo profumo mi riempie le narici.

Un profumo che non è pesca o albicocca o vaniglia o fragola, ma è semplicemente Hermione.

Sole, erba tagliata di fresco, libri antichi, aria fredda del mattino.

Ed è il profumo più buono del mondo.

Mi cedono le ginocchia e scivolo verso terra, trascinandola con me. Ci ritroviamo inginocchiati sul pavimento, io con il viso affondato nel cotone fresco della sua maglietta, lei con il mento appoggiato sulla mia testa e le braccia ancora intorno a me. In qualche modo la matita che le tratteneva i capelli deve esserle scivolata, perchè morbidi riccioli color cioccolato fondente mi coprono la testa come una tenda che sa di lei.

"Hermione... Hermione..." Non riesco a dire niente di più. Mormoro il suo nome come una preghiera, e in quelle otto lettere c'è tutto quello che voglio dirle.

"Shh... calmati ora Harry... shh..." Mi zittisce dolcemente, le sue mani mi accarezzano i capelli, la sua voce un mormorio basso e gentile. Mi stringo di più a lei, circondato da lei, e il mondo non trema più, il cielo non sta più per crollarmi addosso.

Ora io sono al sicuro.

.

L'ho abbracciato. È stretto a me, la sua fronte si appoggia sulla mia spalla, le sue mani mi si aggrappano come a volersi sostenere, ma io ho le gambe molli e scivoliamo giù sul pavimento, in ginocchio. La matita con cui tenevo su i capelli - già in precario equilibrio di suo - cede definitivamente e i capelli coprono entrambi, nascondendo il fatto che non riesco più a tenere le lacrime lontano dalle guance. Harry sta mormorando qualcosa, una litania indefinita, e piano piano vi scopro dentro il mio nome. Annuso il profumo che lui emana - pietra scaldata dal sole, legno fresco, un prato dopo la pioggia - ed è il profumo più buono del mondo.

Continua a sussurrare il mio nome, e io so quello che mi vorrebbe dire.

"Shh... calmati ora Harry... shh..." Infilo le dita tra i suoi capelli neri, è dal primo anno che desidero farlo, e non mi sono mai azzardata, per paura che mi prendesse per matta.

O mi smascherasse.

Invece ora lo posso fare senza paura, gli accarezzo i capelli in silenzio, e tanti piccoli frammenti di me vanno al loro posto.

Ora io sono al sicuro.

Lo tengo stretto finchè non si calma un po' e non riesce di nuovo a respirare bene, poi mi sciolgo dall'abbraccio e lo guardo. Lui mi guarda e ciascuno vede la propria espressione sul viso dell'altro.

Sorride appena, e io ricambio quel sorriso esile.

"Meglio ora?"

"Meglio. Grazie. Senti... per quello che ho-"

"Aspetta. Ora tocca a me."

.

"Aspetta. Ora tocca a me".

Sorride, appena appena, come se avesse dimenticato come si fa. Sospira pianissimo.

"Harry... So che vi ho fatto preoccupare. Non avrei voluto. Ma non potevo fare altrimenti. Avevo... avevo bisogno di andare via, capisci? Dovevo allontanarmi, era come... come se mi mancasse l'aria. Io... io non potevo più farcela. Non potevo più fingere che fosse tutto a posto. Tu eri diventato... beh... una specie di macchina da guerra, fissato con le battaglie, con la vendetta... Così diverso da come eri prima. E poi vicino a te c'era Cho, e Scrimgeour, e Silente non c'era più, e io... Io stavo crollando a pezzi, e dovevo rifugiarmi da qualche parte per rimetterli insieme. Per capire chi sono io, se sono solo un prolungamento di te e Ron, solo un terzo del Magico Trio... o se funziono anche da sola. I miei genitori mi avevano scritto che gli mancavo e che sarei stata la benvenuta, e quindi ho deciso di venire qua."

Si ferma, respira profondamente, e capisco che sta per sganciare la bomba.

"E non credo di essere ancora pronta per andarmene."

Ci metto un paio di secondi per afferrare quello che ha detto. Come?

"Ma... ma Hermione, io... Io credevo che..." Abbasso lo sguardo sulle sue mani, piccole mani che fino a poco fa mi stavano abbracciando, le guardo e mi sento sprofondare.

Se tu non verrai con me, chi altro potrà salvarmi?

Segue il mio sguardo e sembra rattristarsi. Il sorriso di prima è svanito come il ricordo di un sogno fatto molto tempo fa, e ora non sono nemmeno più sicuro che lei abbia sorriso, in effetti.

"Harry, non fraintendermi... Io non ce l'ho con te. Bè, in effetti ero arrabbiata con te" fa una smorfietta imbarazzata "ma ora è passata... Però..."

"Però non puoi tornare. L'hai già detto. Ma perchè, Mione, perchè?"

Perchè vuoi restare qui? Se mi hai perdonato, perchè non vuoi tornare?

Perchè non vuoi salvarmi?

.

"Però non puoi tornare. L'hai già detto. Ma perchè, Mione, perchè?"

Sussulto, così forte che Grattastinchi, dal letto, alza di scatto la testa e mi sbircia spaventato.

'Mione.

Non sentivo questo soprannome da una vita.

Lui mi chiamava sempre così, ad Hogwarts, ma poi siamo andati all'Ordine, lui è diventato Il Grande Harry Potter, e ha ricominciato a usare il mio nome intero.

Negli ultimi tempi è capitato che mi chiamasse con il cognome. Granger, come se fossi stata la signorina Qualunque capitata al Quartier Generale per caso.

E ora sono di nuovo 'Mione.

Mi mordo il labbro per impedirmi di cedere di nuovo alle lacrime.

"Semplicemente non posso. Non riuscirei a tornare là e rivedere gruppi di Aurors fissati che credono che l'unica soluzione con i Mangiamorte sia ucciderne il più possibile prima che ci uccidano loro, Scrimgeour che cerca di prendere il posto di Silente, i nostri vecchi compagni che ormai sono diventati l'ombra di sè stessi..."

"Ma non è vero!"

"Sì che è vero, e lo sai anche tu. Da quanto tempo Ron non fa più le sue battutine? Da quanto non si sente più nessuno ridere? Molly Weasley è diventata talmente pallida e grigia che sembra fatta di cenere, e gli altri non sanno più nemmeno come si fa a sorridere. Non riuscirei a ritornare a questo. E non riuscirei più a vedere te... che ti ritrasformi nel Prescelto, nell'Invincibile Harry. È per questo che me ne sono andata, lo sai? Guerre e battaglie, solo questo importava. Ho visto il mio migliore amico venire soffocato dall'immagine del Salvatore del Mondo Magico, ti ho visto scomparire dietro alla maschera di un guerriero assetato di vendetta; ho cercato di sopportarlo, ho detto passerà, tornerà tutto com'era prima, ma non è successo, e sono dovuta scappare prima di essere distrutta. Sono sfuggita a tutto questo per un soffio, e non tornerò laggiù."

.

Non riesco ad ascoltarla mentre mi sbatte davanti tutto ciò che io ho cercato di non vedere negli ultimi tempi. Mento, tentando di fermarla, ma è inarrestabile e cancella la mia bugia con uno sguardo freddo. E continua a strappare i veli pietosi che io ho steso così accuratamente su ogni cosa, finendo per restarne avvolto.

L'ossessione per le battaglie, la viscida presenza di Scrimgeour ovunque, i nostri amici che stanno sbiadendo come ricordi lontani. Ron sempre più taciturno, sorrisi e risate che ormai sembrano difficili anche da immaginare. Mi si chiude la gola al ricordo della signora Weasley, grigia e spenta nella cucina buia mentre aspettavamo notizie di Cho.

Mi ero rifugiato in un bozzolo di veli che nascondeva tutto quello che mi circondava, ma ora lei sta squarciando con furia quel bozzolo e la luce è così forte che mi brucia gli occhi.

Io. Io che sono diventato quello che Scrimgeour voleva.

Quello che Silente non avrebbe voluto mai.

Un burattino in mano al Ministro, un freddo robot programmato per combattere. Un assassino a sangue freddo.

Come Voldemort. Peggio, perchè io fingo di farlo per il bene di tutti. Ho le mani grondanti sangue e la gente mi acclama per la strada.

Faccio un respiro profondo per allontanare la sensazione di sporcizia che provo e la guardo negli occhi.

"Allora non tornerai? Non tornerai mai più? Hai intenzione di vivere qui come una Babbana qualsiasi, come se non fossi la migliore strega che l'Ordine conosca?"

Distoglie lo sguardo e lo lascia vagare fuori dalla finestra. "Non ho detto questo. Ho detto che non tornerò ora. Non posso sapere quando, e se, sarò mai pronta per ritornare... Potrebbe essere domani, potrebbe essere tra una settimana o un mese o mai. Non lo so. Ora come ora so soltanto che ho bisogno di restare ancora un po' qui. Per fare pace con me stessa."

.

Mi guarda come se gli stessi togliendo tutto ciò che ha per gettarlo in mezzo ad una strada. Ma sono costretta a farlo. Non posso davvero tornare laggiù, crollerei a pezzi in capo ad una settimana.

Prima di tornare all'Ordine devo essere più forte. Devo curarmi le ferite e ritornare a sentirmi salda sulle mie gambe.

Devo riuscire a guardarmi di nuovo allo specchio senza vedere il mio viso macchiato di sangue.

"E poi, tu adesso non hai bisogno di me... Hai Cho che ti sta vicino..." Non volevo, non volevo suonare così aspra, volevo sembrare indifferente, ma la mia voce non mi obbedisce più e l'amarezza è chiarissima nelle mie parole.

Sorride, sorprendendomi.

"Cho ha capito molte più cose di me di quante non ne abbia capite io. Mi ha piantato."

.

Spalanca gli occhi a dismisura, apre la bocca e mi guarda fisso come se le avessi appena detto che Voldemort mi ha mandato un regalo di compleanno.

Non posso fare a meno di ridacchiare vedendola lì impalata; assomiglia ad un pesciolino boccheggiante.

"Lei... lei ti... cos'ha fatto?"

"Mi ha piantato, Hermione. Lasciato, mollato, come credi. È rimasta ferita in battaglia, e quando sono andato al San Mungo..."

"Ferita in battaglia? Ma lei non combatte. Mai. Come ha fatto a essere ferita? Come-"

"Se mi interrompi di continuo non finirò mai, Mione!" Sussulta di nuovo. Chissà perchè scatta ogni volta che la chiamo Mione.

"Comunque, è rimasta ferita. Niente di grave, ma l'hanno portata al San Mungo e sono andato a trovarla. E lì mi ha detto che ormai io non amavo più lei e lei non amava più me, che aveva capito da un sacco di tempo che io amo qualcun'altra, e mi ha detto che non è arrabbiata... e che devo assolutamente dichiararmi, prima che lei scappi via."

Ha in viso un'espressione indecifrabile: sorpresa perplessità curiosità incertezza, e quando nomino "l'altra" compare chiarissima la delusione.

"Oh. Bè, ha... ha ragione. E chi sarebbe la... fortunata? Io la conosco?" Fa l'indifferente, ma la sua voce trema appena.

Gelosa di sè stessa.

Sorrido. "Sì, la conosci. Vediamo... È bruna, riccia, bellissima, e in questo momento è inginocchiata davanti a me."

.


Sta scherzando.
Deve essere uno scherzo. Oppure mi odia così tanto che vuole illudermi e poi distruggermi definitivamente.

"Scusa?"

"Hai capito benissimo. A quanto pare gli unici a non sapere che sono cotto di te siamo proprio noi due. All'Ordine sapevano tutti, e dico tutti, che sono innamorato di te. Io invece l'ho capito circa due ore fa, quando Cho me l'ha gentilmente fatto notare."

No, non sta scherzando.

Adesso svengo.

E nemmeno io sto scherzando.

Sette anni di scuola più uno di Ordine a morirgli dietro e adesso lui è innamorato di me.

"Oh."

.

Cioè? Io mi dichiaro e lei per tutta risposta fa "Oh"?

Abbiamo un problema.

"Già. Oh". Mi adeguo.

"Ehm... bè." Fa una pausa e fissa il pavimento. "E dici che lo sapevano... tutti?"

"Penso che l'unico a non averlo capito fosse Fierobecco, e solo perchè sta chiuso in soffitta."

"Oh." Sta diventando ripetitiva!

"E... tu pensi che... bè. Pensi che sappiano anche che... uh."

"Che cosa?" Ora mi sto innervosendo. Ha intenzione di parlare a monosillabi ancora per molto?

"Uff. Va bene." Prende fiato. "Sembra che tu sia l'unico a non sapere anche un'altra cosa."

"Ossia?"

"Ossia che anche io sono innamorata di te."

.

Ecco, l'ho detto. Che Merlino e Morgana mi aiutino.

Nella stanza si gonfia un lungo silenzio. Si sente distintamente il respiro di Grattastinchi.

"Oh." Quella battuta era mia!

"Bè" dice, e il suo sorriso parte in sordina, per poi allargarsi e riempirgli il viso. "Visto che io amo te, e tu ami me, potremmo..."

"No." Questa sono io? Io ho detto di no a lui?

"Come no? Qual è il problema?"

"Il problema, Harry, è quello che ti ho spiegato poco fa. Non sono pronta per tornare... e il fatto che noi ci... beh, ci piacciamo" crudele e falsa, ma è sempre meglio essere prudenti e limitare la speranza "non fa che peggiorare le cose. Per me, almeno. Io... io non posso ancora venire via con te. Anche se ti amo." Al diavolo la prudenza. "Però... però posso prometterti che proverò."

"Proverai a far cosa?" Sembra deluso, ma cerca di non darlo a vedere.

"Proverò a tornare. Non credo di voler rimanere qui per sempre... Credo che tornerò. Non so quando, ma credo che succederà. Ora, io non voglio obbligarti ad aspettarmi, capisco benissimo che ci sono centinaia di ragazze molto meglio di me, ma se... se tu volessi... aspettare, ecco, io... io credo che non mi ci vorrà ancora molto tempo per tornare."

.

Fissa di nuovo il pavimento, sembra una bambina timida. Ed è bellissima.

"Ok. Aspetterò."

"Aspetterai?" Mi guarda perplessa.

"Sì. Ti amo, Mione" e questa volta non scatta, ma sorride appena appena. "Ti apetterò per tutto il tempo di cui avrai bisogno. Solo... spero che non ci metterai troppo. All'Ordine ti aspettano."

Sorride, di più questa volta. "Dì loro che prima o poi mi rivedranno."

"Lo farò. Ora credo che sia meglio che vada... Tua madre penserà che mi hai avvelenato e nascosto nell'armadio." Ridacchia.

"Già... forse è meglio. Non sei arrabbiato?"

"No. Hai ragione tu... Hai bisogno di tempo, e io ho bisogno di tempo per riuscire a tornare quello che ero prima. Ma ci riuscirò. Non sarò più il Prescelto... solo Harry. E la prima cosa che farò sarà ridimensionare quel pallone gonfiato di Scrimgeour."

Mi sorride. "Grazie, Harry."

"Ci vediamo, Mione. Ti amo." Un passo avanti e mi Smaterializzo.

.

"Ci vediamo, Mione. Ti amo" e sparisce in una nuvoletta.

Ti Amo.

Me l'ha detto davvero.

Due volte.

Mi sdraio sul letto, con Grattastinchi sulla pancia, e guardo fuori dalla finestra. È buio ormai, ma le stelle sono luminosissime.

Sospiro. Ha promesso di aspettarmi. Lo farà davvero?

Grattastinchi miagola come a rispondermi, e mi viene da sorridere.

Sì. Davvero.

*

Wow! Non credevo di farcela!
Bene, spero davvero che vi sia piaciuta. Fatemi sapere cosa ne pensate, e non risparmiate le critiche!
Come ho detto, manca ancora l'epilogo, che posterò il prima possibile!
Bene, adesso passiamo a ringraziare...

SakiJune: anche io voglio un bene enorme a Neville... è la mia versione al maschile: goffo, pasticcione e con una memoria quasi inesistente! Lo adoro ;-)
Hermione si è nascosta, ma come hai visto in questo capitolo... non sarà ancora per molto! Grazie per la recensione, spero che leggerai anche l'ultimo capitolo!

stizy: ciao! Grazie per i complimenti, eccoti il chap 6... spero ti sia piaciuto!

argentlam: eccomi qui con la battaglia verbale! Ma come hai visto sono stata fin troppo buona... ;-) Spero che la fic continui a piacerti, e grazie per le recensioni!

Malandrinia: che bello, una nuova lettrice! *me felice* e quanti complimenti! Ma grazie! Non me li merito... Sono contenta che ti piaccia, e spero davvero che anche questo capitolo sia all'altezza... Grazie ancora!

Bene, ora di salutare... e ci risentiamo alla prossima, con l'epilogo!
Un bacio a tutti,
Met


  
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